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Autore: alphaba    09/11/2012    1 recensioni
– questo è il programma, devi rispettarlo in ogni sua parte, non farlo una volta e sarai ammonita, due volte subirai una punizione fisica, alla terza sarai eliminata. Dimentica la tua vita fino al giorno del prelievo, l’addestramento inizia alle cinque di ogni mattina e termina alle otto di ogni sera, avrai venti minuti di pausa per il pranzo e la cena, non ti sono concesse altre pause o momenti di svago salvo che il medico non disponga diversamente, non ti è concesso girare senza permesso all’interno del complesso, alle nove di ogni sera dovrai rientrare nella tua stanza. Non ti è concesso l’uso di nessun apparecchio elettrico proveniente dall’esterno all’interno della stanza, e nessuno oltre a te può stare in questa stanza, se mai violerai queste regole la tua posizione e grado saranno rivalutati e perderai ogni privilegio acquisito. Nell’armadio trovi dei vestiti di ricambio, tra poco un responsabile verrà a impiantarti il sistema di controllo, ti preghiamo d’esser collaborativa, e ricorda che lo facciamo per il tuo bene. Bentornata a casa psi.
Genere: Azione, Generale, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quattordici.

Dopo aver fatto rapporto su quello che abbiamo visto e fatto in questi ultimi mesi, siamo sottoposti a una serie di visite mediche e poi torniamo ad esser reclusi nella nostra stanza. Non possiamo girare liberamente, a quanto pare abbiamo bisogno dell’autorizzazione, non sappiamo di preciso a cosa serva ma non ci importa molto. Passiamo le giornate a dormire, fare bagni caldi, mangiare e riposare. Non vogliamo fare altro.

Adam si è addormentato, ed io sto affilando i coltelli e pulendo le pistole, quando qualcuno bussa alla nostra porta. Non bussa nel vero senso della parola, avvicina il suo bracciale al lettore e il computer della stanza mi avvisa che un certo iota principale chiede il permesso d’entrare, lo vedo sullo schermo comparso sullo specchio che ho davanti, un bell’uomo non c’è che dire, di mezza età, ha alcuni capelli bianchi sulle tempie e sembra agitato, continua a deglutire; mi avvicino alla porta la apro e me lo trovo davanti.

- salve, ha portato i nostri permessi? Mi piacerebbe uscire un po’. – dico aspettandomi una risposta positiva.
- no. Io sono Patrick, iota principale, stavo cercando psi secondo, Adam, mi hanno detto che l’avrei trovato qua. – mi dice con tono gentile e tranquillo, lo osservo e poi mi ricordo. Corro dentro la stanza, lasciando l’uomo un po’ sorpreso davanti alla porta. Vado verso il letto e con poca grazia afferro Adam per il braccio  e lo sveglio bruscamente. Dopo aver protestato un po’ e avermi maledetto un paio di volte riesco a metterlo in piedi e a trascinarlo ancora addormentato davanti alla porta in mutande, spettinato e con la maglietta stropicciata.

- Se mi hai svegliato per una cazzata delle tue, giuro che questa volta me la paghi. – dice con gli occhi ancora semi chiusi dal sonno e dalla luce troppo potente che li minaccia.  Quando finalmente è davanti alla porta, lo scuoto per bene in modo che apra del tutto gli occhi e veda l’uomo, e quando lo fa, si blocca, come se avesse visto un fantasma, ma non l’è. Vedo Adam abbracciare l’uomo che resta un po’ rigido in un primo momento, ma poi ricambia l’abbraccio. Non mi aspettavo di vederlo il suo custode. Eravamo convinti fosse morto. Dopo alcuni secondi Adam si volta verso di me e trascina l’uomo dentro la stanza.

- scusa per il disordine – dice Adam spostando le armi dal tavolo e rimettendole dentro l’armadietto. –credevo fossi morto, insomma ho provato a cercare tra i notiziari il tuo nome ma non l’ho mai trovato, ero sicuro che non dicessero tutti i nomi dei protettori che uccidevano… -
- sono scappato il giorno del primo attacco – dice Patrick – quando siamo entrati nel protocollo sette, fortunatamente ero vicino e sono riuscito a raggiungere la base in sicurezza, ti ho cercato ma mi dicevano che non potevano contattarvi per via del protocollo e che nessuno sapeva dove eravate, ho chiesto in giro se sapevano qualcosa di voi due e dicevano che eravate in un località segreta e che non c’era modo d’aiutarvi, così ho fatto ricerche e poi un giorno mi hanno detto che eravate arrivati e che eravate qua, così sono venuto a salutare.  – ci racconta cosa è successo dal giorno del primo attacco, e poi dopo un po’ mi faccio coraggio e glielo chiedo.
- ho notato che non simo sotto una cupola protettiva, cioè, fuori non è come dovrebbe essere… - mi blocco perché vedo il suo sguardo diventare freddo e severo, poi vedo che fa alcuni gesti ad Adam, che potrebbero sembrare normali, ma mi ricordo che Adam mi aveva raccontato di come comunicassero quando erano in pubblico, e vedo Adam correre nello zaino ed estrarre lo spray isolante. Dopo due minuti siamo al sicuro.
- spegnete i vostri computer, non lo dicono ma in realtà vi controllano ancora. – ci dice Patrick – quando ci fu l’incidente che portò all’epurazione, beh, quello che non è stato detto è che fu fatto di proposito, insomma, ai protettori serviva un posto, dove stare, un punto del mondo che fosse solo dei protettori, anche noi abbiamo fabbriche, laboratori di ricerca, e non potevano stare sotto terra, così fu creato il presupposto per “liberare” una parte di mondo dagli umani. Non furono rilasciate bombe nucleari come fu detto, ma una specie d’arma batteriologica, si può dire così… avete visto i video della gente che si avvicina alla barriera no, di come muoiano vero? Beh in pratica la tossina che fu rilasciata agì in quella maniera, tutte le persone che non erano protettori morirono, poi fu usata qualche bomba per distruggere palazzi e dare l’impressione di un esplosione nucleare, fu ridotto tutto in polvere, poi dopo aver lasciato che il resto del mondo filmasse il disastro e aver alzato la barriera, inventato la storia della zona altamente tossica e pericolosa, venne collegata alla barriera un filtro visivo, per cui chiunque sorvoli questa zona, anche se è vietato, vedrebbe solo macerie, scheletri e morte, mentre noi che siamo sotto il filtro vediamo quello che è realmente. Da quel che so, ci sono voluti dieci anni per riportare tutto alla normalità, per la vegetazione e gli animali, ma alla fine abbiamo il nostro pezzo di mondo in cui possiamo vivere come tutti senza dover nascondere i bracciali e la tecnologia. – restiamo ad ascoltare con un misto di disgusto e terrore, poi Adam si fa coraggio e parla.
- per cui abbiamo sterminato delle persone per costruire un mini stato segreto? -
- sì. Lo so, è terribile da un certo punto di vista ma, senza questo posto molta della tecnologia che usiamo non ci sarebbe e non potremmo proteggere la scatola. – ci guarda facendoci capire che sa che abbiamo noi la scatola.
- come... chi… - non riesco a formulare una frase, a parte Greg lui è il primo a sapere il nostro segreto, e in teoria dovremmo ucciderlo adesso.
- Greg, me l’ha detto, dopo che i ribelli iniziarono a prendere il controllo delle nazioni, il consiglio dei presidenti, quelli rimasti per lo più, iniziò a fare pressioni per sapere chi fossero i protettori in modo da poterli aiutare se fossero stati avvistati nei propri territori, e dopo l’ennesimo rifiuto da parte di Greg di rivelare le vostre identità, ci fu una riunione di tutti i protettori con le cariche più importanti per parlare della situazione, ed io non sono così importante, ma c’è solo un modo per essere presente in quelle riunioni, essere il custode di un protettore della scatola, in teoria se tutto fosse andato come doveva andare una volta superato l’esame, vi avrei aiutati per un po’ a integrarvi nella vita comune con gli umani, avrei contribuito a creare una storia credibile agl’occhi degl’altri dato che ho allevato Adam e lo conosco bene, per cui quando mi hanno detto che dovevo essere presente alla riunione ho fatto due più due. – ci spiega alcune cose poi il sistema di sicurezza della stanza ci avvisa che Greg è alla porta e vediamo il suo viso arrabbiato e serio, certo, lui è sempre serio, ma la sua vena sulla tempia non è mai stata così gonfia. Vado alla porta e appena la apro entra e aspetta che la porta si chiuda alle sue spalle per spruzzare altro spray isolante e parlare.
- avete spento il computer, e isolato la stanza, in un primo momento ho pensato che steste scopando come ricci e ho lasciato correre, insomma un po’ di privacy potete averla ma poi ho notato che il sistema della stanza aveva registrato la sua entrata ma non l’uscita e lì mi sono insospettito, perché noi siamo protettori e non condividiamo i partner, se capite cosa intendo, per cui volevo vedere cosa avete di così segreto che non posso sentire. Insomma di cosa state parlando? Il primo giorno di scuola di Adam non può essere così segreto. Datemi una spiegazione plausibile vi prego! – è fermo, mani dietro alla schiena, e mi fissa, così faccio per parlare ma mi blocca. - no Talia, lascia parlare Adam, le tue spiegazioni mi fanno venire il mal di testa. – così mi zittisco e Adam si alza e mi tira per il braccio e si mette tra me e Greg, vedo che è preoccupato, accendo il sistema di controllo delle funzioni vitali e quando scannerizzo Greg vedo che ha una pistola carica dietro la schiena.
- volevamo solo avere aggiornamenti su quanto è successo in nostra assenza -
- vi siete isolati e spento i computer -
- sono stato io a chiedergli di farlo – dice Patrick alzandosi
- non hai l’autorità per farlo, conosci il regolamento, dovrò ammonirti – risponde Greg, non so il perché ma la situazione sta diventando sempre più tesa, probabilmente i fatti dell’epurazione sono segreti e non avremmo dovuto sapere nulla, ma vedo le pulsazioni di Greg aumentare, vedo il suo braccio muoversi e istintivamente afferro una delle poche armi rimaste sul tavolo e gliela punto contro.
- cosa hai intenzione di fare Talia? – dice Greg tenendo il braccio dietro la schiena, vedo Adam afferrare il fucile a onde d’urto che abbiamo recuperato dal museo e mettersi parzialmente davanti a me.
- Greg ti prego, metti via la pistola, ti prego, non facevamo nulla di sbagliato, lo giuro, e poi avevi detto che qua potevamo tenere i computer spenti no? Che siamo al sicuro, lo hai detto tu. -
- sei orgoglioso del tuo bambino Patrick? Guarda come difende la sua ragazza, ti ricordi quando anche noi avremmo fatto qualunque cosa per le nostre? Bei tempi quelli, chissà dove sono adesso? Sicuramente morte. – lascia cadere la pistola a terra e poi alza le mani. – perciò abbassate anche voi quelle armi o no? – ci dice costringendoci ad abbassare le armi. – ora me ne vado ma ricordate che potrete avere la scatola, ma siete sempre sotto il nostro controllo, non potete fare quello che volete, non siete sopra ogni regola, seguire il sistema ha funzionato per secoli, non rovinatelo proprio adesso. – si volta ed esce dalla stanza. Ci lasciamo cadere sulle sedie e restiamo in silenzio un po’, poi Adam mi guarda, accende il computer e si rivolge a Patrick.
- in che stanza sei? -
- novantaquattro -
- è sulla strada per la mensa, appena ci concedono i permessi per girare liberamente veniamo a prenderti e andiamo a cena insieme. -
- ok, vado prima di finire ulteriormente nei guai. – esce e restiamo soli, in silenzio, poi Adam mi afferra la mano e inizia a scrivere sul mio palmo, come si faceva da bambini quando si voleva parlare in segreto con qualcuno in mezzo a tanta gente. – dobbiamo cambiare la scatola – mi scrive, capisco cosa vuole dire, Greg sa com’è fatta, il suo discorso di prima ci ha acceso campanelli d’allarme, forse non siamo completamente al sicuro, certamente anche qua, tra la nostra gente, c’è qualcuno che vorrebbe avere la scatola per se, e il fatto che veniamo controllati così tanto, e che continuino a guardare tutto quello che facciamo e diciamo non ci rassicura. Forse eravamo più al sicuro in mezzo agli umani.

  
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