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Autore: TheSlayer    07/11/2012    2 recensioni
Rebecca è una ragazza viziata di Los Angeles. Ha vissuto per tutta la sua vita in un'enorme villa a Beverly Hills ed è abituata a fare tutto quello che vuole senza nessuna conseguenza.
Quando organizza l'ennesima festa, però, sua madre la scopre e ne ha abbastanza. Per punizione la spedisce a vivere a Londra da suo padre, dove dovrà passare un'estate completamente diversa dal solito e dove incontrerà due ragazzi che le faranno perdere la testa. In tre mesi Rebecca dovrà cambiare vita e prendere una decisione importante: chi sceglierà tra Zayn e Harry?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Another World'
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Another World

Capitolo 6 – Shop until you drop

Quando tornai a casa dal lavoro, il giorno seguente, stavo sorridendo. Safaa e Waliyha erano state bravissime, avevano fatto i compiti senza protestare e io ero più ricca di cinquanta sterline. Il che mi portava ad un totale di centocinquanta sterline da spendere per comprare qualcosa di caldo per sopravvivere alle giornate di pioggia. Inoltre avevo rivisto Zayn, avevamo bevuto un’altra tazza di thè insieme e avevamo fatto programmi per il sabato seguente.
In soggiorno trovai Harry, Louis, Eleanor e un altro ragazzo biondo che doveva essere Niall, quello con cui andavano sempre a giocare al parco. I ragazzi stavano giocando ad un videogame di calcio per Xbox, mentre Eleanor era seduta sul divano a sfogliare l’ultimo numero di Vogue. Cercai di ignorare le urla che provenivano da quegli scalmanati.
“Hey!” Salutai Eleanor. La ragazza alzò gli occhi dal giornale e mi sorrise.
“Ciao, Rebecca! Come stai?”
“Bene, grazie. Tu?”
“Ignoro questi animali.” Rispose ridendo e puntando la testa nella direzione dei ragazzi. Niall aveva appena fatto goal e aveva cominciato a correre per tutto il soggiorno, urlando.
“Ragazzi.” Commentai con un sorriso. Incrociai lo sguardo di Harry e tornai immediatamente seria.
“Oh, hey Becca!” Mi salutò Louis, spostando la sua attenzione su di me per qualche secondo per poi tornare a fissare lo schermo. Niall era tornato davanti alla TV e stava pigiando sui tasti del controller come se fosse la missione principale della sua vita.
“Ciao, Louis.” Risposi.
“Appena ho finito la partita mi presento!” Esclamò Niall. “Non sono maleducato, sono concentrato!” Aggiunse.
“Non preoccuparti.” Lo rassicurai. “Eleanor, posso chiederti una cosa?” Domandai poi alla ragazza.
“Certo, e chiamami pure El.” Mi rispose e sorrise di nuovo. Mi accomodai sul divano di fianco a lei.
“Dovrei andare a fare shopping per comprare qualcosa di più pesante, ma non ho idea di dove andare. Consigli?”
“Sei venuta dalla persona giusta. Cosa ti serve?”
“Dovrei comprare delle felpe, credo. Una sciarpa, perché qui il vento è freddo, e delle calze, così posso continuare ad usare i miei vestiti. Ah, e delle scarpe che tengano la pioggia.”
“Hai un budget?” Mi chiese ancora El.
“Sfortunatamente sì. Centocinquanta sterline e me le devo fare bastare per tutto.” Risposi, vergognandomi. Ero sempre stata la ragazza ricca che poteva permettersi qualsiasi cosa. Mio padre, invece, mi aveva costretta a lavorare e a spendere solo quello che guadagnavo. Quindi potevo dire addio a quel bellissimo trench di Burberry che avevo visto sul giornale che stava leggendo Eleanor. E alle ballerine di Marc Jacobs che avevo visto su Internet la sera prima. Con i soldi che avevo potevo permettermi, forse, una manica di quell’impermeabile. Oppure la suola di una delle due scarpe.
“Potremmo andare a Oxford Street domani, dopo il lavoro?” Suggerì lei dopo qualche minuto. “Oppure, se piove troppo, andiamo da Westfield.”
Niall si girò verso di noi.
“Andate da Westfield? Posso venire anch’io? Così mangiamo da Nando’s!” Ci chiese ed Eleanor scoppiò a ridere.
“Certo che sì. Ma prima devi sopportare il nostro shopping.”
“Affare fatto.” Rispose il ragazzo. “Comunque sono Niall, piacere di conoscerti.” Aggiunse porgendomi la mano.
“Piacere, Rebecca.” Dissi e la strinsi.
“A questo punto vengo anch’io.” Intervenne Louis. “Ho bisogno di un paio di cose da Hollister.”
Lo guardai e sorrisi. Louis sembrava uscito da un catalogo di Hollister con le sue magliette a righe e i pantaloni risvoltati alla caviglia portati rigorosamente senza calzini.
“Perché non andiamo adesso? Tanto i negozi sono aperti fino alle dieci e poi possiamo mangiare.” Propose Niall.
“Tu pensi sempre al cibo, eh?” Lo rimproverò Louis, scherzando.
“Sì, il suo unico neurone si chiama Nando.” Disse Harry, aprendo bocca per la prima volta da quando ero entrata. Eleanor, Louis e Niall risero. Mi unii a loro anche se non ero sicura di aver capito bene la battuta.
“Hazza, vieni anche tu?” Chiese Louis.
“Hazza?” Chiesi sottovoce ad Eleanor.
“Qui in Inghilterra se un nome contiene una ‘r’ dopo la prima sillaba per noi finisce automaticamente in ‘zza’. Tipo Cheryl diventa Chezza, Harry Hazza e così dicendo.” Mi spiegò lei. “Ogni tanto lo abbreviamo anche semplicemente in Haz.” Aggiunse dopo qualche secondo.
“Ah, ok. Non lo sapevo.”
“Dai, vieni con noi da Hollister!” Louis pregò Harry.
“E da Nando’s!” Rincarò la dose Niall.
“Va bene, d’accordo. Vengo con voi.” Acconsentì Harry.
 
Scoprii che Westfield, il centro commerciale dove eravamo diretti, era davvero vicino a casa nostra. In realtà era vicinissimo a casa di Zayn perché era alla fermata della metro di Shepherd’s Bush.
“Hey, ti posso parlare un secondo?” Mi chiese Harry mentre camminavamo tra i negozi. Avevo visto la vetrina di Jimmy Choo e avevo seriamente rischiato di attaccare le mani al vetro come fanno i bambini davanti ad un negozio di giochi. Annuii, cercando di mettermi in testa che non potevo permettermi quelle stupende scarpe, e mi voltai a guardarlo. Avvertii l’ormai familiare stretta allo stomaco quando i nostri sguardi si incrociarono, ma cercai di ignorarla.
“Cosa c’è?” Chiesi, scocciata. Eleanor, Louis e Niall stavano andando avanti, mentre noi eravamo ancora fermi davanti a Jimmy Choo. Qualunque conversazione che si svolgeva davanti ad un negozio di scarpe che non potevo più permettermi non poteva essere buona.
“Volevo chiederti scusa per venerdì sera. Forse sono stato un po’ duro con te.” Disse semplicemente. Pensai di mandarlo a quel paese e raggiungere Eleanor, ma qualcosa nel suo sguardo mi diceva che era sincero. Gli dispiaceva davvero… cosa, poi? Avermi rifiutata o avermi detto che per lui ero stata semplicemente una delle tante?
“Per cosa ti stai scusando, precisamente?” Chiesi, incapace di starmene zitta.
“Per le cose che ti ho detto e per come te le ho dette. Ero ubriaco.” Rispose facendo spallucce.
“Non avrei nemmeno dovuto provarci con te, ho sbagliato io.” Ammisi a testa bassa.
“Eravamo ubriachi entrambi.”
“Io molto più di te.” Affermai e lui sorrise.
“Torniamo a rapporti civili?” Propose.
“Dobbiamo pur sempre vivere nella stessa casa.” Accettai, porgendogli la mano per stringere l’accordo.
“Penso che sia meno imbarazzante anche per i nostri genitori se evitiamo di ignorarci e lanciarci occhiatacce da una parte all’altra della stanza quando siamo a cena.”
“Direi di sì.”
“Ottimo, allora smetteremo di ignorarci e di essere maleducati l’uno con l’altra...” Disse Harry, rimuovendo la sua mano dalla mia.
“E io non ci proverò più con te.” Conclusi la frase e abbozzai un sorriso.
“Possiamo aggiungere anche una piccola clausola sull’alcool?” Mi chiese improvvisamente. Avevo già ricominciato a camminare verso gli altri ragazzi, ma mi bloccò.
“In che senso?” Chiesi.
“Se usciamo di nuovo insieme eviterai di ubriacarti come hai fatto venerdì sera. Portarti in camera in braccio non è stato divertente. Mi è preso un colpo quando ti ho vista sul divano, pensavo fossi morta.”
“D’accordo.” Dissi e abbassai di nuovo lo sguardo. Quello non era di certo stato uno dei momenti più brillanti della mia vita. “E tu non mi parlerai più delle bionde che ti vuoi portare a letto.” Aggiunsi.
“Le more e le rosse vanno bene?” Mi chiese e risi, dandogli una lieve spinta.
“No, nessun colore di capelli.” Risposi. “Anche se torniamo ad avere rapporti civili, siamo pur sempre stati a letto insieme. Non mi va di sentire delle tue avventure con le altre. Hai i tuoi amici maschi per questo.”
“Mi sembra abbastanza giusto, anche se, tecnicamente, non siamo mai stati a letto insieme.”
“Sei pignolo al limite del sopportabile!” Esclamai. Entrambi stavamo ridendo e l’atmosfera tra di noi era decisamente meno pesante rispetto ai giorni passati. Le nostre risate si affievolirono quando tornammo a guardarci negli occhi. Sentii un brivido risalirmi la schiena mentre ripensavo a quello che era successo in quel pub ed ero sicura che anche lui stesse pensando alla stessa cosa. Distogliemmo velocemente lo sguardo e ricominciammo a camminare per raggiungere Eleanor, Louis e Niall che, nel frattempo, erano già arrivati dall’altra parte del centro commerciale.

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Angolo autrice:
Volevo ringraziare tutte le persone che leggono questa storia! Ogni volta che vedo il numero delle visite salire di uno mi spunta un sorriso, quindi grazie :)
E' la prima storia che pubblico e di solito sono molto nervosa quando si tratta di far leggere quello che scrivo ad altra gente.
Grazie anche alle ragazze che mi hanno lasciato qualche recensione, le apprezzo tantissimo! :*

   
 
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