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Autore: lafatablu    10/11/2012    1 recensioni
Timeline: 4 anni dopo Not Fade Away
Pairing: Angel & Buffy (ovviamente)
Summary: Né la neve, né la pioggia, né il caldo, né le tenebre della notte, possono fermare i corrieri sulla via reale. (Erodoto – V secolo a.C.) Ci sono angeli e demoni che camminano sulla terra. Alcuni di loro lavorano per l'ufficio postale. Gli Oracoli vivevano sotto l'ufficio postale. Vi ricordate? Si, centra anche questo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Francis Doyle, Angel, Buffy Anne Summers, Connor, Cordelia Chase
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A N G E L ~ Soul & Love ~'
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Parte 13

 

Angel era uscito da qualche ora e Buffy si godeva il silenzio dell’Hyperion Hotel. Quel posto le piaceva molto, l’hotel richiamava alla mente il senso di precarietà delle loro vite, dove niente era stabile. Non ancora. Tutto si reggeva su delicatissimi e fragili equilibri. Per ora, era solo l’inizio di qualcosa.. qualunque cosa fosse, ma ancora senza radici stabili. Con Angel, c’era ancora molto da chiarire, da raccontare, da farsi perdonare a vicenda ..o forse no, ma avevano deciso, che per ora, valeva la pena tentare. Angel, forse più di Buffy, era molto determinato a far si, che fra loro le cose funzionassero. Almeno per una volta, disse quasi implorando, quando rispose alla sua domanda. Fra noi le cose funzioneranno?

Non avevano fatto grandi progetti per il futuro, avevano deciso di comune accordo, di vivere nel presente. Ora erano in fase di adattamento. Entrambi. Volevano stare insieme, e fin tanto che lo volevano insieme, avrebbe potuto funzionare. Le ombre però, erano ancora tutte lì, ma lei, al momento, non aveva alcuna intenzione di tornare a Londra. Non subito almeno.

Non lo disse ad Angel, ma la decisione di rimanere a L.A, non dipendeva solo dal fatto che voleva stare con lui. Aveva preso questa decisione, anche perché era preoccupata per Connor. L’ultima volta che l’aveva visto, era seduto per terra nella loro camera, con lo sguardo allucinato. In mano teneva quella foto che a Buffy trasmetteva molta inquietudine. Era passata una settimana da allora, Connor non si era più fatto vedere, né rispondeva al telefono. Lei istintivamente sentì che doveva restargli accanto. Inutile dire che Angel era preoccupatissimo per suo figlio e tutte le sere usciva per controllare da lontano che lui stesse bene.

Ed era per questo che era uscito al calar del sole, non stava via molto, solo qualche ora, non voleva lasciare Buffy da sola, nonostante lei insistesse nel ricordargli che aveva vissuto più di una vita, in compagnia solo di sé stessa. Ma questo era Angel e lei lo amava anche per questo.

Buffy gironzolò un po’ qua e là, godendosi il ‘non aver grossi impegni per la serata’. Pensò che adesso avrebbe voluto preparare una torta per Dawn, domani sarebbe arrivata con il primo volo da Londra, visto che il college chiudeva per le vacanze di Halloween. Non voleva però usare il microonde. Angel non l’aveva fatto e lei percepì che quell’oggetto apparteneva a lui, a Connor e alla loro storia recente. Era stato proprio Connor a confessarglielo e Buffy ricambiò la stessa attenzione che lui aveva riposto nei confronti di un altro banalissimo oggetto. La loro teiera, la cui storia invece apparteneva al passato di Buffy e Angel. Niente microonde, pensò. Non l’avrebbe usato finché Connor non fosse tornato e in quel momento, decise che sarebbe accaduto presto. Lui l’aveva ricondotta da Angel e lei lo avrebbe riportato a casa. Da Angel.

Corse su in camera e prese una busta che aveva riposto nell’armadio. La sera prima erano usciti insieme per negozi e Buffy aveva comprato una felpa per Connor, pensò che fosse una buona scusa per giustificare la sua presenza al campus. Infilò il cappotto, decisa più che mai, che era la cosa giusta da fare. Voleva parlare con Connor.

“Penso voglia stare da solo.” La voce la fece trasalire, non era più abituata a veder Angel comparire dal nulla. “Angel?” Lui sorrise, si sedette sul letto osservando ancora quella foto, e non riuscì a nascondere la sua ansia. Disse che comunque era riuscito a parlare con Connor.

“e..?” chiese Buffy in ansia.

“al telefono dice che sta bene, ma..”

“..ma tu non gli credi”

Neppure lei gli credeva e confidò ad Angel la strana sensazione che sentiva nel guardare quella foto. Lui però non vedeva nulla di anomalo, ricordava anche quando era stata scattata. “Non lo so Angel, ma quella foto è.. non lo so.. è strana..” L’istinto le diceva che dovevano parlare con Connor e dovevano farlo subito. “Sai una cosa? stasera si cena tutti insieme.. da domani sarò occupata con Dawn per tutta la settimana, ma stanotte Connor deve essere a casa, con noi. Qualcosa lo ha spaventato, e lo sta allontanando dalla sua famiglia. Io non starò a guardare mentre accade. Andiamo a riprendercelo ..e intendo dire.. con le buone o con le cattive..”

Angel era assolutamente affascinato dai suoi gesti, dalla rabbia che infiammava le sue parole, e dalla dolcezza implicita dei suoi sorrisi. Si chiese quanto sarebbe stata diversa la sua vita, se in tutti quegli anni, avesse avuto lei accanto. Connor avrebbe tentato il suicidio? Lui sarebbe finito alla W&H? Doyle, Cordelia, Fred, Wesley, Gunn e Lorne sarebbero ancora vivi? Si alzò, la prese per mano, e uscendo dalla stanza, disse. “Andiamo a riprendercelo.”

Intanto Connor era più depresso dei giorni precedenti. Risentire Angel aveva riacutizzato la ferita, che lui aveva tentato di nascondere con l’iperattività, ma non ingannava nessuno, men che meno Tommy. “Secondo me.. è una cazzata, Connor” Disse, mentre finiva di riempire lo zaino. “Hai deciso di stare qua mentre tutti noi torniamo a casa per le vacanze.. beh, è una pessima idea. Questo è esattamente quello che non si deve fare quando si è depressi..”

“Non sono depresso. Ho un sacco di roba da recuperare. Mi sono già preso una vacanza di una settimana, ricordi? ne approfitterò per rimettermi in pari ..e il campus deserto è perfetto..”

Tommy sentì il suono del clacson di un furgone che conosceva bene e sbirciò dalla finestra. Sorrise. “È mio padre.. devo andare” Aveva sorriso non perché vide suo padre, ma perché lui stava abbracciando una vecchia amica che non vedeva da tempo. Buffy Summers. Tommy non disse nulla a Connor, ma sapere che lui non sarebbe rimasto da solo al campus, lo rassicurò molto. Non vedeva Angel, ma l’importante era che qualcuno si prendesse cura di Connor.

“ok, vado.. comunque stare soli quando si è depressi è una gigantesca cazzata, Connor..

Lui stava per ribattere quando sentì una voce..

“Connor non è solo, nonostante gli piaccia crederlo. Suo padre è venuto a prenderlo”

..quella voce, che lo fece sobbalzare e lo fece saltar giù dal letto, in cui era ormai sdraiato da ore, circondato da libri che non aveva nessuna voglia di leggere. Non poté nascondere né la sorpresa, né la gioia che sentiva in quel momento, ma non disse nulla. Si limitò a guardare Angel. Stava proprio davanti a lui, poggiato allo stipite della porta, in mano teneva una busta e gli sorrideva, scrutandolo intensamente. Connor salutò distrattamente Tommy che usciva. Così fece Angel, che gli sorrise, spostandosi per farlo passare. “Tuo padre è giù che aspetta”

Poi rivolse di nuovo l’attenzione a suo figlio e come sempre, parlarono solo con gli sguardi. Connor si avvicinò di più, senza mai interrompere il contatto visivo. Accidenti, era strafelice di vederlo. Cercò di captare il suo stato d’animo. Percepì grande forza e determinazione in lui, come non sentiva da tempo. Immaginò che l’artefice di questo miracolo fosse Buffy.

“Ciao” disse sottovoce “Cosa.. ci fai qui a quest’ora?” Se ora Angel avesse smesso di guardarlo come se volesse fargli la radiografia, gli sarebbe stato molto grato. Si sentiva a disagio, e distolse lo sguardo. Perché stava lì immobile e non entrava? Era passato solo per un salutino?

“Posso entrare?”

“Cosa?”

“Devi invitarmi ad entrare, Connor ..se non mi inviti non..”

“Ohhh, certo.. giusto..” Connor annuì, ancora più a disagio. Angel rise “Sarebbe un si?”

 “SI. È un si. Scusa non ci aveva pensato.. non sei mai venuto qui.. ohhh scusa il casino.. c’è un po’ di disordine. Tommy ha buttato tutto all’aria mentre faceva la valigia per.. oh, lo sai che suo padre è.. si lo sai.. l’hai visto giù. Entra pure.. aspè.. libero il letto, puoi sederti.. se vuoi”

Accidenti, era nervosissimo, ma assolutamente felice che lui vedesse finalmente la sua stanza.

Angel l’aiutò a spostare i libri dal letto e si sedette accanto a lui, guardandosi un po’ in giro, per memorizzare quanti più particolari poteva, nel tentativo di capire qualcosa di più di suo figlio. Era quella la stanza in cui aveva vissuto negli ultimi cinque anni. Si rese conto di quanto davvero poco sapesse della sua vita. Ricordò di aver provato la stessa sensazione, quando anni prima, era entrato nella stanza di Buffy, al college, e come allora, anche adesso si sentì perso.

Ora avrebbe voluto che Buffy fosse lì ad aiutarlo, perché parlare con Connor non era mai stata un impresa facile. Ricordò a sé stesso il motivo della sua presenza lì. Era lì per riprendersi suo figlio, era lì per riportarlo a casa ad ogni costo. Non sarebbe più successo quello che successe anni prima in quel maledetto centro commerciale. Connor non era solo, non lo era mai stato, e lui era lì per dirgli questo. Suo figlio doveva sapere con certezza assoluta che lui lo amava.  

“Connor? cosa è successo? Sei.. sei andato via così.. senza salutare.. hai detto quelle cose..”

Vide il suo nervosismo e pensò che forse stava sbagliando tutto, ancora una volta. Ma quando Connor lo guardò dritto negli occhi, vide la sua emozione e comprese che lui era spaventato.

“Stanno succedendo delle cose strane.. è da un po’ che volevo parlartene, ma sembra che non sia mai il momento giusto.. vorrei.. vorrei aggiustare le cose, papà.. ma per quanto io tenti.. succede sempre qualcosa che manda tutto all’aria e sono stanco di tutto questo..”

Angel posò la busta sul letto e con un braccio gli circondò le spalle “Isolarsi però, non è il modo migliore di aggiustare le cose. Qualunque cosa stia accadendo, noi la risolveremmo insieme.. non c’è nulla che non si possa sistemare..”

“È l’uomo che ha vissuto isolandosi dal mondo per gli ultimi quattro anni, a parlare? Perché non è che tu hai fatto meglio di me ..e per quanto riguarda il risolvere le cose insieme.. dimentichi tutta la storia dell’accordo? Solo un giorno al mese ..e ora pare non ci sia più neppure quello.. io non riesco a.. ci sono un sacco di cose che non riesco a capire..”

“Di che parli? Connor, cosa non riesci a capire? Ti ho già detto che il nostro accordo..”

“NO. Il tuo accordo, papà. Quello era il tuo accordo, ed era l’unico modo per poterti vedere..”

“Ok, è vero.. erano le mie condizioni, ma ora le cose sono diverse. Ti ho già detto che non c’è più quell’accordo.. sul resto.. hai ragione. Ho vissuto isolato per quattro anni, ma ti ho anche detto che avevo le mie ragioni ed ora le conoscerai, ma se ti allontani da me, come faccio a.. okkk, ora dimmi cosa non capisci, a me puoi dire tutto..”

Connor aveva molti dubbi su questo. Poteva dirgli che era certo che la vita che stavano vivendo era solo una bugia? E lui avrebbe davvero capito? gli avrebbe creduto? E su questa cosa dell’accordo, perché accidenti non era più chiaro? “Cosa vuol dire non c’è più l’accordo?”

Angel sospirò in frustrazione. A volte Connor comprendeva al volo, anche aldilà delle parole, a volte doveva spiegargli anche le cose più elementari e questa era una di quelle volte.

“Vuol dire che non c’è più nessun limite di tempo. Vuol dire che possiamo stare insieme tutte le volte che vogliamo. Vuol dire che potremo anche decidere, che tu ti trasferisci in modo permanente da me. Insomma.. non c’è più quell’accordo..” Sospirò ancora, ma stavolta per la stanchezza. Parlare lo svuotava di molte energie e lui non era mai stato un chiacchierone.

Connor si morse le labbra nervosamente, abbassò lo sguardo, dandosi mille volte dello stupido. Lui aveva capito esattamente il contrario. Per lui, “il nostro accordo non esiste più” significava che non potevano più vedersi, neppure una volta al mese. Per questo era scappato via, perché dopo aver avuto quella visione, e aver visto la loro vita reale, sapere che in questa realtà suo padre non volesse più vederlo, faceva male da morire. Aveva trascorso una settimana terribile e ora scopriva che molte delle sue paure erano infondate. Forse era meglio non dirlo ad Angel, era certo che l’avrebbe ferito, ed era l’ultima cosa che voleva. Si limitò a sorridere visibilmente sollevato dalle sue parole.

Angel però non è era uno che si accontentava della superficie e sapeva che doveva battere il ferro finché era caldo. “Hai pensato che non volessi più vederti, non è vero? Connor? ..ma allora tu non mi stai a sentire quando parlo? ..come hai potuto pensare che io..”

“Ero.. ero un po’ sconvolto in quel momento.. io ero.. okkk, noi dobbiamo parlare, papà..”

Angel annuì “Si, ma non qui. Prendi le tue cose e andiamo a casa.. questo posto deserto non..”

“Non lo so se è una buona idea.. voglio dire.. c’è anche Buffy. Voi avete bisogno dei vostri spazi. Poi, io devo recuperare un sacco di lezioni perse.. ho un esame fra dieci giorni. Questa vacanza è l’ideale per.. qua non avrò distrazioni.. ho davvero un sacco da fare.. dico sul serio”

“Buffy non è affar tuo.” Disse Angel con voce decisa, poi gli sorrise “Chi pensi abbia deciso che stasera noi tre abbiamo una cena da preparare insieme? Non resterai qua, in questo dormitorio deserto, tutto solo per una settimana. Chiaro? Hai molto da studiare? Bene, l’Hyperion è perfetto. Hai tutto lo spazio e il silenzio che vuoi, e la tua camera è.. beh, la vedrai”

“Sembra interessante..” Connor sorrise “..ma”

“Niente ma.. hai solo due opzioni, Connor. O vieni con me a casa, oppure, se preferisci, vieni lo stesso con me e ti accompagno dai Reilly.. ma TU non resti qui. IO non ti lascio qua da solo per una settimana a.. a inseguire pensieri che.. è già accaduto in passato Connor, non accadrà mai più. Se solo io fossi stato un padre più presente, tu non avresti.. NO, Connor.. siamo già stati lì.. e non vogliamo tornarci. Né io né tu, e noi non siamo più quelli di prima..” Aveva alzato la voce, forse un po’ troppo, forse voleva sedare anche le sue paure, non solo quelle di suo figlio, ma comunque funzionò, perché Connor annuì acconsentendo ad andare con lui.

“No, dai Reilly no. È davvero l’ultimo posto in cui voglio stare adesso. Va bene, vengo con te.” Aveva però bisogno di non far trapelare eccessiva emozione, perché al momento non sarebbe riuscito a gestirla, quindi ridacchiò nervosamente e chiese. “Cos’hai dentro quella busta?”

È per te.. è una cosa che Buffy ha preso per te..

“Wow.. una felpa rossa.. sembra un po’ grande ma.. è carina.. grazie ..e questi? Cosa sono?”

Adesso fu Angel a ridere. Aveva completamente dimenticato di aver acquistato dei gadget per Connor e aveva anche dimenticato che erano in quella busta. Ormai la sorpresa era andata, tanto valeva dirgli subito cosa aveva in mente. “Ohhh.. quelli sono per te.. cioè.. per noi..”

“Due cappellini con il logo della Los Angeles Kings? Buffy ha.. lei ha comprato questi cosi?

“Non essere stupido, adesso..” disse Angel tutto soddisfatto del suo acquisto “è ovvio che non gli ha comprati Buffy.. gli ho comprati io.. hai visto che cosa c’è scritto sotto il logo?”

“Ah, ecco.. così va già meglio, perché stavo perdendo tonnellate di stima per Buffy, se.. fosse stata lei a comprare questi cosi ..e invece no.. sei stato tu.. ma che sorpresa..”

Il tono di Connor era divertito e rideva apertamente. I cappellini erano davvero strani, ma Angel gli aveva comprati per una ragione e lui gli avrebbe conservati fra le sue cose, quelle private che appartenevano solo a lui. Lesse la scritta sotto il logo. Sorrise e pensò che suo padre riusciva sempre, in un modo o nell’altro, a mettergli l’anima in subbuglio.

Let’s Go, Los Angeles Kings. We Are the Champions.

Era un incitazione ad andare avanti, era un invito a non fermarsi davanti alle difficoltà, perché loro erano campioni. Comprese il messaggio di suo padre e ora voleva abbracciarlo, ma non voleva cedere alle emozioni, perché sentiva di essere ancora vulnerabile in quel momento, e come sempre, anche questa volta rispose con ironia. “Io ti ringrazio, papà.. sono carini, ma non penserai sul serio che indosserò questo.. cappellino.. perché mai..”

Non osò continuare, perché quando vide ciò che gli mostrava Angel, le sue difese andarono in frantumi. Accidenti, suo padre era straordinario e ancora una volta era riuscito a sorprenderlo.

“Mai? Neppure domani notte? Quando saremo in prima fila a vedere la partita? Ci pensi, Connor? Los Angeles Kings contro Philadelphia Flyers. È un evento unico e giocano la loro prima partita in notturna, qui a L.A ..e noi due saremo proprio là, in prima fila. Certo, se hai parecchio da studiare posso rivendere questi a biglietti a qualcuno..

Angel aveva estratto due biglietti dalla tasca interna della sua giacca e li sventolava, tutto soddisfatto, sotto il naso di Connor che non sapeva più che fare o pensare. I suoi amici aveva parlato per giorni di questo evento sportivo unico e irripetibile. Connor sapeva che trovare i biglietti era impossibile e men che meno in prima fila. Invece suo padre c’era riuscito, e loro due ci sarebbero andati insieme. Era commosso e davvero non sapeva cosa dire. Aveva sognato che questo accadesse da.. beh, da un vita intera e ora sembrava tutto così reale.

“Io non so che dire.. sono così.. sono sorpreso.. ma anche di più.. non so cosa dire, papà..”

“Puoi dirmi che sei contento”

“Contento? Sono molto più di contento, questa partita passerà alla storia, potrò dire IO C’ERO”

Per Angel era sufficiente. Vedere gli occhi di Connor, che brillavano di gioia e d’eccitazione, per l’anticipazione dell’emozione che provava, per la partita di domani, lo ripagava per tutta l’ansia che aveva vissuto nell’ultima settimana. Questo era tutto ciò che voleva. Ma quando arrivò il suo abbraccio, si rese conto che era davvero questo tutto ciò che voleva. L’approvazione di suo figlio. “Grazie papà” Il suo abbraccio lo colse impreparato, ma gli fu immensamente grato per questo dono inaspettato. Le nuvole oscure, per ora parevano dissolversi nel nulla.

Angel era euforico quanto Connor e l’aiutò a preparare la valigia, non riusciva a stare fermo. Prese lo zaino e dentro vi mise le cose che Connor gli lanciava dal suo armadio. Mise dentro anche la felpa rossa di Buffy e i cappellini, mentre Connor prendeva i libri e il suo portatile.

“Buffy è giù che aspetta.. meglio muoversi” disse Angel e Connor fu velocissimo a racimolare le sue cose ..e accidenti, questa vacanza di Halloween non voleva perdersela. “Sei una continua sorpresa, papà. Non sapevo che eri appassionato di Hockey su ghiaccio” disse ancora ridendo.

Aprendo un cassetto, Angel rispose “Ci sono molte cose che non sai di me..” Poi si ritrovò fra le mani una rivista e mormorò a se stesso “..a quanto pare non sono il solo, ci sono molte cose che non so di te..” Gli sventolò il giornale davanti “Connor? questo cos’è? questa è robaccia.. è spazzatura.. questa è una cosa che.. sei una continua sorpresa, lo sai? queste sono schifezze..”

Connor gli strappò il giornale dalle mani, rimettendolo al suo posto e richiuse subito il cassetto.

“Non è come pensi”

“Ah no? Connor, la tua risposta è troppo vecchia persino per me.. inventane una migliore..”

Connor rise, questa volta rise davvero, perché la faccia di Angel era divertente. “Papà, quella rivista NON è mia.. perché quel cassetto NON è il mio cassetto, è di Tommy ..e no, io non leggo riviste porno.. ma Tommy.. beh, lui dice che sono molto istruttive e che invece dovrei..”

Vedere la faccia di Angel era uno spasso. “Ohhh..”

Discussero un po’ animatamente, quando Angel minacciò di dire tutto al padre di Tommy.

“Sono certo che Oz non la prenderà affatto bene questa cosa ..e comunque, Tommy sembrava un ragazzo a posto, non credevo che..”

Connor sbuffò “stai scherzando? Tommy mi ucciderà per questo e tu non dovresti frugare nei cassetti altrui ..e comunque, ai tuoi tempi cosa leggevate alla nostra età? la bibbia?”

Infine risero entrambi e Angel preferì non ricordare quali fossero i passatempi preferiti di Liam. No, Liam di certo non leggeva la bibbia ..ma neanche quelle schifezze.

Connor indicò poi il suo cassetto e Angel prese calze e tutto ciò che pensava potesse servirgli. Praticamente lo svuotò del tutto, non aveva idea di cose servisse e decise di prendere tutto.

Connor lo fermò, questa volta parlò molto seriamente. “È solo per una settimana, papà.. non.. credo di essere ancora pronto per.. per trasferirmi in modo permanente da te..

Rimise al loro posto molte delle cose che Angel aveva preso. “Possiamo andare” disse. Angel annuì e lo seguì fuori. Per ora andava bene anche così. Connor chiuse a chiave la stanza e scendendo le scale, fece per prendere lo zaino che Angel teneva in mano, ma lui lo bloccò.

“No, lascia. Voglio portarlo io”

Con l’altro braccio libero, cinse le spalle di suo figlio, mentre si dirigevano verso l’uscita.

“È una cosa che ho sempre desiderato fare. Andare a prendere mio figlio a scuola, mentre gli tengo lo zaino.. perché.. perché è troppo pesante per lui. Ho sempre invidiato molto quei padri che potevano farlo e ho invidiato molto anche quelli che portavano i figli a vedere le partite..”

Connor si limitò ad annuire. Non disse che anche lui, aveva sempre invidiato molto i figli di quei padri. Ma ora, in questo momento, non avrebbe scambiato suo padre per nessuno di loro.

Prima di uscire, Connor diede uno sguardo al corridoio davanti a lui. Era buio, desolatamente silenzioso e sinistramente desertico. Tommy aveva ragione, quello non era un posto in cui stare quando si era tristi. Ma suo padre era venuto a prenderlo per riportarlo a casa. Ancora una volta, Angel gli aveva ridato la speranza. Sapeva che Buffy era l’artefice di tutto questo, era stato proprio Angel a dirlo e sentì di amarli moltissimo ..sentì anche la voce di Buffy che rideva, infatti.. per fortuna lei non era rimasta sola tutto il tempo, ad aspettarli.

Tommy e suo padre erano ancora lì, e insieme ricordavano i gloriosi vecchi tempi del mitico liceo di Sunnydale. A dire il vero, Buffy aveva parlato molto, mentre Oz, come sempre, annuiva laconicamente. Lui, come Angel, non era mai stato un grande oratore.

Angel e Connor si avvicinarono a loro e Connor fu letteralmente sommerso dall’abbraccio di Buffy. Non vi era alcun dubbio che lei fosse felice di vederlo e questo fugò le ultime sue paure. Intravide Tommy che rideva, ma al momento, a Connor non importava di nient’altro.

“Stasera, zuppa di verdure irlandese e un sacco di altre cose buonissime. Abbiamo il nuovo microonde che aspetta solo di essere usato, e poi qualcuno avrà una bella sorpresa, promesso”

Disse Buffy abbracciandolo ancora e Connor rispose all’abbraccio, senza badare agli altri. A dire il vero, non avrebbe voluto interromperlo mai più e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Stava abbracciando sua madre. Provò un profondo senso di nostalgia, si sentiva bene fra le sue braccia. Per lui non era più una sensazione sconosciuta. Impossibile dimenticare quello che aveva provato, solo una settimana prima, in quella visione delle loro reali esistenze.

Sentì ancora quanto fosse potente l’amore rassicurante di sua madre, ma a lei non poteva dire nulla. Né a lei né a suo padre e questo era insopportabile. La strinse più forte e notò che la luce intorno lui era leggermente cambiata. Era più luminosa, e provò la stessa sensazione che provò durante la sua visione. Il parcheggio del campus era esattamente lo stesso, era solo più luminoso. Forse stava vedendo le cose come erano nell’altra realtà? come se.. come se.. una parte delle loro vite, filtrasse attraverso l’abbraccio di Buffy? I due mondi potevano incontrarsi? Era riuscito a creare un legame fra le due realtà? Era Buffy la chiave d’accesso alla verità?

I suoi vertiginosi pensieri furono interrotti dall’arrivo di un auto, che frenò bruscamente nel parcheggio ormai deserto del campus, fermandosi proprio davanti a loro. I fari illuminarono la zona circostante, e Connor fu certissimo che stava per accadere qualcosa di insolito. Era solo una sensazione, ma fu grato ad Angel e Buffy che ora erano vicinissimi a lui.

Prima che i fari si spensero, tutti sentirono una voce di donna ..le sorprese non erano finite.

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Note: La menzione al Philadelphia Flyers è un omaggio a David Boreanaz, che è un accanito sostenitore di questa squadra.

   
 
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