Edward era sotto le coperte, sveglio e attento ad ogni minimo rumore, fingeva solo di dormire.
Aspettava il momento opportuno per andarsene, ma quei due non dormivano ancora.
“Mamma mia! Quanto ci mettono… “
All’improvviso le luci si spensero e le ombre regnarono nell‘appartamento.
“Finalmente” pensò.
Ed uscì da sotto le coperte, prese lo zaino ed uscì dalla stanza. Tutta la casa era buia, il ragazzo non vedeva niente, infatti andando in cucina, andò a sbattere contro un tavolino.
- Maledizione!- disse piano, massaggiandosi la gamba (quella umana).
Il ragazzo si infilò nella cucina e come un ladro notturno, caricò i viveri nella borsa.
In un certo momento, le luci della stanza si accesero.
- Dove stai andando?- chiese Al sorpreso e allo stesso tempo arrabbiato.
- Da…da nessuna parte!-
- Ah, sì. Allora perché prendi tutto questo cibo? Che cos’hai in mente!- disse Al, chiudendo la porta della cucina, per non far sentire il discorso a Noah, che di sicuro era ancora sveglia.
- Ho scoperto una cosa e devo vedere se è giusta o no…- disse distratto.
Alphonse si sedette e senza dire una parola si appoggiò al tavolo e pensò: “Che cosa avrà scoperto? Tanto se glielo chiedo… non mi dirà la verità, è inutile. Il mio fratello è troppo cocciuto!”
Il fratello maggiore guardò l‘altro e disse: - Dalla tua espressione, posso dedurre, che vuoi sapere cosa ho scoperto, giusto?-
Al fece un di sì, con la testa e con suo stupore, Edward gli raccontò tutto. Alla fine Al voleva andare con lui.
- …e cosa diremmo a Noah?- chiese cercando negli occhi di Al la risposta - Di sicuro non possiamo dirle: scusaci Noah, ma abbiamo trovato un modo per tornare a casa. Ti lasciamo sola! Ah, dimenticavo, grazie di essersi occupata di noi. Addio!- disse sarcastico.
-Verrà con noi.-
- Cosa?-
-Verrà con noi.- ripete Al. - Ma come faremo?- disse Ed abbattuto - Non sono nemmeno certo, che esiste questo vecchio!-


Winry stava preparando la valigia, con le lacrime agli occhi.
“Dove sarà mai?! Di sicuro ha tutta la sua vita… si è dimenticato di me…”
- Fatto.- disse provando ad incurvare le labbra in un sorriso - Sono pronta per andarmene.-
La ragazza era ormai fuori dalla casa. Proseguiva lungo la strada calpestata dai cavalli. Lo sapeva che quel posto le sarebbe mancato. In esso vivevano così tanti ricordi. Nei prati poteva ancora vedere loro che giocavano da piccoli e, lungo i sentieri per arrivare a casa, i suoi genitori e Thisha che sorridevano dolcemente. Tutte queste persone, però, se ne andarono, lasciandola sola.
Winry, arrivata alla stazione, salì nel treno che andava a Central City. Si sedette nell’ultimo vagone e di nuovo i ricordi la invasero.
“Come era bello viaggiare con loro due..”


- Secondo me, dovremmo provare, e poi cosa perdiamo. Se troviamo vecchio torniamo a casa, se no restiamo qua e cerchiamo un’altra via d’uscita.- disse Al.
Il sole splendeva da ormai qualche ora e i ragazzi discutevano con Noah di questa cosa.
- Forse lo so dove trovarlo.- intervenne la ragazza.
- Lo conosci?- chiesero in coro.
- No, però ho sentito parlare di lui.-
La ragazza raccolse tutti i piatti che erano sul tavolo e si mise a lavarli. I due fratelli Elric erano seduti dietro al tavolo, uno di fianco all’altro e pensavano.
- Quando volete andare da lui?- chiese lei.
- Prima possibile.- rispose Ed.
- Allora prepariamoci.- disse Al uscendo dalla stanza.
Dopo mezz’ora, il trio era sulla strada verso l’abitazione dell’uomo, chiamato da Ed, “Vecchio”.


Erano già le due del pomeriggio. Winry viene accolta alla stazione da sua amica Sheska, la quale aveva avvisato del suo arrivo.
- Ciao, come va?- chiese l’amica cortesemente.
- Bene…- mentì.
- Allora, come mai arrivata? È da quando Edw…- si interruppe, accorgendosi della figuraccia. - …cioè io… io… non… lo sai… volevo dire…-
- Non preoccuparti, non fa niente. In ogni modo, sono venuta qua, perché voglio trovare un appartamento per me. Voglio abitare qui.- disse facendo un falso sorriso.
Sheska era sorpresa, non se lo aspettava, non sapeva cosa fare, poi pensò all’amica e infine la invitò a stare a casa sua, al meno finché non avrebbe trovato un altro alloggio.
“Povera Winry. Mi fa tanta pena, vederla soffrire in questo modo per un ragazzo. Dovrò stare attenta a quello che dico, se no mi arriva qualche chiave inglese in testa… ma cosa penso… lei non tira più le chiavi in testa… sono un’incapace…”


Dopo un’ora, Noah guidò i ragazzi dove l’uomo abitava. Era una casa fuori città, era tutta di legno, mentre il cammino era di cemento. Fuori dalla casa, era legato un cane bianco e nero… “…come quello del Tenente Hayake.” pensò Ed.
Sulla veranda c’era un uomo anziano seduto su una sedia, che fumava una pipa. Alphonse si avvicinò e con gentilezza chiese: - Scusi, è lei quell’alchimista che…-
Al venne interrotto dal vecchio che gli invitò a casa dove parlarono.
- Allora, lei ammette che ci riuscirebbe ad aiutarci.- chiese Al, mentre Ed guardava il soffitto e ascoltava distratto.
- Sì, ragazzo, ma mi dovete aiutare, sono molto vecchio e non riuscirei fare…-
-Sì, sì… va bene… cosa vuole che facciamo?- gli chiese Ed, interrompendogli.
- Dobbiamo andare nella casa abbandonata, quella dove c’è disegnato il cerchio per la trasmutazione umana… tu lo sai giovanotto?- disse rivolgendosi a Edward.
Lui fece sì con la testa e si appoggiò allo schienale della sedia.