Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Domino_Tabby_    06/11/2012    3 recensioni
Una semplice ragazza compare alla magione Phantomhive, salvata dal maggiordomo Sebastian.
Questo nuovo membro della servitù cambierà la vita ai personaggi?
Rieccomi (purtroppo) con una nuova fic...ora potete disperarvi.
"Non piansi, era inutile.Avevo sprecato le mie lacrime troppe volte.
Le preghiere non bastavano per sopravvivere."
***
"Nessuno mi può capire perché nessuno ha mai provato.
Io sono un rifiuto lasciato sul ciglio della strada, calpestato da tutti e ignorato.
Una cartina che aspetta il giorno in cui il vento la spazzerà via."
***
Spero di avervi incuriosito,
Adieu Chers Lecteurs!
-Tappy
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Aaah! Cosa ho fatto! Il Signol Sebastian si allabbielà siculamente!-

Dal salotto, si sentì prima un tonfo, poi la voce della cameriera Mey Rin che si rimproverava da sola.

 

Decisi di andare a soccorrerla, quasi esasperata.

I domestici della magione erano piuttosto distratti, e spesso ne combinavano di tutti i colori, per tanto ero sempre io o il maggiordomo vestito di nero che aggiustavamo tutto.

 

Mi affacciai alla porta in legno massiccio, pronta psicologicamente alla vista dell'immenso disastro nella stanza.

 

Rimasi piuttosto sorpresa quando vidi che non c'era neanche l'ombra di sporco.

 

-Mey Rin, cosa succede?- le chiesi scostandomi dal viso una ciocca castana.

 

Lei mi guardò con le lacrime agli occhi, tirando su con il naso.

-I-io ho fatto cadele la pleziosa statuina in olo del padloncino nell'acqua spolca pel pulile...- singhiozzò portandosi i palmi delle mani agli occhi.

 

Le rivolsi un sorriso apprensivo, mentre mi inginocchiavo accanto alla ragazza.

 

-Non fare così, la recupereremo e la laveremo, vedrai. Su, andiamo che se ci becca Sebas- fui interrotta bruscamente da dei passi che si avvicinavano dietro di noi.

 

Mi si raddrizzarono i peli dallo spavento.

-Beccare cosa?- il moro ci scrutava con uno sguardo pieno di rimprovero.

 

La mia compagna sobbalzò e io mi girai di scatto.

-Niente!- esclamai -Su, Mey Rin, andiamo!-

 

Detto ciò ci precipitammo fuori dal salotto, correndo a più non posso con l'acqua nel secchio che oscillava pericolosamente.

 

Trassi un sospiro di sollievo quando ci chiudemmo alle spalle la porta della camera riservata ai servitori.

 

Presi il secchio e lo svuotai nel lavandino, sentendo un leggero tintinnio.

Vidi subito la statuetta d'oro del bocchan.

 

Infatti era piuttosto sporca, quindi presi uno straccio e cominciai a strofinarla.

 

-Ah, non va via...- bisbigliai con un po' di rabbia.

Intanto la cameriera era seduta al tavolo e mi fissava con gli occhi lucidi.

 

-Chalotte...mi hai aiutato...- sussurrò fissando il pavimento.

Io ridacchiai, alzando gli occhi al cielo.

 

-E' così che si fa tra amiche.-

 

Mey Rin mi guardò stupita.

-A-amiche?- chiese torturandosi una codina.

 

-Si, amiche. Noi...lo siamo vero?- protesi in avanti il braccio per vedere meglio se l'oggettino luccicava.

 

-Guarda! E' pulito!- esclamai felice.

 

-Allola andiamo a limettello al suo posto.- rispose balzando in piedi.

Facemmo cura a non farlo cadere o sporcare di nuovo, posizionandolo esattamente dove si trovava all'inizio.

 

-Fatta!- dissi con un sorriso a trentadue denti.

Mi stiracchiai le braccia con un brontolio.

 

-Vado a farmi un té...-

Dal giardino, si sentì un pianto infantile.

 

Alzai gli occhi al cielo, crollando sul pavimento.

Ero esausta, come potevo sopportare ancora i disastri di Finny?

 

Mey Rin mi mise una mano sulla spalla.

-Adesso vado io da lui, in cambio di quello che hai fatto pel me.-

poi annuendo aggiunse: -Pelché noi...siamo amiche, Chalotte!-

 

Adoravo il modo in cui pronunciava il mio nome, era così carina.

Io feci un sorriso stanco, poi mi alzai in piedi.

 

-Allora, io vado.- dissi avviandomi in cucina, da Bardroy.

 

Sentii i suoi passi dietro di me, mentre camminavo tra gli immensi corridoi, ornati di dipinti e statue di busti.

 

Aprii la porta della mia camera, abbandonandomi sulle coperte fresche.

Chiusi gli occhi per un secondo, pensando a quanto mancasse per l'ora di dormire: ero stanca morta.

 

Quando andai in cucina scoprii che il té era finito.

-Ma datemi una pausa, cazzo!- non ce la feci più e a passi pesanti andai in giardino, a prendere le erbe per fare la tisana.

 

Il mio cervello era ormai fuso.

Arrivata ad un punto isolato del immensa serra mi lasciai cadere sull'erba morbida.

 

Fissai il cielo che stava diventando arancione: stava arrivando la notte, e con sé quel buio che tanto odiavo.

 

Mi coprii gli occhi blu con una mano, mentre con l'altra torturavo un filo d'erba.

 

Pian piano mi assopii, con una leggera brezza che mi scompigliava i capelli bruni.

 

Non ho idea per quanto dormii, però quando aprii gli occhi impastati di sonno era già calata la sera.

 

La luna sembrava un faro acceso e illuminava le tenebre molto più del solito, cosa che mi diede un certo sollievo.

 

Quando cercai di alzarmi qualcosa mi bloccò.

-S-signor...Sebastian?-

 

Il moro era a cavalcioni su di me, il suo viso a pochi centimetri dal mio non tralasciava alcuna emozione.

 

-Ti sei svegliata.- mi soffiò in un orecchio, facendomi rabbrividire.

 

Il cuore cominciò a pulsarmi all'impazzata, mentre milioni di domande mi vorticavano nella mente.

 

Cosa sta facendo?”

 

-Si..si tolga per favore!- balbettai furiosamente.

Lui fece un sorriso di scherno.

 

-E perché dovrei? Infondo ti piace, ammettilo.- le sue parole mi parvero così suadenti e dolci.

 

-Non vorresti solo...dimenticare?- la sua voce era come una melodia su cui potevi danzare, delicata e divina.

Il Diavolo Seduce la preda con dolci parole

e la trascina nelle tenebre

affinché la preda non scorga il volto della belva

in agguato dietro di lei...

con scaltrezza...soavemente...segretamente.

 

Una strana sensazione di tepore piacevole mi avvolse, mentre egli mi cingeva i fianchi con le mani.

Le sue labbra sfiorarono le mie.

Ero come incantata, mentre inconsapevolmente cadevo nel tranello del demone.

 

All'ultimo ripresi il senno e mi scansai, facendo alzare il maggiordomo.

Il suo profilo sembrava fondersi con la notte.

 

Senza pensarci due volte mi precipitai in camera mia, evitando il moro che mi chiamava.

 

Chiusi la porta dietro di me ansimando e chiusi a chiave la porta.

Presi il libro e cominciai a leggere la prima pagina.

 

Questo...me l'ha dato lui.”

lo chiusi di netto, rimettendolo al suo posto.

Non avevo per niente voglia di leggere, quindi mi cambiai e mi misi sotto le coperte, cercando di dormire.

 

Fu tutto invano, solo dopo un bel po' caddi in un sonno profondo.


SPAZIO AUTORE:
Ok, eccomi ancora qui, con un capitolo fresco fresco.
Come sempre mi scuso per gli orrori grammaticali, siccome non ho avuto tempo per correggere.
Spero vi sia piaciuta anche questa schifezza qua!
Ringrazio tutti i lettori, recensori e quelli che hanno messo la storia tra le seguite!
Vi adoro, alla prossima!
-Tappy

 

  
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