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Autore: Drius    11/11/2012    2 recensioni
“e tu?” chiese Louis facendo un sorriso obliquo “ti sei mai innamorato?”
Harry ringraziò il buio perché si sentì arrossire e non voleva che l’amico lo notasse.
“io non lo so. Come faccio a capirlo?” chiese Harry.
[...]
“Harry, l’amore è una sentimento che ti trafigge il petto! Quando sei innamorato senti strane sensazioni davanti a lei e quando lei non c’è non fai altro che pensarla.”
“e se la sogni?” chiese Harry.
“sei innamorato”
“se quando la vedi vorresti averla fra le tue braccia?”
“sei innamorato”
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I giorni all’orfanotrofio scorrevano silenziosamente uno dietro l’altro. Erano passate settimane da quando le serpi nere avevano rapito Zayn e pareva proprio che non volessero riportarlo indietro. Niall aveva completamente perso voce e appetito e non un sorriso era comparso sul suo volto in quegli ultimi giorni. Liam cercava in tutti i modi di organizzare un piano per ritrovarlo ma, nonostante all’inizio ci fu grande entusiasmo da parte di tutti, i primi tentativi fallirono e con loro svanì anche l’intraprendenza del ragazzo. Louis stringeva forte a se Sam, ancora ridotta male, come per paura di perderla da un momento all’altro. La seguiva con gli occhi quando si allontanava e le impediva di varcare la soglia del cancello, spaventato da qualsiasi cosa ci fosse fuori. Harry, invece, durante il giorno si occupava di Layla e del suo braccio rotto mentre la notte vagava per il bosco in cerca del suo amico o comunque di una traccia per ritrovarlo. Non diceva mai ai suoi amici dove andava quando spariva, tanto che una sera Layla si spaventò e lui la trovò piangere ai piedi del grande castagno in fondo al cortile. Ma la scomparsa di Zayn non aveva fatto altro che allontanarli gli uni dagli altri. Nonostante vivessero sotto lo stesso tetto Louis vedeva poco Niall e Liam non ricordava molto bene la voce di Sam.
Ma una notte, durante una delle sue solite escursioni, Harry si spinse un po’ più in là della radura e trovò un sentiero. Dimenticò di colpo la stanchezza e tutti gli avvenimenti accaduti di recente e, mosso da quello spirito d’avventura che sempre l’aveva distinto, seguì la strada per tutta la notte. Dopo aver camminato per ore si trovò davanti a un vecchio istituto squallido dal quale provenivano urla di dolore e schiamazzi che si perdevano nel silenzio dell’alba. In lontananza scorse qualcosa che attirò la sua attenzione: una gip. O meglio, la stessa gip che per giorni aveva pensato di aver solo immaginato. La gip sulla quale Zayn era stato portato via. Ma allora cos’era quel posto?
Ritornò ad osservare l’angusto edificio e non poté fare a meno di pensare ad una vecchia prigione. Si perse ad osservare le sbarre alle finestre finché non si rese conto di essere osservato da qualcuno al di là di queste. Spaventato, girò i tacchi e corse via.
La mattina dopo, quando Liam uscì fuori per prendere una boccata d’aria fu sorpreso di trovare un sorridente Harry che stava tornando verso casa, seppur stanco.
“chiama gli altri!” cercò di gridare “andiamo a prendere Zayn”.
Liam fu sicuro di non aver sentito bene, così rimase impassibile guardando Harry avvicinarsi.
“Andiamo Liam!” esclamò Harry nuovamente. Senza farselo ripetere ancora, Liam corse dentro e radunò tutti gli amici nella Prima Stanza.
Sembrava un po’ strano agli occhi di tutti stare nuovamente insieme nella stessa stanza. Ma la mancanza di Zayn si sentiva nell’aria, oppressiva e pesante.
Harry raccontò, sotto gli occhi stupiti di tutti, della sua nottata e della sua scoperta. Descrisse il luogo tetro e solitario in cui si trovava il loro amico e spiegò i suoi presentimenti sull’edificio.
“credo sia una prigione e credo anche che Zayn non sia l’unico a stare lì dentro” disse.
Liam si portò le mani fra i capelli, Louis strinse ancora più forte Sam mentre Niall rimase con lo stesso sguardo vacuo che aveva acquisito da un po’.
“hai sentito … urlare?” mormorò Layla. Harry annuì, percependo la sua paura.
“io ho un piano” continuò poi il riccio “ma ho bisogno del vostro aiuto”
“certo Harry, non c’era neanche bisogno di dirlo” disse Louis, deciso.
“Liam?” chiese Harry.
Il ragazzo si scostò dalla sua posizione e guardò l’amico dritto negli occhi.
“ci sto” disse solo.
“anche io!” esclamò Layla.
Harry la osservò. Era così bella, ma anche così delicata e sensibile. Non avrebbe permesso che le accadesse niente di male.
“no Layla, tu e Sam resterete qui. Se non torniamo entro due giorni prendete le vostre cose e andatevene. Tornate a casa, al sicuro, dove sicuramente c’è gente che vi può proteggere meglio di …”
“COL CAVOLO!” lo interruppe Sam “Louis e io ci dobbiamo SPOSARE e non permetterò che mi lasci da sola! Resterò qui con Layla ma vi aspetterò un giorno solo, poi verrò a cercarvi ovunque voi siate!”
“Andiamo Sam … cerca di capire” tentò Louis.
“NO! IL GIOCO E’ STATO BELLO FINCHE’ E’ DURATO, MA ORA SI STA FACENDO PERICOLOSO E …”
“questo non è un gioco”
La voce di Niall, seppure un sussurro, bloccò Sam che da settimane non la sentiva. Lo sguardo vacuo aveva abbandonato il viso del biondo che, seppur solcato dal dolore, chiedeva insistentemente di organizzare qualcosa per salvare quell’amico senza il quale non riusciva a vivere.
“Niall io …”
“Sam, fa come ti dice Harry. È per il bene di tutti, anche se ti promettiamo di tornare in fretta. Insieme a Zayn”
Samantha abbassò il capo e annuì in silenzio.
“mostraci questo piano allora Harry” iniziò Louis.
“dovremo essere molto scaltri, non abbiamo seconde possibilità” disse il riccio “ora ascoltatemi bene …”
 
Zayn non ricordava neanche che aspetto avesse la luce.
Dopo settimane rinchiuso in quella cella buia non sapeva che aspetto avesse e nemmeno si sforzava a chiederselo, essendo rimasto ormai quasi senza forze. Non mangiava e beveva solo una volta al giorno, veniva torturato continuamente, riempito di domande alle quali non sapeva dare risposta, il corpo era pieno di lividi e bruciature e ogni giorno sperava fosse l’ultimo. A volte si trovava ad odiare i suoi compagni che l’avevano abbandonato a quel destino, poi odiava se stesso per ciò che aveva pensato. Non sapeva quanto tempo fosse passato dal suo rapimento, lì i giorni parevano tutti uguali e non vedere la luce non gli dava la possibilità di contarli. Vedeva spesso i cadaveri di altri giovani che venivano portati fuori e probabilmente bruciati. Quando riusciva a dormire sentiva solo le voci delle serpi che gli continuavano a fare domande e si chiese se non stesse diventando pazzo. L’unica consolazione era la dolce compagnia di Alice che, con la sua flebile voce, ogni tanto (quando ne trovava le forze) gli sussurrava di avere pazienza perché qualcuno di molto coraggioso sarebbe venuto per salvarli. Anche se gli sembravano solo delle assurde favolette, Zayn amava credere a quelle parole che infondevano sicurezza nel suo animo.
Era uno dei tanti giorni, uguale agli altri. La cella si aprì di botto e qualcuno prese Alice per i capelli, trascinandola fuori. Zayn, che le prime volte che assisteva a quella scena rimaneva costernato e tentava di ribellarsi, osservava passivamente la scena dal suo angolo in fondo a destra, nel quale rimaneva per quasi tutto il tempo. Persino le urla della ragazze gli sembravano più fioche, ma qualcosa attirò la sua attenzione. La stavano portando dalla parte opposta, dove solitamente venivano trascinati i corpi senza vita.
“tre anni totalmente inutili” borbottava l’omone, colpendo fortemente la ragazza sulla testa, per farla tacere.
E lei tacque.
Quel silenzio, più di ogni altra cosa, destò il ragazzo che raccolse le poche forse che gli erano rimaste. La chiamò, prima una volta, poi più forte.
“STA ZITTO VERME” disse un altro omone, comparso dal nulla, dandogli un forte calcio nelle ginocchia. Zayn barcollò e cadde. Si sentiva in colpa, terribilmente in colpa, per non aver opposto resistenza e aver lasciato che Alice fosse trascinata via da lui senza obiezioni. Ma si sentiva morire. Ormai si sentiva allo stremo ed era terribilmente convinto che sarebbe morto lì, in quell’angolo, senza che nessuno muovesse un dito. Forse un giorno il suo cadavere sarebbe stato spostato da lì e qualcun altro l’avrebbe sostituito. Il pensiero andò inevitabilmente ad Harry, che rischiava la vita ogni giorno e che ogni notte era semplicemente contento di aver potuto vivere ventiquattro ore in più.
Improvvisamente un forte rumore metallico ruppe il silenzio, seguito da un urlo soffocato e infine voci sommesse. Neanche la forte curiosità riuscì a far alzare Zayn.
“dobbiamo sbrigarci” sussurrava qualcuno.
“che ne facciamo di lei?” bisbigliò qualcun altro.
Nessuna risposta.
Una fioca luce illuminò il viso al ragazzo che strinse istintivamente gli occhi.
“è ridotto malaccio”  sentenziò una voce più stanca delle altre.
“avanti tiriamolo su”
Quattro forti braccia presero in braccio Zayn che si sentì trasportato via. Non era come lo era stato negli ultimi giorni, settimane o forse mesi, era un abbraccio quello che sentiva. Caldo e accogliente, si sentiva quasi a casa. Stava sognando? Li aveva riconosciuti. Erano lì, tutti e quattro, e stavano rischiando le loro vite per salvare la sua.
“che succede?” sentì la voce fioca di Alice sussurrare. Era spaesata e confusa, ma troppo debole per obiettare.
“sta tranquilla” le sussurrò Liam, che la stava portando in braccio. Era così gracile, così delicata, che sarebbe bastata una sola mano per portarla via.
“sta arrivando qualcuno” borbottò Harry, che spense velocemente la torcia lasciando tutti nell’oscurità più profonda.
“SEI UN IDIOTA” gridava Josh “COME HAI POTUTO LASCIARE LA CELLA APERTA?”
“in effetti ce l’aspettavamo più difficile” sghignazzò Louis.
Zayn sorrise e lasciò cadere la testa all’indietro. Nel buio nessuno se ne rese conto.
“Bhè .. non saranno andati lontano” balbettava una voce nuova.
“Lo spero per te, dov’è Grog?” chiese nuovamente Josh.
“lui … doveva finire quella ragazza”
“ah già, bhè procedete le ricerche. Nessuno uscirà di qui stanotte”
Josh si allontanò dalla parte opposta, mentre l’altro omone sembrava camminare verso la loro direzione, poco prima di poter sentire la loro presenza questo svoltò l’angolo e iniziò a correre per dare l’allarme.
“perfetto” disse Harry.
I quattro ragazzi scesero proprio da dove erano saliti: dalle fogne. Il piano di Harry era tanto astuto quanto pericoloso. Riconoscendo il vecchio edificio come la prigione da cui era sempre stato allontanato da piccolo, ricordò anche che la prigione, l’orfanotrofio e il vecchio ospedale del paese erano collegati dalle reti fognarie, che i ragazzi conoscevano bene poiché le utilizzarono per scappare proprio dall’orfanotrofio. Se però gli uomini delle Serpi Nere si fossero resi conto del passaggio per Harry e i ragazzi sarebbero stati guai. I giovani però avevano intenzione di togliere di mezzo i criminali una volta per tutte. Ingenuamente Liam propose di far intervenire la polizia, ma Louis gli fece rendere conto che nessuno avrebbe creduto ad un anonimo ragazzo, dal momento che non potevano certo rivelare la loro identità. Scelsero quindi la decisione più drastica, particolare che omisero alle ragazze. Infatti una volta giunti nelle fogne le strade dei ragazzi si separarono: Niall e Louis portarono Zayn via, correndo, seguiti a da Liam che reggeva ancora la fragile Alice; Harry invece corse al primo piano.
Scostò delicatamente un tombino che era sicuro portasse alla sala “controllo-celle”. Di fronte a lui, girato di spalle, uno dei soliti omoni con la serpe sul braccio osservava attentamente le telecamere. Harry vide che erano circa un centinaio di celle, ma solo una decina di queste erano abitate. C’erano sei uomini, tre donne e un bambino. Quest’ultimo, tra le braccia dei genitori, era morente. Preso da un impeto d’ira, Harry afferrò la mazza che portava dietro di se, la stessa con cui aveva colpito Grog, e atterrò la guardia. Gli uomini delle Serpi erano una ventina, contò il ragazzo, e tutti erano radunati in una grande sala dove al lato erano stati riposti forse un centinaio di corpi. Harry lo trovò riprovevole. Il loro scopo non era affatto nobile e i loro mezzi ancora di meno. Osservò la quantità di bottoni di fronte a lui e cercò quello che più gli interessava. G-20. Il numero della sala blindata dove erano radunati i criminali. Senza esitazione lo schiacciò e assistette alla scena di quegli uomini che, confusi, cercavano di non far chiudere il portellone. Poi velocemente aprì le celle dei prigionieri. Quelli, spaesati, attesero l’arrivo delle guardie per il solito rituale della tortura. Ma non vedendo nessuno arrivare, spinti dal coraggio e dalla poca forza rimasta, scapparono via e il ragazzo gli fece trovare aperto il portone. Solo una cosa Harry non aveva calcolato o, meglio, qualcuno: Grog.
“Davvero molto astuto ragazzo” osservò l’omone alle sue spalle, massaggiandosi la testa “ma non sono una bambolina di plastica, mi dispiace davvero per te”.
In preda al panico, Harry cerca la sua mazza che, con orrore, notò essere fra le mani del nemico. Grog sghignazzò e senza esitazioni tentò di colpire il ragazzo, ma Harry fu più svelto e evitò il colpo. Mostrò un sorriso beffardo all’omone, quel sorriso che tanto faceva impazzire Layla, e svelto gli sferrò un gancio nella mandibola che lo atterrò per qualche attimo. Harry ne approfittò per scappare. Diede una rapida occhiata alle telecamere per vedere se nessuno dei prigionieri fosse rimasto all’interno dell’edificio, ma questo era popolato solo dalle Serpi che tentavano invano di abbattere la porta blindata. Harry corse senza sosta, distanziando Grog, prese un fiammifero nella tasca e fece quello che sperava ardentemente di poter evitare. Avrebbe preferito farli rimanere tutti lì, nella cella, dove era solito che si radunassero a quell’orario Ma non poteva più permettere che le vite di Layla e dei suoi amici fossero in pericolo a causa sua. Accese il fiammifero e lo lanciò dietro di se. Improvvisamente una grande fiamma s’accese dal pavimento che i ragazzi avevano accuratamente cosparso di benzina nel percorso fatto per trovare la cella di Zayn. Harry corse più veloce che poté e in un baleno fu fuori. Ma la stessa sorte non toccò a Grog che fu rapidamente sommerso dalle fiamme. Fiamme che si propagavano velocemente verso il resto dell’edificio. Harry continuò a correre, seppur non sentiva le gambe, seppur era stanco ma non aveva alcuna intenzione di sentire le urla di dolore di quelle persone, anche se loro stessi avevano fatto del male. Si sentì immediatamente in colpa. Aveva commesso l’omicidio di venti persone, in una sola notte, con un fiammifero. Quella notte Harry era diventato un assassino e si sentì sbagliato. Corse, corse più veloce che poté e presto si ritrovò nel mezzo della radura, stanco e colpevole. Inevitabili lacrime fuoriuscirono dai suoi occhi, cos’aveva fatto? “hai salvato Zayn” disse una vocina dentro di se “hai salvato Layla” continuò.
Layla. Che dolce pensiero. Il suo sguardo morbido e caldo, la sua voce squillante, il suo sorriso … quanto amava quel sorriso. Ma subito dopo, appena pensò al suo viso quando gli avrebbe detto ciò che aveva fatto, immaginò solamente la delusione dipinta sul suo volto e la paura di vivere con un assassino.
“No, io non sono questo” ripeteva a bassa voce “no, non lo sono”
Affondò le mani nei capelli e s’inginocchiò a terra, disperato. “COSA SONO DIVENTATO?” urlò fuori di se.
Un pazzo. Ecco cos’era o cosa stava per essere: un pazzo. Stava impazzendo.
“Harry?” una voce lo chiamò. La riconobbe. Era lei.
“Layla??” la ragazza era in vestaglia, il braccio rotto tenuto al collo da una fascia che lui le cambiava accuratamente ogni mattina, i capelli mossi e lo sguardo stanco. Eppure aveva perso quell’opacità degli ultimi giorni, e un sorriso le ricopriva il viso. Non riusciva, però, a nascondere la sua preoccupazione.
Harry corse verso di lei, la strinse forte a se e lasciò che alcune lacrime le bagnassero i capelli.
“Che succede?” chiese lei, vedendolo piangere.
“Va tutto bene, Layla” le disse prendendola per mano “ora va tutto bene”
Lei sorrise.
“torniamo a casa”


Bhè di essere lungo, è lungo! Ahahahah
Salve a tutti! 
Dopo sei lunghissimi mesi di stop ho deciso di aggiornare questa storia! Whohooo I'm back! ù.ù Ieri sera ho ritrovato l'ispirazione (Che non so quando tornerà) e ho buttato giù questo luuuuuuuuuuuuuuungo capitolo! Spero vi piaccia :) 
Sono davvero felice che non abbiate abbandonato questa storia, che vi appassioni e che ci tenete a sapere come finirà ... lo vorrei sapere anch'io ahahah
"Ciacio alle bande" vi ringrazio del vostro supporto e spero infinitamente di aggiornare presto! 
un grande bacio, 

Lily :D

  
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