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Autore: youknownothingjonsnow    12/11/2012    2 recensioni
Tutte quelle notti, tutte quelle mattinate noiose a scuola a immaginare come sarebbe stato questo momento.
Non avrei mai sognato che sarebbe stato anche meglio.
Ma ancora più incredibile era il fatto che tutto questo stesse accadendo a me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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in his arms.


«Svegliati, bella addormentata!»
«Mmmh...» aprii gli occhi lentamente, accecata dalla luce: Valentina stava aprendo le tende della finestra.
«Perché mi hai svegliata?» gracidai con una voce estremamente rauca.
«Mi sono dimenticata il mascara a casa, quindi devi assolutamente darmi il tuo!»
Alzai gli occhi al cielo, esasperata. Mi aveva svegliata per quell'insulso motivo?
«E ti servirebbe adesso il mascara?»
«Non vedi l'ora? Sono già le sei! Dobbiamo prepararci per la festa!» esclamò lei portandosi le mani
sui capelli.
«Ma è alle dieci! Abbiamo ancora tantissimo tempo! Adesso lasciami dormire...» dissi, rialzando le coperte
fin sopra la testa.
«Tu preparati quando vuoi, io devo prepararmi adesso! Quindi, dammi il mascara, è urgente!» squittì lei, facendomi
passare la voglia di andarci, alla festa. E di voglia ne avevo già di mio pochissima.
Mi alzai molto lentamente, dirigendomi verso il bagno. Intanto, mi tornò in mente la discussione di quel pomeriggio.

«Sentite, ora noi dobbiamo andare a fare un'intervista televisiva a cui siamo invitati. Che ne dite se ci vediamo stasera?»
«Zayn, stasera abbiamo la festa di Paul!» gli ricordò Niall.
«Oh, cazzo, è vero!»
«E se venissero anche loro? Così potremmo conoscerci meglio!» propose Harry.
«Assolutamente no!» esclamai io. «Paul nemmeno ci conosce, non sa chi siamo, inoltre...è per il suo compleanno? E dove lo
organizza?
» chiesi, non sapendo il perché e il luogo di quella festa.
Harry annuì vigorosamente. 
«E' stasera alle dieci in una delle discoteche di Londra.» vedendo l'espressione che avevo
sul volto, ovvero di totale sconcerto, aggiunse: 
«Veramente, è una festa a sorpresa e l'abbiamo organizzata lì soltanto per vedere
una volta tanto Paul ballare, sarà uno spasso!
»
«Più che una discoteca, è una grande stanza in cui ci sono delle luci e si balla. Non ci sarà tantissima gente e gli abbiamo comprato
una torta gigante come ringraziamento per il suo lavoro.
»
«Beh, allora non abbiamo nemmeno un regalo da dargli. Non sappiamo niente di lui, a parte che è la vostra guardia del corpo,
siamo delle perfette sconosciute e lui lo è per noi, quindi non possiamo venire...
» cominciai a elencare i motivi per cui a quella festa
non potevamo andarci.
Louis mi interruppe. 
«Sarà la giusta occasione per presentarvi! Vi veniamo a prendere alle dieci al vostro hotel.» e con questo si
dileguarono, senza lasciarmi obbiettare.

Sospirai rammaricata. Io a quella festa non ci volevo andare. Non tanto perché non conoscevo Paul ma perché io le discoteche le odiavo.
Detestavo il caos, gli immancabili ubriaconi, i vestitini attillati, i tacchi.
Valentina invece era entusiasta. Era da tanto che non andava in una festa e questa occasione le si era mostrata su un piatto d'argento.
Quanto la invidiavo. Lei, con quei lunghi capelli talmente scuri da essere quasi neri e con quegli occhioni verdissimi, faceva colpo su tutti. Ragazzi, ragazze,
chiunque. I primi però non gli apprezzava molto a causa della sua grande paura degli appuntamenti. Tanti le correvano dietro ma lei gli ignorava totalmente.
Ho sempre pensato che sia stupido il motivo per cui aveva quel suo 'trauma infantile'. Okay, ha passato un brutto momento, ma non era possibile che fosse rimasta così
colpita da non poter uscire mai più con un ragazzo. Avevo cercato più volte di chiederle tutto quello che era successo nei minimi dettagli, ma purtroppo senza successo.
La più lunga e possibile storia che mi avesse raccontato era quella che mi disse quando ci incontrammo e facemmo amicizia. Ma c'era qualcosa di improbabile in quella versione.
Io, al contrario, ero una ragazza normalissima, con nessuna particolarità, se non un carattere terribile, o almeno in parte.
Presi il mascara per la mia amica in bagno e tornai in camera.
«Tieni.» glielo posi sulla mano. «Io torno a dormire, se mi rompi ancora i coglioni, quel meraviglioso faccino che ti trovi te lo spacco in due.» la avvisai, sdraiandomi
sul letto.
«Sempre molto gentile e fine, eh?» replicò Valentina. «Comunque non puoi dormire, perché ho bisogno di qualcuno che mi dica come sto!»
«Mi sto seriamente pentendo di aver scelto te come compagna di viaggio.» sbuffai, alzandomi nuovamente per colpa sua.
Passammo il resto della serata preparandoci per la festa. Anzi, in realtà era Valentina che preparava entrambe, truccandomi e dicendomi che ero perfetta,
anche se inutilmente.
«Perché hai questo muso? Sorridi, sei stupenda!» cercò di rallegrarmi lei e le sorrisi, come mi aveva detto. In fondo, stava facendo di tutto per rendermi felice.
«Dai, devi guardarti allo specchio!»
«Assolutamente no!» le risposi, mentre mettevo le scarpe.
«Invece sì! Sei fantastica, smettila di affermare il contrario.» mi disse lei, nonostante io scossi di nuovo la testa.
«Sei veramente cocciuta! Comunque, io come sto?» mi domandò, con un sorrisone a 45 denti.
Solo in quel momento la vidi davvero.
I suoi capelli scurissimi erano raccolti in un perfetto chignon alto, anche se sulla fronte le ricadeva un ciuffo appositamente arricciato.
Gli occhi erano contornati dal mascara grigio e dall'eyeliner nero, abbinato al vestito che aveva comprato quel giorno, ovvero il tubino.
Le scarpe erano bianche e i tacchi la facevano sembrare più alta e magra, rendendola ancora più perfetta di quanto non lo fosse già.
In mano teneva una pochette blu scuro della Chanel che le avevo regalato l'anno prima per il suo compleanno.
«Sei bellissima.» sussurrai, sorridendole di rimando.
«Anche tu.» riconfermò lei, cercando inutilmente di farmelo entrare in testa, cosa impossibile.
Non ero niente in confronto a lei.
I miei capelli erano stati piastrati e ricadevano sul vestito che avevo comprato, sotto costrizione, al negozio e che -ne ero sicura- mi faceva sembrare grassa.
Il trucco era composto da matita nera, mascara nero e dell'ombretto bianco. In poche parole, avevo la faccia simile a quella di un panda.
Le scarpe grigie ed estremamente alte(ovviamente, proprietà di Valentina) mi davano un aspetto goffo e impacciato.
E la borsa era rettangolare e anch'essa nera, ricoperta di strass.
Sembravo, sommando il tutto, un panda obeso che non riusciva nemmeno a stare in piedi. Favoloso.
Guardai l'orologio e vidi che erano le 10.
«Scendiamo?» Valentina annuì.
Appena uscimmo dall'hotel, vidi sfrecciare un auto e fermarsi davanti a noi.
Il finestrino oscurato si abbassò e da esso sbucò la testa di Zayn.
«Salite, dolcezze.» disse con un tono di voce piuttosto sensuale.
Noi facemmo come ci aveva detto e ci mettemmo entrambe nei sedili dietro.
«E mi lasciate da solo?» chiese, facendo una faccia da cucciolo.
Mi misi a ridere e passai davanti, affianco a lui.
Mi sorrise e sentii il mio cuore sciogliersi lentamente. Cazzo, così non andava bene.
Ci mettemmo due minuti ad arrivare alla discoteca, con Zayn che sfrecciava per le strade londinesi.
Appena parcheggiò, scesi dall'auto, camminando molto lentamente per cercare di non cadere a causa di quelle stupidissime scarpe. Perché avevo ascoltato Valentina?
Persa nei miei pensieri, non vidi lo scalino che era all'entrata della discoteca e inciampai.
E fu così che mi ritrovai tra le braccia di Zayn Malik.




Awawa.
Avete tutti il permesso di uccidermi. E' da mesi che non aggiorno e perdonatemi per questo cc
Se non fosse per Valentina che mi ha addirittura minacciato, non avrei neanche scritto questo capitolo.
E' solo di passaggio, ma nonostante tutto non mi piace per niente.
In realtà volevo scrivere il prossimo capitolo insieme a questo, ma probabilmente sarebbe stato troppo lungo, quindi ho deciso di dividerli.
Spero comunque che a voi piaccia anche solo un pochino cc
Scusate se c'è qualche errore, ma non l'ho riletto molto.
Recensite in tanti, mi raccomando!
Besos.

kess.
   
 
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