Ehilà
a tutti! Questa fic sta avendo un successone tra voi lettori, i commenti
fioccano e le idee pure! Grazie quindi per il vostro seguirmi (in particolare
ai miei lettori abituali, vi adoro gente!), e per il vostro contributo: pensate
che avevo pochissima ispirazione dopo la prima ucronia, mi avete salvato! ^__^
Torniamo
quindi a buttarci in un nuovo scenario alternativo, che anche stavolta riguarda
il nostro paese! Si può dire che partecipare alla Seconda Guerra Mondiale ci
abbia procurato un bel po’ di danni, ma alla fine ne siamo usciti come un paese
libero da una brutta dittatura e pronto a rimettersi in sesto. Ma se invece ci
fossimo fatti i fatti nostri? Come sarebbe potuta andare?
Ecco
che i nostri hetaliani ci mostrano un possibile scenario! Buon divertimento!
PS: GERMANIA X ITALIA ORA E SEMPRE!
PPS:
Saranno inseriti alcuni miei OC che di cui avrei voluto raccontare in un’altra
fic che ho da lungo tempo in programma di scrivere, magari dopo questa…
Mentre
America tesseva ancora una volta le lodi della sua invenzione, non ascoltato
praticamente da nessuno, si era aperto tra le nazioni, come dopo un film, un
dibattito sull’ucronia appena vista.
“Regno
Unito di Francia e Inghilterra, eh?” –meditò Francis- “Direi che suona proprio
bene!”
Inghilterra gli
perforò lo sterno con l’indice tanto era arrabbiato: “Suona proprio male
invece! Era il Regno Unito di INGHILTERRA e Francia!”
“Umpf, sono solo
dettagli!”
“No! Dovute precisazioni!”
“Parbleu! C’è
stato sicuramente un errore! Dovrebbe essere FRANCIA e Inghilterra!”
“Ah, si?”
“Si!” –insistette il fascinoso biondo mettendogli una mano al collo- “La “F”
viene prima della “I” nell’alfabeto, più logico di così!”
“Sta al tuo posto,
mangia-lumache!”
All’infuori dei
due diretti interessati, per fortuna, il dibattito si svolgeva molto più
pacatamente.
“Davvero credete
che quei cretini lì avrebbero potuto formare un unico potente regno?” –chiese
Romano, guardandoli dall’alto in basso.
“Perché no?”
–rispose Belgio- “Erano riusciti ad andare d’accordo alla fine, ecco perché ce
l’hanno fatta.”
D’altra
parte, il pensiero di andare d’accordo non sfiorava minimamente i due che
avevano davanti, e le tirate di orecchie e naso e i pizzicotti che volavano a
destra e manca tra i due lo dimostravano ampiamente.
“Bah!
Io sono scettico” –incrociò le braccia il Sud Italia- “Non è che quella macchina
del cavolo si è già rotta?”
Belgio
rise: “Non farti sentire da Alfred! Ih ih ih! Dai, Romano, era comunque una
bella storia.”
“Vero!”
–arrivò Spagna alle loro spalle, per la qual cosa Romano subito si ritrasse
leggermente!- “Questa macchina poi in fondo
è bella proprio perché ci può mostrare possibilità che nemmeno immaginavamo.”
“Io
invece un po’ gli do ragione…” –fece Prussia, recuperando da terra la manica
della giacca di Arthur, strappata a morsi: la contesa era fin troppo violenta
considerato fosse su come dovesse essere tra “Inghilterra e Francia” o “Francia
e Inghilterra” per un regno unito che non esisteva e che quei due non avrebbero
voluto far esistere nemmeno morti… Forse dopo essersi visti così amiconi
nell’ucronia sentivano il bisogno di recuperare!
“A proposito…”
–riprese Belgio- “Anche tuo fratello e quello strano tipo che somigliava tanto
a Germania avevano formato un bellissimo paese tutti e due insieme!”
Germania prese a
guardare furtivamente a destra e a sinistra: “… Si… io… gli somiglio…”
Ungheria sospirò:
“Quello si che era un impero nato con amore!”
Italia
a quel punto abbracciò da dietro Germania, come era solito fare, e questi reagì
irrigidendosi tutto, come era solito fare!
“Ve! Germania,
come pensi che sarebbe se io e te formassimo una nazione sola?”
Ludwig arrossì: “Ehm… Non saprei proprio dire…”
Italia si
accoccolò con la testa sulla sua spalla: “Veee… Pensi che verrebbe fuori una
nazione così bella e felice come quella della mia ucronia?”
Ludwig rischiò l’infarto: “Eeeeeehm…”
A trarlo
d’impiccio fu, strano a dirsi, Romano: “Che cosa?! Tu e lui una nazione sola?
Col cavolo!”
Afferrò il
fratellino dal cervello bacato e lo buttò a terra!
“Ahia!”
Poi si rivolse a
Germania: “Stagli lontano!”
“Ha fatto tutto
lui!”
“Si, come no! Sei
un maledetto infido mangia-patate! Se il mio fratellino si fa venire certe idee
idiote è solo per colpa tua!”
“Ve, Romano, come
pensi che sarebbe se invece fossimo io e Giappone a formare un regno unito?”
Giappone andò in
fibrillazione: “U-u-una proposta?!”
“No, Giappone,
calmati…” –lo fermò l’alleato dell’ex-asse più ragionevole, prima che provasse
di nuovo a costringere Italia a “prendersi le sue responsabilità”…
“Tu non devi
diventare un regno unito con nessuno, scemo! Ma meno che tutti, CON LUI!”
–concluse sbattendogli l’indice sotto il naso!
Italia fece una
faccina triste: “Peccato…”
“MA QUALE PECCATO?!?! Grrr! Maledetto Germania! Sei la causa di tutti i nostri
mali!”
“Ora esageri!”
“Invece si! Da quando tu e lui siete diventati amici, hai reso mio fratello
ancora più scemo! Se soltanto lui non…”
Accessaglisi la
lampadina, Romano prese a guardare America che succhiava nella cannuccia di una
bibita col gomito poggiato sulla macchina star di quel giorno.
“Uh? Cosa c’è?”
<< Ma come? Sei stato tutto il tempo a
costringerci a chiedere alla tua macchina e ora che qualcuno ha una domanda da
fare… >> -pensò Spagna con un gocciolone.
“Ehi,
tu! Fammela usare a me la macchina!”
Gli occhiali di Alfred brillarono! Subito gettò a terra la bibita: “Oh oh!
Attenzione signore e signori! Un’altra Italia, stavolta quella scazzata, si
avvicina alla prodigiosa Macchina dell’Ucronia! Vorrà proporci la sua richiesta
di storia alternativa?”
“Certo
che voglio!”
Al
che Inghilterra e Francia smisero di litigare (tanto ormai già non erano più al
centro dell’attenzione), per sedersi buoni ed ascoltare anche loro.
“Come
sapete, mio fratello ebbe la brillante idea di allearsi con quello scemo lì
tutto muscoli e niente cervello, trascinando pure me, che me ne volevo stare
tranquillo a casa a farmi la pennichella, in una stupida guerra mondiale!”
Quando
mai poi una guerra mondiale, o una guerra in genere, non è stupida?
“Per
colpa sua le abbiamo prese di brutto!”
“Colpa
sua? Veramente eravate voi ad essere un po’ scarsini…” –ribatté Egitto…
“Ve,
e Germania è stato un bravo alleato, sempre pronto a darmi una mano quando ero
nei guai…”
“E
smettila di difenderlo!” –la dolce Belgio dovette trattenerlo, e già che c’era
provò a calmarlo con qualche carezza sulla testolina.
Certo
era che, anche con la sconfitta, la guerra era servita loro a ridiventare
democratici: a volte dalle cose brutte possono anche nascerne delle belle!
“Adesso
farò vedere a tutti che ho ragione! Voglio vedere un mondo dove lui non si è
mai alleato con Germania! Così si convincerà a lasciarlo stare, perché è sempre
colpa sua se ci capitano le cose brutte: guerre mondiali, austerità per uscire
dalla crisi, la pasta si scuoce… TUTTO!”
“Mhm…
Un asse di sole due nazioni? Interessante! Qua la mano, Italia scazzato!”
“Non
chiamarmi così! E fai partire questa tua stupida macchina!”
“Anche
subito!”
America
premette il bottone ed ecco comparire il vortice!
Belgio
gli prese la mano: “Romano! Ti prego, fa attenzione!”
“Ma anche no…” –fece invece Olanda sbuffando un po’ di fumo.
“Umpf!
Tranquilla! Avanti, stupida macchina! Che c’è? Mi vuoi risucchiare? Avanti,
fatti sotto se hai coraggio!”
Il
vortice gli mangiò la testa, proprio come con il fratello!
“MHMMM!”
Prussia
scoppiò a ridere: “Ben gli sta!”
Spagna
impallidì: “Romano! Tranquillo, vengo io a tirarti fuori!”
“MHM!!!”
Romano
afferrò il vortice e se lo spinse giù fino ai piedi pur di non essere salvato
da Spagna!
L’Italia
del sud cadde all’in piedi maledicendo vortici e televisori... MA SOPRATTUTO
SPAGNA!
Riconobbe
l’ambiente come familiare: era casa sua, solo “invecchiata” un pochino. La
carta da parati l’avevano cambiata da un pezzo, e c’era ancora quel busto del
duce ormai finito nella spazzatura. Notò, sulla parete opposta, un calendario,
e ci si avvicinò.
“Settembre
1940… A questo punto eravamo già entrati in guerra, ma qui non deve essere
successo.”
Feli,
sentitolo parlare da solo, arrivò nella stanza indossando un grembiule da
cucina rosa: “Ve? Fratellone? Tutto a posto?”
“Si,
a postissimo. Aspetta un secondo! Stai per dirmi che io e te formiamo la
nazione più potente d’Europa, non è vero?” –chiese speranzoso.
“No,
per niente.”
Romano
strinse i denti: << Ti pareva!
Sempre a me le fregature: perché a lui e Inghilerra si e a me no? Che rabbia!
Dannato America e la sua macchina! >>
Sbuffò
e passò avanti: “E dimmi… Come va la guerra?”
Il
fratello abbassò la testa: “Che brutta cosa, tutti che litigano…”
“Tutti tranne noi! Ih ih ih! Magnifico! Meno male che noi invece ce ne stiamo
tranquilli tranquilli a casina nostra!”
“Si,
meglio così… È quasi pronto, vieni?”
“Oh! Una buona notizia dopo l’altra!”
Sfregandosi le mani, Romano prese posto in cucina e si legò un fazzoletto
intorno al collo per non macchiarsi: come volevasi dimostrare, l’ucronia senza
Germania era partita alla grande!
“Sigh,
non ho molto appetito…”
Romano,
per la sorpresa, morse la forchetta facendosi un male cane! Come era possibile?
Il mondo in guerra, loro lì al sicuro e lui non sprizzava di gioia? Anzi, era
addirittura triste…
“Ehi…
Che ti succede, fratellino?”
Sospirò
di nuovo: “Mi sento un pochino solo…”
“Solo?”
“T-tu
sei grande fratellone, è bello stare con te, però… Mi piacerebbe avere qualche
amico in più…”
A
Romano si chiuse lo stomaco vedendolo guardare le altre sedie vuote al loro
tavolo, come desiderasse vederle occupate, ma non fosse così da parecchio
tempo.
“Ma…
Che vuoi dire? Non abbiamo amici io e te?”
Scosse
il capo: “Inghilterra e Francia si sono arrabbiati con noi per la faccenda di
Etiopia, e hanno detto agli altri della Società delle Nazioni che non siamo dei
bravi ragazzi e di evitarci. Mi sarebbe piaciuto diventare amico di Germania,
sembra tanto simpatico e affidabile… Ma quando ci ha proposto di allearci con
lui e un certo Giappone, il nostro capo mi ha detto di chiudergli la porta in
faccia: dice che il suo capo è uno “psicopastico” o qualcosa del genere, e non
vuole averci nulla a che fare… E così siamo rimasti soli, ignorati da tutti…”
Romano,
sprizzando il sudore di chi ha la coda di paglia, si allargò il colletto della
giubba: “Ehm… Dai, potremo farci degli amici più tardi, magari quando la guerra
sarà finita!”
<<
Tic tic tic! >>
Sentendo
battere sulla finestra, si girò per vedere Spagna che li salutava da dietro il
vetro.
“Posso
essere io vostro amico!”
Romano
si alzò e tirò la cordicella per chiudere le veneziane, facendolo sparire.
Nella
realtà, Antonio si diresse prontamente all’angolino della depressione…
“Sigh!”
“Dai,
Feli, stiamo bene anche così! Certi alleati è meglio perderli che trovarli,
credimi!”
“Si,
però…”
<<
Uffa, Feli, non essere il solito
smidollato! Hai me, no? E poi ora che non siamo in guerra, possiamo far girare
bene l’economia, goderci il campionato di calcio… Ora che ci penso, se non
partecipiamo alla guerra e non la perdiamo, significa che avremo ancora le
nostre colonie, giusto? >>
TOC
TOC!
Stavolta
i colpi provenivano dalla porta, da dietro la quale si udì una voce femminile:
“Permesso? Posso entrare?”
Lupus
in fabula!
Una
ragazza di colore, coi lunghi capelli neri che finivano in una treccia, braccialetti
dorati al polsi ed orecchini a cerchio ai lobi, entrò con un sacchetto di iuta
tra le mani.
“Ciao!”
Feli
subito si sbracciò: “Ve! Etiopia!”
Quanto a Romano, la sua reazione più spontanea fu balbettare il suo nome ed
arrossire: “E-Etiopia!”
“Accidenti,
lo vedete anche voi?”
“Sembra
proprio di si!”
“Romano
aveva una cotta!”
Il
ruggito di Belgio zittì subito tutti: “CHE COSA?!”
Nessuno
l’aveva vista tanto arrabbiata dai tempi dei furti di waffle! Subito si lanciò
sull’apparecchio, afferrandolo come tra degli artigli.
“Che
cos’è questa storia?! Non mi hai mai detto che gli erano piaciute altre ragazze
oltre a me! Grrrr! Vuol dire che mi ha preso in giro? Chi altro lo sapeva?”
Feli
mise subito le mani avanti: “I-io non ne sapevo nulla!”
“Nemmeno
io!” –si discolpò la nazione africana, improvvisamente sotto gli occhi del
mondo intero!
“L-lo
giuro, Belgio, non mi sono mai accorto che Romano provasse qualcosa per
Etiopia!”
“M-ma,
ma…”
Spagna
si rialzò dal suo angolino: “A me invece non sorprende visto che tipo è Romano.
Fa il duro, ma in fondo è timido e riservato, non è certo uno di quelli che
tendono a confidarsi con qualcuno, anzi, è di quelli che cercano di far finta
di nulla.”
Belgio
si morse le labbra: “È vero…”
Spagna assunse una posa drammatica: “Eh, si… Lui non mostra facilmente i propri
sentimenti, li tiene dentro, per dischiuderli solo con la persona che davvero
ama, io ne so qualcosa…”
La
voce di Romano, venendo fuori dalla macchina, spezzò barbaramente il suo
pensiero romantico: “MA CHE SAI TU?! Io non ti mostro un bel niente perché per
te non provo niente, cretino!”
Spagna
tornò nell’angolino…
America
si grattò la nuca: “Ops! Eh eh eh! Scusa, Spagna! Per sbaglio ho azionato il
tubo comunicatore e ha sentito quello che hai detto!”
“Dammi
quel tubo! Voglio parlargli!” –gli saltò addosso Belgio!
“Urgh!
Buona! Dobbiamo proseguire con la storia!”
Belgio
ebbe uno shock: “Argh! E se non mi avesse mai detto niente perché… prova ancora
dei sentimenti per lei?! Nooo!”
E
Belgio raggiunse Spagna nell’angolino…
“Possiamo
prima vedere come va avanti prima di saltare alle conclusioni?”
Romano
si alzò per andarle incontro: “Etiopia! Che piacevole sor…”
Lo
sorpassò…
“…
presa…”
“Ho
appena finito di macinare il caffè e sono venuta a portarvelo!”
“Ve!
Sei gentilissima!”
Romano
era rimasto lì impalato con un tic nervoso all’occhio e al ricciolo: << Già… Lei ha sempre avuto occhi solo per
Feli… >>
La
colonia era di tutti e due, ma non aveva mai ottenuto la stessa considerazione
di Veneziano. Sarà che lui era quello che di solito tutti chiamavano “Italia”,
come se lui poi non lo fosse; lui era poi quello gentile, quello sempre
sorridente… Al contrario, dovendo descriverlo, chissà quanti avrebbero trovato
il soprannome datogli da America, “Italia scazzato”, adatto allo scopo.
“Il
tuo caffè è il più buono del mondo, Etiopia!”
“Dai, così arrossisco!”
“Dico
sul serio!”
Mostrò
i suoi denti bianchissimi, che entrambi i fratelli si incantavano a guardare
quando sorrideva: “Ih ih ih, grazie!”
Romano
strinse i pugni, proprio mentre Etiopia si accorgeva di lui.
“Oh,
ciao anche a te Romano! Ehm… Spero che il mio caffè piaccia anche a te!”
Ovvio
che gli piaceva: era un risaputo estimatore del caffè! Ma era troppo arrabbiato
per rispondere in maniera gentile: “Si, passabile! Ora se volete scusarmi tutti
e due, restate pure a fare “Ih ih ih” e “Ve ve ve!”, io me ne vado!”
“Dove vai?” –gli chiese Feli, senza immaginare di essere la causa della sua
rabbia.
“Vado…
Vado da Libia! Da Libia, si! Lui si che è uno in gamba! Mi diverto sempre un
mondo con lui! Umpf! Ciao a tutti e due!”
Libia,
un’altra delle loro ex-colonie, era un ragazzo dalla carnagione bruno-chiara,
che si distingueva per la kefiah verde che portava sopra i capelli ricci che
aveva in testa.
“……”
“……”
Non
aveva un carattere particolarmente introverso, né particolarmente allegro, né
particolarmente alcunché… In altre parole…
<<
Dimenticavo che Libia è una vera barba!
>>
I
due stavano seduti sulla stessa panchina, senza far nulla se non guardare
davanti. L’unico sussulto ci fu quando Libia prese da terra uno scatolone pieno
di sabbia.
“Giochiamo?”
“GRRR! Ma perché Feli si becca Etiopia e io questo qui?” –si domandò lui, che
di certo non era stato invitato ad andarsene…
“Uffa…
Ci deve pure essere qualcosa da fare qui… Un momento! In Libia dopo la guerra è
stato scoperto il petrolio! A quest’epoca però non sapevamo che ci fosse!”
Gli
occhi tornarono a brillargli: “Ci sono! Lo troverò prima del tempo! Così
l’Italia diventerà più ricca grazie a me, e sottolineo a me! Ti faccio vedere
io, fratellino: resterai a bocca aperta! Tutti resteranno a bocca aperta!”
“Che
c’è?” –chiese il mezzo addormentato Libia.
“Prendi la pala! Si va a scavare! Stiamo per diventare ricchi!”
“… Va bene.”
Naturalmente
non basta scavare a caso in mezzo al deserto, per giunta solo con delle pale,
per trovare il tanto agognato oro nero…
“Uuuf!
Che caldo! Com’è possibile che non lo abbiamo già trovato?”
“Mi piace la sabbia…” –fece il compagno di scavi che aveva già creato una nuova
duna dietro di sé… Perlomeno Libia si divertiva!
“Stupida ucronia! Perché non esce questo petrolio del cavolo?!”
Gettò
la pala e si tolse il berretto da fatica dalla testa: “Basta! Mi sono
scocciato, me ne torno a casa…” –un chilo di spaghetti gli avrebbero tirato su
il morale- “Tu però continua a scavare Libia, non si sa mai.”
“Va
bene.” –rispose lui, partendo con la quattordicesima buca a vuoto…
Sconsolato
e con le braccia cascanti per la stanchezza, Romano continuò a lagnarsi nella
sua testa per tutte le ingiustizie che stava rivivendo e le nuove che gli
stavano capitando. Era troppo chiedere un po’ di gloria anche per il tipo che
aveva tenuto l’Italia al sicuro dall’alleanza con Germania (in un certo senso)?
Si ricordò allora del telecomando per cambiare scena: perché non vedere se il
futuro sarebbe stato un po’ più roseo?
“Va
bene, vediam… CHE?!”
La
scritta sul display affossò invece ancora di più il suo morale…
<<
L’Italia entra in guerra >>
“Ma…”
Premette.
FLASH!
Si
risvegliò battendo le palpebre nello studio del duce. Era sull’attenti accanto
a suo fratello: il loro capo era scuro in volto, ma in generale ogni cosa era
scura, dal cielo nuvoloso ad ogni oggetto nella stanza, al presagire di un
annuncio tanto grave.
“Non
possiamo più permetterci di restare neutrali. Questa guerra cambierà le sorti
del mondo, e l’Italia deve giocare un ruolo, o il suo isolamento diplomatico
peggiorerà.”
Romano
chiuse gli occhi, sperando di chiudersi in tal modo anche le orecchie.
“Dobbiamo
entrare in guerra. Abbiamo raggiunto un accordo con gli alleati: il nostro
nemico sarà Germania.”
“Ve…
E dire che volevo diventare suo amico…”
Romano
si sentì peggio che amareggiato, si sentì preso in giro; ma dopotutto America
non gli aveva promesso una macchina della felicità, ma una delle storie
alternative.
Aveva
chiesto un’ucronia che tenesse Germania fuori dai suoi piedi e da quelli di suo
fratello, e alla fine non solo dovevano comunque scendere in guerra, ma
addirittura contro di lui. E quello era un tipo tosto…
Con
una mano fece il saluto fascista, con l’altra nascose il telecomando dietro la
schiena e premette avanti.
“Ahi!”
Riaprì
gli occhi con la testa che gli faceva male: non a caso l’aveva fasciata! Però
non era in un ospedale, e riusciva a reggersi in piedi: sarebbe stato peggio se
gliel’avessero appena fatta. Si trovava in un prato, a una decina di metri da
un’abitazione.
“Casa
nostra?”
Guardò
in alto…
“CASA
NOSTRA CON LA BANDIERA DI GERMANIA SOPRA?!”
Si
acquattò per terra, nel timore di farsi beccare da chissà chi, e strisciò
furtivamente fino alla finestra.
“Se
casa nostra ha la bandiera di Germania… Vuol dire… Che ci ha sconfitti? Oh,
beh… Non è poi così difficile da credere… Maledetto, mangia-patate!”
Si
sollevò finché, da dietro la finestra, apparve prima il suo ciuffetto, a mò di
antenna, e poi tutta la testa. All’interno vide suo fratello impegnato ai
fornelli, ma non aveva una bella cera: aveva le occhiaie, i capelli in
disordine, e sembrava ansante dalla stanchezza. Inoltre, l’odore di ciò che
stava cucinando era ancora più terribile delle sue condizioni: wurstel con
crauti! Sbirciando un altro po’, Romano riuscì pure a vedere Germania, che,
mentre suo fratello sgobbava come uno schiavo, se ne stava seduto alla loro
tavola a leggere il giornale, come un pascià in attesa di essere servito.
“Ve…
Germania, ecco a te! Spero ti piacciano!”
Germania
tagliò un pezzettino di wurstel col bordo della forchetta, e anziché mangiarlo
prese a guardarlo come un giudice a una fiera.
“Non è ancora cotto per bene. Rifallo.”
Ve! Ma-ma è già la terza volta…”
“Devi imparare a cucinare i wurstel come si deve, Italia!”
“Pe-perché
non ti fai preparare un po’ di pasta? Sono bravo con la pasta.”
“Io
mangio solo la sana cucina tedesca! Mettiti al lavoro!”
“Sigh…”
“Prima ti sei dichiarato neutrale, e poi all’improvviso hai deciso di
attaccarmi così di punto in bianco! Il minimo che puoi fare, ora che ho
occupato le tue regioni vitali, è trattarmi con il giusto riguardo!”
“Si… Scusami…”
Germania
riprese a leggere il giornale, mentre Feli si avviava a testa bassa nuovamente
verso i fornelli.
<<
Brutto bastardo! Come puoi trattare così
mio fratello? In un’altra realtà tu e lui sareste pappa e ciccia! Adesso vengo
lì e… >>
E
cosa? Se aveva trattato a quel modo Feli, che era il più adorabile dei due,
figuriamoci che gli combinava a lui! Purtroppo la verità era quella: faceva lo
spaccone, ma Germania era più grosso e più forte, e la benda che aveva in testa
non deponeva certo a suo favore.
<< Stupida ucronia! Sigh!
>>
Ma
la cosa più irritante era che in un’ucronia in cui suo fratello sarebbe dovuto
rimanere alla larga da Germania, proprio lui era venuto a conquistarlo e
schiavizzarlo in quel modo ignobile!
Le
gambe gli tremavano: << Devo
salvare mio fratello… Ma come? Cosa faccio? >>
Un’idea
ce l’aveva: prendere finalmente il controllo di quella che era la sua ucronia,
ma dove gli era andato tutto storto.
<<
… Perché devo salvarlo? In fondo, a lui
Germania è sempre piaciuto! >>
Strisciò
via dalla finestra, fino a un sicuro cespuglio.
<<
Che diamine, non voglio mica fare la
stessa fine! E poi… Ci sono dei vantaggi! Feli è sempre quello che tutti
vogliono bene, quello più bravo e più gentile, che piace a tutti… Beh, sai che
c’è di nuovo? È arrivata la rivincita di Romano! >>
Si
alzò, con foglie e rametti che gli si erano attaccati dappertutto: “Si! In
fondo, la mia parte è ancora libera! Chi se ne importa se non ho il nord? Tanto
lì fa freddo e mangiano quella polenta schifosa! Mi spiace per Feli, però
chissà, forse succede come nel nostro mondo e la resistenza lo libera!
Finalmente sarò io quello che tutti chiamano “Italia”, quello più importante!
Quello che fa subito colpo sulle ragazze!”
Era
così convinto che, nel fuggire via, si guardò dietro soltanto una volta…
E
la prima cosa che fece Romano, nel suo momento di più spregevole codardia, fu
procurarsi un vestito nuovo e un mazzolino di fiori… Di ragazze infatti ne
aveva giusto in mente una!
Più
che mai determinato ad essere egoista fino in fondo, l’Italia del sud comprò
poi un biglietto per l’Africa orientale e si imbarcò verso casa di lei.
“All’inizio
non ero molto convinto…” –si aggiustò il papillon- “Ma adesso si! Sono sempre
passato per l’Italia di serie B, ma ora che sono l’unica Italia che c’è, la mia
stella inizierà a splendere! Per prima cosa mi dichiarerò ad Etiopia! E poi
andrò a vedere se Libia ha scoperto il mio petrolio! Ah ah ah! Sarò io quello
importante, ricco e felice!”
Se
un’ucronia non va per il verso giusto, tocca a te rimboccarti le maniche e
girare la frittata (e poi dicevano gli italiani erano pigri…); chi ne aveva più
diritto di lui, così tanto bistrattato dalla storia?
<<
Preparati Etiopia, Romano, l’unica e sola
Italia, sta venendo da te! >>
Arrivato
nei pressi di casa sua, si acquattò (rendendo quindi del tutto vano l’essersi
comprato un vestito nuovo…) e strisciò sui gomiti fino alla finestrella della
capanna in cui viveva: preferiva farle una sorpresa… E poi era risaputamente un
timidone!
“Cavolo,
mi sento la faccia tutta strana! Devo essere diventato un pomodoro vivente!”
Meglio sbrigarsi prima di squagliarsi in sugo allora! Si alzò in piedi e sbirciò.
Vide
le sue spalle, la sua lunga chioma crespa e la coda.
E
sentì il suo singhiozzare.
Alzò
gli occhi al cielo: “Che altro c’è ora? Possibile che non ci sia una sola
persona che stia bene in questa storia alternativa?”
Si
alzò in punta di piedi per capire, e vide su cosa andavano a finire le sue
lacrime, una specie di foglietto. Era una foto.
“Sniff…
Italia…”
Uno
foto vecchia, sgualcita, dei primi tempi in cui si erano conosciuti: lei che
rompeva una ramazza sulla testa di suo fratello dopo aver scoperto che aveva
cercato di fregarla e trasformarla in una sua colonia facendole firmare un
contratto truccato (non che lui sapesse, era stata una genialata dei loro
superiori…).
Singhiozzò,
ripetutamente.
Per
la rabbia che aveva in corpo, il suo ammiratore segreto era sul punto di
sfondare la porta.
<<
Ti prego smettila… Smettila di
singhiozzare per lui, accidenti! >>
“Spero
che almeno Romano stia bene!”
“……”
“Sono
sicuro… che ti salverà, Feli! Sigh!”
“……”
Che
schifo di ucronia. Geloso, traditore e ora verme.
Tutto
quello che aveva desiderato, era di essere considerato di più dagli altri. Ma
se ormai nemmeno tu pensi di essere qualcuno che vale, come pensi che possa
convincersi qualcun altro?
“Hai visto Italia nella sua
ucronia? Rinunciare a tutto quello che ha sempre desiderato per restare insieme
al fratello: ammirevole.”
“Che tenero, e che coraggioso!”
“Non sapevo fossero tanto
uniti.”
“Romano è davvero fortunato
ad avere un fratello come lui.”
“………”
Lasciò
i fiori a una bambina che passava di lì, e pensò a suo fratello da lì fino alla
nave.
<<
Ma a chi voglio darla a bere? Io non
posso lasciare mio fratello, tantomeno nelle mani di quel crucco… >>
Etiopia
poteva amare più Feli, poteva arrivare ad accettarlo, ma gli altri si erano
messi in testa un errore imperdonabile: era sempre stato Feliciano ad essere
fortunato ad avere lui come fratello, non viceversa!
Tornato
a casa, nel suo momento di maggiore determinazione e coraggio, la prima cosa
che fece fu rindossare la divisa e riabbracciare il fucile.
“Bene…
Andiamo a prendere a calci qualche crucco!”
Quell’ucronia
era sua e l’avrebbe risolta lui: ma nel modo giusto!
Guardò
fiero e battagliero verso il cielo… e poi si afflosciò!
“Ohi
ohi… Speriamo almeno che America e gli altri mi diano almeno una manina!”
Tirò
fuori il telecomando e pigiò “avanti”.
Tutto
è bene quel che finisce bene! La guerra era conclusa: alla fine era stato un
pareggio si poteva dire, con gli alleati che avevano convinto Germania a
tornare sui suoi passi. Suo fratello tornò libero e sulla loro casa si rialzò
l’amato tricolore!
“Pastaaaaaaa!”
Romano
sorrise: da quando era tornato libero di cucinare ciò che voleva, era talmente
euforico che ogni volta che era pronto da mangiare doveva urlare il nome del
loro piatto preferito, come per impedire a quei wurstel da incubo di tornargli
in mente.
“Ve!”
–esclamò Feli, con le labbra tutte macchiate di rosso- “Grazie per avermi
aiutato, fratellone!”
“Di nulla…” –fece lui, che doveva mangiare con la sinistra pur non essendo
abituato visto il gesso alla destra…
“Sono
contento che tutti abbiano fatto pace, anche se siamo ancora soli. Però se è
stare solo con te, può andare benino!”
<<
Oh, beh… Non ho ancora capito se è stato un bene o un male che si sia alleato
con Germania, ma in ogni caso, finché resta con me, non ha nulla da temere.
>>
Tirò
le somme su quel finale: avevano conservato le loro colonie (e pure la loro
dittatura purtroppo…); quanto agli amici, di sicuro sarebbero riusciti a
trovarne qualcuno, specie in un’atmosfera rilassata come quella della pace.
“Vuoi
un caffè?” –gli chiese Feliciano quando ebbero riempito la pancia- “Etiopia non
manca mai di rifornirci la dispensa.”
“Ottimo!”
TOC TOC!
“Oh, e ora chi sarà?”
Mentre
Feli andava ad aprire, Romano annusò il piacevole aroma dei chicchi di Etiopia…
“HOLA!”
“?!?!?”
Purtroppo
però a bussare alla loro porta non era stata lei, ma Spagna!
“Ve!
Ciao! Che cosa ci fai qui?”
“Sono venuto a vedere come stavate dopo averla scampata! Vi ho portato una
pianta di pomodori come regalo!”
“Che bello! Non è un pensiero gentile, Romano?”
“Ge-gentilissimo…”
“Ti vuoi accomodare? Stavamo giusto per fare un caffè!”
“Volentieri!”
“Ehi, no! Io non voglio che si accomodi!”
“Toh! Guarda un po’ che c’è nella mia tasca! Un trattato di alleanza! Vi va di
firmarlo?”
“Siii!”
“NOOO! Tutti ma non lui!”
Invece
si, dato che già in passato il loro capo aveva dato una mano al suo: era una
conseguenza abbastanza ragionevole.
Antonio
corse a prendergli le mani: “Mi querido Romano, che gioia! Ora siamo alleati!”
Suo
fratello già saltellava di gioia: “Che bello, abbiamo un amico! Ora potremo
invitarlo a pranzo da noi!”
“Oh, mi farebbe molto piacere! Ora che siamo alleati, mi vedrete più spesso…
Parecchio spesso…” –sussurrò nell’orecchio di Romano.
“Non
è possibile… Scampare a Germania per finire nelle grinfie di questo qui! Non me
ne va bene una! Adesso basta, chiudiamola qui!”
Spagna
restò allibito quando sentì la sua stessa voce provenire da chissà dove:
<< No, ti prego! Proprio ora che
questa ucronia sta diventando interessante! >>
“FATEMI
SUBITO USCIRE DI QUIIIIIIII!!!”
“Bentornato
tra noi!”
Romano
rispose con uno sguardo torvo al sorriso ebete di Alfred: “Sappi che ho un bel
po’ di reclami da fare sul tuo prodotto!”
“Niente
rimborsi!”
L’italiano
si rimboccò le maniche: “Se vuoi scusarmi, ho tre cose importantissime da
fare!”
Alzò
il dito al cielo: “Numero uno!”
Cercare
Belgio per trovarla con le guancie tutte rosse e gonfie di rabbia e gli
occhioni pucciosi pieni di lacrime: “Che vuoi tu? Perché non te ne vai a
flirtare con quell’Etiopia? Tu con me hai chiu…”
La
zittì baciandola. E lui era un baciatore pieno di trasporto!
Fu
Francia a parlare per tutti gli attoniti lì intorno: “Magnifique! Così si fa
con una donna!”
“Che
uomo…” –si complimentò America.
Lasciata
Belgio sul posto in trance con gli occhi a cuoricino, e ignorato deliberatamente
Olanda che si sgranchiva le nocche, procedette spedito e deciso alla numero
due!
“Etiopia!”
Le
afferrò la mano e fece un’espressione da film drammatico: “Non poteva
funzionare tra noi, dolcezza.”
“Ehm…
Che peccato!” –fece lei un po’ imbarazzata.
“Numero
tre!” –gridò, e si diresse al fratello.
“Ro-Romano?”
“……”
“……”
“TI VOGLIO BENE, FELI! BUAAAAAHHH!”
“VEEEEE!” –scoppiò a piangere l’altro a sua volta, abbracciandolo- “ANCHE IO!
BUAAAAHH!”
“Scusami
se sono stato un bastardo lì nello scatolone!”
“Fa niente, fratellone!”
Germania, prima sgomento, non poté non sciogliersi vedendo il loro affetto così
salda: “Eh eh, sono felice che siate più uniti che mai!”
“Ah,
già! Numero quattro!”
“Eh?”
Il
tempo per Germania di riaprire gli occhi e c’era Romano che artigliava l’aria a
un palmo dal suo naso, mentre Feliciano cercava con tutte le forze di
impedirgli di commettere qualche pazzia bloccandolo alla vita!
“Io
ti odio, brutto maledetto puzzone! È sempre colpa tua di tutto, che tu ci sia o
no! È colpa tua anche quando non è colpa tua! Io ti distruggo! Ti prendo a
morsi! Ti riduco in farina e ci faccio la pizza! Vieni qui! Ti sistemo io!
Grrrrr!”
Germania
sospirò e se ne andò: purtroppo, fintanto avrebbe avuto a che fare con Feli,
avrebbe sempre dovuto fare i conti col suo caro fratellone!
Cavoli,
sto diventando sempre più lungo con questi capitoli! Scusatemi tanto ^_^”
Come
al solito mi vengono un sacco di idee, non riesco a tagliarle e mi dilungo
troppo XP
Spero
però l’abbiate apprezzato, dall’inizio alla fine ^__^ Il povero Romano, a
differenza degli altri, sembra aver sofferto un po’ di più questo cambio del
corso storico, ma proprio perché la sua è stata una storia più difficile ha
dovuto dimostrare tutta la forza che possiede! E poi dai, gli ho anche dato il
bacio a Belgio X3
Che
non me ne vogliano i fan SpaMano, ma io sarò sempre per loro due!
Spero
vi siano piaciuti anche i miei OC! Se volete sapere com’è fatta Etiopia, ecco
il link dell’autrice di deviantart da cui l’ho ripresa (leggete il suo doujin
ItaEtio, è stupendo!) >>> http://plenier.deviantart.com/gallery/#/d4tgt2i
Chissà,
forse se non fossimo entrati in guerra ci sarebbe andata anche peggio, anziché
meglio, chissà… Ad ogni modo, speriamo che a noi italiani non ce ne capitino
più di prove così ardue, ma che in ogni caso saremo sempre pronti a superarle
tutti uniti!
Alla
prossima ucronia!
PS:
ROMANO X BELGIO ORA E SEMPRE!