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Autore: Scath Panther    10/11/2012    0 recensioni
....La liberazione di Derek era stata complicata, ma alla fine era andato tutto bene, certo la morte per mano sua della S.I era stata una nota negativa, ma il loro collega, amico e confidente Derek Morgan era uscito quasi illeso da quel incubo...
Il continuo di My Obsession, ma tranquilli se non vi va di leggere il racconto precedente non cambia nulla, la storia è completamente autonoma, ci sono solo pochi riferimenti a quella passa.
Questa volta i nostri amati Derek e Reid saranno alle prese con un caso complicato, si beh come sempre, ma con due aspetti forse mai trattati prima l'omicida è sotto gli occhi da tutti eppure Reid ha dei dubbi. Ma non è tutto Derek sarà vittima di fantasmi inconsci difficili d'affrontare, ce la farà da solo o qualcuno lo dovrà aiutare?
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Derek Morgan, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le menti degli assassini, due profiler'
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Instillare il dubbio

2° capitolo

 

- Signor Procuratore Capo, lei sa che questo è un processo penale, l’uomo accusato, il signor McFarlan è accusato di gravissimi crimini, rischia l’ergastolo a vita, non che, se fosse accertato che una delle vittime è effettivamente una cittadina del Texas, dovrebbe tener conto della pena di morte –

- Signor Giudice Rockhar, so perfettamente di che cosa tratta questo processo. Sono sicuro che il dottor Reid ora prenderà un bel respiro e elencherà le sue qualifiche, non si preoccupi quindi, agire secondo le regole – rispose l’avvocato con un cipiglio deciso nascondendo perfettamente l’ansia per dover aspettare le parole del “ragazzino”.

 

Reid aveva prestato giuramento, prima con la mano sbagliata, poi aveva urtato, inavvertitamente la bibbia facendola quasi cadere, e infine borbottando qualcosa sui libri troppo pesanti, che colpa del microfono puntato a pochi centimetri dalla sua bocca era risuonato in tutta l’aula. Quando finalmente aveva iniziato a sentirsi più calmo e il procuratore gli aveva posto le prima domande, era andato di nuovo nel panico, gli era stato chiesto di dire ad alta voce Nome e Cognome, professione, attuale impiego e mansioni e infine specializzazione.

Sul nome e cognome non aveva corso alcun pericolo, ma nello spiegare professione, impiego e mansioni era entrato in uno dei suoi soliti monologhi interiori dove spiegava dalle origini cosa faceva e perché, era dovuto intervenire il giudice, che non riusciva a capire se il procuratore fosse impazzito o semplicemente ritenesse la presenza di un “vero” esperto superflua.

 

- Giudice, giurati, dottor Reid, può per favore, riassumendo, dirci qual è la sua specializzazione? –

Ehm… certo, in qualità di criminologo, o profiler, della squadra analisi comportamentali dei crimini violenti, posso affermare di essere un espero nel campo della psichiatria forense.

- Obbiezione giudice, l’esperto non ha detto di possedere una laurea in psichiatria forense – fece ovviamente obbiezione l’avvocato della difesa, disposto ad appellarsi a qualsiasi cavillo per trovare una via di scampo.

Signore lei ha studiato per diventare avvocato di serial killer di donne indifese o nel corso della sua carriera ha appreso la tecnica di caso in caso?

 

Il procuratore impallidì alzando subito la mano rivolgendosi al giudice, come a voler fare obbiezione, ma ripensandoci, visto che l’avrebbe fatta contro di se, chiuse gli occhi e si rivolse al giudice.

- Giudice ci scusi, vorrei che l’esperto riformulasse la frase, d’accordo avvocato Ysmen? –

L’avvocato della difesa annuì e Reid, senza guardare nessuno, se non il procuratore, riformulò la frase.

Dati i miei studi interinali, e i miei due master in psicologia e psichiatria criminale, non che membro da sette anni di una delle squadre del BAU posso affermare di avere abbastanza conoscenze ed esperienze per ritenermi esperto.

L’intera aula si ammutolì, chi incredulo, che divertito, e chi impressionato.
Il procuratore non attese altro, aveva la piena attenzione e Reid finalmente era lucido e professionale.

- Dottor Reid lei ha analizzato il caso, giusto, conosce ogni particolare? – il dottore annuì e così si procedette con le domande classiche. Ha riscontrato anomalie nelle analisi fin ora effettuate? Comparando il profilo stilato dal suo collega con le vicende reali dell’indiziato può affermare che i due combaciano al 90%?  Ritiene l’ipotesi della multipla personalità plausibile? Pensa che l’imputato possa fingere un comportamento strano per fingersi malato? Ha avuto modo di parlare personalmente con l’accusato? Lo ha potuto osservare in diverse occasioni? Concluse le domande classiche, iniziarono quelle che i due avevano studiato con più attenzione.

- Dottor Reid lei ritiene che il comportamento del signor McFarlan sia compatibile con quello di un predatore sessuale? –

- Obbiezione signor Giudice, il concetto di comportamento è troppo ampio e facilmente fraintendibile – era scattato, persino in piedi dall’enfasi, il difensore.

Il procuratore sorrise e annuì, aveva sperato in quell’obbiezione.

- Ha ragione.  Signor Giudice, mi correggo. Dottor Reid è in grado di affermare che stando a testimonianze a denunce l’uomo è stato sorpreso a spiare coppie in momenti intimi, a seguire donne sole di bell’aspetto e in un’occasione dopo aver portato in auto una prostituta raccolta per strada, l’avrebbe aggredita e malmenata, questo genere di soggetto è classificabile come predatore sessuale? –

Chiese con una voce impostata, impersonale, meccanica per dare enfasi, naturale, al significato stesso delle parole. Non serviva l’emozione per testimoniare quale orrore significavano quelle parole.

 
Il dottore annuì prendendo un respiro, si insegnava in tutte le accademie di polizia, non solo quelle di Quantico, quali erano i primi comportamenti di un possibile stalker, il passo successivo era l’aggressione e in alcuni casi la morte delle vittime.

Questo è uno schema classico, ciò che precedere il passo successivo, ovvero un’aggressione con l’intento di provocare dolore e persino la morte. Da atteggiamento passivo aggressivo, è passato a un atteggiamento aggressivo, probabilmente però provocato, l’ultimo è stato quello di… cercare una vittima ideale e proiettando le proprie fantasie su di essa… cioè si consuma la violenza, in questo caso, sfociando alla fine nell’omicidio vero e proprio

- D’accordo dottor Reid, un’ultima domanda. Se la multi personalità è da ritenersi una malattia vera e propria è giusto processare quest’uomo per un reato che non ha commesso per sua volontà? –

Un ospedale psichiatrico curerebbe, o per lo meno manterrebbe lo stato di salute mentale dell’uomo sotto controllo e non sarebbe un pericolo per il prossimo e per se stesso. È ovvio pensare che trattandosi di multi - personalità chi ci troviamo di fronte potrebbe essere una persona completamente innocente dato che è un’altra delle personalità che comandando in quel momento ha ucciso, ma ricordiamoci che non è un involucro l’uomo. La mente fa parte del corpo, non solo l’uomo può controllare in gran parte la mente, con l’aiuto di farmaci e una terapia adeguate le personalità potrebbero entrare in contatto. Quando e se succederà e la personalità colpevole di questi delitti sarà completamente cancellata allora, solo allora il signor McFarlan potrà essere rilasciato, in alternativa, anche se si sottoponesse a delle cure temporanee la personalità “omicida” tornerebbe.

Il giudice annuì, come anche gran parte dei giurati, l’avvocato della difesa invece scosse il capo battendo le dita sulla propria postazione, non sapeva da dove iniziare a smontare quel commento così acuto!

- Bene giudice io avrei concluso, se l’avvocato… oh un attimo. Dottor Reid, non le ho chiesto una cosa importante prima. Lei ha detto di non conoscere l’uomo accusato, giusto? E lo ha visto solo una volta dietro un vetro? Si ricorda di che colore aveva gli occhi? – Reid spalancò gli occhi incredulo, questa era la domanda che teneva nascosta? Il colore degli occhi? Scherzava?

Reid ripescò dalla memore il giovedì prima, quando da una delle sale per l’osservazione degli interrogatori aveva guardato il comportamento dell’uomo.

 Verdi, quasi castani

 Rispose senza indugio il dottore della squadra di profiler.

 - Avvocato, può dirci di che colore sono gli occhi del suo assistito? – chiese il procuratore all'avvocato della difesa

- Come? Ehm? Quasi azzurri, grigi direi – il giudice, come i giurati, e lo stesso avvocato della difesa, non avendo compreso continuarono ad osservare il dottore. 

Oh, sì. Dalle analisi risulta che l’uomo abbia una capacità, rara, ma già studiata anni addietro, di modificare il colore delle proprie iridi. Non solo in una certa quantità, e qualità, può modificare la propria voce, questo però…

 - Dottore Reid grazie –

 

- Procuratore Hugs, prima che l’avvocato della difesa proceda, vorrei che si avvicinasse, dottor Reid rimanga, voglio che chiarate un punto – procuratore e avvocato della difesa si avvicinarono al giudice e Reid rimase fermo aspettando le parole del giudice.

- Avvocati, dottore, cosa diavolo voleva dire quella scena di prima? – parlò con  voce alterata  il giudice.

Giudice nessuna scenetta, tutto quello che ho detto è vero!

- Questo lo so, volevo sapere perché? Cosa state cercando di far passare? – chiese sostenuto dall’avvocato della difesa, che non aveva capito assolutamente nulla.

- Nulla di che, solo che la personalità dominante è quella che ha ucciso le donne, ha usato le sue doti naturali per fingere e continuare a prenderci in giro. La mente di quell’uomo ha un unico fine, uccidere. E il resto delle personalità sono nulla, in confronto a quella che le comanda! Dunque non c’è nessun motivo per dubitare della colpevolezza dell’uomo – il giudice, imparziale, rimase immobile a pensare. Reid annuiva e l’avvocato della difesa si trovò a boccheggiare.

 

- Ma… ma questo è scorretto! – riuscì a dire indignato l'avvocato della difesa.

- Affatto, prego, potete andare. Avvocato proceda. Ponga le domande che deve al dottore –

Reid, che aveva assistito alla breve arringa del procuratore si sentiva deciso e sicuro, nulla lo avrebbe fatto vacillare.

- Il mio collega parlava di irregolarità genetiche e simili. Lei crede che questo c’entri anche con la situazione mentale del mio assistito? Per farla breve: le crede che sia pazzo? – l’uomo si era lentamente avvicinato fino ad essere di fronte al banco dei testimoni, per guardarlo dritto in faccia

Beh io… no, io credo sia abbastanza sano, cioè sa riconoscere ciò che è giusto da quello che è sbagliato, la sua mente entra in shock in alcuni momenti e

Non riuscendo a capire che cosa volesse dimostrare, Reid si trovò di nuovo in difficoltà e ricominciò a straparlare.

 
- Non serve che aggiunga, ora le vorrei chiedere, dato che lei ha sottolineato questo aspetto del suo essere esperto, lei ha mai avuto a che fare con casi di serial killer psicopatici o schizofrenici? –

Sì, certo, almeno venti

- Di questi quanti hanno confessato? – la domanda tenne con il fiato sospeso tutti i presenti, compreso il procuratore.

Ne…nessuno di questi

 

Non avrebbe voluto rispondere, ma era costretto, e doveva dire la verità, cercò di guardare il procuratore per cercare un dialogo con gli occhi, ma l’avvocato della difesa non si muoveva di un millimetro davanti al suo viso.

- Mi dica, anche se fosse accertata la multipla personalità, è possibile che una delle personalità, che fin ora è stato detto non comunicante con le altre, abbia confessato qualcosa, di cui non avrebbe dovuto sapere assolutamente nulla? –

Io, non lo so… può succedere che le personalità collimino in alcuni momenti e…

- Ha riscontrato mai questa possibilità? E mi dica… è possibile invece che la personalità dominante abbia confessato peccando di superbia? – il dottore dovette scuotere il capo, stava accadendo quello di cui aveva paura, la verità, i suoi studi e la sua esperienza stavano aiutando un criminale a difendersi.

In questo genere di casi, può avvenire che il colpevole si lodi, raccontando di ciò che ha fatto, vantandosene, ma non confessando come ha fatto… il signor McFarlan

- Ho concluso – finalmente l’avvocato si mise a sedere, e il dottore poté osservare il volto, ora funereo, del procuratore.

- Bene, se nessun’altro deve porre ulteriori domande, opterei per una pausa di mezz’ora e la ripresa per l’una del dibattimento – le due parti annuirono e il giudice batté il martello.

Reid quasi si mise a correre, doveva uscire di lì, respirare, e migrare all’estero.

 

- Hai fatto solamente il tuo lavoro, sapevamo che era complicato, ma hai fatto ciò che dovevi –
Grazie, ma mi sento in colpa, un anno di indagini per… questo

L’uomo accompagnò, sempre attraverso una delle porte laterali, lontano dai giornalisti verso gli ascensori che lo avrebbero portato al piano inferiore.

- Non abbiamo perso granché, lui ha istillato il dubbio, noi chiariremo tutto e quel verme finirà in prigione 

 

- Avanti si muova McFarlan! – una delle guardie urlò contro il prigioniero che insisteva per voltarsi e guardare il dottore.

Sarà, però… ho avuto anch’io un attimo di esitazione, quando ha parlato degli occhi, vede

  

- LA PREGO! Io non c’entro! Non sono stato io! La prego! – l’uomo, che non parlava in pubblico da più di tre mesi, aveva urlato facendo risuonare la sua voce sulle pareti di marmo del corridoio.

- LA PREGO – Reid si voltò per capire con chi stesse parlando e intercettò il suo sguardo, stava guardando lui. Voleva il suo aiuto.

 

Ha di nuovo gli occhi marroni

- Si sarà stancato di quelli grigi –


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Il secondo capitolo è finito, spero sia piaciuto, che tutto fosse chiaro e comprensibile, che Reid non fosse troppo forzato, tengo molto alla verosomiglianza dei personaggi!
Se vi va commentate questi primi due capitoli! A presto
   
 
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