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Autore: ___Vicky    07/11/2012    11 recensioni
Aurora. Una ragazza di sedici anni, amante dei bambini. Lavora in un asilo dove incontrerà Marco, un bambino dolce quanto bello, dall'età di tre anni.
Questo piccolo angelo ha un fratello, che è un grande diavolo, Federico.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ultima campanella. La liberazione. Prendo lo zaino, lo carico su una spalla e, accompagnata da Chiara mi dirigo verso l’uscita di scuola.
Prendo un bel respiro e alzo le mani al cielo radiosa.

Prendo l’I-Pod, infilo le cuffiette e a massimo volume mi metto ad ascoltare una delle canzoni che hanno accompagnato la mia infanzia e adesso la mia adolescenza.

‘’Solo con te, ma tu, 
non ho bisogno neanche di pensare 
e svegliarsi la mattina, 
con la voglia di parlare solo con te 
e non è niente di speciale ma 
questo mi fa stare bene, solo con te’’


Cammino sul marciapiede, arrivando a casa dopo pochi minuti.

Trovo mia madre davanti alla porta e un buonissimo profumo di peperoni invade il mio animo
.
A malincuore dico –Mamma io devo andare a lavoro oggi! Te lo avevo detto quindi non mangio.- annuisce sorridendo –Ok cara. Mi fa piacere che sei riuscita a trovare un incarico tutto per te. Non sei contenta? Ora puoi comprare tutto ciò che vuoi senza dover chiedere a noi!- sorrido ricambiando l’abbraccio che mi ha appena dato.

Dopo poco esco di casa, prendendo il mio ombrello a causa del cielo cupo che portava pioggia.
Sul pianerottolo trovo una signora che sposta vari scatoloni.

Ha gli occhi verdi smeraldo e i capelli rossi. Deve essere una donna sulla quarantina d’anni così la saluto cordialmente.

-Oh ciao cara! Sono la signora Claudia. Io e la mia famiglia siamo i tuoi nuovi vicini- le porgo la mano –Piacere signora io sono Aurora. Mi scusi ma vado di fretta. Cordiali saluti a tutta la sua famiglia-.

Devo ammettere che con le persone adulte ero molto educata. Correndo, mi dirigo verso l’asilo.

Ho sempre avuto un’immensa passione per i bambini e così, quando mi si è presentata davanti agli occhi la realtà, ho deciso di trovare un lavoro. E il fato volle, che trovassi il lavoro adatto alla mia passione.

Appena entro nell’istituto, vengo invasa da pace e tranquillità.
Sento le risate dei bambini e li vedo correre divertiti e questo mi rasserena l’anima.
Laura, l’insegnate mi raggiunge –Ciao cara! Io purtroppo oggi ho le riunioni con i genitori per cui ti dispiace badare alla mia classe? Ah dimenticavo. C’è un nuovo bambino che si è appena trasferito. Cerca di farlo ambientare come si deve- annuisco abbastanza motivata e mi dirigo verso la classe di Laura.
Trovo un bambino dai boccoli scuri e angelici con gli occhi verdi, vispi e ingenui.

Mi abbasso sulle ginocchia e gli sorrido –Ciao!- lui sorride intimidito mostrando i dentini e tenendo il grembiule con le piccole manine –Ciao. Io sono Marco e ho tre anni- mi dice indicando il numero con la mano.

Sorrido ancora –Tre anni? Ma allora sei super grandissimissimo!- lui annuisce poi, gli prendo la mano e lo porto al centro dell’aula.
Tutti i bambini lo guardano incuriositi –Allora bambini, lui è Marco.
Un vostro nuovo compagno di classe. Mi raccomando fate amicizia con lui- dopo pochi secondi arriva Gaia, che lo prende per mano e lo porta fino al tavolo dei giochi.

Dopo un paio d’ore di relax, suona la campanella così accompagno i bambini fuori.
Pian piano tutti i bambini tornano a casa con i loro genitori.

Vedo un ragazzo correre affannosamente e Marco andargli incontro.

Il ragazzo, che, ad occhio dovrebbe avere la mia età, lo prende in braccio e poi si avvicina verso di me.

-Ciao- mi dice con un ghigno stampato in faccia sorrido –Ciao- continua a sorridere in quello strano modo.

Ha degli occhi verdi smeraldo proprio come quelli di Marco e dei capelli scuri.

-Perché lavori e non ti comporti come le altre ragazze? Che so magari andare a fare shopping, incontrare qualche ragazzo… Non sono cose più normali?- socchiudo gli occhi –Beh io non sono come le altre ragazze e adesso levati perché devo tornare a casa- lascia il fratellino libro di scorrazzare dove vuole e lui, si rifugia in macchina con i genitori.

-Ah! Chiaro! Ho a che fare con una di quelle acide e scorbutiche- socchiudo gli occhi in segno di sfida –Senti nessuno ti ha detto di rivolgermi la parola per cui adesso puoi anche andartene- ghigna di nuovo.

Non sopporto i ragazzi così –Okok calmati!- ecco che la pioggia inizia a scendere velocemente.

Sono già tutta inzuppata.

-Vuoi un passaggio fino a casa? Così ti bagnerai tutta lo sai vero?- mentre cerco nello zaino l’ombrello dico –Non lo sapevo che l’acqua ti bagna sai? E comunque no grazie. Ho l’ombrello-.

Dopo aver svuotato la borsa dico –E cazzo! Ho lasciato l’ombrello dentro- ghigna di nuovo –Adesso lo accetti il passaggio?- annuisco rassegnata e sbruffando mi dirigo verso un’audi a3 blu.

Mi apre lo sportello e mi metto al centro dietro, dato che il posto verso il finestrino era già occupato da Marco.
-Mamma accompagniamo la maestra di Marco a casa se non ti dispiace.

Così dicendo toglie il suo giubbino inzuppato e inizia ad asciugarsi i capelli come meglio può.

La madre e il padre di Marco e dell’altro ragazzo di cui ancora non so il nome,mi guardano poi riconosco i capelli rossi e gli occhi verdi di stamattina –Aurora! Oh ma che coincidenza! Tu sei la maestra di Marco? Ma sei così giovane!- dopo aver spiegato in poco tempo la storia dell’indipendenza,il ragazzo dice –Mamma ma come fai a conoscerla?- la signora Claudia sorride –E’ la nostra vicina di casa-.

Entrambi sgraniamo gli occhi. Non avevo proprio pensato che se lei fosse la mia vicina di casa,di riflesso,lo era anche il figlio.
-Federico tutto bene?- annuisce ancora sotto shock.

Poi, per il resto del viaggio ci pensò Marco a parlare della sua prima giornata di scuola.

Appena arriviamo scendo dall’auto e mentre tutti prendono l’ascensore io e Federico facciamo le scale.

-Non sei contenta di avere un grande figo come vicino di casa?- sbruffo –Se avessi avuto un grande figo come vicino di porta a quest’ora gli starei già bussando non credi?- alza le spalle sistemandosi i capelli poi, busso freneticamente al campanello.
Mia madre mi apre salutando Federico, mentre tutti quanti si mettono a fare comunella sul pianerottolo io e ‘’il grande figo’’ ci rifugiamo in casa.

Ecco che trovo Sandro, mio fratello in cucina, disteso sul divano a guardare la tv –Come è andata il lavoro sorellina?- mentre cammino per il lungo corridoio,verso la mia stanza,rispondo –Na merda-  ecco che chiudo la porta bianca isolandomi dal resto del mondo con il mio pc tanto adorato.

Mi metto ad ascoltare un po’ di musica e a cazzeggiare un po’ su face book;giusto perché non ho niente da fare.

Una nuova richieste d’amicizia Federico Vuono.

Sbruffo e mi metto a guardare il suo profilo. Mille e passa amici. Ma bene!

Come immagine del profilo c’era lui, con il suo solito ghigno stupido stampato in faccia.
Decido di accettarla non so nemmeno io per quale motivo.

Guardo nelle chat per trovare il nome di Chiara ed ecco che la e le scrivo
‘’Ciao cara :D’’

Non risponde.

Probabilmente lo avrà lasciato aperto come al suo solito.
Ecco che mi si apre una nuova chat

‘’Vedo che mi hai accettato la richiesta. Non riesci proprio a stare senza di me ;)’’
Strizzo gli occhi e con la grazia di un elefante premo i tasti come se fossero dei chiodi da martellare.

‘’Veramente sei tu quello che non riesce a starmi lontano dato che la richiesta me la hai inviata tu’’

Apro una nuova finestra e vado su youtube cercando qualche canzone di Bruno Mars da sentire.
Poi scelgo Marry You.

Intanto mi arriva un altro messaggio da quel pazzo psicopatico.

‘’Sempre aggressiva tu eh?’’
sorrido alle parole di Bruno.
‘’Sempre :3’’
‘’Sai mia madre mi ha detto che sta sera siamo invitati da voi a cena. Metti un bel costume da cameriera mi raccomando! Ciao ciao diavoletta’’

Sgrano gli occhi.

Poi dico ‘’ -.- Tu invece vestiti da maniaco. Ah no! Dimenticavo che per te non c’è bisogno di un costume per sembrare un maniaco!’’

Con la mano abbasso lo schermo del portatile e dopo essere rotolata giù dal letto, raggiungo mamma, intenta a preparare un tiramisù –Mamma! Perché hai invitato i vicini a cena?- lei mi sorride continuando a spalmare crema su un tegame –Perché sono molto simpatici e poi bisogna essere gentili- mi vibra l’occhio dalla rabbia e ritorno in camera.


Angolo autrice: Ah! Ammirate! Appena finita un'originale ed ecco che la mia mente contorta ne crea un'altra xD 
Ma cosa sono? Spero vivamente che seguiate questa storia.
Non mi allungo con parole inutili per cui lasciate un commentino eh!
Lu*
   
 
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