Sono passati due giorni da quando mi sono ritrovata a due centimetri di distanza dalla mano di un cadavere, e devo dire di essere ancora sotto shock. Non ne ho parlato a nessuno, probabilmente mi prenderebbero per matta. Sono spaventata e ho voglia di tornare a casa, ma so di dovermi rassegnare e cercare di godermi questi due mesi di campus. Sono ansiosa di natura, mi è quasi impossibile rilassarmi e far sì che mi scivoli tutto addosso.
In questi due giorni non ho neanche visto la ragazza dagli occhi verdi acqua, la ragazza che per un secondo ha fatto fermare i battiti del mio cuore.
Sono le dieci del mattino ed io, Grace e Meky siamo sedute su una panchina all'ombra di una quercia.
“Non sapete quanto è stato carino David in infermeria.. non riesco a pensare ad altro.” - ci dice Meky sghignazzando.
“ Non ero lì ma posso immaginarmelo”- le rispondo inarcando un sopracciglio.
“ È proprio vero che nelle botti piccole c'è il vino buono” - continua lei - “... chi lo avrebbe mai detto che fra le gambe ha un piton...” Grace tossisce e le tira un calcio.
Alzo la testa e vedo la ragazza dagli occhi verde acqua. Sento le farfalle nello stomaco e rimango come paralizzata.
“ Per caso una di voi ha da accendere?”
Grace non fuma, Meky si tasta le tasche e fa segno di no con la testa.
“Tieni” - le dico sorridendo.
Si accende una sigaretta, poi mi rende l'accendino e si rimette il pacchetto di Camel nella tasca dei jeans.
“Ti ringrazio” - mi dice accennandomi un sorriso.
È perfetta. Ha i capelli biondi e un taglio simile al mio, corto con un ciuffetto ribelle. Ha dei lineamenti androgini, un corpo snello e atletico e due occhi profondi, due occhi che riflettono il mare e la tristezza.
La guardo allontanarsi mentre sento in sottofondo la voce di Meky che mi chiama.
A mensa c'è più confusione del solito;non trovando posto sono obbligata a sedermi accanto a Todd, un logorroico brufoloso fanatico di Call of Duty e Minecraft.
“.... quindi ho dovuto ucciderlo. Dopo sono arrivati gli..”
“Scusami Todd” - lo interrompo - “ vado un attimo in bagno, torno subito.”
Mi sta scoppiando il cervello a forza di sentire la sua voce cazzosa e irritante. Apro la porta del bagno e vedo che accanto al lavandino, sulle mattonelle azzurre, c'è una macchia di sangue. Girata di spalle c'è una ragazza coi capelli lisci e rossi.
“Ehi, tutto bene?” - le chiedo sentendola tossire.
Si gira di scatto. Ha il viso pallido, di un bianco cadaverico; ha gli occhi arrossati e le pupille piccolissime, ridotte a due fessure.
“Sto alla grande.”
“Credo ti sia tagliata, c'è del sangue a terra...” - indico con gli occhi la macchia sul pavimento.
“ E io credo ti dovresti fare i cazzi tuoi.”
Mi squadra dalla testa ai piedi, poi esce sbattendo la porta.