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Autore: ScratchThePage    11/11/2012    1 recensioni
Cordelia dice di provenire da un posto molto lontano e che può ritornarvici solo se incomincia a comportarsi meglio con il prossimo. Impresa che non le risulterà alquanto facile quando scoprirà che, assieme a una banalissima prenotazione in un albergo, ha sigillato un patto con il diavolo. Le tentazione per cadere ancora in fallo saranno molte, ma non sarà l'unica a dover fare i conti con i propri peccati: altre tre presone hanno prenotato nel suo stesso albergo, e tutte hanno i loro scheletri nell'armadio...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Cordelia giunse all’indirizzo indicato sull’annuncio, pensò di averlo letto male. Lo controllò per sicurezza ma, almeno che non iniziasse a scambiare un numero per un altro, l’albergo era proprio quello che aveva davanti agli occhi: una villa in mattoni rossi, costruita come un castello inglese in miniatura, con addirittura una torretta provvista di doccioni raffiguranti creature mostruose. Il tutto era circondato da un alto muro di semplice cemento. E questa sarebbe la mia stamberga a basso costo? Pensò, ancora sconvolta di aver trovato una tale abitazione nel bel mezzo di due condomini. Notò pure che le finestre erano ornate con delle vetrate raffiguranti dame e cavalieri o semplici piante, illuminate in quel preciso momento dalla luce del sole al tramonto; una ad una stavano iniziando a splendere, creando una magnifica cornice.
Cordelia ricontrollò l’annuncio sul giornale, per vedere se c’erano delle eventuali sottoclausole: aveva la netta sensazione che quel “prezzi molto bassi” fosse rivolto ai parametri di qualche milionario. Lo rilesse più volte, ma non vi trovò niente di particolare o anormale, tranne un piccolo avviso:” Forse l’albergo non sarà come ve lo sareste aspettato, ma fidatevi: se alloggiate da noi farete un grande affare.” Tanto vale tentare. In caso, se il prezzo è eccessivo, declino l’offerta  e mi trovo un altro alloggio.
Si avvicinò all’enorme cancello di ferro battuto, sprovvisto di un qualsiasi stemma o iniziale, normalmente adatti per un luogo del genere. Diede un’occhiata al giardino e vide che non era molto grande, forse paragonabile ad uno di una qualsiasi villetta di periferia. La cosa la stupì parecchio, ma poi ripensò ai due enormi condomini che gli sorgevano attorno: molto probabilmente, per costruirli, le ditte avevano comprato i terreni dal proprietario dell’albergo.
Quel luogo sembrava una piccola oasi di verde e di armonia in mezzo al cemento e al caos, anche se piuttosto anomala. Chissà, forse li ha venduti perché era in crisi. Questo potrebbe spiegare anche i prezzi bassi. Ipotizzò Cordelia.
Si allontanò dal cancello in cerca di un qualsiasi modo per entrare, finché non notò un citofono: era un vecchio modello circolare in oro e con il pulsante leggermente rialzato. Lo premette e, subito dopo, ne uscì una voce metallica:” Prego?”
Quella risposta così immediata la colse alla sprovvista, tanto che non riuscì a dare una spiegazione con un tono di voce abbastanza determinato.
“Sì, ecco… io vorrei… insomma… vorrei prenotare una camera…”
“Certamente. Raggiunga l’ingresso ed entri. Ci sarà qualcuno ad attenderla.”
Il portone si aprì con un improvviso scocco e pian piano, anche se cigolando, le diede la possibilità di accedere all’interno delle mura. Attraversò il vialetto cementato in pochissimo tempo e senza dare un’occhiata più accurata al giardino: era stanca è l’unica cosa che voleva fare era trovarsi un letto comodo.
Varcò un portone ornato con semplici vetrate gialle e si ritrovò, con sua grande sorpresa, in una piccola stanza con qualche quadro raffigurante prati in fiore e con un piccolo divanetto rosso al centro. Di fronte a questo c’era un semplice tavolino circolare, dov’erano sparsi giornali e riviste. Il pavimento era interamente ricoperto con un tappeto persiano, ricamato con così tanti disegni che Cordelia, pur di osservarli tutti, rischiò di sbattere contro la cameriera che la stava aspettando.
“Buonasera.” Le disse con un tono caldo e accogliente.
“B… buonasera.” Rispose la ragazza, alzando al testa un po’imbarazzata.
“La prego di seguirmi. La condurrò nell’ufficio del direttore, dove potrà eseguire la sua prenotazione.”
Cordelia rimase stupita dalla professionalità del direttore, ma anche dalla sua dipendente: era così gentile, così cordiale, così… insomma, una cameriera modello.
La donna si avviò subito per un corridoio trainando il suo trolley e lei la dovette seguire a fatica, dato il suo passo molto veloce. Non riuscì ad ammirare tutto quello che la circondava, ma riuscì a notare lo stesso qualche vaso, qualche statua e qualche armatura antica.
Ad un certo punto giunsero davanti ad una semplice porta in legno, con una piccola insegna dorata su cui c’era scritto “Direttore”. La cameriera bussò e, dopo che si sentì un “avanti”, Cordelia fu fatta accomodare all’interno della stanza, un piccolo studio incredibilmente ordinato: sulla scrivania c’erano pochissime carte, e tutte messe in plichi perfetti, mentre tutte le altre pratiche erano contenute, molto probabilmente, negli armadi che riempivano il luogo. Sul tavolo c’era anche una piccola lampada verde, molto retrò, e un portapenne enorme, tanto che Cordelia non avrebbe mai pensato di vederne tante in un solo momento.
L’uomo dietro la scrivania sembrava avere tra i trenta e i quarant’anni e i suoi vestiti anni ’30 non aiutavano a ringiovanire il suo aspetto. Una bombetta nera gli ricadeva sul volto, impedendole di vedere il suo volto.
“Prego si sieda pure.” disse l’uomo.
La ragazza accettò l’offerta e si mise comoda su di una sedia di vimini poco lontana, quasi totalmente convinta che il direttore le stava per chiedere una cifra esorbitante per poter alloggiare una sola notte.
“Quindi lei vorrebbe prenotare una stanza.”
Cordelia annuì.
“Bene”, disse l’uomo sorridendo quasi maliziosamente,” Non si pentirà assolutamente della sua scelta. Il personale, come vede, è cordiale e molto disponibile. Le stanze, come il resto dell’edificio, vengono pulite ogni giorno e il cambio delle lenzuola avviene con la stessa frequenza. Il cibo che prepariamo è genuino e sano, cucinato, ovviamente, da cuochi personali. Inoltre il giardino che circonda l’edificio è a sua completa disposizione, come le varie stanze di intrattenimento che troverà all’interno dell’albergo.”
Cordelia aprì la bocca per chiedere il prezzo di quel soggiorno, ancora meno convinta della sua moderatezza, ma l’uomo la bloccò con un gesto.
“Posso solo immaginare che lei vuole sapere il prezzo di tutto ciò e l’accontenterò: sono trenta alla settimana.”
La ragazza per poco non cadde dalla sedia. Trenta alla settimana? Era praticamente impossibile: nemmeno un albergo ad una stella poteva richiedere una cifra simile.
“Ma trenta… trenta? Non per caso trentamila?”
Il direttore rise, come se si aspettasse una reazione simile.
“Sembra impossibile, ma è proprio così: sono trenta… trenta alla settimana.”
Cordelia era completamente sconvolta: tutto quel lusso per così poco! Era un’occasione da non perdere, soprattutto nel suo caso: non aveva la più pallida idea di quando sarebbe ritornata a casa e se alloggiava in un posto del genere, poteva avere pochissimi problemi a continuare a pagare il direttore con regolarità.
“Se è così accetto: prendo una stanza!” disse la ragazza sorridendo.
L’uomo la ricambiò ed estrasse un contenitore di cuoio da un cassetto. Prese un foglio dal suo interno e lo pose a Cordelia, assieme ad una delle tantissime penne.
“Prego, compili pure il modulo e sarà registrato all’interno dell’albergo.”
La ragazza non se lo fece ripetere due volte ed iniziò a compilarlo con foga, ansiosa di avere un letto dove dormire.
“C’è solo una piccola clausola”, Cordelia si bloccò di colpo,” sull’albergo vige un coprifuoco e desidererei che venga rispettato. Sa, non mi fido molto della gente che c’è in giro.”, la bionda annuì, desideroso di continuare il suo lavoro,”Non è un problema per lei, vero?”
La ragazza scosse la testa, per poi continuare a riempire il foglio.
Stava per porre la sua firma, quando notò che non aveva trovato da nessuna parte cenni del nome dell’albergo.
“Mi scusi, ma questo albergo ha un nome?” chiese alquanto dubbiosa.
“In effetti no. Io non amo denominare le cose, dato che le persone spesso, in base ai nomi, danno giudizi troppo affrettati. Ritengo che sia meglio che qualcuno giudichi il mio albergo solo per cosa offre e non per come si chiami.”
Quell’uomo iniziava a diventare fin troppo strano, come quel luogo. Forse non doveva fidarsi così ciecamente: prima il prezzo del soggiorno e poi questo. Non era più così tanto sicura della sua decisione; però era troppo stanca per cercare un altro luogo dove dormire e, se qualcosa fosse andato storto, avrebbe cambiato albergo.
Firmò il documento e lo consegnò al direttore, che lo prese esibendo uno dei suoi soliti sorrisi.
“Grazie mille per aver scelto il mio albergo. Monica, per favore, accompagna la nostra ospite alla sua stanza.”
La cameriera fece cenno a Cordelia di alzarsi e di sbrigarsi a seguirla. La ragazza obbedì e si avviò verso la porta, finché la voce dell’uomo non la bloccò” Mi raccomando Cordelia, ceca di fare la brava.”
Quella frase la paralizzò sull’uscio: com’era possibile che sapesse perché lei era là? Un tremendo senso di angoscia l’avvolse: quel posto le iniziava a piacere sempre di meno, soprattutto quel direttore così strano, di cui non aveva visto per un solo secondo gli occhi.
L’uomo dovette notare la sua espressione scioccata e, forse, decise di tranquillizzarla.
“Non mi guardi così. Volevo solo avvertirla di comportarsi bene all’interno del mio albergo: detesto la gente maleducata.”
Cordelia non si sentiva sollevata da quell’affermazione anzi, la rendeva ancora più dubbiosa. Stava per chiedere al direttore ulteriori chiarimenti, ma la cameriera trascinò a forza lei e il suo trolley lungo il corridoio.      
  
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