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Autore: sexialler    12/11/2012    8 recensioni
Lei è Abbie Hurty, una ragazza complicata con mille probemi.
La sua situazione in famiglia è agli sgoccioli: un padre alcolizzato e puttaniere, una madre spendaccione che non cura la casa e lei che vive, effettivamente, da sola.
Frequenta la City of London School ed è al penultimo anno.
Ha un carattere pessimo. Litiga con i professori, a scuola fa schifo, non ha amici, non ha un ragazzo, non ha nessuno con lei.
Ma tutto può essere cambiato, no?
Qualcosa cambierà nella sua vita, qualcosa che la renderà migliore. Qualcosa, o meglio qualcuno che la prenderà per mano e le farà capire che non è sola come pensa.
Questo qualcuno è un semplice ragazzo dal sorriso incantatore.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un giovedì come altri. Nessuna distinzione.
Mi alzai di malavoglia dal letto e scesi giù per la colazione.
La casa era deserta. Ormai mio padre non abitava più con me e la mamma.
Lo aveva cacciato di casa perchè era uno scansafatiche, poi l'aveva tradita un sacco di volte.
'Chissà dov'è adesso quel porco' pensai storcendo il labbro e corrugando la fronte.
Volevo non fosse veramente mio padre ma purtroppo non potevo farci un granchè.
Entra in cucina e presi dalla dispensa una ciotola. Ci versai i cereali che erano rimasti nella confenzione e aggiunsi il latte rimasto.
Non lo riscaldai neanche,ero troppo pigra quella mattina.
Mentre mi ingozzavo di cereali ero seduta a gambe incrociate sulla piccola poltrona in salotto e notai sul tavolino davanti a me un bigliettino
con la grafia orrenda di mia mamma 'sono con Rachel, appena ti svegli chiamami. Un bacio, mamma'.
Posai il biglietto insieme alla ciotola ancora mezza piena e risalii in camera per prendere il cellulare.
Digitai in fretta il numero e appoggiai all'orecchio quella schifezza di cellulare che mi ritrovavo.
 
pronto? sembrava eccitata.
mamma ho letto il biglietto. cosa c'è? 
devo parlarti assolutamente. puoi venire da starbucks vicino nonna?
come vuoi ma dammi tempo, mi sono appena svegliata 
fai con calma tesoro
certo,come no. ciao
 
Mi diressi in bagno con l'intento di una bella doccia calda.
La doccia a prima mattina mi faceva pensare. In quel momento pensavo solo a cosa mi volesse dire quella donna.
'Solite sciocchezze' pensai uscendo dopo 10 minuti.
Anche essendo estate, a Londra faceva sempre freddo. Infilai la prima gamba nei jeans strappati e già sentivo dei brividi di freddo al contatto col tessuto.
Presi una delle mie tante felpone armate di cappuccio, quella volta azzurra, e la indossai insieme alle mie adorate e rovinate converse bianche.
Diedi una botta di phon ai miei capelli kilometrici che raccolsi in una cipollina disordinata e uscì di casa senza trucco.
Non mi ero mai truccata in vita mia, forse solo da piccola quando giocavo alla principessa nella mia stanza indossando gli abiti eleganti di mamma.
 
 
 
 
**
 
 
 
 
Da Starbucks.
 
«bè cosa vuoi?» era seduta ad un tavolino con una sua amica e appena sentì la mia voce scattò con la testa dalla mia parte.
«siediti dai, devo darti una notizia bellissimissima» disse indicando la sedia davanti a lei.
Il mio sesto senso diceva che quella notizia non mi sarebbe piaciuta per niente ma ormai ero lì,dovevo ascolatrla.
Mi accomodai e notai la sua amica. Era una bella donna dai capelli ramati, si vedeva che era molto curata visto che era ben truccata e indossava abiti più che costosi.
«dritto al sodo mà»
Spuntò un sorriso su entrambi i visi delle donne che mi sedevano di fronte «ho pensato..» si girò mia madre guardando la rossa «anzi, abbiamo pensato..che potresti rifarti una vita senza la preoccupazione di tuo padre, di me».
Cosa voleva dire con quella cosa? Mi prendeva in giro forse?
«mamma, ho detto al sodo» mi stavo inziando a scocciare.
«Sai, Rachel non è di qui. Vive in un paese non molto lontano da Londra e mi ha fatto pensare ad una cosa» aveva ancora il sorriso stampato in faccia ma non capiva che mi dava fastidio. 
«In pratica potresti trasferirti da lei, farti una vita nuova lontana da qui, frequentare una nuova scuola, farti degli amici, trovarti un lavoro senza avere tutte le preoccupazioni che hai a casa»
Stava decidendo per me come se sapesse davvero quello che provavo a vivere senza un padre, una madre, senza amici.
Mi giravano i coglioni, ero infuriata, volevo spaccare tutto ma quello che ottenni furono soltanto occhi gonfi e guance bagnate.
Le lacrime cominciarono a rigarmele e la guardai negli occhi ormai stupiti. Cominciai a battere le mani per fare dell'ironia e mi alzai dalla sedia.
«Brava. Dopo 17 anni ti ricordi che anch'io ho una vita eh?» mi guardava ma non spiccicava una parola.
Mi avvicinai a quel viso che tanto odiavo «Tu non sei mia madre. Sei solo una puttana che pensa solo a sè».
Gli occhi ormai erano rossi, gonfi, pieni di dolore. Raccolsi le mie cose e attraversai la strada.
La tristezza mi stava inglobando. Piano piano sprofondavo in buco scuro, senza luce.
Nella mia meomoria vennero a galla cose che avevo già provato prima. Mi ritornò in mente quel periodo, quel periodo in cui le mie braccia venivano segnate ogni volta da un oggetto diverso.
No, non potevo, non dovevo. Dovevo stare calma, rilassarmi completamente.
Non sapevo dove andare visto che non era il mio solito uscire per le strade in città. Di solito il tragitto che ero solita fare era casa-scuola/scuola-casa. In più con il bus.
 
 
 
**
 
 
 
 
Mi ritrovai a camminare senza una meta. Non ero abbastanza lucida per ritornare a casa e non l'avrei fatto comunque. Non la volevo vedere.
Nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea in quel momento.
Osservavo quello che avevo attorno a me e vedevo solo locali, bar e cose così. Tutti affollati.
Più avanti, un po' più isolato c'era un piccolo bar. Dentro c'erano massimo 4/5 persone e decisi di entrare.
Una tazza di cioccolata calda mi avrebbe fatto sicuramente più che bene.
Un tavolo per due vicino alla vetrata era libero, presi posto e alzai la mano per attirare l'attenzione del cameriere «scusi».
«subito signorina» disse avvicinandosi al tavolino «mi dica».
«una cioccolata calda,grazie» non avevo un granchè di soldi con me,solo qualche spicciolo.
La mia tazza arrivò subito e cominciai ad assaporarne ogni sorso. Amavo la cioccolata. 
Dopo averla diciamo pulita per bene mi indirizzai verso il bancone della cassa per pagare ma il commesso mi disse che la mia cioccolata calda era già stata pagata da un ragazzo che stava appena uscendo dal locale.
Alzai gli occhi al cielo 'quando finirà questa giornata schifosa?' pensai.
Feci in tempo di uscire dal bar e afferrare per la manica della giacca il ragazzo.
Era più alto di me,snello, vestito diciamo elegante.
Si girò verso di me e due occhi smeraldo e un sorriso abbagliante mi colpirono e affondai. Si, proprio come in una partita di battaglia navale.
«Perchè mi hai pagato la cioccolata?» chiesi schietta. Ero una tipa che andava dritto al punto,senza inutili giri di parole.
«Oh non ti preoccupare, eri giù così ho pensato che ti avrebbe resa un po' felice» il sorriso non pensava assolutamente di sparire dal quel viso.
«Che c'è? leggi nella mente delle persone che non conosci?»
«Sono abbastanza bravo con le ragazze, in un certo senso le capisco bene» mi fece l'occhiolino.
Oddio pensava davvero che pagandomi la cioccolata sarei andata a finire a letto con lui?
Mantenni le distanze facendo un passo indietro «senti carino, con me non attacca sai?»
Rise un po' di gusto e si avvicinò alzandomi con due dita il mento in modo che potessi guardarlo bene negli occhi «non fare sciocchezze e torna a casa okay?». Dei brividi mi percorsero la schiena, potevo giurare che non si trattava del freddo.
'Muoviti cogliona. non starti ferma,agisci' il corpo mi si era fermato, non dava alcun segno di vita.
Solo quando il ragazzo mi voltò le spalle e lo vidi andarsene ruscii a dire «ma la cioccolata?» ma la sua risposta fu un cenno per alzata di mano.
Non sapevo chi fosse, qual era il suo nome, quanti anni aveva ma decisi di seguire il suo consiglio.
Tornai a casa, mia madre non c'era come al solito. Salii in cameretta e mi addormentai con un unico pensiero, diverso dalle altre volte.
'Chi era quel ragazzo?'


















 
Sciao beeele!
Ecco il secondo capitolo asdfg
Grazie a chi ha recensito il primo!
Vabbè si sa chi è il ragazzo misterioso,no? ewe
Voi non sapete quanti effetti surprise ci saranno in questa ff lol
Ditemi cosa ne pensate, accetto anche critiche c:
Spero vi sia piaciuto almeno un pochino.
anaxx
  
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