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Autore: Master_Of_Puppets    06/11/2012    1 recensioni
Ci troviamo a Mosca nell'anno 2046, dieci anni dopo la Catastrofe, la Terra è stata devastata dalla collisione del meteorite Apophis. Prime a farne le spese sono state l'Europa e l'Asia, nell'arco di pochi mesi tutto il mondo era coperto da una densa nuvola di detriti e polvere che portò ad un inverno nucleare paragonabile a quello che 65 milioni di anni prima aveva estinto i dinosauri. Nei primi 5 anni la popolazione calò da 9 miliardi di abitanti a soli 3 miliardi e chissà quanti erano morti negli anni successivi. Dimitri è un 53enne che proviene dal Vecchio Mondo e il suo scopo è difendere gli abitanti del Nuovo Mondo con l'aiuto della sua organizzazione militare. Lui è il capo dei Fantasmi di Mosca e, assieme ai suoi tre figli e a tre ex spetsnaz comanda un gruppo di uomini senza timore della morte per far rispettare le nuove leggi che regolano il mondo e mantenere la pace.
Genere: Avventura, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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26aprile 2046

Dopo il lungo viaggio dalla Dimitrovskaia al Cremlino Dimitri era così stanco che entrò nel suo appartamento, chiuse la porta e si mise subito a letto con la speranza di restare vivo fino al giorno dopo per poter rivedere i suoi tre figli partiti due settimane prima per una missione di recupero. La notte passò come un lampo, nessun sogno e la mattina mentre era ancora addormentato nel suo letto un’ombra si intrufolò nella sua stanza, la luce si accese di colpo e si sentì gridare “EHI, Dimitri!!! Svegliati vecchio dormiglione! Sono già le 8 di mattina e i tuoi figli sono qui! Sono tornati dalla spedizione alla Perovo!” Dimitri si svegliò di soprassalto col mitra in mano e per poco sparò al suo primo ufficiale, un ex spetsnaz che aveva circa quarantacinque anni e che, assieme ai tre figli di Dimitri e altri due, gestiva le 6 squadre dei Fantasmi di Mosca. Nel sentire quella notizia gli occhi gli si illuminarono, saltò fuori dal letto ancora vestito dal giorno prima, si mise l’AK con l’ottica PSO-1 a tracolla, prese una fondina per la Makarov e si diresse col primo ufficiale Cheslav verso i piani inferiori dove attendevano i tre ragazzi con le rispettive squadre.
Mentre scendevano le scale vennero fermati da un sottotenente che disse subito “Signor Maresciallo, colonnello Cheslav. Sono appena arrivati quattro uomini che vogliono parlare con voi, li abbiamo già confinati in zona di quarantena come previsto per coloro che arrivano da lontano. Il loro punto di partenza è la cittadina di Vladivostok, sembra che laggiù le cose vadano male. Desiderano parlarle con urgenza.” Nell’udire questa notizia il Maresciallo rispose esterrefatto “Vengono da Vladivostok?! Dio mio! Devono avere grossi problemi laggiù! Li mandi tutti e quattro nel mio ufficio amministrativo, parlerò con loro dopo che avrò riabbracciato i miei figli. Questo è tutto sottotenente!”. Il ragazzo si congedò col saluto militare e andò al piano inferiore seguito dai due ufficiali.
Quando Dimitri scese l’ultimo gradino i suoi tre figli corsero verso di lui gridando e piangendo dall’emozione e lui gli disse scherzando “Tre colonnelli come voi che gridano e frignano nel rivedere il loro vecchio?! Ma chi vi ha insegnato a fare i duri?” e subito aggiunse “Dai figli miei venite qui e fatevi abbracciare! Non vedevo l’ora di sentire di nuovo la vostra puzza! E ditemi, come mai l’unica che si lava qui è vostra sorella Selena? Puzzoni che non siete altro! Dovete dare il buon esempio!” appena finì di parlare scoppiarono tutti a ridere ma Dimitri subito si dovette congedare per andare a parlare coi quattro di Vladivostok. Non aveva voglia di occuparsi tutto il giorno del suo compleanno con discorsi strani o con proposte di alleanza quindi entrò nell’ufficio amministrativo, salutò i quattro e iniziarono a parlare. La situazione era abbastanza stabile, la città reggeva bene e aveva ripreso le sue attività commerciali anche se solo col Giappone e loro erano andati fino a Mosca per sapere se Dimitri fosse intenzionato a stringere un accordo con loro per creare una tratta commerciale. Quando Dimitri chiese come volevano trasportare uno rispose “Ma in aereo ovviamente, ne abbiamo moltissimi ancora funzionanti e abbiamo moltissima benzina. Secondo lei come siamo venuti fin qui?” in effetti un viaggio lungo tutta la Russia di quei tempi non poteva che essere fatto in aereo così Dimitri disse che ci avrebbe pensato un paio di giorni e, fino a quel momento, avrebbe offerto loro ospitalità. Concluse tutte le faccende uscì dalla saletta e vide che fuori c’erano tutti i Fantasmi riuniti che stringevano uno striscione con su scritto “BUON COMPLEANNO DIMITRI, PER I TUOI 53 ANNI MERITI UNA GIORNATA DI RIPOSO!” e sotto scritto in piccolo “non è vero che la meriti” subito si mise a piangere dalla felicità e ringraziò tutti i suoi compagni. Trascorse in loro compagnia le successive 6 ore e ognuno, nel limite delle sue possibilità, gli aveva fatto un regalo: una cartolina sbiadita raffigurante il Cremlino con una dedica, una vecchia banconota, un caricatore pieno di munizioni, cibo, vodka, sigarette che non avrebbe mai fumato e tanti altri oggetti.
Quando si allontanò dal gruppo per parlare coi suoi figli notò che qualcosa si muoveva fuori dalle finestre ma non ci prestò troppa attenzione, era il suo compleanno, c’erano le guardie per occuparsi degli attacchi e lui non voleva uscire fino al giorno prestabilito, quando lo attendeva la missione all’Università. Accompagnò i tre nella sua stanza privata, accese le luci e le pareti vennero immediatamente inondate da una luce vivace, la più intensa luce artificiale che era rimasta stava nelle stazioni della linea blu e nel Cremlino. In tutto il resto della superficie le giornate erano scandite dal Sole mente nel sottosuolo la luce artificiale era sempre molto debole e soffusa o addirittura inesistente.
Le pareti della stanza erano coperte di oggetti appesi e scaffali pieni di cianfrusaglie. Sugli scaffali c’erano vecchi caricatori esauriti, una maschera antigas rotta, una foto di Dimitri con sua moglie e i suoi figli ancora giovani, qualche bottiglia vuota con l’etichetta cadente, lettere ingiallite, foto sbiadite, cartoline impolverate, un tesserino di riconoscimento della Sukhoi col nome di Zenit Marshall e un buco al posto della foto e diversi oggetti della vita quotidiana di prima. La parete destra era coperta di poster di aerei militari mezzi stropicciati o dagli angoli strappati, la sinistra invece era dedicata alla collezione di armi privata di Dimitri. Tra le varie armi c’erano un Dragunov SVD appeso al centro della parete che era perfetto e tenuto in modo eccellente, il legno era come nuovo, l’ottica era perfettamente calibrata e l’otturatore scorreva a meraviglia, su un angolo c’era invece una splendida Smith&Wesson modello 52-2 calibro 38swc tenuta tanto bene che l’avorio dell’impugnatura era ancora di un bianco candido e lucente, infine c’era una daga che sembrava molto antica, la lama era perfetta e lucente, doveva tagliare come un rasoio. Nelle pareti davanti e dietro c’erano quadri e qualche altro poster assieme ad un paio di calendari del 2003 e del 2004.
Tutti e tre i figli di Dimitri erano rapiti dalla visione di quei cimeli di un’epoca ormai finita raccolti in una sola stanza che pareva un museo. Nel frattempo l’uomo si era andato a sedere dietro una scrivania su cui c’erano gli oggetti più importanti della sala. I tre si sedettero dalla parte opposta della scrivania su delle sedie già predisposte e dall’imbottitura ancora buona. Una volta che tutti furono seduti aprì un cassetto e ne estrasse una bottiglia di Absolut Vodka 100 che probabilmente era rimasta unica al mondo e ne offrì ai tre che accettarono di buon grado un bicchierino di buona vodka. Mentre i quattro brindarono ai 53 anni di Dimitri si iniziava già a percepire un po’ di tensione nell’aria.
Selena si sentiva un po’ a disagio in quella stanza mentre Efrem e Gleb parevano essere a rilassati seduti di fronte al padre con un bicchiere di alcol in mano e così chiese “Allora papà, come ti senti ora che hai cinquantatré anni?”.
La domanda di Selena ruppe questo momento così surreale come un martello sul cristallo ma lui rispose calmo “Molte volte mi hanno posto questa domanda e penso che la mia risposta non muterà mai, “mi sento esattamente come ieri”. Fortunatamente sono ancora vivo, questo un tempo non mi avrebbe sorpreso mentre oggi come oggi cinquantatré anni non sono mica male!” Tutti risero e subito Efrem, il più vecchio dei tre che ormai aveva quasi 26 anni, disse “Allora papà, dicci della missione all’Università. Ci hai portati qui per questo, giusto? Allora forza, di che si tratta.” Subito l’atmosfera si fece più seria e tutti si misero ad ascoltare le parole del padre.
“Hai ragione Efrem, vi ho convocati qui per questo. Come ben sapete dopodomani ci aspetta un viaggio verso la stazione dell’università. Sì, quella che tutti chiamano “Hell”. Non so se corrisponda al vero ma ho sentito dire che laggiù c’è un gruppo di temerari che continua a resistere e che ultimamente hanno subito gravi attacchi. Non possiamo permettere che la sede dell’università crolli sotto i colpi di questi bastardi! Non mi importa se sono i mutanti, i predoni o gli Sciacalli! La loro fine è prossima! E poi ritengo che l’università debba essere protetta in quanto centro della cultura e non voglio che le generazioni post-Apophis crescano come un branco di ignoranti! Quella gente ha bisogno del nostro aiuto e in quanto difensori del Nuovo Mondo è il nostro dovere!”
Dopo il discorso di Dimitri Gleb, il figlio più piccolo, si alzò in piedi e disse “Ok Maresciallo Dimitri! Io ci sto! Decido di onorare la sua chiamata e darle supporto con la mia squadra! Io e i miei uomini saremo pronti entro 36 ore!” “Grazie Compagno Colonnello” rispose il vecchio, poi aggiunse rivolto agli altri due “In quanto a voi invece?” Efrem e Selena risposero allo stesso modo ma subito dopo lei aggiunse “Però c’è una cosa che vorrei mi dicessi. Te lo fai davvero per questo motivo o c’è qualcosa che non ci dici? Noi qui siamo i soli a conoscere chi eri prima e sappiamo tutti che la mamma stava lavorando all’università quel giorno. Puoi dirmi cosa sei venuto a sapere? Come mai questa partenza improvvisa e soprattutto come mai vuoi usare ben quattro squadre su sette per una sola stazione. Ognuno di noi è a capo di una squadra da 40 persone e siamo in tre, se poi aggiungiamo la tua squadra da 42 uomini arriviamo 162 uomini per una sola stazione. Non è che tu vuoi farti tutta la linea Rossa per eliminare del tutto i predoni? E dimmi cosa farai con Lubianka? Lì manderai tutte le squadre e ripulirai il casino dalle radici usando quasi trecento uomini?”
“Giusta osservazione Selena, ciò che dici potrebbe trovare fondamento se vi avessi chiesto di venire con me portando tutta la vostra squadra. Tuttavia i fatti sono un po’ differenti da come li hai descritti. Dovrete scegliere 4 uomini tra quelli che reputate migliori e verrete solo con loro, io ho già operato tale scrematura con la mia squadra. Così saremo solo in venti e non daremo troppo nell’occhio. Dopotutto siamo fantasmi mica cretini, dobbiamo essere rapidi e silenziosi per far fuori i nemici senza troppi incidenti. Per quanto riguarda vostra madre forse non ve l’ho mai detto perché non avevo mai trovato un momento opportuno ma ho già provato a salvarla dall’università. Stava andando tutto bene, eravamo più o meno dalle parti della Park kultury, ci mancavano solo un paio di chilometri per arrivare alla stazione quando siamo stati attaccati. Banditi, una squadra di 20 uomini contro me e i primi Fantasmi. Se non mi credete chiedete pure agli altri Colonnelli, li ho promossi dopo quella spedizione. Vostra madre è morta tra le mie braccia e io sono rimasto ferito nello scontro. Siamo sopravvissuti solo io, Nikolay, Ivan e Cheslav che mi ha portato qui e mi ha fatto medicare. Per quanto riguarda Lubianka la mia risposta è sì. La voglio radere al suolo quell’infetta stazione piena di predoni come anche voglio occupare la capitale degli Sciacalli, la dannata 1905. Inoltre vorrei rafforzare la nostra alleanza coi verdi e vedere cos’hanno da proporre i tizi venuti oggi da Vladivostok.”
Quando i tre ragazzi videro la determinazione e la solidità degli ideali del padre capirono che era proprio vero quello che si diceva “I Fantasmi sono veri e propri fantasmi, loro non esistono, sono persone fuori dal comune che rischiano la vita per mantenere la Superficie in uno stato di pace ed evitare conflitti tra le fazioni o le incursioni dei briganti. Sono persone indistruttibili e anche se sono vecchi sono duri a morire!”. Dimitri: il più importante Fantasma di Mosca o meglio, il capo dei Fantasmi di Mosca, lui aveva deciso di creare il gruppo dei Fantasmi di Mosca proprio con questo fine e tutti gli abitanti della Metro e della Superficie lo conoscevano come “Dimitri il Capo dei Fantasmi Moscoviti”. Era una delle personalità più rispettate di tutta la città e, anche se aveva oramai 53 anni, nessuno osava mai mettere in dubbio le sue capacità o le sue conoscenze.
Dopo essere stati messi al corrente sulle specifiche della missione all’Università i tre abbandonarono la stanza mentre Dimitri rimase all’interno a guardare come un turista tutti gli oggetti nella sua stanza. Si avvicinò ad uno scaffale e prese la foto di lui con la moglie e i figli e la baciò dicendo “Mi manchi moltissimo…so che sei ancora tra noi e stai vegliando sui nostri figli, hai visto come sono cresciuti? So che non vorresti che io ritorni all’”Inferno” ma devo farlo per recuperare quei documenti…solo così potremmo tornare a vivere……”.
Rimise a posto la foto e prese il tesserino col nome di Zenit Marshall, poi prese un caricatore vuoto e lo girò facendone uscire un secondo tesserino sempre della Sukhoi mezzo cancellato su cui si riusciva ancora a leggere “Fran        Progettista    militari    Sukhoi Company” e li mise entrambi nel suo portafogli nella tasca sinistra dei pantaloni. Continuò per qualche minuto a guardare tutta la stanza ripercorrendo con la mente la storia di ognuno degli oggetti lì appesi e sorrise, uscì e chiese ad un tenente di passaggio lì vicino di chiamargli i quattro di Vladivostok e dirgli che aveva deciso cosa fare per quanto riguardava l’alleanza commerciale. Il ragazzo scattò di corsa verso un gruppo di compagni per sapere dove si trovassero gli ospiti e andò a chiamarli per farli andare nell’ufficio del Maresciallo mentre Dimitri si avviava alla stanza dove ore prima aveva parlato coi quattro ospiti.
Pochi minuti dopo arrivarono tutti e quattro scortati dal tenente che, dopo averli fatti accomodare, si congedò e usci dalla stanza. Dimitri, come suo solito, offrì da bere ai suoi ospiti e, una volta serviti, iniziò a parlare “Bene signori, ora abbiamo più tempo per discutere. Io sono il Maresciallo Dimitri, capo dei Fantasmi di Mosca, mi scuso di non essermi presentato prima ma ero sovrappensiero. La questione è molto importante, voi volete stabilire una tratta commerciale con Mosca, noi possiamo parlare a nome di tutta la città. Come penso saprete noi agiamo nell’interesse comune quindi come le merci arriveranno qui verranno immediatamente ripartite e vendute alla popolazione. Attualmente noi possediamo la Kievskaya che praticamente è attaccata all’aeroporto a Sud-Ovest. Per prendere l’aeroporto non ci vorrà molto, non c’è quasi nulla, il problema sarà fortificarlo, proteggerlo, ripulirlo e mantenerlo. Per tutte queste operazioni dovrei tenere occupate almeno tre squadre al completo per almeno due-tre settimane. Ci sarebbe anche un piano B ma prima devo porvi qualche domanda: primo, gli aerei con cui vorreste trasportare le merci di che tipologia sono?”
“Allora signor Maresciallo prima di tutto mi presento, io sono Egor, uno dei capi di Vladivostok. Gli aerei a nostra disposizione non sono chissà cosa, si tratta di semplici aerei ad elica. Consumano relativamente poco e vanno bene per tratte brevi e atterrano in pochissimo spazio, per farle un esempio il nostro siamo riusciti a farlo atterrare sul ponte qui vicino. Non ci serve un aeroporto anche se ci farebbe molto comodo. Per i primi mesi può andare benissimo anche il ponte, in questo modo lei potrà fare tutto con calma e tenere occupati meno uomini” Quando Egor finì di parlare prese un discreto sorso di vodka e aspettò la risposta del Maresciallo
“Bene, queste notizie mi fanno molto piacere. Per quanto riguarda l’aeroporto quindi non vi occorre che sia agibile a breve, bene! Comunque vi garantisco che appena ne avrò la possibilità procederò a catturare la posizione e difenderla. Ma veniamo alle cose serie, nessuno ha mai fatto niente per niente, voi cosa volete in cambio?”
A questa domanda rispose un altro che si presentò come Vladimir e disse “Beh signore, la situazione è questa: abbiamo ripreso gli scambi commerciali navali e aerei col Giappone e questo ha portato molta ricchezza alla nostra città, come lei ben saprà la ricchezza attira la gente e infatti c’è stato un grande periodo di crescita della popolazione ma ora la cosa è insostenibile, non abbiamo nessuno che mantenga la città sicura e molti sono allo sbando. Come se ciò non bastasse sta ricomparendo una sorta di associazione mafiosa che sta prendendo il controllo dei commerci che prima erano lasciati ai singoli individui. La nostra richiesta è semplice, lei avrà le nostre merci per un mese che le verrà concesso per organizzarsi, poi dovrà inviare da noi tre squadre nel modo che preferisce per mantenere l’ordine nella nostra città, se non lo farà, ovviamente, le forniture verranno sospese. Tutto ciò se deciderà di accettare l’accordo, se si rifiuterà per qualunque motivo onoreremo la sua decisione e non ci saranno discussioni. Inoltre vorremmo stabilire con voi un canale radio per qualsiasi trasmissione, senza nessuna condizioni, se volete bene sennò non importa, questo è un di più. A lei la parola.”
A Dimitri era più che evidente che quell’uomo sapeva come parlare e da come gli aveva posto l’offerta sembrava non ci fossero che vantaggi per i Fantasmi e Mosca così ci pensò su per un minuto abbondante sorseggiando un po’ del liquore. Infine quasi come se si fosse svegliato dal suo torpore disse “Bene signor Vladimir. Quindi voi sareste disposti ad aprire una rotta commerciale con noi solo a patto che noi vi concediamo ben tre squadre? Potrei anche accettare ma aggiungo una condizione: tutti i rifornimenti di merci indispensabili quali medicine e altri prodotti medici, cibo di primaria importanza e acqua ci vengano forniti gratuitamente”
L’uomo ci pensò qualche secondo e poi disse deciso “E va bene! Affare fatto!” così dicendo si alzò e porse la mano a Dimitri che a sua volta si alzò e strinse la mano prima a Vladimir e poi agli altri e aggiunse “Per le comunicazioni abbiamo qualche radio militare, frequenze d’emergenza per comunicazioni importanti. Per il resto state sui 160 Mhz, è una frequenza ancora funzionante.”
Dopodiché i 5 si salutarono e Dimitri scortò di persona i quattro al loro aereo, un vecchio Antonov an-14 probabilmente della fine degli anni ’70, dopo essere partiti il Fantasma restò qualche minuto ad osservare quel “miracolo” della tecnica umana che era l’aereo, quasi ipnotizzato dal velivolo non si accorse che un mutante gli si stava avvicinando con un tubo di ferro. Ormai era a pochi metri da Dimitri quando un piccolo cedimento nell’asfalto fece capire all’uomo di non essere solo e, proprio in quel momento, si udirono due spari quasi simultanei. I suoi riflessi non lo avevano abbandonato e aveva fatto in tempo a girarsi già con la Makarov in mano e sparare prima di essere attaccato, allo stesso tempo uno dei cecchini appostati sulle torri del Cremlino aveva fatto fuoco col suo Dragunov colpendo il mostro sul petto. Dimitri si voltò verso la torre e fece l’occhiolino al cecchino anche se non poteva vederlo così da lontano e si diresse alla base per aggiornare tutti sugli ultimi fatti.
  
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