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Autore: Swag_Bieber99    06/11/2012    2 recensioni
Alexandra, una prostituta.Il suo migliore amico? Il suo naso. Si perchè lei appartiene ad una strana famiglia. Composta di cinque persone, ognuno con un senso molto più sviluppato degli altri. Il suo è l'olfatto.
Justin, un ragazzo in cerca dell'amore, l'amore di Alex. Il naso di Alex l'ha già segnato.
Nessun riferimento al libro " Amore zucchero e cannella " se non il litolo. Storia ispirata in parte al libro " Profumo"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Tremo. Una schiera di gente pallida ringhia contro di me. Avranno un’età compresa fra i diciotto e i venti anni. Justin mi stringe a se per poi spingermi dietro di lui e tra le braccia di James.
I loro occhi hanno cambiato colore, sono rossi e in cerca di qualcosa.
<< E’ Alexandra Forx, il grande padre si arrabbierebbe molto, lo sapete ... >> Tutto di un tratto ritornano a essere loro stessi. Justin torna indietro, poggia un braccio dietro la mia spalla e inizia a camminare.
Inspiro. Nessun odore, per ora.
Passo tra quella folla terrorizzata all’idea di un attacco improvviso da quelle creature che non so di quale mondo siano.
<< Non osservarli troppo, anche se so che potresti ucciderli come niente >> Nell’ultimo pezzo della frase la voce di Justin cala parecchio ma io riesco a sentirlo lo stesso. Ho sempre avuto un udito abbastanza buono.
<< Si certo, perché da piccola, mia nonna mi costringeva a eseguire strani esercizi che mi hanno diventare forte, ma non così, come prima intendo >> La voce di James entra tra la nostra conversazione.
<< Justin, si sta trasformando lo stesso, grazie a quegli esercizi, non è sola. >> Justin lo guarda fulminandolo con lo sguardo. Justin mi guarda. Vorrei solo capirci qualcosa.
<< Vieni, adesso entriamo e saprai tutto, ma tutto. >> Annuisco contenta di poter scoprire qualcosa. Contentezza che svanisce appena entro in quella stanza. Tutto è molto gotico, scrivania nera, poltrone nere con fodere rosse e ricami color oro. La grande sedia dietro la scrivania è girata di spalle alla porta ma appena entrati, pian piano, si gira. E’ pallidissimo, due grandi zanne gli toccano dolcemente le labbra, ma subito dopo spariscono, indossa un mantello nero e rosso di velluto. Fa sentire un forte calore solo a vederlo.
<< Alexandra Forx, James Boston, Justin Asha, accomodatevi >> La sua voce è calda e ipnotizzante. Sono la prima a sedersi su una delle poltrone, proprio difronte a quell’uomo.
<< Allora Alexandra, è arrivato il momento decisivo. Non hai mai pensato a come mai tu e la tua famiglia avevate un solo senso più sviluppato degli altri? Do la risposta alla tua domanda. Tutti i vampiri, alla nascita, hanno un solo senso più sviluppato degli altri. Solo con allenamento e conoscenza di quello che si è tutti gli altri, raggiungono il primo senso sviluppato. Ho sentito prima che tua nonna ti ha fatto fare degli esercizi “strani”, come li chiami tu. Grazie a quelli sei riuscita ad arrivare a questa età, ma è l’ora della vera trasformazione Alexandra, che tu sia pronta o no, dovrai diventare una di noi a tutti gli effetti. Un vampiro. >> La sua voce è tranquilla e amichevole, ma il mio stato d’animo non è cambiato da questo particolare. Tremo come non mai, sento qualcosa nel petto bruciare forte, troppo forte, la testa gira e la vista si sta offuscando. Non posso essere davvero un vampiro, o almeno, non ancora un vampiro. Cioè, sono una sottospecie di vampiro ma se non lo divento a tutti gli effetti, posso morire. La mia mente scorre troppo rapidamente. Tutto nella stanza sta per diventare nero, ma io continuo a far esplodere la mia mente.
La fortezza, l’olfatto, la mia bravura nel correre, l’udito abbastanza affine. Tutto tona ai conti. Ed io che pensavo che i vampiri potessero diventare tali con un morso sul collo, che stupida .
Mi sdraio sulla schiena sulla poltrona, sento le loro voci tre discutere o chiedermi qualcosa che non riesco a percepire, diventano sempre più confuse e tutto a un tratto la stanza diventa nera.
__
Apro gli occhi, Justin è accanto a me. Mi rigiro su quel letto fin troppo scomodo per una “ comunissima umana” .
<< Ciao Justin  >> Dico un po’ frastornata.
<< Ehi, Alex. >> La sua voce sembra dispiaciuta e carica d’amore. Infatti, poco dopo sento le sue labbra poggiarsi delicatamente sulla mia fronte, quasi con la paura di potermi distruggere.
<<  Ti voglio bene  >> Dico in un sussurro. Tossisco. Non posso resistere.
<< Cosa mi è successo ? >> Abbassa la testa. No. Non può essere già successo.
<< Ti rassicuro, non sei ancora un vampiro, devi completare solo un esercizio o… morirai. Si diventa vampiri anche nell’arco di un’ora se tutti gli esercizi sono completati, altrimenti il veleno presente sin dalla nascita nel nostro sangue distrugge noi stessi e non le nostre prede. >> Uccide noi stessi e non le nostre prede. Diventerò un mostro.
Scoppio in un pianto isterico. Preferirei essere distrutta dal mio stesso veleno. Ma poi mio fratello? Merda mio fratello.
<< Justin, ti ricordi mio fratello ? >> Annuisce e i suoi occhi si riempiono di lacrime.
<< Si Alex, si sa che i bambini sono iperattivi, ma non fanno esercizi per la vista e... mi dispiace Alex. Mi dispiace. >> Le lacrime scorrono sul viso arrivando fino al collo provocandomi un fastidio innaturale. Sì perché ormai la mia vita, io, sono innaturale. Sono un mostro.
<< Come avete capito che io ero una di voi ? >> Sorride. E mi asciuga una lacrima che sarebbe arrivata dritta al mio collo.
<< In realtà sono stato io a capire che in te c’era qualcosa di diverso dagli altri esseri umani e qualcosa di molto simile a noi. Avevo sviluppato un senso di protezione verso di te, allora ho scoperto che tu facevi quello che facevi. Solo dopo qualche mese sono riuscito a venire da te. Purtroppo ne avevo palato con il grande padre e voleva averti sotto il suo controllo in modo che tu non uccida nessuno. Non siamo una razza malvagia noi. Ci nutriamo di sangue animale, anche se non potrà mai saziarci come quello umano, intendiamoci. >> Lo sento parlare e mi ritorna in mente quando ero piccola e leggevo così tate storie sui vampiri che il mio più grande sogno era, diveltarlo. Ora che sta accadendo davvero mi sento morire. Non è come nei libri. Sapere che rimarrò in questo corpo, anche se avrò più di tremila anni. Sapere che vivrò per sempre, che vedrò tutte le persone umane a me care scomparire una alla volta, distrugge.
Mi sdraio di pancia in su.  Chiudo gli occhi e li riapro. Mi alzo dal letto.  E mi abbandono al mio tragico destino.
<< Quale sarebbe questo esercizio ? >> Chiedo sorridendo a James.




 
  
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