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Autore: hikarufly    07/11/2012    0 recensioni
È quasi giunto l'autunno, nell'anno 1920. Downton sembra sempre la stessa... ma le cose stanno cambiando. Quattro ospiti e i loro servi porteranno scompiglio, e non solo, nella grande casa, e aiutando i suoi abitanti, ai piani superiori o inferiori, a vedere il mondo con occhi diversi.
(La trama non tiene conto degli avventimenti della terza stagione)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Nonostante le rimostranze delle donne della dimora, arrivò il giorno in cui Lord e Lady Glenravel videro, per la prima volta insieme ai loro amici scozzesi, Downton Abbey.
Il sole era alle volte ombreggiato da qualche bianca nuvola, ma queste non riuscivano ad oscurarne la presenza o la grandiosità. Un paio di Austin dall’aspetto sportivo e la capote di stoffa ben chiusa arrivarono senza troppa foga sul selciato, dove si trovavano Mrs Hughes, Mr Carson e il resto della servitù, ben in fila per accogliere degli ospiti importanti, seppur chiacchierati. Non si dica mai, diceva Mr Carson, che Downton non sia in grado di dimostrarsi impeccabile anche con chi potrebbe non meritarselo. Lord e Lady Grantham erano pronti ad accogliere gli ospiti, insieme a Mary, Matthew e Edith: Sybil diceva di non sentirsi bene e non riuscire a stare in piedi per troppo tempo, perciò li aspettava nel salotto.
Dalla prima auto di un azzurro chiarissimo scese Lord Glenravel, e dalla seconda, di un color crema, Mr Robertson, Esquire di Inverness. Lord Glenravel era un uomo piuttosto alto, nella seconda metà dei suoi quarant'anni, dal fisico ben proporzionato. Aveva gli occhi verdi e un sorriso quasi tagliente, se voleva usare parte della sua ben fornita dose di ironia. Era però un uomo buono, in generale, e la luce sarcastica nei suoi occhi, così come la curva beffarda del suo sorriso, la riservava per le occasioni più speciali. Le sue sopracciglia folte e i capelli cortissimi erano più neri della pece. Il suo amico Marcus Robertson, poco più giovane, non poteva sembrare più diverso da lui: fisico più piazzato, capelli e barba di un rosso un po’ opaco, aveva il naso aquilino ma sottile, occhi nocciola gentili come la sua indole e un sorriso contagioso. Entrambi aiutarono le proprie mogli a scendere: Caitlin Roberston, a occhio non molto più giovane di venticinque anni, aveva i capelli ancora più rossi del marito, stretti in una pettinatura alla moda, grandi occhi azzurri e pelle bianca come una bambola di porcellana. Il suo abito dal taglio modernissimo ne esaltava la figura slanciata, alta e magra, e sembrava avere anche il giusto portamento nonostante le sue origini, considerate umili dalla maggior parte dei presenti. Per qualche istante, fece ricordare a Matthew la giovane Lavinia Swire, giunta anche lei con un poco di imbarazzo e soggezione. Tutti, però, aspettavano che fosse Lady Glenravel a scendere: era lei la novità e il pettegolezzo del momento, in fondo. La ragazza scese con eleganza, reggendosi alla mano del marito: avrà avuto pochi più anni dell'amica, e perciò non più di trenta. Lord Grantham trattenne a fatica un’esclamazione di sorpresa, e così Mr Carson e Mrs Hughes: erano abituati a non dimostrare alcun segno di emozione e non scomporsi. Ma ad un osservatore attento non sarebbe sfuggita la loro reazione.
Lady Siobhan era vestita con un abito rosso cupo d’alta sartoria e di ultima moda: dei motivi geometrici ricamati in nero e bianco panna si trovavano sulla parte anteriore del vestito fino alla cintura di stoffa nera che divideva il corpetto dalla gonna, che lasciava in mostra quasi fino al ginocchio le sue gambe. Due scarpine nere comode ed eleganti le permettevano di camminare anche sul selciato. Aveva il viso dolce, con due grandi occhi color smeraldo, la bocca tinta del rosso cupo del suo vestito e… capelli neri e corti, a malapena di una dozzina di centimetri, divisi in tantissimi e folti ricci. Il suo sguardo fu di meraviglia di fronte alla grande casa, ma vi era anche una sorta di malinconia o di tristezza in esso. Suo marito la richiamò alla sua attenzione con un gesto leggero ma efficace, tanto che nessuno dei presenti se ne accorse, ma lei si voltò subito verso di lui, con un sorriso tranquillo. Lord Glenravel, dunque, tenendola per mano, passò di fronte alla servitù, con un cenno del capo marcato e rispettoso e si portò di fronte ai padroni di casa.
«Milord» salutò lui, con un’espressione difficile da decifrare per chi non lo conosceva: era serio, era scherzoso, era contento? Difficile capirlo. Lord Grantham riprese istantaneamente il controllo di sé, porgendo una mano all’amico, che gliela strinse.
«Downton Abbey è sempre più bella e sembra sempre più forte. Non mi aspettavo niente di diverso da voi» continuò il nuovo arrivato, con un forte accento dell’Ulster, stringendo la mano a Sir Robert, che rispose in modo semplice e cortese.
«Ricordate Lady Cora, immagino» aggiunse poi Lord Grantham, allungando una mano verso sua moglie che, con un sorriso gioioso, allungò la mano per lasciarsela baciare da Lord Glenravel.
«Come dimenticare?» replicò l’ospite, per poi attendere che i suoi amici lo raggiungessero.
«Questa è mia moglie, Siobhan» presentò poi, e la ragazza fece una riverenza impeccabile «e questi sono i nostri cari amici Marcus e Caitlin Robertson, di Inverness»
I coniugi scozzesi sembravano piuttosto imbarazzati e modesti: si leggeva nei loro sorrisi impacciati e nei loro occhi curiosi quanto si sentissero onorati di essere lì, e Marcus non tardò a dirlo persino con le parole.
«Gregory ci ha parlato con così tanto entusiasmo di voi e della vostra casa che non ci immaginavamo neppure che potesse superare così nettamente le nostre aspettative, milord» disse Marcus, la cui inflessione scozzese nella voce era pesantissima. Carson il maggiordomo cercò di non dimostrare quanto quell'uso del nome di battesimo per un lord gli paresse sconveniente.
«Se non lo conoscessimo bene, direi che c'era anche un po' di invidia nei suoi racconti...» aggiunse Caitlin, l'accento più dolce e meno forte, prendendo il braccio del marito, stringendolo con le lunghe dita affusolate. Lord Glenravel rivolse uno dei suoi sorrisi più smaliziati all'amico e soprattutto a sua moglie, mentre Lady Siobhan era rimasta in silenzio, con un sorriso cortese e senza alcun tipo di falsità. Aveva osservato la servitù con garbo, gli uomini della casa con virginale disinteresse e le donne con un pizzico di sfrontatezza.
Finalmente, dopo qualche altro convenevole, Lady Grantham prese in mano la situazione e invitò gli ospiti a entrare.

Downton era immersa nel silenzio della notte. La luna era stata piena la sera prima, e anche in quel momento rischiarava la biblioteca con la sua luce perlacea. A scontrarsi con quel chiarore, l'alone aranciato e rossastro del camino, ancora acceso nonostante l'ora, scoppiettava dalla parete opposta alla finestra da cui le finestre aperte lasciavano entrare la luce.
Una ragazza leggeva un libricino, immersa in un mondo tutto suo, accoccolata sul divano, i piedi sotto le gambe. La sua camicia da notte la circondava tutta con la sua stoffa candida in tante pieghe e sbuffi, facendola sembrare un pulcino avvolto in un grande panno. Sulla sua testa, una cascata di ricci scuri nascondevano i suoi occhi smeraldini, intenti e immersi nella lettura quanto la sua mente e il suo cuore.
Ma non era sola: una figura scivolò vicino alla porta, facendo guizzare la sua ombra come quella di Peter Pan. La ragazza se ne accorse e alzò la testa. Chiuse il libro, tenendo un dito sulla pagina che stava leggendo, e lasciò che le sue iridi guizzassero dietro alla figura.
«Sei tu?» sussurrò nel silenzio, che risuonò come la voce di uno spirito. La figura si affacciò dalla porta. La ragazza sorrise con tutta la gioia che poteva esprimere. Allungò una mano in sua direzione e dall'ombra il piccolo Robert Crawley si avvicinò.
«Zia Agnes, ho avuto un incubo» bisbigliò il ragazzino, con un pigiamino quasi troppo largo per lui. La ragazza gli fece cenno di sedersi accanto a lei, e gli carezzò la testa, passando le dita tra i suoi capelli corti.
«C'erano dei folletti?» domandò lei, alzando appena le sopracciglia. Robert mosse la testa energicamente, annuendo. La ragazza lo abbracciò stretto, senza smettere di sorridere.
«Sarò sempre qui io a proteggerti» rispose Agnes, posandogli un bacio sulla testa. Quando si separò da lui, lo osservò con la fronte aggrottata, e lo sguardo lontano.
«Sei così invecchiato...» disse, la voce come svuotata.
Robert Crawley si svegliò così dal suo sogno, inorridito e sollevato al tempo stesso nell'attimo del risveglio, nel rendersi conto di essere passato dal bambino che era all'uomo addormentatosi accanto a sua moglie, in quel giorno del 1920 in cui Lord Glenravel doveva arrivare.

Lady Violet e Lady Sybil erano sedute in uno dei salottini dove di solito la famiglia si riuniva, e dove Lady Cora soleva ricamare con il tamburello. Tom Branson era in piedi, e si appoggiava appena al caminetto, acceso quel poco che basta per riscaldare una giornata autunnale. Lord e Lady Grantham, insieme alle altre due figlie e il genero, fecero il loro ingresso, seguiti dagli ospiti che avevano avuto modo di accomodarsi e sistemarsi. Lady Violet ebbe di che meravigliarsi subito e lamentarsi poi.
«Sybil? Sybil Branson!» esclamò Caitlin Robertson, con un sorriso che avrebbe sciolto il più crudele degli uomini. Lady Siobhan sgelò la sua espressione quasi indifferente nel notare la terza figlia di Robert e Cora e sfoggiò un viso radioso e contento come quello dell'amica. Sybil si alzò immediatamente, nonostante la pancia già un po' rigonfia e andò incontro a Caitlin, abbracciandola.
«È così bello vederti! Come stai? E il piccolino?» domandò subito la ragazza scozzese, mentre Siobhan andava a stringere la mano a Branson.
«Tom... è fin troppo tempo che non ci vediamo. E ora ti trovo in mezzo agli inglesi» lo apostrofò con un tono di voce musicale e ironico tanto quanto l'espressione che suo marito aveva appena messo su.
Lady Violet era a dir poco inorridita: non solo non veniva presa in considerazione prima del suo genero senza sangue nobile, ma quegli ospiti chiacchierati si ostinavano a far vedere quanto non importasse loro di alcun tipo di convenzione. Lady Cora era senza parole, mentre osservava il marito, come a ordinargli di fare qualcosa. Lord Robert cercò perciò di attirare l'attenzione, mentre Matthew osservava la scena senza sentire lo scandalo, ma più la sorpresa di sapere che Sybil conosceva già i loro ospiti e non l'aveva detto loro.
«Posso presentare mia madre, Lady Violet? Lord Glenravel la ricorderà di certo» domandò il padrone di casa, mentre Caitlin avvampava alla presenza di cotanta nobildonna e Siobhan, come niente fosse, si voltava verso di lei e le faceva una riverenza. Lord Glenravel e Marcus fecero a loro volta un inchino piuttosto profondo, per arginare l'incidente.
«Così va meglio...» dichiarò la nobildonna, dando quasi involontariamente un colpo con il proprio bastone a terra. Siobhan e Caitlin vennero invitate a sedersi accanto a Sybil, mentre Marcus e Sir Gregory restarono in piedi, vicino a Robert e Matthew, tra il divano sui cui stavano sedute le ospiti e la giovane incinta e quello dove erano accomodate Lady Grantham e le altre due figlie.
«Posso essere tanto sfacciato da dirvi, Lady Grantham, che non siete invecchiata un giorno da quando ci siamo visti l’ultima volta?» domandò Lord Glenravel, gli occhi accesi da una lucetta impertinente.
«Siete sempre stato sfacciato, Lord Glenravel. Che differenza farebbe darvene il permesso?» replicò la Contessa Violet, scambiando un'occhiata con quell'uomo, che reclinò il capo da parte, come ad ammettere la sconfitta. La nobildonna passò poi ad osservare la sua giovane e chiacchierata moglie, rimasta in silenzio per tutto il tempo, se non fosse stato per la sorpresa di vedere Branson. Nei suoi occhi c'era una strana espressione, come se cercasse di risolvere un proprio dubbio su quel volto nuovo.
«Spero che vostra moglie non ecceda come fate voi» aggiunse quindi, rivolgendosi con lo sguardo alla ragazza. Lady Siobhan alzò gli occhi da un libricino che aveva trovato accanto a sé, il libro che Sybil aveva preso in prestito dalla biblioteca del padre. Lord Grantham lo riconobbe subito, ma non disse nulla, sotto un'occhiata interrogativa della moglie, che non ebbe soddisfazione alla propria curiosità in proposito.
«Nessuno può superare mio marito in ironia o sarcasmo, milady. Vorrei poterlo fare, credetemi... ma ho ancora fin troppo da imparare» ammise Siobhan, con un sorriso a dir poco sornione, mentre il marito la sosteneva con il solo sguardo.
«È sulla buona strada, questo è certo» aggiunse Lord Glenravel, voltandosi per un attimo verso Mr Robertson, il suo amico scozzese.
«Perdonate la domanda» disse Caitlin Robertson, come una bambina che ha paura di disturbare gli adulti con le sue sciocchezze «quale di voi signore è un'appassionata delle poesie di Christina Rossetti?»
Lady Violet sgranò gli occhi nel riconoscere l'autrice del volumetto tra le mani di Lady Siobhan, mentre Lady Cora, Lady Edith e Lady Mary osservavano la ragazza scozzese piuttosto dubbiose.
«Ho trovato questo libricino nella biblioteca dello studio di papà» si intromise Sybil, per cercare di chiarire la strana domanda «non credevo fosse il suo genere di lettura, così...»
Venne interrotta, però, proprio da sua nonna.
«Credevo che quel libro non fosse più in questa casa» apostrofò Lady Violet direttamente verso suo figlio, con il tono di chi non dice nulla di importante ma lo sguardo più furioso di quanto ci si potesse aspettare.
«Lo comprai a Londra, mamà, circa quarant'anni fa» replicò Lord Grantham, con lo stesso tono della madre ma un'occhiata perentoria e autoritaria. Lady Siobhan tornò silenziosa, ma la sua attenzione era ben più marcata di quella degli altri commensali.
«Comprato a Londra? Quarant'anni fa?» domandò Lady Violet, la fronte aggrottata.
«Sì, mamà in una libreria, una semplicissima libreria, quando avevo diciassette, forse diciotto anni» rispose Lord Grantham, mentre sua moglie e le sue figlie, nonché i Robertson, si chiedevano cosa ci fosse di così strano per essere motivo di tanto trambusto. Lord e Lady Glenravel non davano segni di confusione o disinteresse: sembravano molto concentrati sugli scambi dei due. La risposta di Lady Violet, però, non venne mai. Carson il maggiordomo fece capolino dalla porta del salotto.
«La cena è pronta, Milord» annunciò con la sua voce profonda e rassicurante.

La servitù era in attesa del ritorno delle cameriere di Lady Glenravel e Mrs Robertson, nonché del valletto di Lord Glenravel. Mr Robertson non aveva un valletto personale, ma il suo maggiordomo ne faceva le veci, quando era a casa: preferiva viaggiare senza di lui, in ogni caso. Mr Carson, Mrs Hughes e il resto dello staff avevano intravisto la servitù degli ospiti e avevano dato loro il benvenuto all'ingresso, ma non avevano scambiato più di un convenevole con loro.
Jenna McNeal era una ragazza di aspetto giovane e gentile, e tornò per prima, dalla stanza di Caitlin Robertson: i capelli castano ramato erano ben acconciati, la sua divisa era semplice quanto ben cucita, e si sedette vicino ad Anna Bates. Saoirse Donnelly invece era una donna più adulta, probabilmente poco più giovane di Miss O'Brien, dallo sguardo etereo ed altero ma fermo: i suoi tratti erano imperiosi ma dotati di una certa armonia; aveva i capelli color pece, evidentemente ben curati e lunghi, sebbene legati, e gli occhi di un castano tendente al verdognolo. Costei si andò a posizionare proprio di fianco alla cameriera personale di Lady Cora.
«Che posto magnifico!» esclamò Jenna, con un mezzo sospiro «deve essere così bello lavorare qui, con tutta questa gente... siete in tanti, vero?» aggiunse, rivolta ad Anna, che le sorrise.
«Sì, siamo in tanti, è una casa molto grande e vi abita una famiglia importante... è davvero bello lavorarci, ovviamente. Tu ti trovi bene da Mrs Robertson?» chiese la moglie di Mr Bates, cortese.
«Oh, certo! È una persona così gentile, e poi sto imparando molte cose lavorando presso di lei. È davvero, davvero gentile» raccontò Jenna, mentre il resto della servitù di Downton Abbey ascoltava insieme ad Anna.
«E voi, Miss Donnelly? Come vi trovate presso Lady Glenravel?» domandò Mrs Hughes, cortese. La cameriera di Lady Siobhan si volto verso di lei con un fare molto più nobile di quanto si aspettasse la governante a cui si rivolgeva.
«È Mrs Donnelly, Mrs Hughes» si intromise Jenna, per poi pentirsi un po' di aver parlato. Saoirse Donnelly le fece un cenno che sembrava dirle di non preoccuparsi.
«Sono vedova, Mrs Hughes. Da molti anni ormai, aggiungerei, per questo Jenna si è sentita in dovere di avvertirvi» spiegò, cortese, con quell'atteggiamento un po' etereo ma cortese che si intravedeva già nel suo sguardo «conosco Lady Siobhan da prima che sposasse Lord Glenravel, le sono molto affezionata. Lavorare nell'Ulster è piacevole, mi trovo molto bene» aggiunse, facendo nascere in tutti molta curiosità riguardo a questa Lady: la sua cameriera la conosceva da prima, perciò sapeva se le storie sulla stregoneria e il resto erano vere...
Il valletto di Lord Glenravel era invece fuori, intento a fumarsi una sigaretta: Desmond McGrath era stato un cameriere per qualche anno, per poi essere promosso a primo cameriere e successivamente a valletto nel giro di poco tempo, molto meno di quanto generalmente fosse necessario. Era un uomo di bell'aspetto, distinto, che spesso veniva scambiato per il maggiordomo di Lord Glenravel per i suoi modi eleganti e portamento impeccabile. Aveva il tipico aspetto del bell'irlandese, con quei capelli neri come la pece e gli occhi di verde smeraldo, ma la carnagione chiara di chi non vede quasi mai il sole, o è circondato dalla pioggia. Spense la sigaretta, si scusò con Thomas Barrow, che sembrava andare a dargli il cambio nella stessa occupazione, e si presentò a Mr Carson, una volta dentro. Il maggiordomo di Downton Abbey restò piacevolmente sorpreso dei suoi modi, mentre il resto dello staff, soprattutto femminile, lo fu anche del suo aspetto. Almeno finché James, il nuovo cameriere appena assunto, non fece il suo ingresso, conquistando, con il suo ciuffo biondo, le attenzioni del gentil sesso, dalla nuova sguattera a Jenna McNeal.
   
 
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