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Autore: ClodiaSpirit_    10/11/2012    1 recensioni
Kurt è già da un mese a NY, aveva deciso di andarci lo stesso anche se, ormai il sogno della NYADA era andato in fumo.
Non vedeva l'ora di rivedere il suo ragazzo con cui, si era sentito tutti quei mesi tramite chiamate e skype.
Quel giorno Blaine si sarebbe diplomato e Kurt non si sarebbe perso assolutamente quel momento importante.
Non vedeva l'ora di stringerlo a sè, abbracciarlo e baciarlo.
Era agitato, emozionato, eccitato all'idea.
Quando si rivedono entrambi, hanno delle emozioni fortissime, indescrivibili.
Ci sarà una sorpresa che cambierà le loro vite, per sempre.
Ho deciso di mettere questa FF anche qui, per avere più lettori.
Spero vi piaccia e che continuerete a leggerla, capitoli dopo capitoli.
Spero che vi appassioni.
Grazie per chi, adesso sta leggendo questo capitolo.
Grazie davvero.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti, come va?
Io non mi lamento, diciamo. Anzi, una cosa c'è: la scuola.
Ho sonno, sono piena di compiti, troppo studio.Tutto questo mi sta massacrando çç
Nonostante ciò però, riesco sempre a trovare il tempo per leggere TLOS (sì, avete capito bene. Mi è arrivato da un mese e quasi ogni sera leggo un capitolo).
Vi consiglio vivamente di leggerlo, è.. è bellissimo, davvero.
Coooomunque, ho trovato il tempo di scrivere il capitolo, yeee (?)
Spero vi piaccia :3

KlainestoryinNewYorkCity capitolo 16.


Il sole era appena spuntato nel cielo, irradiando con una luce luminosa e accogliente tutto ciò che incontrava nelle vicinanze. Dalla finestra filtrava una leggera brezza ma, non c’era freddo né caldo, il tempo si manteneva fresco, il cielo più limpido e azzurro che mai, riempito da qualche nuvola soffice e bianca.Era lunedì. La settimana era proprio volata. Forse, non era l’espressione più corretta da utilizzare perché, il tempo volava sempre quando Kurt e Blaine stavano insieme. Passava subito, ma non c’era bisogno di preoccuparsi, perché potevano sempre aspettare un nuovo domani da vivere a pieno.
Erano le sette e qualcosa di orribile e nero sul comodino squillò. E chiamarlo ‘suono’ era poco.
Emetteva un rumore fastidioso e irritante, ripetutamente. Che orribile invenzione la sveglia, eh già.
Blaine si strofinò gli occhi e si svegliò, poi allungò il braccio tastando il comodino con la mano, spense quell’aggeggio infernale. Si girò dall’altra parte del letto e trovò Kurt che dormiva beato. Restò a guardare quell’adorabile scena ancora per qualche secondo. Era incredibile che fosse sempre così perfetto anche quando dormiva. Non era una cosa umanamente possibile. La sua perfezione non lo era. Si alzò cautamente per non svegliarlo e aprendo il cassettone, prelevò una camicia bianca, un paio di jeans , dei mocassini e un tocco che non poteva assolutamente mancare, un papillon che riportava gli stessi quadretti blu della camicia. Senza farsi sentire e il più silenziosamente possibile, aprì il frigorifero e trovò degli avanzi di pizza risalenti alla sera scorsa, prese il suo portapranzo e li infilò dentro. Poi, prese una penna e un piccolo post-it giallo e appendendolo al frigo, scrisse:
‘’Scusa se non ti ho dato il dovuto buongiorno ma non volevo svegliarti, amore. Sono andato al lavoro.
Ritornerò verso le cinque circa, come farò a resistere tutte queste ore senza di te?
                                                                                                                                                        Ti amo.
                                                                                                                                                                    Tuo Blaine. :3’’

Dopodichè, prese la borsa a tracolla (sì, anche lui ne aveva una come Kurt ed era nera con qualcosa scritto sopra), il suo giubbino e uscì chiudendo dolcemente la porta. Scese le scale e Terry lo salutò ammiccando un sorriso, lui ricambiò e fece lo stesso. Uscito da lì, si incamminò , cercando il primo bar nelle vicinanze. Non aveva fatto colazione e il suo stomaco stava brontolando di dargli del cibo. Camminò a passo spedito e girando l’angolo, ne trovò uno piuttosto piccolo ma dall’aria accogliente e confortevole. Appena entrò si sedette al primo tavolo vicino e ordinò un cornetto e un cappuccino. Mentre aspettava  la sua buonissima colazione, prese il cellulare e digitando sull’icona ‘lettera’ scrisse un piccolo messaggio. Lo lesse più volte ma, non lo inviò. Era sicuro che Kurt stesse ancora dormendo. Si era ricordato che oggi aveva la giornata libera e quindi, ricacciò il cellulare dentro le tasche. Nel frattempo, il suo ordine era arrivato e dicendo un veloce grazie alla cameriera, si fiondò sul cornetto e sul cappuccino ancora caldi e fumanti. Lasciò la mancia sul tavolo e uscì di corsa. Aveva appena guardato l’orologio, le 7.50. Doveva sbrigarsi, l’ospedale apriva alle 8.00 in punto. Non voleva far tardi il suo primo giorno. Si mise a correre più veloce che poteva, tenendo il ritmo. Finalmente, arrivò a destinazione. Aveva il fiatone e quasi non riusciva ad allungare il braccio e bussare alla porta d’ ingresso ma, non ce ne era alcun bisogno visto che, al suo fianco c’era un campanello e non se ne era nemmeno accorto. Lo cliccò e aspettò.                                                                                                
Ad aprirgli fù una signora sulla quarantina, un po’ rubusta e con un sorriso talmente grande che, distolse lo sguardo di Blaine dalle sue occhiaie.
‘’Buongiorno Blaine, ti stavamo giusto aspettando. Sei in anticipo.’’
Blaine diede una sbirciatina al suo orologio: 8. 05.
Diede un’occhiata a quello dentro la sala d’aspetto: 7.45.
Aveva fatto tutte quelle corse per niente, incredibile.
‘’Buongiorno..amo essere puntuale tutto qui.’’
‘’Capisco, accomodati. Entra sù.’’
Entrò e la signora gli fece cenno di seguirla. Attraversarono due corridoi e si trovarono davanti una porta. La signora la aprì e assumendo un tono di voce pieno di entusiasmo, disse:
‘’Questo d’ora in poi sarà il tuo studio, Blaine. Qui accoglierai e visiterai i pazienti. Spero ti piaccia. Lì, in fondo troverai un camice e tutti gli strumenti che ti servono. Prenditi questi cinque minuti e preparati, sarà una giornata impegnativa.’’ Dopo aver detto questo se ne ritornò all’ingresso.  Sulla faccia di Blaine si affacciò un grande sorriso, entrò e restò come incredulo a quello che vedeva. La  stanza non era triste ma veramente calda e serena. I muri erano bianchi con qualche rifinitura in giallo e arancione, in più una finestra immetteva una bellissima luce. In un angolo, una pianta rigogliosa e verde, al centro una scrivania in vetro piena di fogli e carte e con un telefono sopra, ai lati dei quadri moderni che ritraevano vasi, fiori…e c’è ne fu uno in particolare che lo colpì molto. Era raffigurata una coppia che si baciava. Il tutto sigillato da una scritta rossa e uno sfondo bianco e nero. Era inutile dire a chi stava pensando, era troppo ovvio e chiaro. In fondo, due lettini con affianco uno sgabello con degli strumenti appositi. Poi, notò un appendiabiti vicino la porta, con un camice bianco appeso sopra. Lo prese e lo indossò. Quasi non ci credeva, era completamente assurdo. Fino a poco tempo fa era ancora al liceo e stava per diplomarsi e adesso..adesso si trovava lì, a New York e aveva realizzato il suo sogno. E tutto questo lo doveva a Kurt, al suo amore. Cavolo quanto avrebbe voluto ringraziarlo in quel momento, avrebbe voluto ripetergli per l’ennesima volta quanto lo amasse. Preso da questi pensieri, si accomodò sulla sedia dietro la scrivania e prendendo la sua cartellina rossa dalla borsa a tracolla, iniziò a vedere tutti gli appuntamenti scritti su quei fogli. Li mise dentro e li ordinò per nome dei pazienti e per orario.

                                                                                 **
Il telefono cominciò a squillare e Blaine rispose:
‘’Dottore, i primi pazienti sono arrivati. Si tratta di due bambini.’’
‘’Okay, falli pure accomodare.’’
‘’..’’
‘’Daisy, c’è qualche problema?’’
‘’..La madre ha molta fretta Blaine..anzi, deve proprio scappare. Dovresti occupartene per un po’ se non è un problema..ovviamente..se no posso pure dir-‘’
‘’No, no nessun problema. Digli pure che possono entrare.’’
Dopo qualche secondo, dalla porta entrarono due bambini accompagnati dalla loro mamma. Erano così piccoli e graziosi, la stessa cosa non si poteva dire della loro mamma. Una donna accigliata, con uno sguardo severo e piuttosto antipatica, se proprio doveva essere sincero. Si alzò per presentarsi ma, fu subito interrotto.
‘’Senta, non mi interessa proprio chi lei sia. Voglio solo che si occupi di queste due pesti per qualche secondo. Ritornerò fra non molto, a dopo.’’ 
Blaine ritrasse la mano e non ebbe neanche il tempo di rispondere, anzi, il suo ‘okay’ si sentì subito dopo lo sbattere della porta. Aveva fatto centro, che donna insolente. Poi rivolse lo sguardo verso i due bambini e si avvicinò a loro. Uno dei due, lo stava guardando. Era una bambina. Aveva i capelli corti e rossi, gli occhi di un verde incredibile e un visetto carinissimo riempito da quelle guanciotte rosse. Colpì subito la sua attenzione.
‘’Ciao, io mi chiamo Blaine.’’
La bambina non rispose, sembrava alquanto timida o troppo scossa da qualcosa. Preoccupato, gli si avvicinò ancora di più e chinandosi la guardò attentamente. Poi, il suo sguardo si posò sul suo braccio. Una piccola ferita si ergeva attorno. Blaine non voleva crederci ma, non poteva lasciare le cose a metà. Prese la bambina in braccio e la appoggiò delicatamente sul lettino in fondo alla stanza poi, prese un disinfettante e un fazzolettino.
‘’Posso sapere il tuo nome?’’ disse assumendo un tono tenero.
La bambina esitò qualche istante ma poi, rispose.
‘’J-jennifer..’’ disse con un filo di voce.
‘’Bene Jennifer, puoi dirmi che cos’è successo qui? Come te lo sei fatto, questo?’’
La bambina non rispose.
‘’Ehi piccola, non ti mangio mica. Sei caduta?’’
La bambina fece cenno di no con la testa.
‘’E’.. è stato qualcuno?’’ sospirò.
La bambina abbassò la testa, ancora scossa. Blaine capì tutto. Incredibile, come potevano quelle due creature innocenti vivere sotto lo stesso tetto di quella donna violenta? Come potevano quelle due creature con quei visetti così dolci e ingenui,  essere trattate in quel modo spregevole? Un vero genitore non avrebbe mai osato comportarsi così con il proprio figlio. Quella donna andava denunciata e subito. Blaine imbevette il fazzolettino di disinfettante e lo premette contro la sua ferita. Lo adagiò delicatamente, cercando di non farle troppo male. 
La bambina lo guardò per un istante poi, disse:
‘’B-brucia..’’
‘’Ancora un attimo di pazienza e finirà, promesso.’’ disse sorridendo teneramente con le labbra. Allungò un braccio e prese una garza. La avvolse lungo la ferita, sempre delicatamente.
‘’Ecco fatto, va un po’ meglio adesso?’’
La bambina guardò il suo braccio e fece un piccolo sorriso. Poi, guardò blaine e annuì.
‘’Mi fa piacere che tu stia meglio adesso.’’ sorrise.
La prese di nuovo in braccio e la fece scendere. Il suo sguardo adesso era posato su entrambi. Se lei era stupenda, il suo fratellino non era da meno. Aveva su per giù un anno in meno di lei, forse quattro anni e aveva anche lui dei capelli rossi ma due occhi color castano nocciola. Anche lui purtroppo, aveva qualcosa che non andava ma, sembrava non pensarci. Un grande livido si sporgeva sul suo collo ma, a lui sembrava non importare. Era troppo piccolo per capire. Tutto d’un tratto, sentì un rumore. Oddio, non di nuovo quella donna. Aprì la porta violentemente e strattonando i suoi figli, disse:
‘’La ringrazio ma, poteva fare a meno di controllarli ed esaminarli.’’  disse indicando guardando il braccio di sua figlia. Blaine rimase di stucco, era come pietrificato. Stava per alzarsi e ritornare alla sua scrivania quando, Jennifer sfuggì dalla presa di sua mamma e prendendo la rincorsa, lo abbracciò. Blaine rimase addolcito da quella scena meravigliosa. Jennifer sciolse l’abbraccio e lui ebbe il tempo di dirle:
‘’Sicura che, non devo controllare anche il tuo fratellino?’’ disse lui dispiaciuto e allo stesso tempo teneramente.
‘’No, ci penso io a lui.’’ Disse lei pienamente convinta e superprotettiva.
Blaine rimase colpito da quelle parole, si commosse.
‘’G-grazie ancora.’’  disse lei facendo un piccolo sorriso. 
‘’Non c’è di che piccola.’’ Dopo aver detto questo, Jennifer gli rivolse un ultimo sguardo e ritornò da quella perfida donna che non poteva essere chiamata ‘madre’.

                                                                                      **

Erano più o meno le dieci quando Kurt si svegliò. Era ancora insonnolito e allungando un braccio tastò l’altra parte del letto. Aprì gli occhi e non vide Blaine accanto a sé. Si alzò rapidamente infilando le pantofole ai piedi e avanzò per la stanza. Si portò una mano ai capelli e con lo sguardo, seguì una piccola cosa gialla appiccicata al frigo. Aveva trovato il post-it. Lo staccò e dopo averlo letto, si rincuorò. Che smemorato, si era dimenticato che proprio quel giorno il suo Blaine iniziava al lavoro. Così, decise di tenerlo ancora un po’ in mano e portandoselo al petto, chiuse gli occhi e sospirò dolcemente.
 
                                                                                      **

Le 12:00. Blaine fece una pausa e prese un caffe dalla macchinetta in ingresso. Cominciò a pensare a Kurt. Aveva deciso di non assillarlo troppo e per paura di svegliarlo, non gli aveva inviato nessun messaggio e non lo aveva chiamato. O forse avrebbe dovuto. Prese il cellulare tra le mani e lo sbloccò. Okay, adesso era deciso. Lo avrebbe chiamato da lì a poco, non voleva farlo preoccupare o farlo stare in pensiero un po’ come, adesso stava lui.
 
                                                                                     **
Dopo aver praticamente uscito un po’ di roba dai cassetti, Kurt decise cosa mettersi per stare il più comodo possibile. Era in tuta. Una maglia a maniche corte con una canottiera sotto, un paio di pantaloni larghi e comodi e le sue pantofole. Quella camera era un ‘caos’. Mucchi su mucchi di roba e vestiti sul letto, a terra. Strabuzzò gli occhi guardando quel che aveva combinato e quindi, riordinò tutto in fretta.
Dopo aver fatto ciò, controllò il cellulare. Ancora nessuna chiamata. ‘Tranquillo, Blaine starà lavorando. Sono sicuro che appena finirà o troverà un momento, chiamerà.’ Lo cacciò dentro una tasca dei pantoli della tuta e avanzò verso la cucina. Stava morendo di fame. Si mise ai fornelli, prese gli ingredienti e preparò un omelette di uova con prosciutto e mozzarella. Dopodichè, si piazzò davanti la tv e cominciò a gustarsela. Stavano trasmettendo un bellissimo film riguardante due innamorati ed era proprio il suo genere preferito. Ovviamente, associò quei due personaggi a lui e Blaine. Era impossibile scacciare quel pensiero, stava pensando a lui. Riprese il cellulare e gli inviò un messaggio. Poi, posandolo accanto a sé, continuò a guardare il film e ogni tanto, sbirciava per vedere se Blaine gli aveva risposto.
 
                                                                                           **
‘’Ecco, questi sono i medicinali che deve assumere suo figlio. Ricordi, due volte alla settimana, non di più.’’ dopo la signora lo ringraziò e la accompagnò alla porta.
Prima di annunciare il nome del prossimo paziente però, sentì vibrare il cellulare. Aprì il messaggio e i suoi occhi si illuminarono:
‘’Mi manchi.’’
                                           Kurt. 
Rispose immediatamente e dopo averlo inviato, abbozzò un sorriso.
 
                                                                                           **
Il cellulare si illuminò, Kurt lo prese immediatamente e lesse il messaggio:
‘’Anche tu. Non preoccuparti, ancora poche ore e sarò lì con te.’’
                                                                                                                       Blaine.
Sorrise e diede un’occhiata all’orologio: 13.05.
 
                                                                                             **
Tre ore dopo.
*din-dlon* 
Kurt sobbalzò e si diresse verso la porta. Blaine aveva staccato un’ora prima? Aprì la porta e non trovò nessuno. Stava per chiudere quando, il suo sguardò si posò in basso.
Un mazzo di rose rosse era lì, proprio al centro. Li raccolse e li portò al viso. Ne sentì il profumo poi, notò un bigliettino:

‘’Spero di farmi perdonare per le ore in cui non sono stato insieme a te. Tra poco sarò lì, amore. Non vedo l’ora di rivederti. 
                                                                                                                                                                   Blaine.''
Ancora su di giri e ancora con il sorriso sulla faccia, entrò dentro e li mise dentro un vaso con un po’ d’acqua.
                               
                                                                                      **

Le 17.02. Blaine appese il camice all’appendi-abiti e prendendo la sua cartellina con tutti gli appuntamenti, uscì dal suo uffico e salutando tutti, si avviò sulla strada di casa.
Camminò a passo spedito, non voleva far tardi. Dopo vare stradine e angoli, arrivò. Entrò, salì le scale e bussò. Kurt si precipitò ad aprire.
‘’Ciao amore mio.’’
‘’BLAAAAAAAAINE!’’
Kurt si buttò al suo collo, abbracciandolo forte. Poi, si ritrovò a guardare i suoi occhi. Lo baciò appassionatamente.
‘’Piaciuta la sorpresa?!’’
‘’Sì, sono .. *sospirò* sono bellissimi!’’

 
   
 
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