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Autore: Mired    29/05/2007    2 recensioni
Un anno dopo la sconfitta di Artemisia, Rinoa, si trova al Garden di Balamb, si è stabilita lì pur non essendo nè SeeD nè studentessa, tutto sembra andare piuttosto bene, anche se quella vita non è ciò che si aspettava, ma qualcosa sta per succedere, qualcosa che sconvolgerà la vita di Rinoa e di tutti i gli amici SeeD che da molto sono al suo fianco...
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
Un nuovo dolore


Guardo Selphie, mi ci vogliono alcuni secondi per riuscire a capire cosa ha detto, non ci credo, non è possibile. Il mio cuore si spezza di nuovo, non basta il dolore che già provo, l’illusione di riuscire a superare la sofferenza svanisco in un istante.
So che Seifer mi sta guardando, ricambio il suo sguardo per un attimo, sta per parlare, vedo le sue labbra schiudersi, tutto sembra muoversi lentamente attorno a me, come in un video guardato per fotogrammi, solo io riesco a muovermi normalmente.
Inizio a correre veloce, premo in modo quasi convulso i pulsanti dell’ascensore e quando questo si apre entro dentro, ancora una corsa, mi accascio un istante sul pavimento mentre mi porta verso il piano superiore. Mi alzo e mi precipito fuori, senza aspettare che le porte siano completamente aperte e vado da lui…
Vorrei che Selphie stesse scherzando, uno scherzo di pessimo gusto, ma pur sempre uno scherzo, nell’aula magna trovo il preside, Edea e gli altri amici. Mi coprono la visuale, non riesco a vedere se lui c’è…mi infilo tra una persona e l’altra, in malo modo, non mi interessa sembrare cortese, non adesso, solo Squall ha importanza…solo lui. Guardo il letto dove fino a poco fa giaceva, Selphie non ha mentito, i fiori e le bianche piume sono sparse in modo disordinato sul letto e terra e lì dove c’era Squall ora ci sono solo fiori distrutti e piume.
La gola mi brucia, di nuovo sento quella rabbia salirmi dal petto..
“DOV’E? DOVE AVETE PORTATO SQUALL?” Urlo piena di rabbia verso le persone che mi sono sempre state vicine
“Rinoa…calmati…” La mano di Quistis sulla mia spalla, la mia rabbia aumenta aiutata dal dolore che di nuovo mi lacera la scosto guardandola negli occhi
“Voglio sapere dove diavolo lo avete portato!” “Non siamo stati noi Rinoa…non abbiamo…idea di chi possa averlo fatto…né come…” Il preside mi parla calmo, nello stesso istante in cui Seifer e Selphie entrano scoppio a piangere…ancora una volta.
“Se scopro chi è stato io…GRRR giuro che…gliela faccio pagare…”
“Sta’ zitto gallinaccio…stai peggiorando le cose…”
Ed è Seifer che mi abbraccia ancora una volta, affondo la testa nel suo petto e stringo i lembi del suo cappotto singhiozzando. Mi lascio accompagnare fuori, andiamo sulla terrazza…continuo a piangere vicina a Seifer, lui mi lascia sfogare in silenzio.
Penso a Squall, intensamente, non riesco a capire cosa sia successo, il dolore di averlo perso di nuovo mi sembra che mi stia uccidendo, poi lentamente i singhiozzi si attenuano e solo allora Seifer mi parla con estrema gentilezza
“Rinoa…te lo giuro…io scoprirò chi è stato…”
Ancora una volta riconosco in lui il ragazzo che ho conosciuto a 16 anni, alzo la testa e lo guardo
“…Grazie…”
Restiamo ancora un po’ lì in silenzio, faccio un profondo respiro e mi volto verso di lui ancora una volta, mi sento pronta adesso ad affrontare quello che c’è dentro
“…Devo tornare dagli altri…”
Rientriamo e torniamo dagli altri, sento i loro sguardi indagatori su di me, li affronto con calma, so però che comprendono il mio comportamento, se mi conoscono almeno un po’, devono capirlo.
“Preside, Edea, amici…prima io…”
“Stai tranquilla Rinoa, è tutto a posto”
“Grazie Edea, adesso per favore, spiegatemi, ho bisogno di sapere”
“Rinoa – è il preside che ora prende la parola, serio – mi dispiace doverti dire che purtroppo ne sappiamo quanto te, questa mattina alcuni studenti sono venuti qui e questo è quello che hanno trovato, il corpo di Squall è stato trafugato, ma non abbiamo alcuna idea su chi possa essere stato, né come abbia fatto, e soprattutto per quale motivo…Supponiamo sia accaduto durante l’arco della nottata, ma non possiamo dire quando…nessuno ha visto o sentito niente”
“Capisco…”

…Dopo la tua vita, il tuo calore, si sono voluti portare via anche il tuo corpo…non era sufficiente averci separato nella vita…adesso non posso più nemmeno vedere il tuo volto, sebbene gelido…ed io? Dov’ero mentre tu venivi portato via? Ero nella mia stanza a crogiolarmi nel dolore, invece sarei dovuta essere qui, dicevi che mi avresti protetta a costo della vita…io avrei fatto lo stesso con te…

Quest’ultimo colpo è più forte del precedente, mi sento sola, estremamente sola. Mi tormento, non riesco a dormire, mi incolpo per quello che è successo, se io ci fossi stata forse non sarebbe accaduto. Seifer mi ripete più volte, seduto sul mio letto, che la vita non si fa con i se e con i forse, ma ugualmente io mi sento in colpa.
I giorni passano lenti, ieri è uguale ad oggi e so che sarà uguale a domani, osservo passivamente la vita intorno a me, sento di aver perso la voglia di reagire a tutto quello che mi accade.
Seifer e gli altri mi stanno vicini, cercano di non farmi pensare a quello che è successo, apprezzo i loro tentativi, ma Squall è il centro attorno a cui ruotava la mia vita, ora mi sento vuota, persa, come una bambina abbandonata dalla propria famiglia…la famiglia…in fondo, io sono stata lasciata sola, mia madre, è lei che torna improvvisamente nella mia testa, avevo quattro anni, solo quattro anni quando mi hai lasciata. Penso a come sono cresciuta, a come ero fino a prima che Squall se ne andasse, mi guardo allo specchio e riflessa vedo solo un’ombra di me stessa.
Almeno una volta alla settimana sono Quistis e Selphie che mi raccontano qualcosa sulle ricerche che il preside Cid ha commissionato ad alcuni SeeD scelti oltre a loro, le ascolto, all’inizio ansiosa, sperando che abbiano scoperto qualcosa, ma pian piano anche queste speranze si affievoliscono, come un fiore che ormai è giunto al termine della sua stagione. Niente. Non un indizio, non una traccia, nessuno sa qualcosa riguardo a quella misteriosa sparizione.
Le ricerche di Seifer purtroppo non procedono in modo migliore, neppure lui con le sue molte conoscenze riesce a scoprire niente.
Vado nella zona segreta, ho voglia di stare in quel posto da sola, so che ora è deserto, il coprifuoco non è ancora scattato, è presto e gli studenti vengono qui solo quando sarebbe proibito. Con attenzione attraverso il centro d’addestramento, conosco la strada a memoria, non ho fretta, i miei passi sono lenti, stanchi; i mostri sembrano quasi capire che qualcosa non va, non mi attaccano, nel centro d’addestramento regna una calma quasi irreale. Mi trovo a pensare che forse i mostri non sono poi così diversi dagli animali, dalle persone. Forse anche loro provano sentimenti e rispettano il dolore.
Da molto ormai non vado nella zona segreta, quel posto mi ricorda ancora troppo Squall, l’ultimo momento che abbiamo trascorso insieme, il momento in cui veramente non esisteva più nient’altro se non noi due, il momento in cui lui mi ha regalato quell’anello. Senza accorgermene inizio a giocare con l’anello, lo faccio girare attorno all’anulare. Ora sono lì, chiudo gli occhi solo per un istante, sento il suo profumo, il suo calore, sfilo l’anello, me lo passo tra le dita, lo faccio ruotare tenendolo tra il pollice e l’indice.

…Mi manchi…

Siamo di nuovo lì, io e lui… «Rinoa, finalmente…Io, ti amo con tutto me stesso…» rimetto l’anello al dito, aspetto il suo bacio, ma non accade niente, apro gli occhi, non c’è, Squall non è lì davanti a me, eppure era tutto così reale, come quella mattina. Poso due dita sulle labbra, come a voler sentire ancora quel calore che solo i suoi baci potevano infondere in me. Alcune parole escono dalle mie labbra, è la canzone di mia madre, Eyes on me, quella canzone mi lega a Squall, la sento nostra in parte, so che mia madre l’ha scritta per il suo amore perduto quell’amore che ha perso durante la guerra.

…Mamma…anche tu soffrivi come me? Come ti sentivi?...Vorrei tanto che tu fossi qui…forse potresti aiutarmi…

Mi allontano dalla zona segreta, ormai è ora di cena, non ho fame, ma so che se non mi presento neppure stasera dovrò sentire le ramanzine degli altri e non ne ho voglia. Percorro la strada al contrario, mi dirigo poi verso la mensa, la solita confusione, niente sembra essere cambiato, questo mi infastidisce, ma so che è un pensiero egoista, tutto il Garden sente l’assenza del comandante dei SeeD, ma tutti cercano di andare avanti, solo io, solo io non ci riesco.
Li vedo, sono tutti lì che mi aspettano, Selphie, Quistis, Irvine, Zell, Seifer, mi sorridono tutti, solo Seifer è più scuro in volto, li saluto con un cenno della mano, li raggiungo e mi siedo, cerco di apparire naturale
“Rinoa, vuoi che ti vada a prendere un altro panino?”
“No Quistis, va bene così…”
“Rinoa, vuoi qualcos’altro da bere?”
“…Irvine, grazie, ma no…”
Lo sento, sono a disagio, non sanno come comportarsi, Seifer continua a stare in silenzio, mentre le attenzioni continue dei miei amici iniziano ad infastidirmi, poi esplode
“ADESSO BASTA! Smettete di trattarla come una bambolina di cristallo! Ok, soffre, ma DEVE affrontare la situazione, così non l’aiutate di certo!”
“Seifer ha ragione…se continuiamo così Rinoa non tornerà più quella di prima…”
Guardo Selphie e Seifer, so che hanno ragione, sono loro grata, riprendo a mangiare in silenzio e tutto procede tranquillo fino alla fine della cena.
Dopo aver dato la buonanotte mi dirigo verso la mia stanza, ma sento qualcosa di diverso, di nuovo, una debole e piccola luce di speranza si accende di nuovo nel mio cuore, forse…non è tutto perduto…


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Chiedo scusa per il ritardo nell'aggiornamento e per il capitolo forse un po' breve, ma purtroppo ora sono cominciati gli esami all'università e quindi devo studiare...ma prometto che continuerò ad aggiornare la storia impegnandomi a non fare eccessivi ritardi^_^

Grazie mille, di cuore, a tutti quelli che hanno anche solo letto la mia storia

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