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Autore: TonyCocchi    07/11/2012    11 recensioni
Conoscete la Macchina del “Se fossi” di Futurama? America, da bravo appassionato di cartoni animati, la conosce e ne ha tratto ispirazione per un’invenzione che adesso vuol condividere con tutti gli altri: una macchina capace di mostrare mondi alternativi, come sarebbe andata la storia, e che fine avrebbero fatto le nostre amate nazioni, se non fosse andata così com’è andata!
E se Italia avesse deciso di sposare Sacro Romano Impero?
E se la Guerra dei Cent'anni non fosse mai avvenuta?
E se Italia non si fosse mai alleato con Germania?
E se Giovanna d'Arco non fosse stata catturata?
E se Svizzera fosse un pò meno neutrale...?
E se Austria non avesse sposato solo Ungheria?
E se Turchia avesse conquistato Vienna?
E se Russia avesse prevalso nella guerra fredda... e sposato Bielorussia?
E se i nordici avessero colonizzato l'America per primi?
E se America avesse vinto la guerra in Vietnam?
E se Giappone non fosse uscito dal suo isolamento?
E se Russia non fosse mai diventato così grande?
Epilogo: l'ultima ucronia!
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà a tutti! Questa fic sta avendo un successone tra voi lettori, i commenti fioccano e le idee pure! Grazie quindi per il vostro seguirmi (in particolare ai miei lettori abituali, vi adoro gente!), e per il vostro contributo: pensate che avevo pochissima ispirazione dopo la prima ucronia, mi avete salvato! ^__^

Torniamo quindi a buttarci in un nuovo scenario alternativo, che anche stavolta riguarda il nostro paese! Si può dire che partecipare alla Seconda Guerra Mondiale ci abbia procurato un bel po’ di danni, ma alla fine ne siamo usciti come un paese libero da una brutta dittatura e pronto a rimettersi in sesto. Ma se invece ci fossimo fatti i fatti nostri? Come sarebbe potuta andare?

Ecco che i nostri hetaliani ci mostrano un possibile scenario! Buon divertimento!

PS: GERMANIA X ITALIA ORA E SEMPRE!

 

PPS: Saranno inseriti alcuni miei OC che di cui avrei voluto raccontare in un’altra fic che ho da lungo tempo in programma di scrivere, magari dopo questa…

 

 

 

Mentre America tesseva ancora una volta le lodi della sua invenzione, non ascoltato praticamente da nessuno, si era aperto tra le nazioni, come dopo un film, un dibattito sull’ucronia appena vista.

“Regno Unito di Francia e Inghilterra, eh?” –meditò Francis- “Direi che suona proprio bene!”

Inghilterra gli perforò lo sterno con l’indice tanto era arrabbiato: “Suona proprio male invece! Era il Regno Unito di INGHILTERRA e Francia!”

“Umpf, sono solo dettagli!”
“No! Dovute precisazioni!”

“Parbleu! C’è stato sicuramente un errore! Dovrebbe essere FRANCIA e Inghilterra!”
“Ah, si?”
“Si!” –insistette il fascinoso biondo mettendogli una mano al collo- “La “F” viene prima della “I” nell’alfabeto, più logico di così!”

“Sta al tuo posto, mangia-lumache!”

All’infuori dei due diretti interessati, per fortuna, il dibattito si svolgeva molto più pacatamente.

“Davvero credete che quei cretini lì avrebbero potuto formare un unico potente regno?” –chiese Romano, guardandoli dall’alto in basso.

“Perché no?” –rispose Belgio- “Erano riusciti ad andare d’accordo alla fine, ecco perché ce l’hanno fatta.”

D’altra parte, il pensiero di andare d’accordo non sfiorava minimamente i due che avevano davanti, e le tirate di orecchie e naso e i pizzicotti che volavano a destra e manca tra i due lo dimostravano ampiamente.

“Bah! Io sono scettico” –incrociò le braccia il Sud Italia- “Non è che quella macchina del cavolo si è già rotta?”

Belgio rise: “Non farti sentire da Alfred! Ih ih ih! Dai, Romano, era comunque una bella storia.”

“Vero!” –arrivò Spagna alle loro spalle, per la qual cosa Romano subito si ritrasse leggermente!- “Questa macchina  poi in fondo è bella proprio perché ci può mostrare possibilità che nemmeno immaginavamo.”

“Io invece un po’ gli do ragione…” –fece Prussia, recuperando da terra la manica della giacca di Arthur, strappata a morsi: la contesa era fin troppo violenta considerato fosse su come dovesse essere tra “Inghilterra e Francia” o “Francia e Inghilterra” per un regno unito che non esisteva e che quei due non avrebbero voluto far esistere nemmeno morti… Forse dopo essersi visti così amiconi nell’ucronia sentivano il bisogno di recuperare!

“A proposito…” –riprese Belgio- “Anche tuo fratello e quello strano tipo che somigliava tanto a Germania avevano formato un bellissimo paese tutti e due insieme!”

Germania prese a guardare furtivamente a destra e a sinistra: “… Si… io… gli somiglio…”

Ungheria sospirò: “Quello si che era un impero nato con amore!”

Italia a quel punto abbracciò da dietro Germania, come era solito fare, e questi reagì irrigidendosi tutto, come era solito fare!

“Ve! Germania, come pensi che sarebbe se io e te formassimo una nazione sola?”
Ludwig arrossì: “Ehm… Non saprei proprio dire…”

Italia si accoccolò con la testa sulla sua spalla: “Veee… Pensi che verrebbe fuori una nazione così bella e felice come quella della mia ucronia?”
Ludwig rischiò l’infarto: “Eeeeeehm…”

A trarlo d’impiccio fu, strano a dirsi, Romano: “Che cosa?! Tu e lui una nazione sola? Col cavolo!”

Afferrò il fratellino dal cervello bacato e lo buttò a terra!

“Ahia!”

Poi si rivolse a Germania: “Stagli lontano!”

“Ha fatto tutto lui!”

“Si, come no! Sei un maledetto infido mangia-patate! Se il mio fratellino si fa venire certe idee idiote è solo per colpa tua!”

“Ve, Romano, come pensi che sarebbe se invece fossimo io e Giappone a formare un regno unito?”

Giappone andò in fibrillazione: “U-u-una proposta?!”

“No, Giappone, calmati…” –lo fermò l’alleato dell’ex-asse più ragionevole, prima che provasse di nuovo a costringere Italia a “prendersi le sue responsabilità”…

“Tu non devi diventare un regno unito con nessuno, scemo! Ma meno che tutti, CON LUI!” –concluse sbattendogli l’indice sotto il naso!

Italia fece una faccina triste: “Peccato…”
“MA QUALE PECCATO?!?! Grrr! Maledetto Germania! Sei la causa di tutti i nostri mali!”
“Ora esageri!”
“Invece si! Da quando tu e lui siete diventati amici, hai reso mio fratello ancora più scemo! Se soltanto lui non…”

Accessaglisi la lampadina, Romano prese a guardare America che succhiava nella cannuccia di una bibita col gomito poggiato sulla macchina star di quel giorno.

“Uh? Cosa c’è?”

<< Ma come? Sei stato tutto il tempo a costringerci a chiedere alla tua macchina e ora che qualcuno ha una domanda da fare… >> -pensò Spagna con un gocciolone.

“Ehi, tu! Fammela usare a me la macchina!”
Gli occhiali di Alfred brillarono! Subito gettò a terra la bibita: “Oh oh! Attenzione signore e signori! Un’altra Italia, stavolta quella scazzata, si avvicina alla prodigiosa Macchina dell’Ucronia! Vorrà proporci la sua richiesta di storia alternativa?”

“Certo che voglio!”

Al che Inghilterra e Francia smisero di litigare (tanto ormai già non erano più al centro dell’attenzione), per sedersi buoni ed ascoltare anche loro.

“Come sapete, mio fratello ebbe la brillante idea di allearsi con quello scemo lì tutto muscoli e niente cervello, trascinando pure me, che me ne volevo stare tranquillo a casa a farmi la pennichella, in una stupida guerra mondiale!”

Quando mai poi una guerra mondiale, o una guerra in genere, non è stupida?

“Per colpa sua le abbiamo prese di brutto!”

“Colpa sua? Veramente eravate voi ad essere un po’ scarsini…” –ribatté Egitto…

“Ve, e Germania è stato un bravo alleato, sempre pronto a darmi una mano quando ero nei guai…”

“E smettila di difenderlo!” –la dolce Belgio dovette trattenerlo, e già che c’era provò a calmarlo con qualche carezza sulla testolina.

Certo era che, anche con la sconfitta, la guerra era servita loro a ridiventare democratici: a volte dalle cose brutte possono anche nascerne delle belle!

“Adesso farò vedere a tutti che ho ragione! Voglio vedere un mondo dove lui non si è mai alleato con Germania! Così si convincerà a lasciarlo stare, perché è sempre colpa sua se ci capitano le cose brutte: guerre mondiali, austerità per uscire dalla crisi, la pasta si scuoce… TUTTO!”

“Mhm… Un asse di sole due nazioni? Interessante! Qua la mano, Italia scazzato!”

“Non chiamarmi così! E fai partire questa tua stupida macchina!”

“Anche subito!”

America premette il bottone ed ecco comparire il vortice!

Belgio gli prese la mano: “Romano! Ti prego, fa attenzione!”
“Ma anche no…” –fece invece Olanda sbuffando un po’ di fumo.

“Umpf! Tranquilla! Avanti, stupida macchina! Che c’è? Mi vuoi risucchiare? Avanti, fatti sotto se hai coraggio!”

Il vortice gli mangiò la testa, proprio come con il fratello!

“MHMMM!”

Prussia scoppiò a ridere: “Ben gli sta!”

Spagna impallidì: “Romano! Tranquillo, vengo io a tirarti fuori!”
“MHM!!!”

Romano afferrò il vortice e se lo spinse giù fino ai piedi pur di non essere salvato da Spagna!

 

L’Italia del sud cadde all’in piedi maledicendo vortici e televisori... MA SOPRATTUTO SPAGNA!

Riconobbe l’ambiente come familiare: era casa sua, solo “invecchiata” un pochino. La carta da parati l’avevano cambiata da un pezzo, e c’era ancora quel busto del duce ormai finito nella spazzatura. Notò, sulla parete opposta, un calendario, e ci si avvicinò.

“Settembre 1940… A questo punto eravamo già entrati in guerra, ma qui non deve essere successo.”

Feli, sentitolo parlare da solo, arrivò nella stanza indossando un grembiule da cucina rosa: “Ve? Fratellone? Tutto a posto?”

“Si, a postissimo. Aspetta un secondo! Stai per dirmi che io e te formiamo la nazione più potente d’Europa, non è vero?” –chiese speranzoso.

“No, per niente.”

Romano strinse i denti: << Ti pareva! Sempre a me le fregature: perché a lui e Inghilerra si e a me no? Che rabbia! Dannato America e la sua macchina! >>

Sbuffò e passò avanti: “E dimmi… Come va la guerra?”

Il fratello abbassò la testa: “Che brutta cosa, tutti che litigano…”
“Tutti tranne noi! Ih ih ih! Magnifico! Meno male che noi invece ce ne stiamo tranquilli tranquilli a casina nostra!”

“Si, meglio così… È quasi pronto, vieni?”
“Oh! Una buona notizia dopo l’altra!”
Sfregandosi le mani, Romano prese posto in cucina e si legò un fazzoletto intorno al collo per non macchiarsi: come volevasi dimostrare, l’ucronia senza Germania era partita alla grande! 

“Sigh, non ho molto appetito…”

Romano, per la sorpresa, morse la forchetta facendosi un male cane! Come era possibile? Il mondo in guerra, loro lì al sicuro e lui non sprizzava di gioia? Anzi, era addirittura triste…

“Ehi… Che ti succede, fratellino?”

Sospirò di nuovo: “Mi sento un pochino solo…”
“Solo?”

“T-tu sei grande fratellone, è bello stare con te, però… Mi piacerebbe avere qualche amico in più…”

A Romano si chiuse lo stomaco vedendolo guardare le altre sedie vuote al loro tavolo, come desiderasse vederle occupate, ma non fosse così da parecchio tempo.

“Ma… Che vuoi dire? Non abbiamo amici io e te?”

Scosse il capo: “Inghilterra e Francia si sono arrabbiati con noi per la faccenda di Etiopia, e hanno detto agli altri della Società delle Nazioni che non siamo dei bravi ragazzi e di evitarci. Mi sarebbe piaciuto diventare amico di Germania, sembra tanto simpatico e affidabile… Ma quando ci ha proposto di allearci con lui e un certo Giappone, il nostro capo mi ha detto di chiudergli la porta in faccia: dice che il suo capo è uno “psicopastico” o qualcosa del genere, e non vuole averci nulla a che fare… E così siamo rimasti soli, ignorati da tutti…”

Romano, sprizzando il sudore di chi ha la coda di paglia, si allargò il colletto della giubba: “Ehm… Dai, potremo farci degli amici più tardi, magari quando la guerra sarà finita!”

<< Tic tic tic! >>

Sentendo battere sulla finestra, si girò per vedere Spagna che li salutava da dietro il vetro.

“Posso essere io vostro amico!”

Romano si alzò e tirò la cordicella per chiudere le veneziane, facendolo sparire.

 

Nella realtà, Antonio si diresse prontamente all’angolino della depressione…

“Sigh!”

 

“Dai, Feli, stiamo bene anche così! Certi alleati è meglio perderli che trovarli, credimi!”

“Si, però…”

<< Uffa, Feli, non essere il solito smidollato! Hai me, no? E poi ora che non siamo in guerra, possiamo far girare bene l’economia, goderci il campionato di calcio… Ora che ci penso, se non partecipiamo alla guerra e non la perdiamo, significa che avremo ancora le nostre colonie, giusto? >>

TOC TOC!

Stavolta i colpi provenivano dalla porta, da dietro la quale si udì una voce femminile: “Permesso? Posso entrare?”

Lupus in fabula!

Una ragazza di colore, coi lunghi capelli neri che finivano in una treccia, braccialetti dorati al polsi ed orecchini a cerchio ai lobi, entrò con un sacchetto di iuta tra le mani.

“Ciao!”

Feli subito si sbracciò: “Ve! Etiopia!”
Quanto a Romano, la sua reazione più spontanea fu balbettare il suo nome ed arrossire: “E-Etiopia!”

 

“Accidenti, lo vedete anche voi?”

“Sembra proprio di si!”

“Romano aveva una cotta!”

Il ruggito di Belgio zittì subito tutti: “CHE COSA?!”

Nessuno l’aveva vista tanto arrabbiata dai tempi dei furti di waffle! Subito si lanciò sull’apparecchio, afferrandolo come tra degli artigli.

“Che cos’è questa storia?! Non mi hai mai detto che gli erano piaciute altre ragazze oltre a me! Grrrr! Vuol dire che mi ha preso in giro? Chi altro lo sapeva?”

Feli mise subito le mani avanti: “I-io non ne sapevo nulla!”

“Nemmeno io!” –si discolpò la nazione africana, improvvisamente sotto gli occhi del mondo intero!

“L-lo giuro, Belgio, non mi sono mai accorto che Romano provasse qualcosa per Etiopia!”

“M-ma, ma…”

Spagna si rialzò dal suo angolino: “A me invece non sorprende visto che tipo è Romano. Fa il duro, ma in fondo è timido e riservato, non è certo uno di quelli che tendono a confidarsi con qualcuno, anzi, è di quelli che cercano di far finta di nulla.”

Belgio si morse le labbra: “È vero…”
Spagna assunse una posa drammatica: “Eh, si… Lui non mostra facilmente i propri sentimenti, li tiene dentro, per dischiuderli solo con la persona che davvero ama, io ne so qualcosa…”

La voce di Romano, venendo fuori dalla macchina, spezzò barbaramente il suo pensiero romantico: “MA CHE SAI TU?! Io non ti mostro un bel niente perché per te non provo niente, cretino!”

Spagna tornò nell’angolino…

America si grattò la nuca: “Ops! Eh eh eh! Scusa, Spagna! Per sbaglio ho azionato il tubo comunicatore e ha sentito quello che hai detto!”

“Dammi quel tubo! Voglio parlargli!” –gli saltò addosso Belgio!

“Urgh! Buona! Dobbiamo proseguire con la storia!”

Belgio ebbe uno shock: “Argh! E se non mi avesse mai detto niente perché… prova ancora dei sentimenti per lei?! Nooo!”

E Belgio raggiunse Spagna nell’angolino…

“Possiamo prima vedere come va avanti prima di saltare alle conclusioni?”

 

Romano si alzò per andarle incontro: “Etiopia! Che piacevole sor…”

Lo sorpassò…

“… presa…”

“Ho appena finito di macinare il caffè e sono venuta a portarvelo!”

“Ve! Sei gentilissima!”

Romano era rimasto lì impalato con un tic nervoso all’occhio e al ricciolo: << Già… Lei ha sempre avuto occhi solo per Feli… >>

La colonia era di tutti e due, ma non aveva mai ottenuto la stessa considerazione di Veneziano. Sarà che lui era quello che di solito tutti chiamavano “Italia”, come se lui poi non lo fosse; lui era poi quello gentile, quello sempre sorridente… Al contrario, dovendo descriverlo, chissà quanti avrebbero trovato il soprannome datogli da America, “Italia scazzato”, adatto allo scopo.

“Il tuo caffè è il più buono del mondo, Etiopia!”
“Dai, così arrossisco!”

“Dico sul serio!”

Mostrò i suoi denti bianchissimi, che entrambi i fratelli si incantavano a guardare quando sorrideva: “Ih ih ih, grazie!”

Romano strinse i pugni, proprio mentre Etiopia si accorgeva di lui.

“Oh, ciao anche a te Romano! Ehm… Spero che il mio caffè piaccia anche a te!”

Ovvio che gli piaceva: era un risaputo estimatore del caffè! Ma era troppo arrabbiato per rispondere in maniera gentile: “Si, passabile! Ora se volete scusarmi tutti e due, restate pure a fare “Ih ih ih” e “Ve ve ve!”, io me ne vado!”
“Dove vai?” –gli chiese Feli, senza immaginare di essere la causa della sua rabbia.

“Vado… Vado da Libia! Da Libia, si! Lui si che è uno in gamba! Mi diverto sempre un mondo con lui! Umpf! Ciao a tutti e due!”

 

Libia, un’altra delle loro ex-colonie, era un ragazzo dalla carnagione bruno-chiara, che si distingueva per la kefiah verde che portava sopra i capelli ricci che aveva in testa.

“……”

“……”

Non aveva un carattere particolarmente introverso, né particolarmente allegro, né particolarmente alcunché… In altre parole…

<< Dimenticavo che Libia è una vera barba! >>

I due stavano seduti sulla stessa panchina, senza far nulla se non guardare davanti. L’unico sussulto ci fu quando Libia prese da terra uno scatolone pieno di sabbia.

“Giochiamo?”
“GRRR! Ma perché Feli si becca Etiopia e io questo qui?” –si domandò lui, che di certo non era stato invitato ad andarsene…

“Uffa… Ci deve pure essere qualcosa da fare qui… Un momento! In Libia dopo la guerra è stato scoperto il petrolio! A quest’epoca però non sapevamo che ci fosse!”

Gli occhi tornarono a brillargli: “Ci sono! Lo troverò prima del tempo! Così l’Italia diventerà più ricca grazie a me, e sottolineo a me! Ti faccio vedere io, fratellino: resterai a bocca aperta! Tutti resteranno a bocca aperta!”

“Che c’è?” –chiese il mezzo addormentato Libia.
“Prendi la pala! Si va a scavare! Stiamo per diventare ricchi!”
“… Va bene.”

 

Naturalmente non basta scavare a caso in mezzo al deserto, per giunta solo con delle pale, per trovare il tanto agognato oro nero…

“Uuuf! Che caldo! Com’è possibile che non lo abbiamo già trovato?”
“Mi piace la sabbia…” –fece il compagno di scavi che aveva già creato una nuova duna dietro di sé… Perlomeno Libia si divertiva!
“Stupida ucronia! Perché non esce questo petrolio del cavolo?!”

Gettò la pala e si tolse il berretto da fatica dalla testa: “Basta! Mi sono scocciato, me ne torno a casa…” –un chilo di spaghetti gli avrebbero tirato su il morale- “Tu però continua a scavare Libia, non si sa mai.”

“Va bene.” –rispose lui, partendo con la quattordicesima buca a vuoto…

Sconsolato e con le braccia cascanti per la stanchezza, Romano continuò a lagnarsi nella sua testa per tutte le ingiustizie che stava rivivendo e le nuove che gli stavano capitando. Era troppo chiedere un po’ di gloria anche per il tipo che aveva tenuto l’Italia al sicuro dall’alleanza con Germania (in un certo senso)? Si ricordò allora del telecomando per cambiare scena: perché non vedere se il futuro sarebbe stato un po’ più roseo?

“Va bene, vediam… CHE?!”

La scritta sul display affossò invece ancora di più il suo morale…

<< L’Italia entra in guerra >>

“Ma…”

Premette.

 

FLASH!

 

Si risvegliò battendo le palpebre nello studio del duce. Era sull’attenti accanto a suo fratello: il loro capo era scuro in volto, ma in generale ogni cosa era scura, dal cielo nuvoloso ad ogni oggetto nella stanza, al presagire di un annuncio tanto grave.

“Non possiamo più permetterci di restare neutrali. Questa guerra cambierà le sorti del mondo, e l’Italia deve giocare un ruolo, o il suo isolamento diplomatico peggiorerà.”

Romano chiuse gli occhi, sperando di chiudersi in tal modo anche le orecchie.

“Dobbiamo entrare in guerra. Abbiamo raggiunto un accordo con gli alleati: il nostro nemico sarà Germania.”

“Ve… E dire che volevo diventare suo amico…”

Romano si sentì peggio che amareggiato, si sentì preso in giro; ma dopotutto America non gli aveva promesso una macchina della felicità, ma una delle storie alternative.

Aveva chiesto un’ucronia che tenesse Germania fuori dai suoi piedi e da quelli di suo fratello, e alla fine non solo dovevano comunque scendere in guerra, ma addirittura contro di lui. E quello era un tipo tosto…

Con una mano fece il saluto fascista, con l’altra nascose il telecomando dietro la schiena e premette avanti.

 

“Ahi!”

Riaprì gli occhi con la testa che gli faceva male: non a caso l’aveva fasciata! Però non era in un ospedale, e riusciva a reggersi in piedi: sarebbe stato peggio se gliel’avessero appena fatta. Si trovava in un prato, a una decina di metri da un’abitazione.

“Casa nostra?”

Guardò in alto…

“CASA NOSTRA CON LA BANDIERA DI GERMANIA SOPRA?!”

Si acquattò per terra, nel timore di farsi beccare da chissà chi, e strisciò furtivamente fino alla finestra.

“Se casa nostra ha la bandiera di Germania… Vuol dire… Che ci ha sconfitti? Oh, beh… Non è poi così difficile da credere… Maledetto, mangia-patate!”

Si sollevò finché, da dietro la finestra, apparve prima il suo ciuffetto, a mò di antenna, e poi tutta la testa. All’interno vide suo fratello impegnato ai fornelli, ma non aveva una bella cera: aveva le occhiaie, i capelli in disordine, e sembrava ansante dalla stanchezza. Inoltre, l’odore di ciò che stava cucinando era ancora più terribile delle sue condizioni: wurstel con crauti! Sbirciando un altro po’, Romano riuscì pure a vedere Germania, che, mentre suo fratello sgobbava come uno schiavo, se ne stava seduto alla loro tavola a leggere il giornale, come un pascià in attesa di essere servito.

“Ve… Germania, ecco a te! Spero ti piacciano!”

Germania tagliò un pezzettino di wurstel col bordo della forchetta, e anziché mangiarlo prese a guardarlo come un giudice a una fiera.
“Non è ancora cotto per bene. Rifallo.”
Ve! Ma-ma è già la terza volta…”
“Devi imparare a cucinare i wurstel come si deve, Italia!”

“Pe-perché non ti fai preparare un po’ di pasta? Sono bravo con la pasta.”

“Io mangio solo la sana cucina tedesca! Mettiti al lavoro!”

“Sigh…”
“Prima ti sei dichiarato neutrale, e poi all’improvviso hai deciso di attaccarmi così di punto in bianco! Il minimo che puoi fare, ora che ho occupato le tue regioni vitali, è trattarmi con il giusto riguardo!”
“Si… Scusami…”

Germania riprese a leggere il giornale, mentre Feli si avviava a testa bassa nuovamente verso i fornelli.

<< Brutto bastardo! Come puoi trattare così mio fratello? In un’altra realtà tu e lui sareste pappa e ciccia! Adesso vengo lì e… >>

E cosa? Se aveva trattato a quel modo Feli, che era il più adorabile dei due, figuriamoci che gli combinava a lui! Purtroppo la verità era quella: faceva lo spaccone, ma Germania era più grosso e più forte, e la benda che aveva in testa non deponeva certo a suo favore.
<< Stupida ucronia! Sigh! >>

Ma la cosa più irritante era che in un’ucronia in cui suo fratello sarebbe dovuto rimanere alla larga da Germania, proprio lui era venuto a conquistarlo e schiavizzarlo in quel modo ignobile!

Le gambe gli tremavano: << Devo salvare mio fratello… Ma come? Cosa faccio? >>

Un’idea ce l’aveva: prendere finalmente il controllo di quella che era la sua ucronia, ma dove gli era andato tutto storto.

<< … Perché devo salvarlo? In fondo, a lui Germania è sempre piaciuto! >>

Strisciò via dalla finestra, fino a un sicuro cespuglio.

<< Che diamine, non voglio mica fare la stessa fine! E poi… Ci sono dei vantaggi! Feli è sempre quello che tutti vogliono bene, quello più bravo e più gentile, che piace a tutti… Beh, sai che c’è di nuovo? È arrivata la rivincita di Romano! >>

Si alzò, con foglie e rametti che gli si erano attaccati dappertutto: “Si! In fondo, la mia parte è ancora libera! Chi se ne importa se non ho il nord? Tanto lì fa freddo e mangiano quella polenta schifosa! Mi spiace per Feli, però chissà, forse succede come nel nostro mondo e la resistenza lo libera! Finalmente sarò io quello che tutti chiamano “Italia”, quello più importante! Quello che fa subito colpo sulle ragazze!”

Era così convinto che, nel fuggire via, si guardò dietro soltanto una volta…

E la prima cosa che fece Romano, nel suo momento di più spregevole codardia, fu procurarsi un vestito nuovo e un mazzolino di fiori… Di ragazze infatti ne aveva giusto in mente una!

Più che mai determinato ad essere egoista fino in fondo, l’Italia del sud comprò poi un biglietto per l’Africa orientale e si imbarcò verso casa di lei.

“All’inizio non ero molto convinto…” –si aggiustò il papillon- “Ma adesso si! Sono sempre passato per l’Italia di serie B, ma ora che sono l’unica Italia che c’è, la mia stella inizierà a splendere! Per prima cosa mi dichiarerò ad Etiopia! E poi andrò a vedere se Libia ha scoperto il mio petrolio! Ah ah ah! Sarò io quello importante, ricco e felice!”

Se un’ucronia non va per il verso giusto, tocca a te rimboccarti le maniche e girare la frittata (e poi dicevano gli italiani erano pigri…); chi ne aveva più diritto di lui, così tanto bistrattato dalla storia?

<< Preparati Etiopia, Romano, l’unica e sola Italia, sta venendo da te! >>

Arrivato nei pressi di casa sua, si acquattò (rendendo quindi del tutto vano l’essersi comprato un vestito nuovo…) e strisciò sui gomiti fino alla finestrella della capanna in cui viveva: preferiva farle una sorpresa… E poi era risaputamente un timidone!

“Cavolo, mi sento la faccia tutta strana! Devo essere diventato un pomodoro vivente!”
Meglio sbrigarsi prima di squagliarsi in sugo allora! Si alzò in piedi e sbirciò.

Vide le sue spalle, la sua lunga chioma crespa e la coda.

E sentì il suo singhiozzare.

Alzò gli occhi al cielo: “Che altro c’è ora? Possibile che non ci sia una sola persona che stia bene in questa storia alternativa?”

Si alzò in punta di piedi per capire, e vide su cosa andavano a finire le sue lacrime, una specie di foglietto. Era una foto.

“Sniff… Italia…”

Uno foto vecchia, sgualcita, dei primi tempi in cui si erano conosciuti: lei che rompeva una ramazza sulla testa di suo fratello dopo aver scoperto che aveva cercato di fregarla e trasformarla in una sua colonia facendole firmare un contratto truccato (non che lui sapesse, era stata una genialata dei loro superiori…).

Singhiozzò, ripetutamente.

Per la rabbia che aveva in corpo, il suo ammiratore segreto era sul punto di sfondare la porta.

<< Ti prego smettila… Smettila di singhiozzare per lui, accidenti! >>

“Spero che almeno Romano stia bene!”

“……”

“Sono sicuro… che ti salverà, Feli! Sigh!”

“……”

Che schifo di ucronia. Geloso, traditore e ora verme.

Tutto quello che aveva desiderato, era di essere considerato di più dagli altri. Ma se ormai nemmeno tu pensi di essere qualcuno che vale, come pensi che possa convincersi qualcun altro?

 

“Hai visto Italia nella sua ucronia? Rinunciare a tutto quello che ha sempre desiderato per restare insieme al fratello: ammirevole.”

“Che tenero, e che coraggioso!”

“Non sapevo fossero tanto uniti.”

“Romano è davvero fortunato ad avere un fratello come lui.”

 

“………”

Lasciò i fiori a una bambina che passava di lì, e pensò a suo fratello da lì fino alla nave.

<< Ma a chi voglio darla a bere? Io non posso lasciare mio fratello, tantomeno nelle mani di quel crucco… >>

Etiopia poteva amare più Feli, poteva arrivare ad accettarlo, ma gli altri si erano messi in testa un errore imperdonabile: era sempre stato Feliciano ad essere fortunato ad avere lui come fratello, non viceversa!

Tornato a casa, nel suo momento di maggiore determinazione e coraggio, la prima cosa che fece fu rindossare la divisa e riabbracciare il fucile.

“Bene… Andiamo a prendere a calci qualche crucco!”

Quell’ucronia era sua e l’avrebbe risolta lui: ma nel modo giusto!

Guardò fiero e battagliero verso il cielo… e poi si afflosciò!

“Ohi ohi… Speriamo almeno che America e gli altri mi diano almeno una manina!”

Tirò fuori il telecomando e pigiò “avanti”.

 

Tutto è bene quel che finisce bene! La guerra era conclusa: alla fine era stato un pareggio si poteva dire, con gli alleati che avevano convinto Germania a tornare sui suoi passi. Suo fratello tornò libero e sulla loro casa si rialzò l’amato tricolore!

“Pastaaaaaaa!”

Romano sorrise: da quando era tornato libero di cucinare ciò che voleva, era talmente euforico che ogni volta che era pronto da mangiare doveva urlare il nome del loro piatto preferito, come per impedire a quei wurstel da incubo di tornargli in mente.

“Ve!” –esclamò Feli, con le labbra tutte macchiate di rosso- “Grazie per avermi aiutato, fratellone!”
“Di nulla…” –fece lui, che doveva mangiare con la sinistra pur non essendo abituato visto il gesso alla destra…

“Sono contento che tutti abbiano fatto pace, anche se siamo ancora soli. Però se è stare solo con te, può andare benino!”

<< Oh, beh… Non ho ancora capito se è stato un bene o un male che si sia alleato con Germania, ma in ogni caso, finché resta con me, non ha nulla da temere. >>

Tirò le somme su quel finale: avevano conservato le loro colonie (e pure la loro dittatura purtroppo…); quanto agli amici, di sicuro sarebbero riusciti a trovarne qualcuno, specie in un’atmosfera rilassata come quella della pace.

“Vuoi un caffè?” –gli chiese Feliciano quando ebbero riempito la pancia- “Etiopia non manca mai di rifornirci la dispensa.”

“Ottimo!”
TOC TOC!
“Oh, e ora chi sarà?”

Mentre Feli andava ad aprire, Romano annusò il piacevole aroma dei chicchi di Etiopia…

“HOLA!”

“?!?!?”

Purtroppo però a bussare alla loro porta non era stata lei, ma Spagna!

“Ve! Ciao! Che cosa ci fai qui?”
“Sono venuto a vedere come stavate dopo averla scampata! Vi ho portato una pianta di pomodori come regalo!”
“Che bello! Non è un pensiero gentile, Romano?”
“Ge-gentilissimo…”
“Ti vuoi accomodare? Stavamo giusto per fare un caffè!”

“Volentieri!”
“Ehi, no! Io non voglio che si accomodi!”
“Toh! Guarda un po’ che c’è nella mia tasca! Un trattato di alleanza! Vi va di firmarlo?”
“Siii!”
“NOOO! Tutti ma non lui!”

Invece si, dato che già in passato il loro capo aveva dato una mano al suo: era una conseguenza abbastanza ragionevole.

Antonio corse a prendergli le mani: “Mi querido Romano, che gioia! Ora siamo alleati!”

Suo fratello già saltellava di gioia: “Che bello, abbiamo un amico! Ora potremo invitarlo a pranzo da noi!”
“Oh, mi farebbe molto piacere! Ora che siamo alleati, mi vedrete più spesso… Parecchio spesso…” –sussurrò nell’orecchio di Romano.

“Non è possibile… Scampare a Germania per finire nelle grinfie di questo qui! Non me ne va bene una! Adesso basta, chiudiamola qui!”

Spagna restò allibito quando sentì la sua stessa voce provenire da chissà dove: << No, ti prego! Proprio ora che questa ucronia sta diventando interessante! >>

“FATEMI SUBITO USCIRE DI QUIIIIIIII!!!”

 

 

“Bentornato tra noi!”

Romano rispose con uno sguardo torvo al sorriso ebete di Alfred: “Sappi che ho un bel po’ di reclami da fare sul tuo prodotto!”

“Niente rimborsi!”

L’italiano si rimboccò le maniche: “Se vuoi scusarmi, ho tre cose importantissime da fare!”

Alzò il dito al cielo: “Numero uno!”

Cercare Belgio per trovarla con le guancie tutte rosse e gonfie di rabbia e gli occhioni pucciosi pieni di lacrime: “Che vuoi tu? Perché non te ne vai a flirtare con quell’Etiopia? Tu con me hai chiu…”

La zittì baciandola. E lui era un baciatore pieno di trasporto!

Fu Francia a parlare per tutti gli attoniti lì intorno: “Magnifique! Così si fa con una donna!”

“Che uomo…” –si complimentò America.

Lasciata Belgio sul posto in trance con gli occhi a cuoricino, e ignorato deliberatamente Olanda che si sgranchiva le nocche, procedette spedito e deciso alla numero due!

“Etiopia!”

Le afferrò la mano e fece un’espressione da film drammatico: “Non poteva funzionare tra noi, dolcezza.”

“Ehm… Che peccato!” –fece lei un po’ imbarazzata.

“Numero tre!” –gridò, e si diresse al fratello.

“Ro-Romano?”

“……”

“……”
“TI VOGLIO BENE, FELI! BUAAAAAHHH!”
“VEEEEE!” –scoppiò a piangere l’altro a sua volta, abbracciandolo- “ANCHE IO! BUAAAAHH!”

“Scusami se sono stato un bastardo lì nello scatolone!”
“Fa niente, fratellone!”
Germania, prima sgomento, non poté non sciogliersi vedendo il loro affetto così salda: “Eh eh, sono felice che siate più uniti che mai!”

“Ah, già! Numero quattro!”
“Eh?”

Il tempo per Germania di riaprire gli occhi e c’era Romano che artigliava l’aria a un palmo dal suo naso, mentre Feliciano cercava con tutte le forze di impedirgli di commettere qualche pazzia bloccandolo alla vita!

“Io ti odio, brutto maledetto puzzone! È sempre colpa tua di tutto, che tu ci sia o no! È colpa tua anche quando non è colpa tua! Io ti distruggo! Ti prendo a morsi! Ti riduco in farina e ci faccio la pizza! Vieni qui! Ti sistemo io! Grrrrr!”

Germania sospirò e se ne andò: purtroppo, fintanto avrebbe avuto a che fare con Feli, avrebbe sempre dovuto fare i conti col suo caro fratellone!

 

 

 

Cavoli, sto diventando sempre più lungo con questi capitoli! Scusatemi tanto ^_^”

Come al solito mi vengono un sacco di idee, non riesco a tagliarle e mi dilungo troppo XP

Spero però l’abbiate apprezzato, dall’inizio alla fine ^__^ Il povero Romano, a differenza degli altri, sembra aver sofferto un po’ di più questo cambio del corso storico, ma proprio perché la sua è stata una storia più difficile ha dovuto dimostrare tutta la forza che possiede! E poi dai, gli ho anche dato il bacio a Belgio X3

Che non me ne vogliano i fan SpaMano, ma io sarò sempre per loro due!

Spero vi siano piaciuti anche i miei OC! Se volete sapere com’è fatta Etiopia, ecco il link dell’autrice di deviantart da cui l’ho ripresa (leggete il suo doujin ItaEtio, è stupendo!) >>> http://plenier.deviantart.com/gallery/#/d4tgt2i

Chissà, forse se non fossimo entrati in guerra ci sarebbe andata anche peggio, anziché meglio, chissà… Ad ogni modo, speriamo che a noi italiani non ce ne capitino più di prove così ardue, ma che in ogni caso saremo sempre pronti a superarle tutti uniti!

Alla prossima ucronia!

 

PS: ROMANO X BELGIO ORA E SEMPRE!

  
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