-
Siamo fatti così. Rimandiamo il più possibile il
chiarimento. Però è finita…
anche se ufficialmente non ne abbiamo parlato.- rispose Draco, steso
comodamente sul suo letto.
- Non
ti ho mai visto piagnucolare così per una
ragazza… Ci devi stare proprio male.-
commentò Theo, divertito.
- Non
sto piagnucolando. Sono convinto di aver fatto la cosa giusta. Ho solo
sbagliato a lasciarmi andare all'inizio.- disse il biondo, convinto.
- Ho
visto che hai ricominciato a parlare con Pansy, mi devo aspettare che
torniate
insieme? Ho sentito che ha lasciato Zabini. E' stato un duro colpo
all'orgoglio
di quel verme.-
- Le
ho solo detto che Blaise la stava usando, deve avermi ascoltato.-
rispose
l'altro, sorridendo debolmente.
-
Potresti riprendere il piano della fuga, ma attuarla con Pansy.
Potreste…-
cominciò Theo, euforico, ma Draco non lo stava
più ascoltando. Sentì un
bruciore intenso alla gamba sinistra e si mise la mano in tasca,
estraendo la
moneta con cui si teneva in contatto con Madama Rosmerta.
-
Oddio…- esclamò, alzandosi di colpo. Il moro
interruppe il suo monologo,
fissandolo confuso.
- Cosa
c'è?-
-
Oddio… Merlino… Non sono pronto,
Theo…- sbraitò Draco, sull'orlo di una crisi.
Si tirò su la manica della camicia nera che indossava. Il
braccio sembrava tremare
dall'agitazione, il marchio nero sembrava attendere silenzioso il
momento di
esplodere.
- Che
fai?- chiese confuso Theodore.
- E'
il momento, Theo. Rosmerta mi ha dato il segnale. Devo… devo
avvertire i
Mangiamorte.- spiegò con voce tremante. L'amico si
ammutolì, mentre Draco
prendeva la bacchetta e la puntava sul Marchio. Un fascio di luce verde
fu
risucchiata dal braccio, muovendosi lentamente dalla punta della
bacchetta alla
pelle pallida del biondo. Sentì un dolore lancinante. Fuoco
puro. Ansante, si
diresse frenetico verso la porta. Si bloccò di scatto,
voltandosi verso
Theodore.
-
Vieni… Poi ti spiego.- disse, prendendo l'amico per il
braccio.
I due
cominciarono a correre per i corridoi. Salirono fino alla Torre di
Astronomia.
- Che
ci facciamo qui?- chiese Theodore, cominciando a spaventarsi.
-
Attiro Silente qui sopra. Ora è partito, ma quando
tornerà, questo sarà il
primo posto che raggiungerà.- spiegò Draco,
prendendo la bacchetta. Fece un
sospiro profondo.
-
Morsmordre.- sussurrò, evocando un Marchio Nero scintillante
sul cielo, proprio
sopra la Torre.
-
Draco, cosa diavolo stai facendo?- urlò Theo,
indietreggiando.
- E'
un pretesto per avvicinare Silente. Ora vieni, corri!- disse Draco,
ricominciando a correre. Arrivarono di fronte alla Stanza delle
Necessità. Una
volta entrati, il biondo si fermò di fronte all'armadio.
-
Nasconditi! Non fare rumore e non farti vedere da nessuno!-
ordinò Draco a
Theo. Il moro annuì, cominciando a cercare un nascondiglio.
L'altro
sospirò, una volta da solo. Ora doveva solo creare il
collegamento tra i due
armadi.
-
Harmonia nectere passus. -
-
Harmonia nectere passus. -
-
Harmonia nec…-
Sentì
un rumore all'interno dell'armadio e lo aprì. Sua zia
Bellatrix ne uscì,
barcollante, guardandosi intorno. Piano piano altri Mangiamorte
raggiunsero la
prima.
- Non
pensavo ce l'avresti fatta, nipote.- commentò l'unica donna
del gruppo.
-
Porto sempre a termine le mie missioni.- rispose a tono Draco.
-
Questo lo vedremo tra poco. - rise la zia.
-
Greyback. Va' nei sotterranei. Sai qual è il tuo compito.
Draco, tesoro, qual è
la parola d'ordine della tua Sala Comune?- chiese Bellatrix,
rivolgendosi a un
uomo massiccio e spaventoso.
- Nox
aurea.- rispose servile il biondo. Greyback sembrò grugnire
qualcosa e uscì
dalla Stanza.
-
Andate a fare un po' di festa!- ordinò lei agli altri
Mangiamorte, che,
ridendo, seguirono il suo consiglio.
Bellatrix
fece comparire magicamente una maschera argentata.
-
Tieni… poi dici che la tua zietta non ti vuole
bene…- lo prese in giro, lanciandogli
l'oggetto e incamminandosi verso l'uscita.
- Tu
vai, io ti raggiungo. Devo chiudere il passaggio dell'armadio.- disse,
ma la
zia già saltellava fuori dalla porta.
Rimasto
da solo, si voltò nel punto dove era nascosto Theodore.
-
Corri! Vieni! Ora tu passerai dal passaggio e ti ritroverai da Magie
Sinister.
Confondi Sinister, modificagli la memoria se necessario. Tu hai fatto
l'esame
per materializzarti, giusto? Quindi materializzati a Villa Castilla. E'
una
dimora della mia famiglia in Spagna, non ci andiamo da anni. Rimani
lì. Mi farò
sentire io. Se dovessero scoprirci, se dovessero mandare qualcuno a
cercarti,
materializzati da mia zia Andromeda. Dille la
verità… tutta la verità…
E…-
-
Perché dovrei scappare?- chiese Theo, confuso.
- Non
l'hai capito? Greyback è andato in Sala Comune a cercarti!
Tu Sai Chi vuole
finire quello che ha iniziato uccidendo tuo padre! Non lo
permetterò! Quindi
ora farai quello che ti ho detto!- ordinò Draco, spingendolo
verso l'armadio.
- Non
se ne parla! Se dovessimo essere scoperti, ti uccideranno! Non posso
permetterlo…-
- Fino
alla fine, Theo… Ricordi? Questo è il significato
che do a tutto ciò. Sono
pronto a rischiare. Ora va'! Mi farò vivo io.- disse il
biondo, infine.
-
Vieni con me…-
- Per
me è tardi per tornare indietro. Va' e vedi di non
morire…- sorrise Draco.
- Vedi
di non morire neanche tu.- sussurrò Theodore, mentre entrava
nell'armadio.
Draco
si mise la maschera da Mangiamorte e uscì dalla Stanza delle
necessità. Impugnò
saldamente la bacchetta, ma si paralizzò, non appena vide
cosa accadeva nel
corridoio. Corse verso sua zia, che stava torturando una ragazza.
Quando
riconobbe la poverina, trattenne a stento un urlo di dolore. Hermione
era a
terra in lacrime, mentre Bellatrix rideva tra un Cruciatus e l'altro.
-
Guarda, tesoro, cosa ho trovato? Una sudicia mezzosangue che osava
camminare
nel mio stesso corridoio.- disse, ridendo sguaiatamente.
"Tesoro"…
quella parola gli ricordò il modo materno in cui Andromeda
lo pronunciava nei
suoi confronti. Amore… come se lui potesse davvero essere il
"tesoro"
di qualcuno… una cosa preziosa.
- Ti
do l'onore di continuare a divertirti.- disse la donna.
-
Cosa?- chiese Draco, confuso.
-
Cruciala…- bisbigliò la zia al suo orecchio.
Il
biondo deglutì, non riuscendo a guardare la figura esile di
Hermione, che
ansimava a terra.
-
Perc…perché dovremmo perdere tempo con una come
lei? Abbiamo una missione da
compiere…- rispose Draco, in fretta.
-
Perché è divertente…-
sibilò la donna, mordendosi divertita la lingua. -
Crucio!-
Hermione
urlò di dolore, contorcendosi a terra. Draco chiuse gli
occhi, non volendo
vedere.
-
Lasciala, non è necessario, andiamocene…- disse
con fermezza.
- Hai
mai cruciato una persona, tesoruccio? Fallo… ORA!-
urlò alla fine Bellatrix. Il
biondo liberò una lacrima, celata dalla maschera, alzando la
bacchetta.
-
C…crucio…- sussurrò. Hermione
sussultò appena, ma non successe nulla.
-
Crucio!- disse ancora, più deciso. Niente.
- Devi
volerlo veramente… Per quale assurdo motivo non dovresti
voler torturare una lurida
mezzosangue?- sbraitò la donna, sbattendolo al muro.
-
Sono… agitato per la missione…- si
giustificò Draco, con voce tremante.
Dall'altra parte del corridoio giunse un'esplosione. - Tu
va'… ci penso io a
lei…- aggiunse il biondo. Bellatrix fece una smorfia
contrariata, correndo per
il corridoio, lanciando a caso degli anatemi.
Draco
stava tremando. Vide a terra la bacchetta della ragazza. Doveva essere
stata
disarmata. La prese e gliela porse delicatamente, mettendola a sedere.
-
Hermione…- sussurrò Draco, cercando di arrestare
il tremore che stava
percorrendo la ragazza. Le accarezzò il volto. Lei
sembrò destarsi
all'improvviso. Doveva aver riconosciuto la voce solo in quel momento.
Scosse
la testa, alcune lacrime rigarono il suo volto.
- No…
ti prego… dimmi che non sei tu…-
sussurrò lei, avvicinando la mano, tremante,
al bordo della maschera. Draco non si mosse, lasciando che lei
scoprisse il suo
volto.
- No…
no… no… no!- disse lei, allontanandosi di scatto.
-
Hermione…-
- Io
ti ho sempre difeso!- urlò lei, cominciando a piangere
più intensamente. - Ti
ho sempre difeso quando Harry mi diceva che eri un Mangiamorte!
Io… io mi
fidavo di te! Come hai potuto farmi questo!-
Draco
era immobile, incassando tutte quelle parole come lame al petto.
- Coma
hai potuto… Sei stato tu a fare del male a Katie, vero?
Tu… tu mi hai
avvelenato! Harry aveva ragione… Harry ha sempre avuto
ragione, non è vero? Su
tutto!-
Il
biondo abbassò il capo, colpevole.
-
Rispondimi!- gridò Hermione.
- Sì,
tutti i sospetti di Harry… erano veri.- rispose Draco con
voce atona.
- E io
facevo parte del tuo stupido piano? Era tutto finto quello che
c'è stato tra
noi? - chiese lei.
Lui le
si avvicinò e le prese il volto, catturando le sue labbra
con un bacio.
Hermione lo allontanò subito, asciugandosi una lacrima.
- Tu
mi avresti cruciato… solo per zittire tua zia.-
commentò lei, delusa.
-
Volevo assaporare le tue labbra un'ultima volta. Non volevo affrontare
tutto
questo con il pensiero che non ti avrei mai più baciato.
Tu…eri la mia neve.- sussurrò
Draco, fissandola con occhi tristi. - Dentro la Stanza delle
Necessità, c'è un
armadio che ti porterà in salvo. Ti prego…
scappa. Ti prego, salvati.-
- Io
non scapperò mai, Draco. Io lotterò
affinchè il mondo magico venga liberato da
persone come te. Sei solo un verme codardo.-
-
Stupeficium!- disse Draco, colpendola con l'incantesimo. Lei svenne a
terra.
Lui la trascinò dentro l'aula più vicina. - Mi
dispiace, Hermione… - sussurrò.
Non l'avrebbe lasciato andar via facilmente.
Cominciò
a correre, superando un punto in cui era iniziata una sorta di
battaglia.
Ignorando
tutti, salì le scale che portavano alla torre di Astronomia.
Sentì delle voci
provenienti da sopra e si sbrigò ancora di più.
Silente era lì e guardava il
cielo, dove il Marchio Nero si librava, muovendosi sinuosamente.
-
Draco, finalmente…- disse il vecchio con un sorriso bonario,
voltandosi.
-
Expelliermus!- sibilò Draco con cattiveria. La bacchetta di
Silente volò via.
L'uomo sembrava stanco, spossato. Qualsiasi cosa avesse fatto prima, lo
aveva
indebolito… e questo giocava a favore del biondo.
- Con
chi stava parlando? Ho sentito delle voci!- disse il ragazzo,
guardandosi
intorno impaurito.
- Ho
preso l'abitudine di parlare da solo. Ahimè,
l'età. Suppongo che tutto questo
sia opera tua…- sussurrò bonariamente il vecchio.
-
Esatto e ho fatto tutto sotto il suo naso. - riferì
soddisfatto l'altro.
- Non
penso, Draco. Io sapevo tutto. Sapevo che dietro l'attacco alla
signorina Bell
e alla signorina Granger c'era il tuo zampino. Cerchi di uccidermi
dall'inizio
dell'anno. Scommetto che hai un complice…. mmmh. Certo,
Rosmerta! Nessuno
sospetterebbe di lei, non è vero? Da quando è
sotto la maledizione Imperius?-
Draco
rimase immobile, terrorizzato. Deglutì, facendosi coraggio.
-
Dalla prima gita a Hogsmead. Ma il resto… l'ho fatto tutto
da solo…- disse il
biondo, cominciando a sudare freddo.
- Come
hai trovato il modo di far entrare i Mangiamorte?-
-
L'armadio svanitore dove l'anno scorso si è perso Montague.
L'ho riparato. C'è
un gemello da Magie Sinister… creano un passaggio.-
spiegò Draco, come se le
chiacchiere potessero salvarlo da quello che stava per fare.
-
Ottima idea… ho sempre saputo che sei un ragazzo molto
intelligente, anche se
continui a impegnarti nelle cose sbagliate.-
-
Perché non mi ha denunciato, sapeva cosa stavo
architettando. Poteva fermarmi.
Perché non l'ha fatto?- chiese il biondo, confuso.
Silente
sorrise in modo paterno.
- Non
volevo che ti succedesse qualcosa. Capisco la tua situazione e, se
fossi stato
scoperto, tu e la tua famiglia sareste stati in pericolo. Ma non
è troppo
tardi, Draco. Tu non sei un assassino. Io ti posso aiutare.- disse il
preside,
avvicinandosi barcollando.
- Lei
non mi può aiutare. Nessuno può. Lei non capisce,
io devo ucciderla. O Lui
ucciderà la mia famiglia.- rispose il ragazzo, alzando la
manica della sua
camicia. Gli mostrò il marchio nero che pulsava ferocemente.
-
Posso mettere in salvo te e la tua famiglia. Vi posso mettere sotto
protezione.
Draco, anni fa ho conosciuto un ragazzo che ha fatto tutte le scelte
sbagliate.
Non farlo. Tu non sei come Tom Riddle. Tu sai amare. Quest'anno
più che mai hai
capito il valore della famiglia, dell'amore, dell'amicizia. Voldemort
non sa
amare, ma tu sì.-
Draco
abbassò la bacchetta velocemente. Andromeda, Nynphadora,
Ted, Hermione,
Theodore… anche Harry… la signora Weasley,
Pansy… Amore.
- Se
ne vada…- sussurrò Draco debolmente.
-
Cosa?- chiese Silente confuso.
- Se
ne vada. Vada ad Azkaban, liberi i miei genitori e li metta sotto
protezione.
Mio padre farà un po' di resistenza, ma con un Confundus
dovrebbe cavarsela.
Metta una "guardia" a Villa Castilla, in Spagna. E' lì che
si trova
Theodore, perché è ricercato dai Mangiamorte.
E… e Pansy… anche Pansy è mia
amica… voglio che sia al sicuro. E dica a Hermione che
l'amavo e che mi
dispiace di averla fatta soffrire. - spiegò il biondo a
testa bassa.
-
Parole molto nobili, Draco. E tu cosa farai?-
- Io
rimarrò qui… attenderò la mia
punizione per averla fatta scappare. Posso
perdere un po' di tempo. Ma la prego, non posso affrontare la morte,
senza
sapere che lei farà quello che le ho detto. -
- Sei
molto coraggioso, Draco. Le esperienze di quest'anno devono averti
cambiato
profondamente.- sorrise Silente. Si bloccarono quando sentirono un
rumore di
passi raggiungerli.
Piton
e Bellatrix si presentarono davanti a loro.
-
Bellatrix… vorrei dire che è un piacere
rivederti…- disse bonario Silente.
- Il
piacere è tutto tuo, vecchiaccio!- rispose lei, facendogli
la linguaccia. -
Forza Draco, uccidilo!-
Draco
tremò. Era troppo tardi. Per un secondo, un istante, aveva
visto risolversi
tutto. Invece eccolo lì. Di fronte a un'ennesima scelta.
-
Uccidilo!- urlò la zia, facendolo rabbrividire.
Guardò speranzoso Piton in
cerca di aiuto. Il professore sembrava più pallido del
solito. Poi gli occhi
del biondo si incontrarono con quelli azzurri del preside.
-
Vigliacco! Sei tutto tuo padre! Non hai preso nulla dalla nobile casata
dei
Black! Piton, è il tuo turno, se non sbaglio… Hai
pronunciato il voto
infrangibile…- bisbigliò la donna.
-
Cosa? Cosa significa?- chiese Draco confuso.
- Che
il tuo professorino avrebbe dovuto uccidere Silente se tu non ce
l'avessi
fatta.- rise divertita lei.
Draco
guardò confuso Piton. Era impossibile, a detta di Theo, lui
era una spia per
Silente.
-
Severus… Ti prego.- supplicò Albus. Il ragazzo
assisteva alla scena,
terrorizzato.
-
Avada Kedavra.- sibilò il moro.
Lampo
verde. Il corpo del preside venne scaraventato giù dalla
torre.
No,
Piton era buono. Il padre di Theodore era morto per questo. Per
proteggere
Piton. Sentì appena la mano del suo professore trascinarlo
via. Scese le scale.
Di nuovo la battaglia. Corridoio vuoto. Tutto era vago intorno a lui.
Intravide
il corpo di Pansy a terra, Fenrir Greyback sopra di lei. Pansy, Pansy,
Pansy.
No!
- Pansy!
- urlò più forte che potè, ma nessuno
sembrò sentirlo. Si ritrovò subito nel
giardino. Sua zia rideva al suo fianco, dando fuoco a tutto.
Ad un
tratto sentì delle urla alle sue spalle e si
voltò. Harry li stava seguendo,
urlando.
- Lui
si fidava di lei!- gridava, rivolto a Piton.
"No,
Harry. Scappa." pensò Draco. Bellatrix si
avvicinò al prescelto,
cominciando a cruciarlo.
-
Ferma!- gridò il biondo, non rendendosi conto di aver
parlato ad alta voce. Sua
zia si voltò, confusa.
- Il
Signore Oscuro lo vuole vivo.- si riprese Draco. Bellatrix rise, dando
fuoco
alla capanna di Hagrid.
-
Sectumsempra!- urlò Harry, ma Piton bloccò il suo
incantesimo. Il professore si
avvicinò a lui, dicendogli che lui era il Principe
Mezzosangue, ma il biondo
non seppe mai cosa volesse dire.
Si
riavvicinò a Draco. Bellatrix si era già
smaterializzata.
-
Silente si fidava di lei. Il padre di Theo si fidava di lei. Come ha
potuto?-
chiese il biondo, non riuscendo a trattenersi. Piton lo
guardò negli occhi,
stupito che lui sapesse di Nott. Non rispose, smaterializzandosi a
Malfoy Manor
insieme al ragazzo.