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Autore: Scath Panther    28/10/2012    0 recensioni
....La liberazione di Derek era stata complicata, ma alla fine era andato tutto bene, certo la morte per mano sua della S.I era stata una nota negativa, ma il loro collega, amico e confidente Derek Morgan era uscito quasi illeso da quel incubo...
Il continuo di My Obsession, ma tranquilli se non vi va di leggere il racconto precedente non cambia nulla, la storia è completamente autonoma, ci sono solo pochi riferimenti a quella passa.
Questa volta i nostri amati Derek e Reid saranno alle prese con un caso complicato, si beh come sempre, ma con due aspetti forse mai trattati prima l'omicida è sotto gli occhi da tutti eppure Reid ha dei dubbi. Ma non è tutto Derek sarà vittima di fantasmi inconsci difficili d'affrontare, ce la farà da solo o qualcuno lo dovrà aiutare?
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Derek Morgan, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le menti degli assassini, due profiler'
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Il continuo di My Obsession signore e signori, come sempre la nostra coppia Morgan x Spencer, gli altri componenti della squadra, un'ambientazione realistica e un caso da risolvere, spero sia di vostro gradimento... buona lettura! (ricordo che i personaggi non mi appartengono, sono coperti da copyright, non scrivo a scopo di lucro e non voglio offendere nessuno con il mio racconto!)


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1° capitolo
 
La sua settimana di vacanza sarebbe iniziata a fine mese, o meglio dal giorno dopo il 1 febbraio, mancavano ormai meno di 12 ore, non era così felice di prendersi un periodo di pausa da quando Gideon li aveva “abbandonati”, quella era stata l’unica occasione in cui aveva chiesto alcuni giorni di riposo dal lavoro. Si sentiva stanco e sfinito dalle numerose lesioni interne da far rimarginare, ovviamente erano ferite dell’anima; dopo ciò che era accaduto a Celina era stato esonerato completamente dal lavoro sul campo, poi c'era stato l'incontro con la commissione, quel caso.... tutto troppo compresso in un periodo così breve. Poche ore e avrebbe lasciato tutto alle spalle...
 
La liberazione di Derek era stata complicata, ma alla fine era andato tutto bene, certo la morte per mano sua della S.I era stata una nota negativa, ma il loro collega, amico e confidente Derek Morgan era uscito quasi illeso da quell’incubo.
L’agente era stato dimesso il 15 gennaio dal Medical Center Hospital, nella contea di Jackson TN, a mezz’ora da Celina, il posto migliore a quanto dicevano per poliziotti e forze dell’ordine, contro il parere medico, Hotch però aveva preteso un suo soggiorno in una clinica per la riabilitazione di almeno dieci giorni. Fisicamente non presentava problemi di grave entità, ma il suo equilibrio psichico oscillava, perlopiù la notte, l’assuefazione da sostanze chimiche venne smaltita abbastanza velocemente, gli organi interni erano tornati efficienti, nonostante dovesse seguire una dieta rigida per non affaticare e compromettere le funzioni del pancreas e fegato.
Il dottore, invece, aveva seriamente rischiato la sospensione, ma era riuscito a trascorrere i primi due giorni di degenza accanto all’agente Morgan, dopo di che fu richiamato da Hotch e dalla direttrice della sezione, per i due giorni successivi si presentò davanti alla commissione interna che decise del suo futuro.
Il provvedimento fu annunciato proprio il 15 gennaio, mentre Garcia riportava a Quantico Morgan e lo accompagnava in clinica: Reid venne temporaneamente “declassato”, gli fu ritirata pistola e porto d’armi, gli vennero assegnati incarichi d’ufficio, che nel gergo significava analizzare o verificare casi che un procuratore, in chissà quale parte degli Stati Uniti aveva chiesto di ricontrollare. Al dottore u affidato un caso in Virginia, in modo che non dovesse spostarsi. Dietro la scrivania, impossibilitato a seguire la squadra che caso dopo caso lasciava l’ufficio e poi tornava, esaminò tutti gli incartamenti del caso McFarlan.
 
Il 18 gennaio l’agente Morgan uscì dalla clinica di Quantico, contro il parere medico, con la promessa di rimanere a riposo, fu  così confinato in casa grazie all’aiuto delle sorelle e della madre, rintracciate prontamente da Reid, su invito di Hotch. L’agente di colore fu costretto, senza cerimonie, a rimanere nella sua piccola villetta, perlopiù a letto, unica possibilità di uscire le visite in ospedale di controllo!
Lo stesso giorno, Reid, si presentò nel tribunale di Stafford per fare da testimone a sostegno dell’accusa del procuratore capo Joseph Hughs, amico di vecchia data dell’agente Prentiss.
Il caso, da quanto diceva il procuratore che si era occupato da subito del caso, era semplice, un uomo responsabile di almeno quindici omicidi, solo due corpi erano stati ritrovati interamente, delle altre 13 oggetti personali, indumenti, documenti, e di alcune di queste parti di corpo, da unghie, a capelli, a orecchie e dita. L’uomo era stato arrestato dopo un anno, durante il rapimento dell’ultima vittima era stato visto da un ragazzo, l’identikit era servito a poco però, era invece servito il profilo stilato da Hotch che si era arrivati a restringere il cerchio.
Albert McFarlan abitava in una zona residenziale, medio-borghese, con le classiche famiglie americane di tre/quattro componenti, con mogli casalinghe, e due auto nel vialetto. Dalle testimonianze raccolte uno dei primi punti ipotizzati da Hotch, era stato verificato, il voyeurismo, l’uomo era stato denunciato diverse volte perché sorpreso alle finestre soprattutto nei momenti in cui due persone, di solito un uomo e una donna, avevano un rapporto intimo.
Il secondo elemento verificato era stato trovato nel passato dell’uomo, a tredici anni era stato affidato ad una casa-famiglia, la madre non aveva possibilità di mantenere lui e la sorella maggiore di soli due anni, la ragazza però non era felice di vivere in quel genere di struttura così scappò e portò con se il fratellino, vissero in strada per quasi un anno, una volta arrestata per furto la ragazza racconta: viene alla luce una vita di stenti e dolori, entrambi erano stati violentati, malmenati e derubati più volte.
Il possibile S.I all’epoca non esprimeva quasi alcuna sofferenza evidente, l contrario del classico caso dello psicopatico o di un soggetto anti-sociale, il ragazzo di soli quattordici anni mostrava dispiacere per la sorella, riconoscenza verso i poliziotti che li avevano salvati e rabbia per chi aveva fatto loro del male.
L’agente Hotch, appresi questi elementi, aveva quindi ipotizzato un distacco dalla realtà, probabilmente una doppia o multipla personalità, nata proprio in questo periodo della sua vita e sviluppatasi dopo la morte della ragazzina a soli diciotto anni. Principalmente  il signor McFarlan viene classificato come predatore sessuale, e l’omicidio è solo una conseguenza estrema, non lo scopo.
L’ultimo elemento erano state le circostanze e tempistiche delle scomparse delle donne. L’uomo lavorava come rappresentante porta a porta di varie merci, dall’oggettistica per la casa a bijoux, da prodotti farmaceutici a quelli cosmetici. Conquistava facilmente la fiducia delle donne anche grazie al suo bell’aspetto. Le due vittime ritrovate sulla Courthouse Road, all’altezza di Austin Ridge Drive, vivano a pochi isolati dall’uomo, ma non lo conoscevano, questo stato valutato da Hotch come il classico schema territoriale di un predatore sessuale, non cerca vittime nell’immediate vicinanze della propria abitazione, ma abbastanza vicino per commettere il fatto e tornare al sicuro in poco tempo.
Fatte le comparazioni tra profilo redatto dall’agente Hotch e la reale vita dell’uomo, l’unico particolare discordante, lo stesso a cui si appellava era la difesa, era la reale compromissione mentale dell’uomo. L’uomo aveva confessato al momento dell’arresto, di getto, accettando la sua condizione di non assistito da un legale, e dopo aver firmato tutte le carte che attestavano la sua completa volontà nel parlare davanti alla telecamera, strumento standard per gli interrogatori da almeno vent’anni, dopo la confessione di getto non aveva più parlato con gli inquirenti, ne per discolparsi, ne per dare particolari, in più erano presenti delle informazioni storiche della sua condizione, nella sua famiglia si erano verificati casi di schizofrenia e bipolarismo.
Durante il primo interrogatorio l’imputato raccontò delle donne che aveva assalito, aggredito sessualmente e infine, dopo aver abusato di loro, quando ancora combattevano e cercavano di liberarsi, le uccideva non sopportando che scappassero da lui. Ogni volta nello stesso modo, un sacchetto di plastica in testa, con cui le privava d’aria. Le portava poi fuori casa, le caricava nel furgoncino dove stipava la sua merce e lì le spogliava, toglieva ogni oggetto personale, ad alcune recideva pezzi di pelle, dita, unghia, orecchie, e di una, stando al suo racconto, aveva tolto anche un occhio. Tutti i corpi, sempre secondo l’uomo, erano stati gettati al ciglio della Courthouse Road. Gli agenti avevano cercato di capire come fosse possibile che nessuno degli altri corpi fosse stato trovato, e lui senza scomporsi aveva risposto che non esisteva solo lui e di depravati al mondo ce n’erano molti.
 
Depravati? Ha davvero usato questo termine?
 
Il procuratore annuì continuando a osservare la fiumana di persone che cercava di entrare nell’aula di tribunale.
 
Nel fascicolo che riguarda la sua istruzione è scritto chiaramente che non ha completato il liceo
- Sì, certo. È tutto corretto! –
 
Reid annuì e continuò a sfogliare i propri appunti, aveva trascritto alcuni dei suoi dubbi, prima di entrare in aula voleva che tutto fosse chiaro, in modo da non creare problemi al procuratore.
 
L’agente Hotch, e i suoi investigatori parlando di una personalità predominante che rende succube le altre, o l’altra, avete riscontrato un cambio reale di personalità durante il primo interrogatorio, soprattutto nella gestualità, e l’avete riscontrato negli incontri successivi, nonostante l’uomo non avesse più rivolto la parola a nessuno di voi, se non al proprio avvocato difensore..
Lesse continuando a camminare e schivare per un pelo le persone, concentrato su ciò che stava facendo.
 
- Corretto. Mi dica, non crede ai referti medici? Si parla di un conflitto di personalità, è anche abbastanza ovvio che ci siano due persone che stanno per essere giudicate, quello che ha ucciso le quindici vittime e quello che ha confessato tutto – rispose l’uomo, impettito, con voce seria e dura come se fosse infastidito da quel ragazzino!
Sì, ma noi chi manderemo in galera per sempre?
 
Il procuratore non poté rispondere perché l’avvocato della difesa, insieme a due agenti e all’accusato, passarono davanti a loro entrando nell’aula.
- Andiamo, non si preoccupi. Ah Emily mi ha detto che è la prima volta che testimonia in tribunale, non c’è nulla che possa andare storto, se lo ricordi, ma mi raccomando non aggiunga nulla alle risposte concordate, non dobbiamo dare troppe informazioni, se non siamo costretti! –
 
Sospinto dall’uomo Reid chiuse il proprio blocco per gli appunti e s’incamminò per il corridoio laterale, che da un’entrata secondaria dava diretto accesso alla zona adibita alla difesa e accusa.
In qualità di esperto Reid avrebbe testimoniato per primo quel giorno, come da prassi il giorno prima e quello prima ancora erano state raccolte le dichiarazioni dei testimoni diretti, degli agenti che avevano condotto le indagini e per ultimo l’accusato, che si era avvalso della facoltà di non rispondere, quel giorno toccavano, appunto, agli esperti.
Era la prima volta che indossava un completo, lui era abituato a comprare abiti di seconda mano in negozi specializzati in vintage o ai mercatini, non era mai entrato in un negozio per completi eleganti, il vestito indossato al funerale della moglie di Hotch era appartenuto a suo padre, che in gioventù aveva una corporatura simile alla sua. Naturalmente era stato aiutato, la madre di Morgan si era offerta per seguirlo nel suo “shopping” dell’ultima ora, aveva scelto  lei quel completo, era un “Giorgio Armani” blu scuro, camicia bianca e cravatta nera. Aveva pettinato, lisciato e tirato indietro i capelli. Sicuro, quanto un anatroccolo in uno stagno pieno zeppo di coccodrilli, Reid si mise a sedere dietro il procuratore, accanto ad altri due esperti, uno era un tecnico della scientifica, da quanto aveva capito un dermatologo, doveva illustrare perché i segni sul collo delle due vittime fossero compatibili solo con le due buste, distinte, ritrovate nel camioncino dell’accusato, e soprattutto i lividi, post-mortem, fossero le impronte esatte dell’accusato. Il secondo esperto era un luminare nel campo dei motori, così almeno si autodefiniva, aveva analizzato le impronte lasciate sul suolo accanto alle vittime, i pneumatici erano davvero particolari, in quanto consumati nella parte più interna per quanto riguarda le ruote posteriore e la parte più esterna in quelli anteriore, ciò era dovuto a due elementi, che avrebbe illustrato lui stesso, ma che qualsiasi uomo che sapeva come era costruita un’automobile e sapeva in che modo la gomma si consumasse, avrebbe potuto spiegare. Il problema di quel camioncino era dovuta a uno squilibrio degli assi, sia del semi asse anteriore che del posteriore, con gradi di squilibrio differenti e convergenze opposte.
 
Come terzo “luminario” c’era il dottore Reid, il più giovane in tutta l’aula, i suoi 28 anni sembravano sempre troppo pochi in confronto agli altri esperti, avvocati, giudici, giurati, impiegati del tribunale, giornalisti e dello stesso pubblico. In quel completo firmato poi sembrava ancora più giovane e impacciato. Non aveva ancora spento il telefono e pregava che Hotch lo richiamasse da un momento all’altro, non aveva paura di fare brutta figura, non poteva, lui conosceva perfettamente ciò che stava per dire, le sue 4 lauree e i 3 master erano a serviti a qualcosa. Il problema era ben altro, aveva il terrore di far cadere in errore il procuratore e dare inavvertitamente vantaggio alla difesa. Immerso nelle sue preoccupazioni si lasciò trasportare dal flusso dei ricordi.

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FLASHBACK
 
E così hai voluto fare l’eroe
Non è proprio così… sapevo che sarebbero arrivati i rinforzi, non sono stato così sprovveduto da andare a cuor leggero, e poi sono un’agente, ho anche il porto d’armi e il patentino
D’accordo, d’accordo, accetto la giustificazione della mamma e ti ammetto in aula
 
Dereck, semi-sdraiato nel suo lettino bianco, nella camera singola del Medical Center, osservava Spencer, mani in tasca e sguardo basso passeggiare nervosamente.
 
Non è divertente
Sì, lo è!
Affatto! E se vogliamo parlare di “fare l’eroe” dovresti essere tu il primo a fare un passo avanti, mister vado in ricognizione, mi immedesimo nei serial killer e poi… mi faccio catturare!
 
La nota d’irritazione della voce del ragazzo castano fece sorridere ancora di più l’uomo di colore, non aveva voglia di farlo arrabbiare, ma gli era mancata così tanto la sua voce, che gli avrebbe anche di decantare il Decamerone pur di sentirlo.
 
Ho avuto paura
 
Ammise, infine, abbassando lui stesso lo sguardo. Reid non si era presentato in ospedale prima della mattina del giorno dopo la liberazione di Morgan e la morte della spietata killer, aveva raccolto le proprie cose all’hotel e si era recato quasi subito in centrale per dare la sua versione dei fatti ma poi Hotch lo aveva spedito in ospedale, lui aveva ubbidito, ma non era entrato nella stanza dell’amico per ore. Alle quattro e trenta circa, aveva preso la decisione, era entrato, chiedendo il permesso alla caposala mostrandole il distintivo, e sorridendo con tutta la gentilezza possibile, si era messo a sedere sul letto accanto a quello dell’agente, naturalmente vuoto, come richiesto dalla Strauss. Aveva atteso pazientemente che si svegliasse, ignorando totalmente che Morgan fosse già sveglio da un’ora, aveva dormito così tanto in quei giorni di prigionia che odiava chiudere gli occhi per più di un’ora. E così si erano osservati, senza farsi scoprire, per due ore. Reid cercava di dare un senso a tutto quello che era successo, al proprio comportamento, ai sentimenti, reazioni e soprattutto ai ricordi che avvallavano la sua mente, Morgan legato, Morgan sedato, Morgan sofferente… poi era diventato Derek che cercava di farsi capire, Derek che gli chiedeva scusa prima di urlare contro la donna che lo aveva rapito, e Derek che dice a JJ di chiamarlo e dirgli, testuali parole, Spencer, grazie. In pochissimi giorni, per Reid, il suo collega Derek Morgan, era diventato solo Derek, l’amico e confidente.
 
 
Poco prima dell’alba era stato Morgan a palesare il suo stato di sveglia, Reid aveva sorriso, senza mostrare particolari emozioni, si era alzato e avvicinato al paziente, che aveva sfoderato uno dei suoi tanti sguardi con sorriso seducenti e accattivanti.
Si era chinato e l’aveva abbracciato. Dopo di che si era staccato, senza dire nulla, e si era rimesso a sedere.
 
Sai? Penso che dovresti dire a quel ragazzino del tuo corso che ti fa il filo, di trovarsi qualcun altro da importunare
FINE FLASHBACK

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Reid non aveva afferrato subito il concetto, aveva pensato addirittura che quella fosse una battuta per sdrammatizzare, ma Morgan era stato molto serio nel pronunciare le parole.
Così attento alle proprie memorie aveva perso il filo del tempo, il primo esperto aveva concluso la proprio deposizione e il secondo si apprestava a far giuramento.
 

- Dottor Reid, mi spiace dirglielo, ma dovrò farle una domanda in più –
Certo, non c’è problema, e quale sarebbe?


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Salve gente, sono tornata! Questa storia non è ancora finita ma lo sarà presto lo giuro! Intanto provo a postarla, per condividerla, spero che chi ha già letto la prima e l'abbia trovata un bel progetto fedele al telefilm voglia accostarsi anche a questa, magari la troverà altrettanto piacevole.   
Sicuramente i nostri amati Derek e Spencer saranno protagonisti e l'evoluzione della loro storia sarà ben visibile! Tranquilli non vi lascerò a bocca asciutta!
Allora buon proseguimento!
EDIT:
La storia è conclusa, ci metterò un po' a postare tutti i capitoli, ma ci sto lavorando. Lo slash sarà visibile poco a poco, c'è un nuovo personaggio che potrebbe dare qualche pensiero ai nostri protagonisti... ma chissà, non vi anticipo nulla! Ho apportato diverse correzioni, soprattutto all'inizio della storia (il giorno dell'inizio della vacanza) è importante perchè rifacendo i calcoli non ci stavo con il 31 gennaio. Alla prossima! Se volete recensire sappiate che io accetto le critiche! (e i complimenti ^_-)

   
 
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