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Autore: wendynoh    08/11/2012    1 recensioni
[Glee x Skins]
Kurt Hummel ha sempre desiderato una vita perfetta: una carriera invidiabile a Broadway come attore protagonista, un ragazzo stupendo, pieno di talento e follemente innamorato di lui, un ragazzo come Blaine Anderson. Sembra andare tutto per il verso giusto, fino a quando non arriverà a Lima una compagnia di giovani attori inglesi pronti a prendergli il posto da superstar.
**
Maxxie Oliver sta finalmente per dare una svolta alla sua vita, Lima sarà il trampolino di lancio per la sua futura carriera e non può di certo farselo scappare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7.
And now I know how I feel.




« Okay, manca solo un'ora, stai calmo. Stai calmo. » Erano queste le parole che risuonavano nella mente di Sebastian da circa dieci minuti, e ora a quanto pareva erano persino uscite dalla sua bocca.
Stai pensando di nuovo ad alta voce, smettila.
« Agitato Smythe? » sorrise Blaine andando incontro al ragazzo. Dopotutto era davvero carino.
Blaine strinse la mano di Sebastian e a quel tocco l'Usignolo si sentì subito rincuorato, andava tutto bene. Era bravo lui, se ne rendeva conto. Era un abile cantante, aveva carisma e aveva baciato Blaine Anderson senza che questo smettesse di rivolgergli la parola. Poteva benissimo sopportare l'ansia da prestazione, sarebbe andato tutto liscio.
Sorrise di rimando e rientrò nel suo camerino per indossare la giacca e scaldare la voce.
Blaine rimase a guardarlo finché l'Usignolo non si chiuse la porta alle spalle, voleva fargli capire che non aveva intenzione di tornare con Kurt. Si, l'aveva tradito, ma lui non aveva perso tempo e ci aveva provato col biondino inglese. Lui li aveva visti. Avevano flirtato tutto il tempo davanti ai suoi occhi. Si tenevano per mano. Kurt Hummel l'aveva tradito di rimando, in un certo senso. Kurt l'aveva tradito con...
« Maxxie! » la voce di Michelle interruppe i pensieri del ragazzo.
« Cos'ho che non va adesso? La cravatta è storta? » rispose il biondo, anche lui visibilmente agitato come chiunque altro lì dietro il palco.
« No, avevo solo bisogno di qualcuno che mi dicesse come sto. » Michelle rivolse uno sguardo sprezzante alla sua sinistra, dove Tony sedeva accanto ai ragazzi del Glee.
« Sei splendida. » commentò Maxxie abbracciando l'amica per rassicurarla. Le scoccò un bacio sulla guancia, poi afferrò il pacchetto di Marlboro che aveva lasciato sul tavolino lì accanto e, presa una sigaretta dal suo interno, la posò sulle sue labbra e si diresse verso l'uscita laterale.
Michelle stava per seguirlo, ma dopo qualche istante decise che sarebbe stato meglio tornare nel suo camerino per evitare di vedere la faccia di Tony che la fissava.
L'inglese aveva lasciato l'accendino sul tavolo, e prima che potesse tornare indietro a prenderlo Kurt colse l'occasione e con un balzo si alzò dal divano per raggiungere Maxxie verso l'uscita. Afferrò l'accendino e percorse il corridoio verso la porta, cercando di non sembrare impacciato. Blaine era lì, davanti al suo camerino, che lo fissava. I loro sguardi si incrociarono, bloccarono per un secondo le gambe di Kurt che tentavano disperatamente di sfuggire a quella morsa letale. Erano sguardi di ghiaccio, impassibili eppure profondi, non lasciavano trasparire alcun dubbio. Quei due si erano già detti tutto prima ancora di aprire bocca.
Con non poca fatica Kurt distolse lo sguardo da quello che fino a pochi giorni prima era stato il suo ragazzo e si diresse a passo spedito verso l'uscita, dove avrebbe trovato Maxxie.
Oltrepassò la soglia e lo vide: era seduto a terra sul marciapiede, la giacca stropicciata al contatto col terreno, la cravatta allentata per far in modo che l'ultimo bottone della camicia fosse slacciato, una mano tra i capelli e l'altra a tenere la sigaretta ancora spenta, lo sguardo fisso nel vuoto.
« Hai dimenticato questo. » esordì Kurt brandendo l'accendino.
« Si, beh, non volevo davvero fumare. Ho deciso di smettere, ma l'ansia mi sta consumando e avrei davvero bisogno di una sigaretta. » spiegò Maxxie continuando a fissare il vuoto.
« Oh, fantastico, quindi ho appena rovinato tutti i tuoi buoni propositi. » continuò Kurt andandosi a sedere a terra accanto al biondo, l'accendino ancora in mano.
« Stavo per tornare dentro a prenderlo. » disse Maxxie in una risata, lo sguardo finalmente rivolto verso il moro.
« In questo caso allora, prego! » sorrise Kurt di rimando porgendogli l'accendino.
L'inglese aprì le labbra quel poco che bastava per posare la sigaretta, la accese e aspirò per qualche secondo, prima di staccare la sigaretta dalle labbra.
Kurt lo guardava sbalordito: sarebbe rimasto per ore lì a veder fumare Maxxie. Il modo in cui le sue labbra aderivano alla sigaretta era dannatamente sexy, per non parlare poi della curva che si formava sul labbro superiore quando emetteva il fumo.
« Vuoi? » continuò Maxxie che si sentiva osservato.
Kurt non aveva mai fumato, non era mai stata tra le sue priorità, per non parlare poi dei rischi che avrebbe corso la sua voce. Il fatto però che Maxxie gliel'avesse chiesto sorridendo e che agli angoli della bocca gli si fossero formate delle piccole e adorabili fossette, impedì al ragazzo di rifiutare, così si ritrovò con la sigaretta che poco prima aveva sfiorato le labbra del biondo fra le sue mani, senza sapere esattamente come comportarsi.
« Che c'è, è la tua prima sigaretta? » lo punzecchiò il biondo, sempre più divertito dall'atteggiamento di Kurt.
« La prima? No! » esclamò il moro tentando di mascherare l'ansia. Portò la sigaretta alla bocca e cercando di imitare le mosse di Maxxie aspirò per alcuni secondi. Credeva di esserci riuscito, ma quando staccò la sigaretta dalle labbra carnose e soffiò per far uscire il fumo tutto quello che venne fuori fu una tosse incontrollata.
Maxxie rise; una risata spontanea e irrefrenabile, persino travolgente. Prese nuovamente la sigaretta e aspirò, fra un ghigno e l'altro. Quando Kurt smise di tossire provò a mettere il broncio, ma il riso del biondo era troppo contagioso anche per lui, che non passò molto perché scoppiasse in una fragorosa risata.
Passò qualche istante così, in cui i due non dovevano dire nulla; la loro risata colmava ogni silenzio e rompeva l'imbarazzo che poteva essersi creato inizialmente. Avevano raggiunto, di tacito accordo, un momento di beatitudine assoluta.
Maxxie fu il primo a smettere di ridere, la sua bocca si increspò in un sorriso radioso rivolto esclusivamente verso il moro. Kurt era inebriato da quella sensazione, la gola secca non gli permetteva di emettere alcun suono, aveva un disperato bisogno di dissetarsi e le labbra del biondo erano senza alcun dubbio l'aspettativa migliore. Maxxie lo capì e, come se fosse stata l'unica alternativa che vedeva anche lui, ostentò le sue labbra su quelle di Kurt, un tocco lieve e dissetante. Decisamente dissetante. Kurt non lasciò che si allontanasse e rispose al bacio con meno delicatezza di quanto avesse voluto, la lingua che si insinuava fra le labbra del biondo per farsi spazio all'interno della sua bocca. Non avevano bisogno di altro, in quel momento. Il bacio dell'altro colmava ogni minimo dubbio.

**

L'aria lì dentro stava diventando irrespirabile; Michelle si era chiusa nel suo camerino e, sebbene Santana spinta da un moto di compassione cercasse disperatamente di entrare, le sue parole venivano fermate dalla porta che fungeva da barriera per l'inglese. Blaine era immobile accanto al tavolo, tra il divano e il camerino di Sebastian, che invece sembrava ancora non essere pronto. Kurt era sparito alla ricerca di Maxxie e dei due ancora non c'era traccia sebbene non mancasse molto all'inizio dello spettacolo. Quinn era seduta sul divano, fra Puck e Tony, cosa che cominciava ad infastidirla parecchio. Si sentiva come in gabbia, Quinn, così decise di prendere in mano la situazione e con fare scocciato si alzò dal divano rivolta verso l'uscita principale. Era davvero stufa di quella situazione: i suoi amici pensavano che fosse una traditrice, secondo loro lei e Tony ormai facevano coppia fissa. La verità? Tony quella notte aveva dormito a casa sua, ma lei non gli aveva concesso neanche il bacio della buonanotte. Poi non si erano più visti né parlati, se non in quelle occasioni in cui i tre ragazzi inglesi andavano a scuola a vedere le prove per le provinciali del Glee Club. Tony continuava ad insistere, si, ma da quella volta non aveva più provato a baciarla tutte le volte che si trovavano ad una distanza minima di 10cm l'uno dall'altra. Che anche lui si fosse stufato della sua resistenza? Forse, non era abbastanza bella perché i ragazzi fossero stati disposti ad aspettarla in eterno. Finn l'aveva lasciata per Rachel, Puck se l'era portata a letto e poi aveva deciso di fare sesso con altre venti ragazze, Sam l'aveva lasciata per Santana, Tony si era servito di lei per mettere fine alla sua relazione con Michelle. La verità era che Quinn si sentiva usata.
Appoggiò la schiena sulla parete coi mattoncini rossi della facciata frontale del teatro, la testa buttata all'indietro con gli occhi rivolti verso il cielo forse per evitare di far uscire le lacrime. Quinn Fabray aveva bisogno di sentirsi amata davvero, non ne poteva più di dover basare le sue relazioni sulla popolarità. Forse avrebbe dovuto parlare chiaramente con Tony, gli avrebbe dovuto dire di smetterla di provarci, che lei voleva cambiare e che non c'era posto per quello stupido tira e molla. Voleva dirgli che avrebbe dovuto lasciar perdere. Ma dopotutto Quinn credeva che lui l'avesse già fatto.
« Si può sapere cosa sei venuta a fare qui? »
Tony Stonem era di fronte a lei. Forse Quinn si sbagliava, Tony non aveva ancora rinunciato a lei.

**

Puck era rimasto solo nella stanza, fatta eccezione per Blaine che sembrava comunque non essere presente con la mente. Sarebbe davvero voluto rimanere in sala con gli altri, seduto su una comoda poltrona ad aspettare che lo spettacolo iniziasse, ma Quinn l'aveva quasi pregato di andare con lei e Kurt aveva colto l'occasione per non stare solo; così, Puck si era ritrovato dietro le quinte senza sapere bene cosa fare.
Quinn e Kurt l'avevano lasciato lì da solo, su quel divano, mentre loro erano occupati con le nuove fiamme. Si insomma, credeva davvero che Quinn stesse con Tony e se Kurt, che si era lasciato con Blaine solamente da pochi giorni, non stava ancora con Maxxie, Puck era sicuro che presto quei due si sarebbero messi insieme. Maxxie era un bel ragazzo, doveva ammetterlo, e anche Tony lo era. Certo, non si avvicinavano neanche lontanamente al fascino di Noah Puckerman , ma doveva ammettere che si trattava di due bei ragazzi. Puck, dal canto suo, si sarebbe volentieri portato a letto Michelle se solamente Santana non gliel'avesse impedito: da quando l'inglese aveva fatto quella sfuriata a Tony sembrava che per Santana Lopez non ci fossero altre persone se non lei. Si sentiva in dovere di proteggerla da chissà poi cosa, forse dal mondo esterno che si era finalmente accorta essere crudele e spietato.
Blaine, l'unica persona presente nella stanza oltre lui, non sembrava dare segni di vita. Puck non riusciva a capire se fosse teso per lo spettacolo o perché sapeva che Kurt era con Maxxie. Probabilmente tutte e due le ipotesi erano giuste.
Stava per alzarsi e uscire Puck, quando si accorse di un telefono che squillava proprio sul divano accanto a lui. Non era il suo telefono, e a giudicare dai colori -per nulla femminili- non doveva essere neanche di Quinn e Kurt. A meno che non si fosse trattato del telefono di uno dei ragazzi chiusi nei camerini, Puck era sicuro che appartenesse a Tony Stonem. Lo lasciò squillare ancora qualche secondo, poi vedendo che Blaine non batteva ciglio e che la foto della ragazza che stava chiamando era davvero niente male, afferrò l'apparecchio con la mano destra e se lo portò all'orecchio.
« Si può sapere dove sei finito? Già non ti sei fatto sentire in questi giorni, ora aspetti anche un secolo prima di rispondere al telefono! La mamma voleva sapere come stai. » iniziò Effy all'altro capo del telefono, col tono di chi non avrebbe voluto fare quella chiamata per la quale era invece stata costretta.
« Sei la sorella di Tony? »
« E tu chi diavolo sei? »
« Noah Puckerman, ma puoi chiamarmi Puck. Perché uno splendore di ragazza come te non ha accompagnato suo fratello qui a Lima? » Puck sperava di non aver sbagliato la parentela dei due: se la ragazza parlava per conto della madre, doveva essere sicuramente la sorella.
« Non me lo hanno permesso, sono ancora “troppo piccola”. E a te cosa importa? » Effy era infastidita da quel ragazzo, ma doveva ammettere che aveva una bella voce.
« Te l'ho detto, a meno che le foto non ingannino, credo che tu sia una bella ragazza. Probabilmente fra le più belle che mi sia mai portato a letto. »
« Io e te non l'abbiamo fatto, non so neanche chi tu sia. »
« Ma se fossi venuta qui l'avresti saputo, e saresti anche venuta a letto con me. »
« Probabile. » concluse Effy con un tono sempre più scocciato.
« Sicuro baby! » Puck era meravigliato dalle parole della ragazza. Doveva essere più piccola di Tony, eppure doveva essere un vizio di famiglia quello di fare sesso con chiunque capitasse loro a tiro, visto che non aveva avuto nulla da controbattere.
« Puoi passarmi Tony ora? »
« Credo sia momentaneamente impegnato, ma puoi continuare a parlare con me. Dammi il tuo numero di telefono, ci terremo in contatto almeno finché tu non verrai qui a Lima. » quando Noah Puckerman puntava una ragazza, niente e nessuno gli avrebbe proibito di far sesso con lei.
« Non verrò mai a... Lima. » rispose Effy in tono quasi schifato.
« Allora verrò io. Finite le provinciali prenderò l'aereo per Bristol. »
« Tu vuoi prendere un aereo per l'Inghilterra solamente perché hai visto la foto di una ragazza potenzialmente scopabile? » Effy era impressionata.
« Si, più o meno. Secondo te non dovrei? » Puck trovava che il suo ragionamento non facesse una piega, era tutto fin troppo semplice no? Poteva permettersi un biglietto aereo, il lavoro da lava-piscine fruttava bene in quel periodo.
« Mia madre mi è col fiato sul collo. Da quando sono andata in overdose non mi lascia respirare e... Quando ci saranno queste “provinciali”? »
« Se fra due settimane sono lì è un problema? »
« No, non credo. »
Effy Stonem riattaccò la chiamata e Puck rimase col telefono in mano per altri venti secondi, finché non si rese conto che aspettare due settimane sarebbe stato davvero troppo. Dopo una lunga meditazione, decise che nel frattempo ci avrebbe provato di nuovo con Michelle; era sicuro che a Effy non sarebbe dispiaciuto.

**

« Nessuno ti ha chiesto di seguirmi mi sembra. » la voce di Quinn era tagliente.
« Questo non risponde alla mia domanda però. »
Smettila di usarmi Tony, non sono il tuo giocattolo.
« Ti interessa saperlo forse? »
« Può darsi. »
Smettila di fare il carino per portarmi a letto, è fatica sprecata.
« Non volevo avere troppa gente intorno. »
« Giusto, e quindi hai preferito uscire dove potevamo stare solo noi due. » concluse Tony quasi sollevato da quelle parole.
No coglione, ho preferito uscire dove avrei potuto piangere senza muovere a compassione chi mi sta intorno, ho preferito uscire per non dover vedere le vostre facce.
« Si, diciamo di si. »
« Fortunatamente l'ho capito e ti ho seguita. Allora, ti sei decisa a farlo con me? »
No che non voglio farlo con te.
« Non esattamente. »
« E allora cosa? »
E allora lasciami in pace Tony Stonem, smettila di sfruttarmi in questo modo, non sono la tua bambola.
« E allora forse ho solo bisogno di stare con qualcuno. »
« Io sono qui mi sembra, e non ho intenzione di andarmene. »
Devi andartene invece idiota, vattene.
« Resterai? »
« Mi sembra di averti detto di si. » Tony cominciava ad essere confuso; rinunciò a guardarla negli occhi visto che Quinn non accennava a voler abbassare lo sguardo e si lasciò andare al suo fianco, la schiena posata sul muro e le loro spalle che si toccavano.
Vattene, Tony.
« Intendo, per sempre. »
« Per sempre è un tempo estremamente lungo, ma prometto di impegnarmi. » disse Tony sinceramente.
Non lo voglio uno stronzo come te.
« Voglio farlo. »
Quinn non lasciò il tempo a Tony di rispondere, avvinghiò le braccia al suo collo e iniziò a baciarlo con passione, come non aveva mai fatto prima. Un bacio lungo un'eternità, la ragazza non aveva alcuna intenzione di staccarsi da lui. Dopo i primi istanti di frastornamento Tony rispose al bacio e strinse il corpo della ragazza a sé; le accarezzò la schiena, poi fece scivolare una mano verso il basso e quando si accorse che lei non fece nulla per fermarlo capì di averla finalmente convinta. Era riuscito a sedurre Quinn Fabray.
Sei una stupida Quinn, tutto questo è ridicolo.
La ragazza rimase avvinghiata a Tony, i loro passi svelti e fugaci verso il giardino accanto, dove avrebbero avuto un minimo di copertura. Le mani di Tony erano su tutto il suo corpo, Quinn non si era mai sentita così desiderata.
È il modo più sbagliato che potessi trovare.
Non riusciva a smettere di baciarlo, non voleva farlo. Erano stesi a terra sul prato umido, l'odore di rugiada aveva inondato i suoi capelli che accarezzavano i fili d'erba sotto di lei, il corpo di Tony sopra il suo.
Era fin troppo lento, Tony Stonem. Quinn non riusciva più ad accontentarsi di un bacio, voleva di più. Tolse la cinta dai pantaloni del ragazzo e gli circondò i fianchi con le gambe, la gonna che le era arrivata fin sopra la vita. Tony entrò con movimenti violenti, frettolosi e passionali. Quinn, sotto di lui, gemeva di piacere; il volto della ragazza solcato dalle lacrime, suggeriva il contrario.

**

« Tre, due, uno e...in scena! »
L'urlo del regista dietro le quinte, gli attori pronti a salire sul palco.
Si erano ritrovati tutti lì, Sebastian, Blaine, Maxxie, Michelle, Kurt, Santana e Puck. I primi quattro erano visibilmente agitati, qualche istante e sarebbero dovuti salire sul palco. Blaine strinse la mano di Sebastian, voleva essere rassicurato e al tempo stesso voleva rassicurarlo. Credeva di aver raggiunto un accordo con lui: ora che non stava con Kurt, avrebbe volentieri accettato un suo secondo invito. Santana era accanto a Michelle, il fatto che Tony e Quinn non fossero presenti la rendeva ancora più agitata di quanto già non fosse.

Salirono sul palco e i due iniziarono a cantare; Blaine, Sebastian e le altre comparse che facevano da coro.

Then came the day Osama blew us away
(Osama blew them away)
And now you know how I feel

Maxxie rivolse lo sguardo dietro le quinte, dove Kurt gli sorrideva con dolcezza.
Era iniziato lo spettacolo.
   
 
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