Boris ogni tanto fa degli errori
grammaticali o di costruzione delle frasi, impicciandosi tra l'inglese
e il
rumeno. Ho cercato di rendere queste imperfezioni anche nella
traduzione.
Subdolo e Desiderio
Sasha
Beloff si sentiva
subdolo e per una volta negli
ultimi mesi non aveva niente a che fare con la sua vita sentimentale.
Riattaccò
il telefono con l'alto funzionario del Comitato Nazionale di Ginnastica
degli
Stati Uniti e ruotò sulla sua sedia girevole.
"Sì!" sussurrò,
concedendosi un momento celebrativo. Era raro che i poteri che
governavano il
mondo della ginnastica fossero in linea con il suo pensiero e Sasha
riusciva a
stento a credere che l'idea che gli era balenata in mente in hotel dopo
la gara
All-Around, si fosse
realizzata in pochi giorni.
"Sembri piuttosto felice" disse Kim Keeler
mentre entrava in ufficio, posando la borsa sulla sua scrivania. "Che
c'è?"
"Il Comitato Nazionale ha appena sostituito Ellen Beals
come capo allenatore delle donne" disse con un sorriso sul viso.
Gli occhi di Kim si illuminarono, più o meno allo stesso
modo in
cui faceva la figlia. "E' una notizia incredibile, Sasha. E'
stato
per quello che è successo a Londra con Lauren?"
Annuì. "L'hanno tenuta presso la loro sede per
alcuni compiti
amministrativi, ma direi che la maggior parte del suo potere su di noi
e le
ragazze non c'è più."
"Allora, con chi la sostituiscono?" chiese.
Il sorriso di Sasha sbiadì un po', ma era stata, dopo tutto,
una sua idea.
"Mio padre, Boris Beloff."
Kim corrugò le sopracciglia. "Pensavo…
Payson ha detto che non
vai d'accordo con tuo padre."
Scosse la testa. "No, in effetti. Ma non importa*.
E' un grande allenatore di ginnastica e in un colpo solo Ellen Beals è fuori, la
Romania, uno dei nostri maggiori
concorrenti, ha perso un capo allenatore per la seconda volta in meno
di un
anno e le nostre ragazze trarranno sicuramente beneficio dalla sua
esperienza.
"
"Quello che mi chiedo è: come l'hanno convinto a lasciare la
squadra
rumena?" chiese.
Sasha sorrise. "Non l'hanno fatto loro... l'ho fatto io."
Vide Payson
attraversare la hall dell'hotel e il
suo sguardo la seguì fino alla nicchia dell'ascensore prima
di concentrarsi di
nuovo su quello che suo padre stava dicendo.
"Dalca è un
ginnasta eccellente, Sasha, ma è
troppo vecchia. Diciannove anni, con le Olimpiadi lontane ancora un
anno e
mezzo. E' un peccato e nessun talento promettente all'orizzonte, come
si
dice."
Sasha annuì comprensivo, o almeno sperando di sembrare
comprensivo. In realtà
non avrebbe potuto importargli di meno che la ginnastica rumena stesse
andando
a gambe all'aria. Qualsiasi legame avesse avuto con la squadra era
stato reciso
e tutte le sue ginnaste avevano smesso da molto tempo. "Sono sicuro che
troverai qualcuno che riaccenderà la gloria della ginnastica
rumena." Fece
una smorfia. Erano le stesse parole che suo padre aveva usato il giorno
in cui
era uscito dalla palestra e era tornato a Londra per allenarsi con Nicolai.
"Sasha, ragazzo mio, non c'è nessun altro. Ora, quelle
ragazze che hai
alla tua Rock. Vorrei allenare quelle ragazze".
Improvvisamente, Ellen Beals
apparve nella visuale di
Sasha, marciando attraverso l'atrio, abbaiando nel suo telefono
cellulare. Era
sicuro che non fosse niente di buono, di nuovo. Alzò lo
sguardo verso il padre
e qualcosa scattò nella sua testa. "Cosa mi risponderesti se
ti dicessi
che potrebbe essere possibile?" chiese.
Gli occhi di Boris si accesero come un bambino in un negozio di
caramelle.
"Che cosa vuoi dire, Sasha? So che non andiamo molto d'accordo, ma non
giocheresti con le mie emozioni in questo modo."
Sasha guardò il padre negli occhi. "Se la Federazione degli
Usa ti
offrisse il lavoro di allenatore della nazionale femminile, cosa ne
diresti?"
Boris lo guardò di traverso, probabilmente per assicurarsi
che non fosse
ubriaco. "Non allenare la Romania? Non lo so. Inoltre, gli Stati Uniti
hanno gli allenatori, tu e quella donna, Beals."
"Sono solo un allenatore di secondo piano, ci sono soltanto perchè ho quattro
atleti della squadra. Se te lo
chiedessero, papà?"
"Per allenare questa squadra, la squadra che hai portato a Londra, per
riportarla a Londra nel 2012?" Boris fece una pausa, ma Sasha sapeva
che
era soprattutto per fare effetto. Sapeva di aver conquistato il padre
dal
momento in cui aveva parlato. Nonostante l'orgoglio del vecchio e la
fedeltà al
suo paese, sia lui che suo padre erano pescatori ed entrambi sapevano
che Sasha
aveva l'esca ideale. "Direi di sì."
"Parlerò con loro alla fine dell'allenamento di
oggi. Dovrebbero
sentirlo da me e sapere che sostengo l'idea" disse Sasha e Kim
annuì,
d'accordo.
"Non dimenticare che io non ci sarò per i prossimi due
giorni" disse.
"Sarò in Minnesota. Riunione del liceo" aggiunse e sul viso
le
comparve la stessa espressione sarcastica che Payson
assumeva ogni volta che doveva fare qualcosa che non voleva.
"Giusto" replicò. "Ci vediamo Lunedi
mattina, allora."
Si alzò e si diresse giù per le scale, guardando
le sue ginnaste al lavoro.
Fece un cenno a Tara, che era al volteggio con le ginnaste del nono
livello. La
donna gli rivolse un cenno rapido della testa per fargli capire che il
suo
gruppo non era ancora pronto per lui. Sasha annuì e si
diresse verso la trave,
dove Payson stava
lavorando sulla sua nuova entrata,
più difficile della verticale con rovesciata che aveva fatto
ai Mondiali e al
Test Event*. Gli aveva
parlato di un Arabian
con rondata* prima
della
rovesciata. Stava sicuramente creando un proprio stile ibrido di
ginnastica,
aggiungendo maggiore potenza nelle sue routine, ora che si era abituata
alla
sua nuova altezza e aveva pienamente abbracciato il livello artistico
che lui
aveva integrato nei suoi esercizi. Era un nuovo tipo di ginnasta, non
puramente
artistica o basata unicamente sulla potenza, ma un mix delicato che
stava
attualmente dominando lo sport. I giudici europei avevano amato la sua
esecuzione impeccabile. I giudici occidentali avevano amato la sua
potenza e
precisione. Era una combinazione imbattibile e non c'era una ginnasta a
livello
di élite in tutto il mondo in grado di farlo, oltre Payson
Keeler.
"Come va qui? Quante volte sei caduta questa mattina?" chiese, un
tono beffardo nella voce. Payson
raramente cadeva
dalla trave, a volte sembrava una donna selvaggia che combatteva contro
il
proprio corpo per restare dritta, ma i suoi piedi erano come la colla
su
quell'attrezzo.
Payson rise, correndo al
bordo del tappeto ed
eseguendo di nuovo l'entrata.
Sasha osservò i movimenti con attenzione, notando che
nonostante fossero ben
eseguiti, sarebbe stata in grado di mantenere più a lungo la
verticale,
ricevendo così un punteggio più alto, se avesse
regolato leggermente l'angolazione
del suo corpo.
"Payson" disse,
invitandola a scendere
dalla trave.
Saltò giù dal attrezzo. "Non va bene" disse,
aggrottando la fronte
alla trave stessa.
"Il tuo peso ti sta spingendo in avanti troppo presto e perdi il centro
di
gravità" disse. "E' una correzione facile, fai la
verticale
sulla riga" continuò, indicando la linea bianca di nastro
adesivo sul
pavimento. Si inginocchiò accanto a lei e spinse la mano
contro il suo stomaco.
"Spingi indietro, ma non compensare" disse, e sentì i suoi
muscoli
addominali spostarsi leggermente sotto la sua mano. "Bene" disse,
allontanandosi. "Finisci" disse, e lei abbassò lentamente le
gambe,
posando i piedi proprio sul nastro. Fece un passo dietro di lei.
"Stesso
discorso" disse, allungandosi la mano per spingere contro il
suo
stomaco "e aggiungi l'estensione delle braccia." Le
afferrò i
polsi, dando uno strattone gentile e che la allungò
più pienamente. "Ora
sulla punta dei piedi" indicò e Payson
spinse
verso l'alto, la schiena arcuata, il suo corpo che si sagomava
perfettamente
contro quello di Sasha, con la testa contro la sua spalla, il sedere
spinto
fermamente contro le sue cosce. Lui stesso si concesse un momento per
godere
semplicemente della sensazione, ma solo un attimo, allontanandosi in
fretta.
"L'hai sentito?" chiese Sasha, con un chiaro doppio senso. Payson annuì, con un
luccichio negli occhi, e lui le
sorrise. "Fallo di nuovo", disse. Lo fece di nuovo, eseguito senza
problemi dalla punta dei piedi e a quella delle mani. "Eccellente"
disse, dandole una stretta fugace sulla spalla. Più
tardi, Beloff. Resta
fino a tardi stasera, c'è un sacco di tempo
dopo. Spostò rapidamente la sua attenzione sul
lavoro, verso il suolo dove
Emily stava lavorando duro sulla sua diagonale.
Kim Keeler aveva notato
un cambiamento in Sasha
ultimamente. Niente di palese o evidente, ma un graduale passaggio da
qualcuno
che sorrideva raramente, a cui delle rughe di preoccupazione stavano
prematuramente solcando la fronte, ad un uomo che non era esattamente
spensierato, ma decisamente più in pace con qualunque demone
contro cui stesse
lottando. Si chiedeva se magari non stesse vedendosi con qualcuno, ma
era fuori
questione che glielo chiedesse. Aveva attraversato quella linea una
volta,
facendosi coinvolgere, anche se poco, nella sua breve
relazione con Summer.
Il risultato indiretto era stato che Summer
aveva ridotto le sue ore alla Rock e stava
attivamente cercando un altro lavoro a tempo pieno.
Guardò Sasha farsi strada attraverso palestra, gli atleti
che si dividevano
come il Mar Rosso mentre camminava. Si fermò alla trave,
dove sua figlia stava
lavorando su un'entrata con rondata
con Arabian e
rovesciata. Disse una cosa che fece ridere Payson
e si sorrisero prima che sua figlia corresse al
bordo del tappeto, per poi lanciarsi verso la trave, fermando lo
slancio con le
gambe a mezz'aria e quindi utilizzando la sua flessibilità
per fare una rovesciata,
mettendo i piedi sui quattro centimetri di spazio disponibili.
Payson si
fermò e guardò verso il suo allenatore, che
le fece cenno di scendere dalla trave e di spostarsi sulla linea bianca
che le
ragazze usavano per perfezionare i loro esercizi. Sasha disse qualcosa,
probabilmente un'istruzione, dal momento che Payson
fece un passo indietro e eseguì una verticale. Senza
esitazione, si
inginocchiò, le posò una mano sullo stomaco e
l'altra sui polpacci, indicando
qualcosa. Si alzò e Payson
completò la rovesciata.
Sasha si mosse dietro di lei, spingendo di nuovo contro il suo stomaco
e poi
mise le mani sulle sue, posizionandole esattamente dove voleva. Si
chinò e le
disse piano qualcosa all'orecchio, vide Payson
alzarsi in punta di piedi e inarcare la schiena verso di lui.
Per un momento Kim poteva quasi giurare che entrambi avessero gli occhi
chiusi,
ma poi sbatté le palpebre e Sasha si stava allontanando.
"Hai
sentito?" lo sentì chiedere e Payson
annuì.
"Fallo di nuovo" disse, allontanandosi completamente. Payson completò il
passaggio, esattamente nel modo in cui
le aveva spiegato. "Eccellente" disse, superandola e stringendole la
spalla, ma la sua attenzione si era già spostato sul
pavimento dove Emily stava
lavorando.
Kim si strinse nelle spalle e tornò alla sua scrivania. Non
era sicura di cosa
fosse responsabile del cambiamento, ma era felice per lui.
Payson svoltò
l'angolo dello spogliatoio delle donne
verso la nuova aggiunta alla Rock, il Cruz Fitness Center, donato da
Alex Cruz
dopo la battaglia di sua figlia con l'anoressia. Avere un centro
fitness al
Rock aiutava gli allenatori a tenere d'occhio le ragazze, mentre
facevano
cardiofitness e altri esercizi, in più aveva portato
ulteriori fondi da parte
di persone che volevano iscriversi solo per utilizzare quella struttura
all'avanguardia. Tutti erano andati a casa per la notte e come avevano
previsto
questa mattina a colazione, lei e Sasha erano soli.
Sasha era sul tapis roulant, lavorando in una corsetta leggera su una
piccola
pendenza. "Ehi" disse, cogliendo nello specchio di fronte a lui,
un'occhiata di Payson
che si avvicinava.
"Ciao" replicò, accendendo la stessa macchina e impostando
una
pendenza leggermente superiore alla sua, ma ad una velocità
simile. Non aveva
un problema cronico al ginocchio di cui preoccuparsi.
"E' andata bene la partenza di tua madre?" chiese Sasha, senza
fermarsi.
"Sì, e ha lasciato Becca a ehm - casa di Lily, penso. E' al
livello
nove?" disse.
"Lily Castleton.
Livello nove" confermò.
Scosse la testa. "Non avevo capito che era un'amica della Rock. Sono
stata
stupida abbastanza da andare fino alla porta. Sua madre mi ha
praticamente
trascinato in casa per mostrarmi i trofei di sua figlia e poi mi ha
chiesto
un'opinione su quale fosse il potenziale di Lily."
Sasha roteò gli occhi. "Ah, sì, la signora Castleton"
disse con un sorriso. Naturalmente, certo che si ricorda
della madre,
probabilmente avrà tentato di sbavargli addosso una volta o
due. Ora, Payson,
ritrai gli artigli e fai la brava.
Payson
sbuffò alla sua reazione. "Sì,
indossava uno dei suoi ridicoli abiti. Non capirò mai
perché le donne le
rifacciano le tette. Non sembrano mai reali."
"Neanche quando le tocchi" mormorò, ma lei lo
sentì forte e chiaro.
La sua bocca si contorse in una smorfia mentre premeva rapidamente
qualche
tasto e la sua macchina rallentava prima di fermarsi completamente.
Scese in
silenzio dal tapis roulant e cominciò ad allontanarsi.
"Payson? Non era
riferito a nessuno in
particolare" disse, girando la testa, ma senza poterlo fare a lungo,
dato
che il suo tapis roulant era ancora in movimento. Payson
si fermò e catturò il suo sguardo nello specchio.
Hai intenzione di seguirmi
o no? Non aveva bisogno di dirlo ad alta voce,
sollevò appena un
sopracciglio verso di lui, prima di incamminarsi nuovamente verso gli
spogliatoi, togliendosi la maglietta mentre camminava. Improvvisamente
la
palestra era silenziosa. Il suono costante dei suoi passi mentre
correva e il
ronzio del tapis roulant erano cessati. Payson
sorrise mentre continuava verso lo spogliatoio. C'era qualcosa che
voleva
provare e quello era un ottimo momento. Sfilò la fascia dai
capelli,
lasciandoli ricadere sulle spalle, e rapidamente tolse le scarpe da
ginnastica
e i calzini. Gli lasciò una scia di abbigliamento mentre
camminava, tra cui il
reggiseno sportivo e i pantaloncini, prima che lui la raggiungesse
fuori dalle
porte delle docce femminili.
Sentì la sua mano sul suo braccio. Sasha la fece voltare e
immediatamente portò
la bocca sulla sua in un bacio. Le loro lingue ingaggiarono una
battaglia
familiare. Si era tolto la camicia mentre la raggiungeva e la
sensazione dei
loro corpi premuti insieme, qualcosa che nessuno dei due aveva provato
in un
lungo periodo di tempo, era sufficiente per far tremare le loro membra
e far accelerare
il respiro. La lingua di Sasha tracciò un percorso lungo il
suo collo e sulle
spalle, ma lei si tirò indietro prima che andassero troppo
oltre, prendendolo
per mano. Catturò il suo sguardo, prima di portatlo
nelle docce delle donne. "Allora, ho questa fantasia..." disse, e la
sua voce si spense quando entrarono in uno dei box.
Si schiarì la gola e sorrise. "Una fantasia, eh?"
Annuì. "Sì, e mi chiedevo se ti andrebbe di
parteciparvi con me."
chiese, allungando un braccio dietro di sé per raggiungere
il rubinetto e
girarlo. L'acqua uscì dalla doccia e fece un passo indietro,
bagnandosi i
capelli. Mentre le goccioline le raggiungevano le spalle, Sasha fu su
di lei,
baciandola ferocemente, con una intensità che non gli aveva
mai mostrato prima.
Si è forse trattenuto per tutto questo tempo?
Pensò che le andava benissimo
così, avvolgendo le braccia intorno al busto, tirandolo
più vicino, permettendo
all'acqua di bagnarli entrambi. I loro petti erano premuti insieme e
lei gettò
indietro la testa, esponendogli il collo. Sasha comprese subito,
mordendo la
carne umida con i denti, e quindi calmando la pelle con le sue
labbra. Le
loro bocche si unirono di nuovo e questa volta i loro bacini urtarono,
provocando ad entrambi dei bassi gemiti. Payson
sentì
le sue mani spostarsi sul suo fondoschiena, mentre le sue dita
si
infilavano delicatamente nell'elastico delle sue mutandine. Sasha si
tirò
indietro dal bacio ed entrambi fissarono per un momento.
Ora o mai più, Keeler,
si disse e prendendo un
respiro tremolante, afferrò uno dei suoi polsi e lo
portò in avanti, posandolo
in basso sul suo stomaco. I loro occhi si incontrarono e lui
sembrò confuso per
un attimo, prima che la comprensione gli illuminasse il volto. Lei
sorrise e
gli baciò dolcemente le labbra, la sua mano
scivolò più in basso.
Potevano essere trascorse delle ore, ma Payson
sapeva
che in realtà erano passati solo pochi minuti. Erano
incastrati in un angolo
della doccia. L'acqua era diventata fredda, ma era meravigliosa contro
i loro
corpi surriscaldati. Payson
si mise a sedere tra le
sue gambe, la schiena contro il suo petto, mentre lui le posava dolci
baci sulla
nuca e le spalle.
Sospirò. "So che è successo prima, quel giorno
nel trailer, dopo
Natale" disse, intrecciando le loro mani. Strofinò le labbra
contro le sue
nocche, prima di portare il suo braccio a circondarla, le loro mani
unite
appoggiate sulla pelle morbida del suo stomaco. "Questo era diverso,
però"
disse, sapendo che la sua voce mostrava il timore che sentiva in quel
momento.
"Vorrei che potessimo..." Si interruppe, non disposta a dire le
parole ad alta voce.
Poteva sentire il suo sorriso contro il suo collo e poi le diede un
altro
bacio. "Lo so" disse. Payson
sentì la
comprensione nella sua voce e il suo cuore si strinse con amore per
quell'uomo
che la teneva tra le braccia. "Dai, andiamo a vestirci. Ordiniamo da
mangiare. Tu rimani qui stanotte?" chiese.
Sospirò. "Mi piacerebbe restare per sempre se potessi."
Note:
*neither
here nor there:
è una frase
idiomatica che significa letteralmente, nè
qui nè
là. Il dizionario degli idiomi dice che ha anche il
significato di cosa poco importante. E mi sembrava più
corretta in questo caso
la seconda interpretazione.
*La
vecchia entrata di Payson
alla trave (quella che dei Mondiali e del T.E.),
la trovate al minuto 1:52, eseguito da Yang Yilin http://www.youtube.com/watch?v=DirGdV6DiK8
Io vi consiglio tutto il video, alcune entrate sono spettacolari.
*Arabian
con rondata:
cioè una ruota senza mani (rondata)
seguita da un
salto mortale in avanti. Non ho trovato un video decente questa volta.
La rovesciata che Payson
aggiunge è un movimento che
parte dalla verticale. Si esegue una verticale e poi si portano i piedi
al
suolo, in avanti, e si crea un 'ponte'. Da questa posizione, mani e
piedi a
terra, schiena arcuata e stomaco verso il soffitto, si torna in piedi.
Ci si
rovescia, in pratica. Suona complicato, ma è una delle cose
più semplici di
questo sport.
E' poco chiaro in questo capitolo, ma Payson
e Sasha
non sono andati proprio fino in fondo. Ricordatevi che hanno deciso di
aspettare le Olimpiadi!