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Autore: Winry4ever    25/05/2007    2 recensioni
“Un’altra volta guardo l’orizzonte e non lo vedo arrivare. Un’altra volta guardo fuori dalla finestra e lui non c’è. Quel giorno remoto, lui mi aveva promesso che sarebbe tornato da me. Questo non successe. Ora sono sola, seduta sulle scale fuori casa ad aspettare il suo arrivo, ma lui non c’è. Non arriva. Di sicuro si è dimenticato di me. Non mi considera più. Se ne andato per sempre.”
edXwinry
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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questa fan fiction lo scritta circa 2 settimane fa, quando ho visto il film di Full Metal Alchemist, cioè il seguito della saga. E visto che la fine non mi è piaciuta per niente, ho deciso di scrivere qualcosa per concluderla in modo meno triste. E' una storia che parlerà anche di RoyXRiza, ma soprattutto WinryXEd.
Ecco spero che vi piaccia. Buona lettura!

P.S. questi chappy non sono corretti... scusate!

“Un’altra volta guardo l’orizzonte e non lo vedo arrivare. Un’altra volta guardo fuori dalla finestra e lui non c’è. Quel giorno remoto, lui mi aveva promesso che sarebbe tornato da me. Questo non successe. Ora sono sola, seduta sulle scale fuori casa ad aspettare il suo arrivo, ma lui non c’è. Non arriva. Di sicuro si è dimenticato di me. Non mi considera più. Se ne andato per sempre.”

Il sole tramontava, si stava facendo buio, e come ogni giorno, Winry era seduta sulle scale di casa ad aspettare l’arrivo del suo amore.
- Winry, è tardi. Vieni dentro se no ti prendi un raffreddore.- disse nonna Pinako fumando la sua pipa.
La ragazza non si mosse. Era immobile con le lacrime agli occhi, ma non si mosse di un solo millimetro. Voleva ancora aspettarlo. Ancora un po’, come faceva sempre.
“Lo aspetterò ancora, del resto non ho niente da fare…” pensò lei.
Rimase lì tutta la notte. Si addormentò appoggiata alla ringhiera delle scale e sognava il suo caro Edward. Svegliandosi sorrise amaramente e abbassando la testa disse: -…era solo un sogno… era di nuovo solo un sogno…-
Ogni giorno la stessa storia. Lei lo aspettava, lui non arriva. Lei lo sognava, lui non c’era. Lei piangeva e lui non la poteva consolare.
Perché se ne andato? Perché mi ha fatto tutto questo? Mi penserà qualche volta?
Queste domande e molte altre ancora, affliggevano il cuore, ormai debole, della ragazza.



Nello stesso tempo in un altro mondo, parallelo a quello reale.
Edward era sdraiato sul letto e pensava a lei, come Winry pensava a lui. Aveva le lacrime agli occhi, ma non pianse. Suo fratello minore, Alphonse, aveva notato quel dolore che portava suo fratello. Si sentiva in colpa. Per colpa sua ora lui era infelice.
“Chi sa cosa starà facendo la mia piccola Winry? Di sicuro ripara a qualcuno automail, anzi che a me.”
Ed si girò verso muro per non far vedere al fratello che il suo viso era diventato umido. Questa notte pianse e anche quelle seguenti.
Al era preoccupato per lui. Ed non mangiava già da giorni e stava chiuso in camera al buio. Si costruiva una notte artificiale, chiudendo tutte la finestra e le persiane. Il suo viso era stanco e aveva enormi borse sotto gli occhi d’orati, il segno di aver passato molte notti in bianco. Era dimagrito e i suoi muscoli si sono leggermente afflosciati. Si ripeteva sempre che sarebbe ritornato da lei e si sarebbe dichiarato. Ma come potrà mai tornare da lei?
- Fratellone…- lo chiamò Al -…pensi di nuovo a Winry?-
- Ma che stai a dire!- protestò lui. Era il solito a non ammettere la verità. Del resto era Edward Elric, il ragazzo testardo.
In quel esatto momento Noah entrò dentro la stanza dove erano i due. Teneva in mano un vassoio su cui c’era un bicchiere di succo d’arancia e un pezzo di torta alle mele.
- Mangia qualcosa Ed, se no mi stai male.- disse sorridendo dolcemente al ragazzo.
Edward la guardò per un breve tempo poi fece no con la testa.
- Non voglio mangiare. Già mangiato.- mentì spudoratamente.
- Cosa?- dissero al unione Al e Noah.
- Ho mangiato sta mattina presto. Dormivate.- si spiego il ragazzo, mentendo di nuovo, poi vestendosi aggiunse - Esco. Non so quando torno. Non mi aspettate.- detto questo, prese la giacca ed uscì.
“Come no. Puoi stare certo che non ci preoccuperemo. Non mangi, menti e scappi…” pensò Al.

Edward camminava per le strade, ancora deserte. Erano solo le sei del mattino. Il ragazzo camminava e camminava, non badando dove, e in un certo tempo si ritrovò davanti a quel edificio, in cui un anno fa, si aprì il portale per altro mondo e nello stesso in cui morì il suo caro amico Alphonse.
Non seppe cosa fare, così abbassò la testa. Voleva ritornare dalla sua Winry a tutti i costi, ma come fare, e poi si vergognava di chiedere aiuto ad Al. Lui lo avrebbe preso in giro fino alla morte e poi Noah cosa avrebbe detto a tutto ciò.
“Sono uno sciocco. Non so quale scelta fare. Vorrei ritornare con tutto mio stesso da Winry, e condurre la vita da alchimista, ma c’è una parte di me che mi prega di rimanere qui. Forse perché di questo mondo non ho avuto brutti ricordi, invece di quel altro sì. Cosa fare? Non lo so. Vorrei essere qui e, allo stesso tempo, lì. Ma come ragiono!
Vorrei abbracciare mia Winry. Sentire l’odore dei suoi capelli d’orati, toccarla e… no no! Ma.. Cosa sto pensando!!! Lei mi considera solo un amico, niente di più. Niente. Ma allora perché quel giorno gli occhi suoi erano tanto tristi ?”
Ed venne distratto dai una voce che lo chiamava.
- Hey, Elric. Come va la vita?- era quell’uomo che nel mondo reale era stato ucciso. Era Maes. Il ragazzo non rispose subito.
- Be, dipende cosa intendi per stare bene?!- disse sarcastico.
- Non lo so. Fisicamente, mentalmente, spiritualmente.- disse tutto in fila.
- Allora, fisicamente sono debole, mentalmente sto impazzendo, spiritualmente peggio di una merda.- rispose Ed amareggiato.
- Non dire così. Cosa che non va?-
- Vuoi sapere cosa che non va…- il ragazzo si stava arrabbiano, alzando gradualmente la voce - … tutto non Va. La mia vita non va. Mi sento un bugiardo e tutta colpa di mio padre. Tutta colpa sua!- urlò Ed, buttando finalmente la verità fuori di se.
Molta gente si è fermata per vedere il ragazzo che alzava la voce, ma poi se ne andarono. - Scusa, non avevo intenzione di…-
- Non è colpa tua.- lo interruppe Ed - Voglio solo tornare nel mio mondo. Non voglio più restare qui.- disse in modo supplichevole.
Maes rimase a pensare, mentre Edward lo fissava speranzoso.
- Senti. Conosco un vecchio, che ti potrebbe aiutare.- disse serio.
- Davvero?-
- Sì. Ti potrebbe prescrive qualche erba calmante.-
- STAI SCHERZANDO, SPERO!!!- si infuriò lui.
- Sì, sì. Stavo scherzando. In ogni modo quel vecchio ha un sacco di libri e anche lui proviene dal tuo mondo. Racconta sempre agli altri che il portale si apre una volta al anno e che ci può passare solo una persona alla volta. Ma penso che queste sono solo delle frottole, nient’altro.- concluse tutto serio.
- Non si sa mai, è meglio provare.- disse in tono serio Ed.
I due si salutarono e presero le loro strade. In realtà Edward non sapeva proprio dove andare. Non aveva voglia di tornare a casa per sentire le prediche di Noah e le domanda su Winry da parte di Al, così andò su un prato e si distese.
Lui guardava il cielo così lontano e allo stesso tempo vicino. Sembrava di toccarlo con un dito. “Il cielo era sereno, come quella volta…” pensò lui. Di nuovo Winry gli balzò in testa. Da piccoli guardavano sempre il cielo di giorno, alcune volte anche di notte.
“Come era bello… come era bella lei, e lo è di sicuro ancora.” Gli sfuggì l’ultimo pensiero prima di addormentarsi.


Quando riaprì gli occhi, si ritrovò sotto un prato stellato. Si sedette e si stropicciò gli occhi. Era ormai tardi. Il buoi ha avvolto la città e soffiava un vento freddo, non gli restava altro che ritornarsene a casa.
Quando arrivò, Al e Noah lo aspettavano in cucina. Dalle loro facce si poteva presumere che erano preoccupati.
- Ma dove sei stato?- gli urlò contro Al, mentre Noah lo guardava severamente.
- Da nessuna parte. Ora se non vi dispiace, vado a dormire, sono stanco.- rispose Ed.
Il ragazzo se ne andò in camera sua e tirò dal sotto letto una borsa di pelle, tutta impolverata e rovinata. Dentro ci mise i vestiti, mentre con cibo sarebbe stato un problema, visto che Noah e Al erano in cucina.
“Devo andare da quel vecchio di cui mi ha parlato Maes. E’ la mia ultima possibilità di tornare nel mio vero mondo. Penso…”
Così, Edward, pensando questo rimise la borsa sotto letto e aspettò quando i ragazzi se ne fossero andati a dormire.



Winry era seduta sul letto, col suo pigiama leggero. Pettinava i suoi capelli con una spazzola di legno, quando all’improvviso sentì bussare alla porta.
- Avanti!- disse lei.
- Scusa se ti disturbo a quest’ora, ma non potevo dimenticare la tua espressione così triste.- disse Rose, la quale era arrivata con il suo figlio da pochi giorni, per tenere compagnia a Winry e per aiutare la povera vecchia Pinako.
- Oh, non ti devi preoccupare. Io sto bene.- rispose facendo un falso sorriso. Winry non aveva intenzione far preoccupare nessuno, specialmente i suoi amici e familiari.
- Ah, va bene.- sorrise - Allora io vado a dormire.- disse uscendo dalla stanza.
Winry non riuscì a trattenere le lacrime, infatti spense la luce e si buttò sul letto.
Di nuovo quei pensieri che infestano la mia mente…Dove sei Edward? Dove diavolo sei?! Tra i singhiozzi e il piano, la ragazza si addormentò cullata dal vento proveniente dalla finestra aperta.
La mattina, Winry aveva i capelli attaccati sul viso e i suoi occhi azzurri avevano ancora le tracce del pianto. Non avendo voglia di lasciare il letto, rimase sdraiata a pensare.
“Non ha più senso aspettarlo. Sono quattro anni che lo aspetto e lui non c’è. Anzi, è tutta la vita che lo aspetto. Lui non c’era mai quando stavo male, quando soffrivo. Tornava solo per riparare quello stupido di automail. MA COSA DICO!!! I miei automail sono fantastici!
Comunque, è meglio di fare una cosa giusta adesso. Non voglio essere un peso per nessuno. Forse è meglio che me ne vado via da Rosemboll…”
La ragazza si alzò, si vestì e andò di sotto.
- Winry, finalmente sei scesa. Sono già le 11.- disse Pinako, che era seduta alla tavola insieme a Rose.
- Avevo sonno. Sentite, vi devo parlare…-
- Di cosa?- chiese Rose curiosa.
- Io voglio partire.- disse Winry con la testa bassa, aspettando un rimprovero.
- Ah, va bene. Quando ritorni?- chiese la nonna.
- Forse non mi hai capito bene. Io voglio andarmene via da qui, non tornerò più!- disse alzando la voce.
Le due donne davanti a lei, rimasero di stucco. La prima a parlare era Rose.
- E’ per colpa di Edward, vero?-
- No, non è colpa sua e solo che…- lei voleva trovare una scusa ma non riusciva.
- Ammetti, è colpa sua. Perché lo continui a difendere?! Svegliati! Apri gli occhi! Non ti riconosco più, sei mia nipote o no?- urlò Pinako.
Winry non ha visto mai sua nonna che perdeva controllo. Ella era sempre così tranquilla e controllata a contrario di lei.
  
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