Eccovi il mio secondo capitolo! Spero vi piaccia…grazie
per le vostre recensioni, continuate a scriverne!
Bye…
“
Di più, di più! Aumenterò la gravità…più di te Karooth!
Io ti supererò!”
Detto
questo, il saiyan aumentò la gravità in modo vertiginoso…troppo persino per
lui.
Bulma
era in giardino con Yamcha e osservava la gravity
room con un misto di apprensione… “ Quel saiyan si farà del male…” pensò.
Yamcha la distolse però dai suoi pensieri “ Avrei un
gran voglia di dare una lezione a quel pallone gonfiato di Vegeta!” Bulma si
voltò verso di lui “ Perché Yamcha?” “Non lo sopporto Bulma, non possiamo di
sicuro fidarci di lui” “ Ma che dici? Vegeta invece ci aiuterà a distruggere i
cyborg, l’hai dimenticato forse?”
Il
ragazzo fu colpito dalle parole di Bulma, ma non fece in tempo a ribattere che
una violenta esplosione attirò l’attenzione sua e di Bulma. “ La gravity room! E’ esplosa!” gridò quest’ultima “Pazzo,
inevitabile che si facesse del male” rispose Yamcha.
Il
fumo aveva invaso la loro visuale, un disastro…poi videro le macerie, ma del
principe non c’era traccia “Vegeta!” urlò Bulma in preda al panico
mentre lo cercava tra le macerie, poi vide una sua mano…ebbe un tuffo al
cuore “ Presto Yamcha, aiutami a sollevare questi massi!”
Yamcha,
per nulla convinto, l’accontentò. Il principe era ridotto male… “ Vegeta!”
disse Bulma, mentre lo soccorreva, prendendolo tra le sue braccia “ Ti senti
bene?” lui aprì appena gli occhi e le disse “ E come faccio a sentirmi bene,
terrestre…” “ Ha parlato! Presto Yamcha, aiutami a trasportarlo dentro,
dobbiamo aiutarlo…” “ Io portare dentro quel saiyan!?”
pensò Yamcha, ma per non indispettire l’isterica fidanzata , l’accontentò.
Adagiarono
il saiyan nella sua stanza, poi Bulma mandò Yamcha a chiamare suo padre.
Intanto
Vegeta sembrava svenuto “ Oh Vegeta…”
La
ragazza lo osservava con affetto, pensò egoisticamente che era
la prima volta che lo osservava così da vicino, lui si mosse e le afferrò una
mano stringendolo forte “ Oh mio Dio! Sta male, presto!” Urlò Bulma, senza
allontanare la sua mano dalla presa forte di quella del Saiyan.
Finalmente
suo padre arrivò, essendo una scienziato in gamba, se
ne intendeva anche di medicina.
Vegeta
aveva perso sangue, ma non era grave “ E’ un uomo robusto, figliola” “ Quanto
ci vorrà prima che si riprendi, padre?” “Um…a occhio
e croce, una settimana perché è robusto e forte”
“
E la camera gravitazionale?” chiese Bulma, apprensiva “ Gliene costruirò una
nuova”
Il
buon signor Brief uscì così dalla stanza, lasciando la
ragazza con l’infortunato.
Vegeta
aprì gli occhi, dov’era? Ricordava solo un’esplosione e poi…quella donna sopra
di lui che lo guardava impaurita, poi il vuoto. Osservando meglio, riconobbe la
sua stanza “Dunque mi hanno salvato!” pensò il saiyan, voltando la testa di
lato, mentre il suo cuore balzava nel petto per la sorpresa, la terrestre era
seduta su una sedia, la testa appoggiata su di un tavolino, dormiva…la fissò
stupito, lei era li per lui, si era presa cura di lui.
Bulma infatti, non lo aveva lasciato un attimo.
Lei
si mosse appena nel sonno e lui chiuse gli occhi, fingendo di dormire.
Bulma
si svegliò “ Oh…devo essermi addormentata…” disse alzandosi e dirigendosi verso
il capezzale di Vegeta. Sorrise “ Bè, sembra che il principe stia meglio…”
pensò e d ebbe l’impulso di accarezzarlo, avvicinò incerta la mano al suo viso,
Vegeta se ne accorse, aspettava solo il tocco di lei… “Ma che sto facendo?”
pensò Bulma ritraendo la mano. Vegeta, illudendosi di non sentirsi deluso, aprì
gli occhi incrociando quelli azzurri di lei “ Ho fame donna…” “ Vegeta! Ti sei
svegliato! Ti faccio preparare subito qualcosa, aspettami!” Detto questo bulma
si allontanò, lasciando un Vegeta a bocca aperta.
Tornò
poco dopo con un piatto fumante di minestra, non aveva voluto che nessuno la
seguisse, voleva il principe tutto per se.
Aveva
incrociato Yamcha per i corridoi, ma l’aveva quasi ignorato per correre da
Vegeta.
“Quanto
ci hai messo!” fece lui con il suo solito tono, a dire il vero, anche meno
acido del solito.
Bulma
non ci fece caso e si sedette accanto al suo letto, avvicinando il cucchiaio al
saiyan “ Che fai donna?” chiese lui, storcendo il naso “ Ti nutro Vegeta”
rispose lei, semplicemente “ Faccio da solo, grazie” “ come vuoi” rispose lei,
in tono di sfida, cedendogli piatto e cucchiaio. Il principe li prese e provò a
sollevarsi per mangiare, non riuscendoci, naturalmente. “ Accidenti!” fece,
Bulma sorrise “ lo sapevo, dai Vegeta, ridammi il piatto”. Lui glielo cedette, senza un commento
“e ora aprì la bocca…così...” “ Che sciocchezza donna!
Lo faccio solo perché non ho altre alternative…” detto questo, l’orgoglioso
principe aprì la bocca e si lasciò nutrire.
E
doveva ammettere che questo non gli dispiaceva…nessuno
aveva mai usato tanto tatto e gentilezza con lui come quella terrestre. Quando
il piatto fu ripulito ben bene, Bulma sorrise e disse “ Ora vorrei sentirmi
dire grazie, ma so per certo che tu non me lo dirai, vero principe?” “ Esatto
Bulma” rispose lui. La ragazza si stupì, era la prima volta che la chiamava per
nome! Quello era il suo modo di ringraziarla “ Piuttosto, la camera
gravitazionale?” “ Mio padre la sta ricostruendo, ma se ti azzarderai ad
aumentare ancora la gravità così tanto ti scaccio da
casa mai! Ti ricordo che hai rischiando di mandare tutto all’aria!” lui
sorrise, sarcasticamente “ E che me ne importa? Questa volta è stato un errore,
ma non sarei tu a dirmi ciò che non devo fare” Bulma si risentì per quelle
parole “ A si? Va bene, allora più tardi vedremo se
riuscirai a mangiare da solo! Scordati un mio aiuto!” Detto questo lei uscì, sbattendo la
porta.
Come
si permetteva quel saiyan di trattarla così? Lei era Bulma Brief
e nessuno le avrebbe messo i piedi in testa…ma
comunque non riusciva a d odiarlo…quel poveretto non avva
mai avuto qualcuno che lo aiutasse quando era ferito…si pentì di essersene
andata in quel modo… “ Bulma, finalmente!” Bulma si voltò, davanti a lei c’era
Yamcha “ Oh ciao…” gli rispose, un po’ triste “ Tesoro che hai?” le chiese lui,
avvicinandosi. Bulma alzò gli occhi verso il giovane, da
quando in qua vederlo non gli procurava più quell’allegria? No, le
dispiaceva, ma non aveva voglia di starlo ad ascoltare… “ Scusami Yamcha…sono
stanca, vado a riposare…” rispose la ragazza, allontanandosi “ Certo che sei strana Bulma! Se la metti così io vado ad allenarmi” Lei
si irrigidì e pensò tra sé e sé “Se quello lo chiami allenamento…” scosse la
testa e si allontanò, lasciando un Yamcha stupito e
offeso.
Vegeta
non riusciva più a riposare, gli doleva tutta la testa, ma c’era dell’altro…quella stupida terrestre, come si permetteva di
andarsene così sbattendo la porta? Che rabbia! Eppure c’era qualcosa che non
riusciva ad ammettere neppure a se stesso…perché si comportava così anche con
lei che sembrava l’unica a considerarlo su quel pianeta del cavolo?
Gli
altri terrestri suoi amici lo temevano, ma lei, lei no!
Basta!
Maledizione, non vedo l’ora di potermi alzare da questo letto, questa impotenza
mi da alla nausea! E ho fame! “Maledizione, ho fame,
portatemi qualcosa!” sbraitò poi lo sconsolato principe.
“Lo
senti cara? Il nostro Vegeta a fame” esclamò la signora Brief,
rivolgendosi alla figlia. Bulma alzò lentamente gli occhi dalla rivista che
stava leggendo “Portagli tu da mangiare mamma…io non ne ho voglia…” “ Come
cara? Oh…non so come fai a parlare così, se solo fossi
più giovane approfitterei di questa occasione per stare accanto ad un ragazzo
così affascinante…così sexy…” “Mamma!” la rimproverò Bulma, osservando la
piccola donna fantasticare sul principe “Ma che c’è di male cara! E’
vero…tieni, portagli da mangiare” “ Non sono la sua serva, cavolo!” ma
nonostante tutto prese quel piatto dalla mano della
madre e si avviò verso la stanza del Saiyan.
Doveva
ammetterlo, era leggermente emozionata…Bussò, un lieve grugnito in risposta. Entrò.
“Finalmente!
Quanto avrei ancora dovuto urlare prima di farmi portare da mangiare!!!” Bulma guardò torva il Saiyan, che comunque sembrava
stesse meglio.
Si
avvicinò in silenzio e senza fissarlo nei suoi occhi color notte senza luna,
gli depose il piatto sul comodino, sedendosi a sua volta sulla sedia li a fianco “Tieni, mangia da solo scimmione!” Lui la fissò
irato e tentò di servirsi da solo, operazione impossibile, visto come era tutto
fasciato.
Siccome
Bulma non era una insensibile, le piangeva il cuore a
vedere gi sforzi del saiyan…ma voleva fargliela pagare, voleva che lui le
chiedesse aiuto.
Vegeta,
accortosi dell’indifferenza della donna e dell’impossibilità di riuscire a
mangiare da solo, chiuse gli occhi, senza però dire una parola. Dopo alcuni
minuti di imbarazzante silenzio, lui disse –Allora, stai aspettando che io ti
preghi di offrirmi il cibo?” “ Esatto” rispose l’azzurra, impassibile “Allora
mettiti il cuore in pace, perché io non ti chiederò mai aiuto!” sbraitò lui,
non volendogliela dare per vinta “Fai come meglio credi, intanto
però il tuo cibo si sta raffreddando”
Altri
minuti di interminabile silenzio…lo stomaco di Vegeta gorgogliava…
“Che
fame terribile! E quella donna…che rabbia! Ma che tenacia anche!” pensò lui.
Ancora
silenzio…Bulma chiuse gli occhi…sperava che le dicesse di aiutarlo…non poteva
essere orgoglioso fino a questo punto…
Chi
avrebbe ceduto?