Capitolo
16
–In between days
«…Go on go on, just walk
away
go on go on, your choice is made
go on go on, and disappear
go on go on, away from here
yesterday i got so scared, i shivered like a
child
yesterday away from you, it froze me deep inside
come back come back, don't walk away
come back come back, come back today
come back come back, why can't you see?
come back come back, come back to me»
The Cure – In between days (*)
June 7th 2011 - sunset
@Mandarin Hotel - Paris
Una
busta quadrata, apparentemente insignificante.
Sul
retro, un logo stampato in rilievo e nient’altro.
La
busta è trasparente e lascia intravedere un cartoncino di dimensioni
leggermente
più piccole, chiuso all’interno.
E’ appoggiata
alla massiccia specchiera rettangolare sopra il comò in lucido wengé,
della
suite al piano attico del Mandarin Hotel di Parigi.
I
fiori freschi nei vasi disseminati in ogni angolo, diffondono un odore
nauseabondo, soffocante, complice anche l’aria di chiuso e la puzza stagnante
di fumo
che impregna la suite.
All’interno,
tutto è silenzio e immobilità,
se
non per l’uomo che misura la stanza a grandi passi, nervoso,
lanciando
di tanto in tanto un’occhiata furtiva alla busta e
all’orologio
ticchettante alla parete.
Un
asciugamano bianco appuntato sui fianchi e un altro, più piccolo, intorno al
collo; la pelle ed i capelli ancora bagnati, dopo la doccia e le goccioline
d’acqua che scendono
tra
le scapole, seguendo la linea scolpita dei muscoli, giù fino a perdersi
al
di sotto dell’asciugamano.
Chi
lo vedesse per la prima volta in questo momento, direbbe di avere di fronte un
pugile, appena prima di salire sul ring per un incontro.
No,
non per via dell’abbigliamento,
bensì
per quella vena pulsante e contratta sulla fronte, proprio al centro, e quel
sopracciglio lievemente alzato, tipico di chi – allo stesso tempo –
attende
e teme quell’occasione da troppo tempo.
Shanimal
afferrò il pacchetto di sigarette mezzo vuoto e sfilò una bionda,
portandosela
alle labbra.
L’orologio
segnava le 9 e 17 minuti e, secondo il pass che gli aveva procurato Jared, l’evento
doveva essere già iniziato.
Sbuffò,
perso nei suoi pensieri, prima di avvicinare lo Zippo alla sigaretta,
inclinando
leggermente il capo e schermando la fiamma blu e viola con la mano.
Jared.
E’ entrato tutto allegro in
camera mia meno di un’ora fa, parlando francese e
chiedendomi se avevo preso una
decisione per stasera…
tanto lui non entrerà al party
prima di un’altra ora, come minimo, perché prima ha un appuntamento con non so
chi, insieme ad Emma.
Alla fine, per farlo contento,
gli ho detto che non ci sarei andato, per farlo smettere
di starmi addosso.
Voglio stare da solo, stasera.
Il pensiero di essere nella
stessa città, sotto lo stesso cielo,
basta a togliermi il respiro, non
saprei proprio come comportarmi,
se me la ritrovassi di fronte,
in mezzo alla folla, ai paparazzi, a Jared e al mondo intero….
No, è meglio che non vada,
farei solo la figura del coglione.
Chissà se sa che sono a Parigi
anche io…
….ah, cazzo, è vero! Come
potrebbe non saperlo, l’avrà letto ovunque della presentazione che abbiamo
fatto oggi pomeriggio da Gibert!
“Shan,
tesoro, mi passeresti la mia borsa? E’ sulla poltrona vicino al comodino…”
Cheppalle, mi ero quasi
dimenticato di lei.
Con quella voce insopportabile
e quell’accento del North Dakota…
Jeena? Jenna? Jane? Non me lo
ricordo e francamente non mi interessa...
ho bisogno di stare da solo,
per riflettere.
Appena esce dalla doccia, le
dico di togliersi di torno.
******
“Può informare la signora Victoria Winter che Emma
Ludbrook e Jared Leto la stanno aspettando nella hall?”
“Bien sur, Madame.” L’uomo in livrea dietro
il bancone in marmo rosa, sollevò il ricevitore e compose il numero della
camera, con un sorrisetto di circostanza spalmato in faccia. Dopo qualche
parola in un pessimo inglese, annunciò soddisfatto: “La signora scende subito”.
“Che allegria, non vediamo l’ora…” borbottò Jared,
voltando le spalle alla reception e guardandosi intorno annoiato.
“Uff, senti, te l’ho già spiegato! Dieci minuti,
poi sarai libero di fare quel cavolo che ti pare! Non ho potuto dirle di no…poi
si tratta solo di un abito da indossare, santissimo Iddio, non ti sto chiedendo
la luna!” Emma ripose il Blackberry nella borsa, per evitare di
scaraventaglielo addosso e si passò le mani tra i capelli. Doveva ancora riprendersi
dal jet lag, figurarsi se aveva le forze per litigare con Jared (cosa per la
quale, tra l’altro, aveva alle spalle anni di allenamento).
“E va bene, ho capito! Ti ho dato la mia parola che
lo indosserò….solo, non pretendere che faccia i salti di gioia. Non solo sono
costretto a partecipare alla Vogue’s Night Out…dovrò farlo anche vestito da
pinguino!!” Si sfilò gli occhiali da sole e puntò dritto verso il bar “Non potevano
semplicemente farmelo portare in hotel? Perché mi vuole incontrare di persona?”
Emma alzò gli occhi al cielo, esasperata, mentre
allungava il passo per stargli dietro “Te l’avrò ripetuto cento volte…se magari
mi stessi a sentire ogni tanto! Dobbiamo metterci d’accordo per lo shooting
nello show room di New York, per il redazionale di Vogue...Non è difficile da
ricordare!”
“E’ il mio cervello che si rifiuta di memorizzare
le informazioni che non giudica rilevanti…” si accomodò sulla poltroncina di
chinz nell’angolo più appartato della hall e fece un cenno al cameriere, prima
di scostare la poltrona libera di fronte a sé, per invitare Emma a sedersi.
“Senti Jay, capisco che non sopporti questi eventi.
Capisco che al momento sei preso da altre cose ben più pressanti ed incombenti.
Però, davvero, si tratta solo di stasera, tanto dopodomani ripartiremo e di
tutta questa faccenda non se ne parlerà più prima di qualche mese…Renditi conto
che parliamo di VOGUE! Ho dovuto faticare non sai quanto per mettermi in contatto
con le persone giuste e farti diventare testimonial per Tod’s. Lo sai bene,
quanto è importante questa occasione….” Restò a fissarlo per qualche istante,
sentendo rabbia e frustrazione montare dentro di lei, mentre lui, gli occhi
puntati sul blackberry, sembrava non aver ascoltato una sola parola di ciò che
gli aveva appena detto. Ormai
esasperata, scattò in piedi, per cercare di far sembrare più minacciose le sue
parole: “E tutto dipende da questa STRONZA che dobbiamo incontrare
adesso, quindi vedi di non fare la Diva e comportati bene!!!”
Jared, di fronte a lei aveva alzato gli occhi
esterrefatto e fissava un punto imprecisato dietro Emma, più o meno al di sopra
della sua spalla sinistra.
“Jay, ma che ti prende? Ti sei incantato??” Jared
deglutì rumorosamente, mentre Emma si voltò avvampando di vergogna all’istante.
“Buonasera...beh, deduco che stiate aspettando me. Victoria Winter, Tod’s New York.”
******
“Serena, comment ça va ma chèrie?” Madeleine le
andò incontro a braccia aperte, facendo svolazzare l’abito di chiffon color
pesca e facendo tintinnare i mille braccialetti, anelli e pendenti vari che
esibiva come medaglie al valore. I capelli bianchi elegantemente stretti in uno
chignon, che lasciava sciolta solo qualche ciocca a incorniciarle il volto,
luminoso e solare, nonostante l’età.
“Madeleine! Je vais bien, merci et toi?”
“Je vais comme toutes les vieilles de mon age. Tu
viens d’arriver? C’est un plaisir de te voire! Mais tu est fatiguée? Tu
travaille trop, ma chèrie, ce soir je parlerai avec Victoria….”
Serena si era già persa in quel fiume di parole che
la donna le stava vomitando addosso, parlando fitto fitto in francese. Non
aveva avuto ancora tempo per riprendersi dal fuso orario e si stava già
preparando mentalmente al tour de force, in vista della serata impegnativa che
la aspettava. Di lì a poche ore, l’intera Rive Gauche sarebbe stata invasa da
vip, stilisti, modelle e giornalisti provenienti da tutto il mondo e
all’interno dello show room TOD’S di Saint Honoré avrebbe avuto luogo il party
di gala, in collaborazione con Vogue France. Ospite d’onore della serata, tra
gli altri vip, niente meno che Jared Leto! Quella sera sarebbe stato il loro
testimonial, infatti, proprio in quel momento, lui era con Victoria per definire
i dettagli della serata e consegnargli personalmente l’abito che era stato
scelto per lui. Secondo Josh di sicuro si sarebbe fatto vedere anche Shannon
quella sera…ma Serena aveva cercato in ogni modo di persuaderlo del contrario,
dicendo che di sicuro avrebbe voluto tenersi alla larga. E chi può
biasimarlo, dopo quello che gli ho fatto?
Per il momento, aveva solo un Leto del quale
preoccuparsi e sarebbe arrivato da un momento all’altro. Le Roger Vivier (**) che indossava le stavano già
facendo vedere le stelle, mentre doveva concentrarsi per identificare clienti e
giornalisti in mezzo alla folla, facendosi strada all’interno dello show room.
Si preannunciava una lunga serata e in assenza di Josh, che sapeva come farla
ragionare, l’open bar rappresentava un’attrattiva irresistibile.
Mentre tentava di scrollarsi di torno l’ennesima
fashion blogger emergente che cercava in tutti i modi di proporle una
collaborazione, Victoria le fece cenno di avvicinarsi, dall’altro capo della
stanza…Una tempesta selvaggia di flash si scatenò intorno alla ressa che si era
formata in corrispondenza dell’ingresso dello show room.
Jared era arrivato.
“So….hi. How are you?” Serena
si trovò di fronte il cantante, mentre entrambi cercavano di raggiungere il capo
opposto del negozio.
“Hi Serena! It’s been a while…you look stunning by the way. Even
thoug ..…..nevermind.”
Jared la squadrò da capo a piedi, con sguardo
interrogativo, indeciso se parlare o meno.
“Nevermind…what??” Serena alzò un sopracciglio ed
incrociò le braccia al petto.
“Nothing, I mean…are you ok? You don’t look
so…healthy”
“I’m perfectly healthy, thank you for your concern.
Now, shall we change subject?”
“Cambiamo pure argomento, se preferisci, ma la
sostanza rimane…Sei magra da far paura, tanto per cominciare…Ed è un vero
peccato, vederti così. Che ti è successo?”
“Sto benissimo, grazie!….e se così non fosse, tu
saresti l’ultima persona con la quale vorrei parlarne. Senza offesa, eh!”
“Beh vedo che riesci ancora a tirar fuori gli
artigli, quando serve. Mi piace questa dote, in una donna.” Si morse il labbro,
aspettando che le sue parole facessero effetto.
Serena non aveva nessuna intenzione di stare al suo
gioco, non avrebbe ceduto neanche di fronte a quei lineamenti perfetti, o
quegli occhi di un colore che le ricordavano prati verdi, il profumo del grano
e i colori dei pomeriggi d’estate perduti, di quando era bambina; senza parlare
del completo nero che metteva in risalto le spalle possenti, lasciando
intravedere brandelli del PROVEHITO IN ALTUM tatuato sul petto. Lei adorava
l’uomo che aveva davanti. Lo adorava anche al di là delle sue doti come
musicista o come attore. Lo adorava come individuo, come essere vivente, come
persona….E allora perché riusciva a darle così tanto sui nervi??
Non fu in grado di replicare alcunché, distratta
dalla ressa dei giornalisti che non davano tregua a Jared e continuavano a
chiamarlo, chiedendogli di voltarsi per farsi immortalare. Jared passò un
braccio intorno alla vita a Serena e si voltò verso la stampa, sussurrandole
all’orecchio “Beh, magari potrei offrirti da bere, più tardi…ma non farti idee
strane tesoro: ho solo un paio da cosette da dirti”.
Se non fosse bastato sentire il respiro di Jared
sul suo collo a darle i brividi, i flash la abbagliarono facendole quasi
perdere l’equilibrio, costringendola ad aggrapparsi a lui per non cadere.
“Senti ce ne andiamo di qui? Vorrei parlarti anche
io, possibilmente in un posto tranquillo…”
“Sì, questo posto è un gran casino…usciamo un
attimo in balcone” la prese per mano, facendosi strada in mezzo alla gente
accalcata davanti al bar, passando tra fruscianti abiti di seta, eau de
parfum nauseanti e acconciature affilate come armi improprie e il vocio in
tutte le lingue del mondo di chi tentava di sovrastare il cacofonico tunz
tunz della musica.
NOTE:
(*) The Cure – In between days >> Ho scelto la versione
dell’MTV Unplugged, dove Robert Smith duetta con I KoRn in un fantastico medley
di – appunto - In between Days e Make me bad. Vi consiglio di
ascoltarla mentre leggete il capitolo, poi se volete potete anche mandarmi
aff*** se non vi è piaciuto l’abbinamento e/o la canzone!
Voilà! >> http://www.youtube.com/watch?v=-d1lQxreiFQ&feature=related
(**) Le scarpe che
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