Se esisteva una cosa che
Blaine Anderson odiava più di Sebastian Smythe, erano gli appuntamenti. Immaginate
allora come potesse sentirsi cinque minuti prima di andare ad un appuntamento
proprio con lui. Non aveva voglia di vestirsi in modo elegante per lui, ma non
voleva neanche dargli modo di pensare che fosse una persona poco attenta alla
sua immagine, così si limitò a vestirsi come se stesse andando ad una normale
cena, camicia bianca, pullover celeste e pantaloni neri. Con ben tre quarti
d'ora di ritardo sentì finalmente dal citofono
la voce di Sebastian intimargli
di scendere. Il suo "amico" lo stava aspettando in macchina, a quanto
pareva agli occhi di Blaine nemmeno lui si era impegnato troppo a vestirsi per
l'occasione. Entrò in macchina sforzandosi di sorridere, più che un sorriso di
felicità sembrava stesse avendo una colica renale.
"Buonasera" lo
salutò Sebastian mettendo in moto.
"Sera" rispose
l'altro con gli occhi fissi davanti a se. Sentiva premere dentro di se una
forza che lo spingeva ad aprire lo sportello e a fuggire, ma almeno per il
momento decise di ignorarla. Come la macchina inizio a muoversi, il ragazzo
sentì qualcosa rotolare tre i suoi piedi, incurante di ciò che fosse realmente
si chinò e la prese tra le mani, ma appena capì cosa era urlando la gettò in
grembo all'altro che inchiodò bruscamente tra il vialetto di casa Anderson e la
strada.
"Che diavolo ti prende
Blaine?" chiese senza riuscire ancora a capire.
"Che cosa ci fa quella
cosa nella tua macchina?"
"Ma cosa?" poi
finalmente portò gli occhi a quello che aveva sulle ginocchia e capì "Oh
questo intendi? Niente, è solo una cosa che il mio amico si è dimenticato
qui."
"E questo lo chiami
niente? Questo è lubrificante Sebastian!" Blaine era sull'orlo di una
crisi di nervi.
"Che c'è? Non ne hai
mai visto uno prima? Lo stavamo usando prima che ti venissi a prendere!"
Sebastian trovava la situazione troppo divertente.
"Quindi mi stai
dicendo che? Oh mio dio... Che schifo!" dopo aver metabolizzato quello che
il ragazzo gli stava dicendo, Blaine aprì la portiera dell'auto e si affrettò
ad uscire "Mio dio che schifo! Tu prega che non mi venga qualche malattia
o ti ucciderò"
"Ma quale malattia
Blaine? Sei sempre il solito. Non vuoi venire più a cena con me?" anche
Sebastian era uscito dalla macchina e se ne stava appoggiato al tettuccio
pregando di ricevere una risposta negativa dal'altro.
"Certo che non voglio
più venire a cena con te! Non voglio più venire da nessuna parte con te!"
Blaine si allontanò di qualche passo da quell'uomo così disgustoso ai suoi
occhi.
"Bene. Così tornerò a
quello che ho dovuto interromepere per colpa tua"
"Puoi tornare anche al
diavolo per quello che mi riguarda"
In quel momento i cellulari
di Sebastian e Blaine suonarono all'unisono, e quasi contemporaneamente senza
neanche preoccuparsi di guardare il mittente risposero. In entrambi gli altri
capi del telefono c'era la voce di Thad, i due
ragazzi avrebbero sicuramente riso nel vedere il loro amico parlare
contemporaneamente in due cellulari.
"Sebastian, Blaine ci
siete?" i due si guardarono negli occhi e risposero.
"Cosa è successo Thad?" chiese preoccupato Blaine.
"Samantha è in
ospedale, sta per partorire!" disse la voce eccitata di Thad
"Cosa? Adesso?
Arriviamo subito!" rispose Sebastian con una strana luce negli occhi
chiudendo la chiamata e mettendosi subito alla guida della sua auto. "Tu
che fai vieni o resti qui?"
"Io non salgo nella
tua macchina!" disse Blaine incrociando le braccia e rivolgendo
un'occhiata disgustata all'altro.
"Bene allora resta
qua!" e mise in moto facendo per andarsene ma Blaine aprì lo sportello ed
entrò in macchina.
"Solo per questa
volta..."
Sebastian e Blaine se ne
stavano seduti nella sala d'aspetto dell'ospedale l'uno di fronte all'altro
senza però permettere mai ai loro sguardi di incrociarsi. Avevano saputo da una
infermiera che la piccola era già nata e che il parto era andato bene, ma non
avevano ancora avuto il permesso di vederla. Le parenti bianche della stanza li
avvolgevano separandoli dal resto del mondo, immergendoli nei loro pensieri,
anche se non lo avrebbe mai ammesso,Sebastian
sentiva delle farfalle volare nel suo stomaco, era emozionato all'idea di
conoscere il nuovo membro della famiglia. Blaine aveva già gli occhi lucidi, e
sapeva che non sarebbe più riuscito a trattenere le lacrime alla vista di
quella piccola creaturina. Una nuova infermiera di affacciò nella sala, questa
volta seguita da un Thad in preda all'emozione e
all'eccitazione che aveva ancora il viso rigato dalle lacrime,e fece loro cenno
di entrare. Quando entrarono nella stanza di Sam, la videro visibilmente stanca
ma con un radioso sorriso pieno d' orgoglio sulle labbra carnose, tra le
braccia teneva stretto un groviglio di lenzuola e un piccolissimo batuffolo
rosa con appena un ciuffetto di capelli scuri che aveva gli occhi chiusi.
“Guarda
come è carina!” esclamò Blaine chinandosi su di lei per vederla da vicino. L’altro
deglutì rumorosamente, aprì la bocca per parlare ma non uscì nessun suono e
dovette limitarsi a fare un cenno con la
testa.
“Dai prendila!” disse Samantha rivolta a Sebastian.
“No, no io… io non posso. Potrei fargli male” balbettò scuotendo la
testa. Blaine si girò un attimo ad osservarlo, gli sembrava così diverso da
ragazzo che poco prima gli aveva confessato tranquillamente di aver fatto sesso
nella sua macchina. Il Sebastian che aveva adesso davanti era emozionato per la
nascita della sua figlioccia, e per un istante persino Blaine si dimenticò di
quanto lo odiasse.
“Blaine
prova a prenderla tu allora” ripeté la donna porgendo la piccola a Blaine. Cose
se fosse cristallo il ragazzo la prese tra le braccia attento a non fare del
male, da così vicino riuscì a vedere ancora meglio quanto fosse meravigliosa: se
ne stava assopita, assaporando il tepore delle coperte che la avvolgevano,
aveva il viso tondo e paffuto, due occhi che anche se chiusi sembravano essere
grandi e vispi, le labbra rosse e una ciuffo morbido di capelli scuri.
“Avete
deciso come la chiamerete?” chiese Sebastian continuando a guardare incantato
la bambina senza però osare avvicinarsi.
“Veramente
ancora no…” ammise Thad
sorridendo.
“Cosa ne
dite di Jenna?” azzardò Blaine cullando la piccola.
“No! Jenna è
orribile!” rispose per tutti Sebastian
scuotendo la testa accigliato.
“Allora che
ne dite di Emily?” si intromise Sam sorridente come al solito.
“Assolutamente
no!” esclamò Thad.
“Erika?”
propose ancora Blaine.
“No no, alle
elementare avevo una compagna di classe che si chiamava così! Non la sopportavo
proprio!” gli rispose Sebastian.
“Seb a te è
antipatico il 98% della popolazione mondiale!” lo ammonì l’altro “Che dite
allora di Susan?”
“No! Mia
figlia non si chiamerà Susan!” questa volta fu Samantha a smentire il ragazzo. Nella stanza cadde un silenzio tombale, tutti
erano concentrati a cercare un nome per la nuova arrivata.
“Linda!” esclamò Sebastian colto da un’improvvisa illuminazione.
“Come dici?” chiesero tutti all’unisono richiamati dai
loro pensieri.
“Linda! È un nome perfetto per lei.” Ripeté il ragazzo
avvicinandosi per la prima volta alla bambina e azzardando a sfiorarle la
guancia con la punta dell’indice.
“Linda? Si mi piace!” rispose Thad
accompagnato dalla moglie che annuiva.
“Allora benvenuta piccola Linda!” le sussurrò Blaine.