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Autore: hinata 92    06/11/2012    3 recensioni
Anderville. Le sue "tranquille" notti vengono sconvolte dall'arrivo di un papero mascherato in trasferta pronto a venire a capo di un mistero. Ma anche un famoso detective dalle grosse e tonde orecchie nere sta facendo lo stesso, anche se da un altro punto di vista...
L'uno all'insaputa dell'altro, Topolino e Pikappa dovranno vedersela con un misterioso personaggio e... con loro stessi.
Segreti non rivelati, forse intuiti, principi morali, testardaggini, una fiducia difficile da dare e ottenere in una città dove tutto ha un costo e una verità così complessa che stupirà anche chi credeva di aver capito tutto...
Tutto questo e ancor di più nel più pazzo crossover Disney mai creato: PKNA x MMMM!!!
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Paperino aka Paperinik, Sorpresa, Uno
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Caffè, collaborazioni e sospetti

Caffè, collaborazioni e sospetti

 

 

Solo. Pikappa correva nella notte di quel dedalo di vicoli che qualche buontempone aveva deciso di chiamare Anderville, nel freddo gelido che gli passava sotto le piume, nel silenzio rotto solo dal suo respiro affannoso. Era inseguito, lo sapeva. Ed era disarmato e solo. Uno si trovava a chilometri di distanza, così come Lyla, Urk o chiunque altro. Persino di Xadhoom non aveva notizie. Sarebbe stato felice di vedere anche il Razziatore o un paio di evroniani in quel momento. E invece era inseguito da qualcun altro. Un qualcuno dalla testa pelata e tatuata, con una familiare pistola in mano.

Una parete bloccò improvvisamente la sua corsa. Era saltata fuori dal nulla come se si fosse trovato nella sala IIT della Ducklair Tower. Eh sì, stavolta era davvero con le spalle al muro, altro che le sue solite battute di spirito!

Si voltò terrorizzato. Lui era lì, con quella evrogun in mano, pronto a sparargli, a renderlo un coolflame, uno schiavo senza emozioni né volontà. Vide il suo ghigno, mentre si avvicinava un passo per volta. E finalmente il papero poté osservarlo in volto, chiaramente, stupendosi del fatto che non fosse chi aveva pensato fino a quel momento, mentre l’avversario lo fissava con un espressione feroce di cui Paperinik a malapena riusciva a capacitarsi.

« T… Topolino? »

 

« NO!!! »

Il papero si drizzò a sedere, tutto sudato.

Era un incubo, uno schifoso e spaventoso incubo. Anche abbastanza comprensibile, vista la notte che aveva appena passato. Mentre riprendeva fiato, lamentandosi del dolore alla nuca, Paperinik si rese conto essere stato steso su un divanetto vecchio e consunto in quello che aveva tutta l’aria di essere un ufficio. Ancora un po’ assonnato e confuso, Pikappa s’alzò titubante e si guardò intorno: due poltrone della stessa foggia ed età del divanetto su cui aveva dormito fino a quel momento, una scrivania su cui era poggiato un altrettanto vecchio computer, una sedia da ufficio dotata di rotelle dietro di essa, un ficus affianco all’unica porta e, soprattutto, un gigantesco schedario, abbastanza grande da occupare l’intera parete.

« Dove sono? E come ci sono arrivato? »

L’eroe cercò di spremersi le meningi. Cosa ricordava? Ah, già, era nel giardino di Sharkfish, stava combattendo con l’energumeno con l’evrogun, aveva cercato di difendere Topolino da alcuni aggressori e poi…

Un rumore lo mise in allerta. Con la coda dell’occhio vide l’Extransformer appoggiato su una delle poltrone, lo afferrò facendo volare in aria il suo berretto che era stato posto sopra di esso e l’impugnò, pronto a colpire qualsiasi cosa volesse aggredirlo.

Avrebbe venduto care le piume, poco ma sicuro.

 

 

 

 

Le chiavi, le chiavi, le chiavi… ah, eccole!

 

Topolino riuscì ad afferrare il mazzo di chiavi faticosamente, destreggiandosi con inaspettata abilità fra un sacchetto di carta che teneva con i denti e due bicchieri bollenti e sigillati che in qualche modo era riuscito a tenere in equilibrio. Aprì la porta praticamente con un mignolo ed entrò nel suo ufficio, sennonché si trovò un papero mascherato accucciato fra le sue poltrone, con quel suo strano scudo puntato proprio verso di lui, pronto a colpire.

Avrebbe alzato le mani, se le avesse avute libere, ma il massimo che riuscì a fare fu alzare entrambi i bicchieri di carta e mugugnare dei versi indefiniti con il sacchetto in bocca, mentre dal suo mignolo destro continuavano a tintinnare le chiavi, tenute solo con l’anello portachiavi.

 

 

 

 

Pikappa arrossì completamente e abbassò l’arma. Non sapeva se era più imbarazzato  dalla figuraccia che aveva appena fatto o divertito dall’assurda posizione assunta dall’amico.

« Scusami, non sapevo dov’ero né chi mi avesse portato qui… potevi essere un nemico! »

Topolino annuì e posò faticosamente sulla scrivania tutto quello che aveva portato con sé.

« Se accogli tutte le persone così, chissà quant’è avventurosa la tua giornata tipo! Non pensavo che ti saresti svegliato così presto dopo la botta che hai ricevuto… »

« Dove siamo? E quanto tempo ho dormito? »

« Solo poche ore, tranquillo, sono a malapena le otto del mattino. E siamo nel mio ufficio. »

« Tuo… ufficio? »

« Non ti avevo detto di essere un investigatore privato? »

« , sì, ma… »

Paperino si costrinse a zittirsi. A Topolinia il suo amico faceva il detective solo per hobby, non aveva un vero e proprio ufficio! Perché lì ad Anderville ne aveva dovuto aprire uno? Decisamente non era stato aggiornato sulle ultime novità.

Il topo prese il sacchetto:« Hai fame? Ero uscito a prendere la colazione… purtroppo qui non c’è la cucina e non ho potuto prepararti delle frittelle, ma spero che un croissant al cioccolato mi faccia perdonare per questo! Li fa un mio amico che ha un bar qui vicino, insieme a un ottimo caffè… »

« Certo… »

Pikappa afferrò la brioche e il bicchiere con il caffè d’asporto marchiato “Little Caesar. Si ricordò che in effetti lì aveva già intravvisto Topolino, quando aveva fatto quel giro ad Anderville in abiti civili.

A proposito…

… perché diavolo, con tutte le possibili colazioni esistenti, aveva nominato proprio le frittelle che lui, come Paperino, cucinava sempre?

Possibile che…

 

 

 

Topolino sorseggiò lentamente il suo caffè, non distogliendo mai lo sguardo dal suo ospite.

Quando si era presentato da Little Caesar a chiedergli quella colazione d’asporto per due, l’amico barista gli aveva consigliato di fare molta attenzione. Chissà quanto aveva capito, in realtà? Chissà quanto aveva capito lui stesso della verità… di quella verità che ora gli sembrava di sfiorare, ma non ancora di afferrare appieno…

 

Ho bisogno di risposte. E forse Pikappa o… no, non ho ancora vere e proprie prove su cui basarmi per fare certe affermazioni! Solo fondati sospetti, molto fondati… quasi certezze, ma la prima regola di un buon detective è quella di trovare delle vere prove prima di accusare qualcuno! E di quelle, per ora, non ne ho…

Comunque sia, forse lui potrà darmi almeno qualche informazione su Sharkfish!

 

Prima di addentare il croissant, Pikappa ebbe uno scatto improvviso, portandosi una mano al volto.

« Tranquillo, non ti ho tolto la maschera mentre dormivi… non che la tentazione non ci fosse, sia chiaro… »

Il papero sembrò leggermente rilassarsi, anche se non del tutto, e finalmente si decise a mettere quella brioche sotto il becco.

« Grazie… »

Il detective annuì:« M’incuriosisci molto, ma penso anche che come investigatore debba intuire chi ci sia sotto quella maschera prima di togliertela… anche se questa non è la mia priorità, al momento. Non ho nulla contro di te, Pikappa, anzi… ti assicuro che la mia attenzione su di te è causata solo da una deformazione professionale difficile da correggere! »

« Lo so… »

« Ma ti prometto che terrò a bada la mia curiosità il più possibile. »

Il papero finì di bere il suo caffè.

« Senti, Topolino, vorrei proprio chiederti una cosa… »

« Spara. »

« Sei venuto ad Anderville per Sharkfish? »

« Chi, io? Assolutamente no! È solo per caso che mi sono messo a indagare su di lui! Ma quando ho letto sui giornali della suo strano… stravolgimento caratteriale, mi trovavo già ad Anderville da un po’! »

Topolino lesse negli occhi del suo interlocutore la curiosità sulla sua storia e, con un sospiro, si decise a vuotare completamente il sacco, forse nella segreta speranza che anche lui facesse lo stesso.

« Qui ad Anderville vive, anzi, viveva un mio vecchio amico dei tempi dell’università, un certo Sonny… anni fa mi aveva promesso che come risarcimento per molti favori che gli avevo fatto, soprattutto economici, quando avrebbe aperto un’agenzia d’investigazione mi avrebbe nominato socio alla pari. Pensavo scherzasse, anche perché poi non l’ho più sentito per anni… ma poi ho ricevuto la comunicazione della sua scomparsa. E del fatto di essere socio al cinquanta per cento di questa agenzia. Sono venuto qui per capirci qualcosa e sono rimasto… come posso dire… affascinato da questa città! Nel senso che ho pestato i piedi a qualcuno di grosso e ora sono legalmente impossibilitato ad andarmene da Anderville almeno per un po’, giusto per specificare. E in qualche modo dovevo pur guadagnarmi da mangiare, no? Così ho continuato a portare avanti l’agenzia di Sonny »

« E questo… Sonny? »

« Oh, sta bene! Ma ora è in Messico, anche lui ha fatto innervosire gente che sarebbe stato meglio lasciare tranquilla e sta aspettando che sbolliscano un po’ le acque… »

« Capisco… »

 

No, Pikappa, non sono sicuro che tu possa comprendere appieno la mia situazione… ma forse nemmeno io posso farlo con la tua!

 

« Io invece sono qui proprio per Sharkfish. »

Topolino ne fu sorpreso.

« Davvero? Perché un politico di queste parti dovrebbe portarti addirittura a lasciare Paperopoli per venire fin qui? »

« Perché… »

 

 

 

 

Pikappa non sapeva bene cosa rispondergli. Per essere sincero avrebbe dovuto tirare in mezzo gli evroniani, e Topolino certamente non gli avrebbe creduto. Poteva inventare una scusa… ma quale?

 

« Oh, insomma, ora basta! »

Pikappa impallidì di colpo. Topolino s’alzò in piedi.

« Chi è? Chi ha parlato? »

« Io! »

« Io chi? Sono le otto del mattino e non sono proprio dell’umore giusto per certi scherzi puerili! Questa è proprietà privata e non è ancora orario d’apertura dell’ufficio, per cui visto che non siete stato invitato siete pregato di andarvene, chiunque voi siate! »

« Conosco benissimo il codice civile e penale di questo stato, ce l’ho tutto in memoria… ma in questo caso il problema non si pone, visto che siete stato voi a portarmi qui dentro! »

« Io avrei fatto cosa? »

Paperinik si alzò a sua volta, agitatissimo. Non sapeva come fare a salvare la situazione. Cosa gli era saltato in mente, pardon, nel software?

« Bha, intelligenze biologiche… non sei molto diverso dal mio socio, vero? Anche tu hai bisogno di un’interfaccia video… e allora facciamo così! »

Dall’Extransformer partì un raggio verde che proiettò una piccola immagine dell’ologramma di Uno.

Topolino dalla sorpresa fece un balzo che per poco non lo portò ad aggrapparsi al lampadario.

« EHI!!! CHI O COSA È QUELLO??? »

Paperinik sospirò:« Uno!!! Non potresti evitare certe entrate ad effetto??? »

« Ma voi biologici siete troppo lenti nello scambio di dati… e poi a questo punto, secondo le mie simulazioni d’azione, c’era ben il 98,6% di probabilità che tu non sapessi come spiegare la situazione! O sbaglio? »

« , sì… ma c’è modo e modo! Gli hai fatto prendere un infarto!!! »

« Se non l’hai preso tu la prima volta che ci siamo incontrati… »

 

 

 

 

Mentre i due battibeccavano, Topolino si avvicinò prudentemente allo scudo e iniziò a girare intorno all’immagine verdognola. Poi, con un po’ di titubanza, provò a toccare la pallina verde. Il dito l’attraversò e il detective ritirò immediatamente la mano.

« Scusatemi, signor Topolino, quella che avete davanti è solo una simulazione olografica. Purtroppo non mi è possibile essere lì fisicamente. A dirla tutta, mi è impossibile presentarmi fisicamente in qualsiasi luogo. »

« Ma allora… »

« Immagino la vostra sorpresa, permettetemi di presentarmi. Mi chiamo Uno, è sono la più sofisticata Intelligenza Artificiale attualmente presente su questo pianeta, creata dal più geniale inventore esistente. »

Topolino sbarrò gli occhi sorpreso. Pikappa gli diede una gomitata.

« Che gli ha donato un sacco di doti, tranne quella della modestia… comunque, attualmente siamo soci e collaboriamo per la salvaguardia di Paperopoli… e ultimamente anche della Terra intera! »

« Addirittura? E come mai questo salto di qualità? »

Il papero gli sorrise:« Da quando anch’io sono andato a pestare i piedi a qualcuno che non avrei dovuto… solo che era qualcuno un po’ più in alto della gente che hai incontrato tu. Letteralmente. »

« Non capisco… »

Fu Uno a rispondere:« Parliamo di esseri provenienti da un altro pianeta. Evroniani, per la precisione. »

Topolino fece una faccia che definire perplessa sarebbe stato quantomeno riduttivo. Uno cercò di riassumere in modo essenziale le ultime avventure extraterrestri del papero mascherato. Mentre davanti ai suoi occhi scorrevano immagini olografiche di grande impatto visivo, Topolino ascoltava e osservava tutto senza dire una parola, a braccia incrociate.

 

Assurdo, totalmente assurdo e irreale…

Però…

… però anche la presenza di questo Uno è incredibile, e sono quasi certo che Pikappa non abbia le capacità e la creatività d’inventare un così sofisticato artificio!

Che faccio? Che penso? Sono davvero disposto a ripudiare le convinzioni di una vita per così poco?

No. Non così facilmente.

 

« Cosa volete da me? »

« Vi pregherei di aiutarci, signor Topolino. Voi conoscete questa città molto meglio del mio qui presente socio, e le vostre capacità deduttive potrebbero aiutarlo a frenare un po’ la sua… impulsività, ecco! »

Pikappa sbuffò:« Prego, cervelloni, fate pure come se io non ci fossi… »

Topolino ridacchiò.

 

Se ho ragione e ho davvero indovinato chi si cela sotto quella maschera, non ho dubbi che Pikappa creda davvero a quello che lui e il suo amico supercomputerone verde mi stanno raccontando… ma da qui a dire che questa sia la verità… non è uno sprovveduto, ma forse qualcuno lo sta ingannando… anche se…

 

« D’accordo. Vi aiuterò, dopotutto Sharkfish mi ha già inserito nella sua lista nera. »

Pikappa lo guardò stupito.

« Però… »

« Ah, ecco, mi sembrava! »

Topolino sorrise:« … però non chiedetemi di credere a tutta questa storia degli alieni e compagnia bella! In questa storia c’è sicuramente qualcosa di strano, ma continuo a essere profondamente convinto che l’origine sia tutta terrestre! »

 

 

 

 

Paperinik sorrise, rassicurato. Qualsiasi altra risposta avrebbe stonato sulle labbra del suo razionale amico Topolino, ma era anche molto felice che avesse accettato di aiutarli.

Topolino riprese, indicando l’Extransformer:« Una cosa ve la concedo! A giudicare da quella curiosa pistola di ieri sera, Sharkfish sembra in possesso di strani apparecchi tecnologici… un po’ come i vostri! E che io sappia, dagli studi che ha fatto, da solo non dovrebbe essere in grado né di crearsene né tantomeno di procurarsene… »

L’ologramma di Uno sorrise:« Credo che io e voi andremo profondamente d’accordo, signor Topolino! Anch’io ero arrivato alla vostra stessa conclusione, anche se per me ha avuto bisogno di collaborazione per adattare parte della tecnologia evroniana… e so anche chi può avergliela fornita! »

« Davvero? »

« C’è una persona ad Anderville specializzata in piccoli brevetti tecnologici, con una preparazione informatica tale da poter accedere alla banca dati evroniana… oppure, per rimanere in linea con il vostro ragionamento, signor Topolino, per creare armi tanto tecnologiche. Il suo nome è Richard, ed è originario proprio di Anderville. »

Topolino sorrise furbescamente:« Anche qui ad Anderville abbiamo il nostro Archimede Pitagorico e non ne sapevo niente? Interessante… »

Paperino rabbrividì all’ulteriore frecciatina che lo riguardava.

Uno continuò:« La cosa più interessante, però, è il cognome… »

Pikappa lo interruppe:« Perché? »

« Si chiama Sharkfish. Richard Sharkfish. È il fratello maggiore del nostro avvocato. »

Pikappa batté la mani soddisfatto:« Tombola! Tutto in famiglia, eh? »

« Quindi John potrebbe aver chiesto aiuto al fratello Richard per i suoi sporchi traffici… se quest’ultimo fosse anche un bravo hacker, spiegherebbe anche i suoi improvvisi successi di Borsa! Potrebbe aver rubato le informazioni a qualche magnate e averne copiato le mosse battendolo sul tempo! »

« Magari proprio da Z… da Paperon de Paperoni, tanto per dirne una! »

 

 

 

 

Topolino ridacchiò sotto i baffi. Il mini lapsus non gli era sfuggito.

 

Ma a chi la vuoi dare a bere, Topolino? Per quanto assurda possa essere questa storia, tu in fondo credi già a questi due pazzi… altrimenti perché saresti ancora qui ad ascoltarli? Chiunque altro fosse arrivato con una storia del genere l’avresti già cacciato fuori a calci nel sedere!

Se non lo ammetti apertamente, è solo per orgoglio…

 

Qualcuno bussò alla porta.

« Oh, cavolo… presto, nasconditi! »

Pikappa afferrò il suo cappello:« Non c’è tempo, userò il comando morfosimbiotico! »

« Il che? »

« Tu fai finta di niente e ignorami! »

Il papero armeggiò con la cintura e poco dopo al suo posto comparve una seconda pianta di ficus. Topolino lo guardò sconvolto, ma recuperò il suo sangue freddo quando la porta dell’ufficio si spalancò.

« Buongiorno, Topolino! »

« Ispettore Clayton, che sorpresa! Non ditemi che avete bisogno dei miei servizi! »

« Questo mai… solo mi sono alquanto sorpreso del fatto che per ben tre giorni consecutivi non vi siate presentato da me per chiedermi il permesso di ritornare a Topolinia! Credevo vi foste ammalato… »

« Non credevo vi interessasse tanto la mia salute, ne sono lusingato… »

L’uomo lo guardò con aria rassegnata:« Se il motivo non era la salute, allora significa che vi state cacciando nei guai. Di nuovo. »

« Sono solo stato un po’ occupato con le scartoffie… ho fatto ordine nello schedario, ho aiutato una nonnina a ritrovare il suo gatto… »

« Questa scusa è vecchia. »

« E io questa l’ho già sentita, ma, per quanto possa sembrare strano, è la verità. »

 

Chissà perché ad Anderville cose più difficili da credere sono le più scontate… probabilmente mi crederebbe di più se gli confessassi che c’è un eroe mascherato nascosto in questo ufficio perfettamente mimetizzato da pianta da interni!

 

Clayton sospirò:« Facciamo finta che vi creda, Topolino… però tenete sempre presente che siete già impossibilitato ad allontanarvi da Anderville. Non vi conviene aggravare la vostra posizione. »

Topolino incrociò le braccia:« Come posso scordarmi della mia prigionia? »

 

Non bastava già Little Caesar a farmi da mammina, adesso anche l’ispettore… forse qui ad Anderville mi vogliono più bene di quanto credessi!

 

L’ispettore fece quasi per andarsene, poi, improvvisamente, afferrò il bicchiere vuoto di caffè d’asporto lasciato sulla scrivania:« Curioso… da quando prendete ben due caffè alla volta? »

Lo sguardo di Topolino cadde sul bicchiere semivuoto che ancora stringeva in mano. Non aveva avuto il tempo di rimediare a quei dettagli.

« Ho passato la notte in bianco a sistemare l’archivio, ve l’ho detto… »

Clayton sorrise divertito:« Attento, Topolino, troppa caffeina fa male alla salute! »

E, senza aggiungere altro, uscì dall’ufficio buttando il bicchiere nel cestino.

Quando fu certo che l’uomo si fosse allontanato, Pikappa tornò normale:« Però! A quanto vedo anche tu sei riuscito ad attirarti le antipatie delle forze dell’ordine… »

« A quanto pare… e tu come mai? Non li aiuti? »

« Oh sì, proprio come te… ma di solito non vedono di buon occhio le persone che girano con il volto coperto! E neanche tu, o sbaglio? »

« In linea di principio sì, ma per stavolta farò un’eccezione… direi di cominciare a metterci all’opera! Io andrò a recuperare qualche informazione su questo Richard Sharkfish dai miei informatori di fiducia. »

Topolino ridacchiò fra sé e sé pensando alla definizione che aveva appena dato a Little Caesar e ai suoi abituali avventori.

Pikappa s’alzò dalla sedia indossando il berretto:« Io andrò a recuperare il materiale lasciato nella mia base segreta qui ad Anderville… »

Uno aggiunse:« E io farò una ricerca in rete… sareste d’accordo a incontrarci qui a per le dieci, signor Topolino? »

Topolino indossò il suo impermeabile:« Andata! Oggi l’ufficio resterà chiuso, così avremo tutto il tempo di organizzarci. A dopo, Pikappa! E, Uno… dammi del tu, ti prego! Sono o non sono anch’io vostro socio, ora? »

Chiuse la porta, allegro come non si sentiva da tanto tempo. Sì, si era cacciato nuovamente in guai più grossi di lui, ma ora non sentiva più quella nostalgia opprimente che lo tormentava da mesi.

Parlare con Pikappa lo faceva sentire quasi a casa…

 

 

 

 

« Uno, quanto pensi abbia capito di me? »

« Forse tutto, forse niente. Avevi ragione, è in gamba! Sei arrabbiato con me per averlo coinvolto in questa storia, vecchio mantello tarlato? »

« No… ci era già dentro fino al collo per conto suo… e mi fa piacere rivederlo, dopo tanto tempo! »

« E io sono contento di avere finalmente un biologico quasi al mio stesso livello intellettuale con cui parlare! »

Pikappa fece una faccia offesa:« Ehi! »

Poi rise e, badando a non farsi notare troppo, tornò in albergo passando dai tetti e rientrando dalla finestra.

Eh sì, avevano molto da lavorare…

 

 

 

Ciao a tutti! Scusate l’enorme ritardo, ma in questo periodo l’università non mi ha lasciato il tempo di respirare, figuriamoci di scrivere! E poi con lo stress da esoneri, dal tirocinio appena iniziato e una miriade di laboratori, vi assicuro che la mia ispirazione sembrava svanita… ero ridotta praticamente a un coolflame! Santa finestra esami che mi concedi qualche giorno di respiro…

Torniamo a noi, che della mia vita privata non ve ne frega un granché (o, per dirla all’evroniana, non ve ne importa uno yiostly!). Ovviamente devo ringraziare chi mi ha lasciato un commento nello scorso capitolo, ovvero darkroxas92, Nigthrun, Jan Itor 19 e Crybaby. Spero che mi direte il vostro parere anche questa volta…

Nel prossimo capitolo avremo un paio di risposte… e ancora più domande! Ma il tempo delle risposte vere si avvicina inesorabilmente, sia per Pikappa, che per Topolino, che per voi lettori… e anche per me! XD

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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