Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: Franfiction6277    10/11/2012    1 recensioni
Shannon è un musicista, Sarah una regista. Racconterò di come il mondo della musica e del cinema si possano trovare in stretta correlazione attraverso questi due personaggi e la loro travagliata storia d'amore.
Si sa, le cotte che le ragazze hanno durante la loro adolescenza restano sempre incastonate nel loro cuore.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 11.

Musica, sudore, adrenalina: stavo correndo sempre più velocemente attraverso le desolate strade di campagna appena fuori da Los Angeles.
Guardai alle mie spalle per vedere se quel pigrone di Shannon mi stava seguendo, e lo trovai in lontananza, che si trascinava quasi in ginocchio con il fiato corto verso di me.
Mi tolsi le cuffie, scoppiando a ridere fragorosamente.
"Molto divertente, eh? Mi sta per venire un infarto" disse Shannon una volta accanto a me, mettendosi una mano sul petto.
"Non hai proprio resistenza" lo provocai, ridendo ancora.
"Ehi, ti ricordo che io sto seduto alla batteria" protestò, ancora con il fiato corto.
Fece un lungo respiro, raddrizzandosi e facendo una smorfia di dolore.
"Appunto, ecco perché devi anche far esercitare i muscoli dalla vita in giù" lo rimbrottai, spegnendo l'I-Pod.
"Oh, dolcezza: mi sembra che ci sia un muscolo che faccio esercitare molto spesso" rispose, inarcando maliziosamente un sopracciglio.
"Malizioso del cazzo" borbottai, arrossendo.
"Proprio quello" ridacchiò.
Riprese scherzosamente a correre, e lo raggiunsi in poco tempo, dandogli una pacca sul sedere.
"Forza, citrullo" urlai, ridendo.
Sobbalzò per il colpo, fulminandomi.
"Quando torniamo a casa, ti faccio vedere chi è il citrullo" ringhiò, scherzosamente.
Risi ancora, correndo al suo passo da bradipo: beh, forse mi ci sarei abituata.
"Da quando te ne vai a correre?" chiese sorpreso Tomo a Shannon, vedendoci arrivare insieme a casa, sudati e accaldati.
"Da quando sto con qualcuno di nome Sarah Wood" borbottò Shannon, facendo ridere Tomo.
"Sei fortunato ad avere una donna così al tuo fianco" disse il chitarrista, facendomi l'occhiolino.
Shannon aggrottò la fronte, pensieroso, mentre io sentivo le mie guance bruciare per l'imbarazzo.
Cosa stava succedendo? Sembravo una ragazzina alla sua prima cotta.
"Beh, anche lei è molto fortunata" balbettai, prendendo un sorso d'acqua dal frigorifero.
Shannon si aprì in un sorriso sincero, quasi intimidito.
Gli feci una linguaccia, alleggerendo l'atmosfera.
"Mettiti pure comoda, e se vuoi puoi farti anche una doccia. Noi dobbiamo provare" sussurrò Shannon, mentre Tomo spariva nel corridoio che portava allo studio di registrazione a casa dei Leto.
"Grazie" risposi, avvolgendo le braccia attorno al suo collo: perché eravamo improvvisamente così timidi?
Lui sospirò, abbracciandomi forte e rilassandosi.
Tenendomi ferma per la nuca, mi baciò profondamente, finché non sentimmo qualcuno sbraitare.
"Shannon, sbrigati" urlò Jared, e ci staccammo, ansimanti.
"Vai" sussurrai, e lui mi diede un ultimo bacio prima di andare in studio.
Dopo aver fatto una doccia rilassante, mi infilai un paio di pantaloni della tuta di Shannon e una maglia dei Metallica, sempre sua: sperai che non ne fosse geloso.
Mi misi a gironzolare per tutta la casa, cercando qualcosa che mi tenesse occupata: c'erano talmente tante cose, che non sapevo cosa scegliere.
Alla fine optai per leggere un libro, Il giovane Holden: la copia era vecchia, ingiallita, con un sacco di note scritte in post-it.
Riconobbi la scrittura di Jared e, affascinata, mi misi a leggere tutte le note, piuttosto che il libro in sé.
Parlava di canzoni, riconobbi alcuni spezzoni di inediti che si sentivano solamente ai concerti: era come se usasse i libri per trarre ispirazione.
Quando finii di leggere le note, misi il libro a posto e cominciai a fare zapping alla TV, cambiando 70 canali al secondo.
Sentii i miei occhi improvvisamente pesanti, e li chiusi quasi senza volerlo.
Sbadigliai rumorosamente e posai il telecomando sopra il tavolino di fronte al divano, lasciando la TV accesa e addormentandomi.
Sognai me e Shannon, a casa mia, da ragazzini: mia madre preparava una torta al cioccolato e io sorridevo a Shannon come una sciocca, seduta sul divano accanto a lui.
Lui mi guardava inespressivo, come faceva spesso da ragazzino.
Mugugnai qualcosa di indefinito, mentre mi sentivo improvvisamente fluttuare.
Riconobbi il profumo penetrante di Shannon e sorrisi, appoggiandomi al suo petto e stringendogli le braccia al collo: il suo sguardo era caldo e affettuoso, niente a che vedere con quello da ragazzino.
"Ti sei fatto la doccia. Hai un profumo meraviglioso" sussurrai con voce impastata.
"Mmm" sorrise Shannon, sfregando il naso sulla mia guancia.
Sentii una superficie morbida sotto di me e capii che mi aveva portata a letto: si sdraiò accanto a me e ci coprì entrambi, abbracciandomi da dietro.

Shannon sentiva il suo profumo invadergli le narici, mentre cercava inutilmente di dormire: era stanco, davvero molto stanco, ma Morfeo non ne voleva sapere di lui, quella notte.
Pensava e ripensava alle parole che gli aveva detto Tomo, quel pomeriggio: era davvero fortunato ad avere una persona come Sarah accanto a lui?
E Sarah era fortunata ad avere lui, come aveva detto lei stessa?
Shannon notò che aveva indossato suoi vestiti, e la cosa gli piacque molto: era come se avesse addosso una parte di lui.
Era questa la profondità del suo sentimento?
Stare abbracciato a lei e godersi il suo calore, i suoi sussurri indistinti, il suo corpo morbido? Una sorta di appassionata morbosità, forse.
Sapeva che Sarah lo amava: glielo aveva detto svariate volte, nonostante lui bloccasse quelle parole sul nascere.
Allora lei lo guardava con qualche sentimento represso, poi si apriva in un sorriso, una sorta di muta e forzata accettazione.
Sentì un mugolio di un cane, e si girò a guardare, notando Sky col muso appoggiato al letto, gli occhi languidi supplicanti.
"Ehi, old boy" sussurrò piano Shannon, staccandosi da Sarah per non svegliarla.
Il cane scodinzoló, rallegrato da quelle attenzioni.
Shannon decise allora di portarlo a fare un giro, anche se era piena notte.
A Los Angeles c'era una piacevole brezza autunnale, niente di particolarmente freddo.
Shannon prese un maglione e mise il collare a Sky, facendo uno sbadiglio.
"Ancora in piedi?" chiese il batterista, vedendo il fratello chino sul piano, mentre abbozzava qualcosa, con la matita tra i denti e gli occhi azzurri concentrati.
"Mmm? Sì, sto scrivendo. E tu? Cosa ci fa Sky con il collare?" replicò Jared, confuso, guardando il cane.
"Lo porto a fare un giro" rispose Shannon, facendo spallucce.
"A quest'ora?" chiese Jared, sorpreso.
"Insonnia. Tu senza dubbio ne sai qualcosa" disse Shannon, sorridendo sardonico.
"Già" ridacchiò Jared, riprendendo il suo lavoro.
Sky era ben felice di sgranchirsi le gambe, Shannon un po' meno: correre poche ore prima l'aveva a dir poco devastato.
Decise di fermarsi in un parco poco distante da casa: lasciò Sky a gironzolare lì intorno e si sdraiò su una panchina, intento a guardare il firmamento.
Vedeva un sacco di forme distinte nella sua mente: un serpente, una triad, una croce...degli occhi, gli occhi di Sarah.
"Vai a fare una passeggiata notturna e mi abbandoni senza dirmi nulla? Sei proprio perfido, animale" borbottò qualcuno, e Shannon sobbalzò: Sarah si era seduta accanto a lui sulla panchina, e lo guardava divertita.
"Non riuscivo a dormire, scusa" rispose il batterista, mettendosi a sedere.
Sarah lo prese delicatamente per una spalla, incitandolo a posare la testa sulle sue ginocchia: Shannon accettò di buon grado, e Sarah prese ad accarezzargli i capelli.
Il batterista sospirò di felicità, ricordandosi le carezze di sua madre Constance, quando era bambino.
Sky si sedette accanto a Sarah, sull'erba: la regista accarezzò anche lui, gli si era affezionata da subito.
Restarono lì per un tempo infinito, sino a che non videro il sole sorgere: Shannon si alzò a sedere, abbracciando Sarah.
Lei si appoggiò al suo petto, stringendogli le mani al maglione: voleva dirgli che guardare lui era più bello che guardare l'alba, ma non voleva spezzare la magia di quel momento.
"Andiamo a casa" sussurrò Shannon al suo orecchio in tono suadente, e Sarah sospettò che non avrebbe preso sonno ancora per qualche ora.

Fran's corner:
Salve a tutti! Mi scuso infinitamente per non aver scritto praticamente per mesi, ma purtroppo ho avuto un blocco/ritorno a scuola che mi ha impedito di avere una mente serena per affrontare questa storia.
Che dire? C'è un impercettibile passo avanti nell'accettazione di Shannon di avere Sarah nella sua vita come compagna, e un passo avanti da parte di Sarah nel non vedere Shannon come un ragazzino abbastanza cattivo. Credo che Sarah riuscirà a superare solo in parte il trauma di Shannon ragazzino, almeno finché lui non mostrerà di ricambiare in pieno i suoi sentimenti. Ma non vi dico altro!
Grazie a tutti coloro che recensiscono e che leggono solamente.
Alla prossima!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Franfiction6277