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Autore: crici_82    26/05/2007    1 recensioni
La storia parla di amore, odio, rancore e speranza, ma soprattutto di amore. Vi ricordo che i personaggi da me citati sono frutto della mente eccezionale di Rumiko. Ho modificato tutti i capitoli...ora sono più leggibili...SCUSATE!!!!
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 16

CAPITOLO 16



Fiamme intorno a lei.

Il fumo denso le annebbia la vista...ma dove si trova??

C'è un caldo infernale e ,ad ogni respiro, aria bruciante le penetra nei polmoni.

Ma perché non esce da lì? Aspetta che le crolli tutto addosso??

Panico che si insinua nella sua mente immobilizzandola in uno stato di terrore.

E poi capisce....

E' nel corpo di Kikyo, questo è un altro stramaledetto salto nel passato!

Ma cosa sta cercando quella dannata in quell'inferno?

Trova un fagottino di stracci e lo raccoglie; cosa ci sarà là dentro di così tanto importante da farle rischiare la vita?

Evitando una trave di legno infuocata, Kikyo esce da ciò che rimane di quella casetta di legno ormai diventata rogo.

I polmoni le si espandono dolorosamente in un respiro profondo, nel buio della notte.

La paura fa spazio ad apprensione per il fagottino che tiene tra le braccia annerite.

Prende ancora fiato e scosta lentamente un lembo, piano, come se ci fosse al suo interno la cosa più delicata di tutta la Terra.

La curiosità è alle stelle, Kagome vuole sapere cosa c'è lì dentro, ma la sacerdotessa compie movimenti lenti e misurati; ma alla fine scopre cosa si cela all'interno di quell'ammasso di stoffa.

Un neonato!

Anche se non sente alcun suono, sa che il pargoletto sta piangendo a squarciagola, e sente lacrime di sollievo rigarle il volto.

Kikyo sorride e piange assieme, crollando sulle ginocchia mentre il fuoco via via va scemando.

Dalla reazione della sacerdotessa, Kagome fa una sconcertante scoperta: Kikyo è MADRE!

L'immagine si fa più fievole, ricomincia ad avvertire dei suoni indistinti, sa che sta per svegliarsi.




Un leggero venticello accarezzava l'erba, mentre il cinguettio degli uccelli dava il benvenuto al nuovo sole appena sorto.

Kagome si ridestò all'alba con un unico pensiero: doveva parlare con Sesshomaru ad ogni costo!

Sapeva dove si trovava la sua stanza, glielo aveva spiegato Rin, bastava salire la scala in fondo al corridoio e si sarebbe trovata negli appartamenti privati del giovane principe.

Non curante della propria immagine, dopotutto aveva dormito su un prato, inforcò la porta e corse verso l'unica persona che in quel momento poteva chiarire i suoi ricordi.

Stava per aprire la porta scorrevole, quando dentro la stanza avvertì il suono di una voce aspra come un limone acerbo.

Non apparteneva a Sesshomaru, la sua era melodiosa e allo stesso tempo forte, abituata a comandare.

No non apparteneva a lui quello stridere di corde vocali.

Quella voce poteva solo appartenere a quel viscido di Naraku; al solo pensiero, le si accapponò la pelle per il disgusto.

Dentro di sé, Kagome avvertiva che lui centrava qualcosa con la fine di Kikyo e sapeva bene che tuttora ella stessa era in pericolo.

Si appiattì alla parete e sgattaiolò verso una finestra. Il suo piano era semplice: sapeva che c'era un cornicione e aveva tutta l'intenzione di attraversarlo per entrare nella camera del demone, mentre questo era occupato ad ascoltare quel miserabile del Consigliere nel salottino adiacente.

Nonostante le folate di vento che a quell'altezza erano violente e facendo attenzione a non guardare in basso, riuscì a colmare la distanza tra le due finestre.

Si insinuò all'interno facendo attenzione a non fare il benchè minimo rumore, non doveva farsi scoprire assolutamente.

La debole luce del mattino filtrava attraverso le imposte giocando con l'arredamento spartano della stanza quadrata.

Una sensazione di dejavù si impadronì di lei. E crebbe d'intensità man mano che il tempo passava lì dentro.

Talmente forte era diventata, che si mise le mani tra i capelli comprimendo la testa, per timore che questa le esplodesse.

Tutto attorno a lei si bloccò in una sorta di limbo, lei si accasciò a terra lentamente, come galleggiasse nell'aria.

Non capiva cosa stesse succedendo, ma di certo non stava vivendo uno dei suoi strani sogni.

Una fitta alla testa la colpì come un pugnale squarciandole i pensieri. Vide bianco mentre ansimante si lasciò trascinare verso il nulla.



La stanza è la stessa, ma è freddo, molto freddo.

Si volta alla sua sinistra e trova Sesshomaru che dorme supino.

Lei esce dal futon, si veste velocemente e gli posa un bacio sulla guancia.

E poi sta lì a guardarlo, uno sguardo intenso, è il preludio all'addio.

Kagome capisce che sta vivendo un'altra parte della sua vita precedente.

Sente il proprio stomaco contorcersi in una morsa di disperazione, in realtà Kikyo non vorrebbe andarsene, ma Kagome sente che DEVE farlo.

Ne va della sua vita, di quella di Sesshomaru e della loro creatura.

Una voce la richiama al presente e la visione come è comparsa scivola via riportandola nella stessa stanza 10 anni dopo.



Già prima di aprire gli occhi percepiva una presenza vicino a sé.

Si rese conto che, mentre le visioni si facevano più intense e vivide, più acquisiva coscienza di sé.

Sentiva che qualcosa di immensamente caldo si faceva strada nel suo corpo, qualcosa destinato ad espandersi ed avvolgerla.

Energia allo stato puro, un'energia che, ne era certa, non possedeva prima di quella strana avventura.

Sollevò le palpebre, rivelando i suoi occhi al mondo.

Una voce irata la raggiunse come una frusta:

-Dovrei essere in collera con te, donna. Sei entrata come una ladra nella mia stanza e per poco il Consigliere non si accorgeva della tua presenza. Ho dovuto rimandare la mia riunione di stato per coprire te.

Kagome, ancora intorpidita, si sollevò su un gomito ad osservarlo.

La voce di lui perse il suo tono astioso e continuò

-...era questo quello che avrei voluto dirti, ma....quando sono entrato e ti ho vista sul pavimento priva di sensi...le parole mi sono morte in gola.

Un attimo di cedimento. Tutto qui.

Kagome fu ammaliata dalla debolezza che il Principe dei demoni, un essere così potente, stava rivelandole in quel preciso istante.

Durò poco questa rivelazione, poiché Sesshomaru ricompose la sua algida maschera, ma bastò a incantare Kagome.

La ragazza non riusciva a credere che lui potesse essere così forte e fragile allo stesso tempo.

Si sconvolse a pensare a lui in questi termini, forse era lo strascico dei sogni a causarle tutto questo.

Dopo un tempo che parve infinito gli disse:

-Comincio a capire la causa del tuo risentimento nei confronti di Kikyo. Sto rivivendo il passato sempre più spesso, ma devo ammettere che ora sono abbastanza confusa: ho paura di non distinguere più la realtà dai ricordi di Kikyo.- la voce le si incrinò- io so che alla fine riuscirò a comprendere il motivo per il quale ti abbandonai 10 anni fa.AH!

Si interruppe turbata per quello che aveva appena detto.

“TI abbandonai.......oddio...”.

Strinse la stoffa del futon, quasi a farsi forza e proseguì:

-.....p-però non so se riuscirò ad essere ancora me stessa!

E si lasciò andare ad un pianto liberatorio, fregandosene altamente di quello che lui poteva fare o dire.





Continua...................







Ehm lo so, lo so, questo capitolo si era fatto aspettare, perdonatemi!!!!!!!!!!!

Spero vi sia piaciuto!

Vi ringrazio per la vostra infinita pazienza, alla prossima!

  
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