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Autore: Fiamma Erin Gaunt    12/11/2012    1 recensioni
E se Veronica finisse con l' innamorarsi di un affascinante e misterioso bad boy proveniente da Corona? E se Weevil riscoprisse un vecchio amore?
Diciamo che la storia è sostanzialmente quella della serie con qualche modifica e l' inserimento di nuovi personaggi.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Eli Weevil Navarros, Veronica Mars
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 15
 















 

-Finalmente è finita,non ne potevo più.- esclamò Rico,quando furono usciti dal corso di chimica.

-Esagerato,non è stato poi così pesante- replicò Veronica,prendendo per mano il ragazzo e incamminandosi verso la sua macchina.

-Certo che no,se lo rapporti ad una giornata passata a lavorare in un cantiere- replicò sarcastico.

-E cosa ne sai tu del lavoro nei cantieri?-

-Bè,ci ho lavorato per un po’,e devo dire che mi sono divertito di più stando al minorile- replicò.

Veronica sgranò leggermente gli occhi,come se fosse sinceramente stupita.

-Che c’è,ti sconvolge così tanto l’idea che abbia lavorato in un cantiere?- scherzò Rico,notando l’incredulità dipinta sul volto della ragazza.

-No,non è questo. È che ho una ruota a terra,di nuovo- gemette,lasciando la mano del motociclista e recandosi a verificare le condizioni dello pneumatico.

- È andato- commentò amareggiata,non appena Rico l’ ebbe raggiunta.

-Hai una ruota di scorta?- le chiese,spolverando il suo talento e la sua passione per le auto.

-Sì,nel portabagagli- replicò Veronica,le cui parole vennero seguite da un sottofondo di risatine;i due ragazzi si voltarono verso la fonte del rumore e la identificarono con il gruppo degli O9 che assisteva alla scena dalla jeep di Dick. Quest’ultimo mimò una ruota che si sgonfiava lentamente,a riprova del fatto che era stato proprio lui a bucarle la gomma.

Rico estrasse la ruota di scorta dallo scatolone che la conteneva,la adagiò accanto alla macchina e si diresse verso il gruppo di ragazzi.

-Lascia perdere,non ne vale la pena- intervenne Veronica,afferrandogli gentilmente un braccio.

-Non preoccuparti,non gli farò male…almeno non troppo- la rassicurò,mentre sul volto gli si dipingeva un sorriso pericoloso che la ragazza non gli aveva mai visto;in quel momento realizzò che lei conosceva solo la versione divertente e un po’ buffona di Rico,ma non aveva ancora avuto niente a che fare con il suo lato più tenebroso,quello che lo aveva portato a diventare il capo di una banda di motociclisti. E poi,in fin dei conti,al minorile non ci finivi di certo solo per qualche battuta irriverente.

-La trovi una cosa tanto divertente?- chiese l’italiano,quando fu a mezzo metro da Dick.

-Sì,in effetti lo trovo un incidente molto divertente- confermò il biondo,squadrandolo con aria di sfida.

-Bene,allora quello che sta per accadere ti farà morire dalle risate- replicò,sorridendo sornione.

Logan scrutò per un attimo il motociclista,c’era qualcosa nel suo sguardo,un’ improvvisa freddezza,doveva essere quello lo sguardo che avevano i killer prima di uccidere qualcuno,come se non ci fosse nulla al di fuori del desiderio di fare a pezzi la persona che avevano davanti,non c’era spazio per la pietà o il senso di colpa in quegli occhi. Sicuro come l’inferno,quel ragazzo doveva aver già valicato il sottile confine che divideva la vita di un teppista di strada qualsiasi da quello di un assassino. Stava per dire a Dick che forse era il caso di lasciar perdere e di evitare una rissa da cui,ne aveva la certezza,sarebbe uscito perdente,quando uno spostamento d’aria pre annunciò il pugno che si abbatté sul naso del giovane rampollo dei Casablanca.

Uno schizzo di sangue,provocato dalla rottura della cartilagine,raggiunse la camicia bianca di Logan,che ci mise un paio di secondi a realizzare quello che era appena accaduto. Nel frattempo Dick si era ritrovato a terra,piegato in due a causa di un calcio che lo aveva colpito alla bocca dello stomaco,e il resto degli 09 si era ripreso quel tanto che bastava a decidere di intervenire nello scontro. Logan si chinò,afferrando Dick e dandogli una mano ad alzarsi in piedi;allo stesso tempo lanciò un’occhiata all’italiano che osservava la scena con un sorriso sprezzante,non sembrava minimamente preoccupato dal fatto di essere in inferiorità numerica.

-Vedi,Casablanca,questo era un classico esempio del tipo di incidente che io trovo divertente.- commentò sorridendo divertito,prima di rivolgersi al resto dei presenti –Permettemi di chiarirvi un piccolo seppur cruciale punto.Ogni volta che uno qualsiasi di voi idioti perdigiorno combina uno scherzo del genere alla mia ragazza,io gli risistemo la faccia,o altre parti del corpo,per me non fa differenza quello che rompo. Sono stato abbastanza chiaro?- domandò,scrutando una ad una le facce dei ragazzi.

Un paio di 09 annuirono in silenzio mentre Dick,che si tamponava il naso con una manciata di fazzoletti gentilmente offerti da Madison Sinclar,mormorò un flebile –Cristallino-

-Bene,allora non abbiamo altro da dirci. E tu va a farti medicare il naso,cabron- concluse,voltando le spalle ai ricchi figli di papà e dirigendosi verso Veronica,che lo osservava leggermente intimidita.

-Veniamo a noi ora- mormorò Rico,rivolgendosi alla gomma da sostituire.

L’italiano smontò e sostituì la gomma in una decina di minuti,stando ben attento a non incrociare lo sguardo di Veronica durante le varie operazioni. Temeva la sua reazione,aveva paura di ciò che avrebbe potuto leggere nel suo sguardo;lei non aveva mai assistito ad una sua rissa,non lo aveva mai visto picchiare metodicamente una serie infinita di ragazzi,non aveva visto le sue mani sporche di sangue,sangue che non era suo. No,lei aveva assistito solo a quella piccola scenetta,poco più che una sciocchezza secondo i suoi standard,eppure aveva notato la sua espressione turbata quando era tornato verso di lei.

-Ecco fatto- annunciò,pulendosi le mani con uno straccio che si trovava nel bagagliaio della macchina. Tenne lo sguardo ben fisso verso terra,come se sul cemento del parcheggio ci fosse qualcosa di incredibilmente interessante,e ripescò le chiavi della moto da una tasca dei jeans. Stava per dirigersi vero la sua moto quando Veronica gli accarezzò gentilmente una guancia,Rico trattennè leggermente il respiro.

-Guardami- lo invitò,alzandogli questa volta il mento.

Il ragazzo obbedì,rivolgendole uno sguardo ardente che non mascherava del tutto la sua preoccupazione.

-Sei preoccupato,perché?- gli chiese,continuando ad accarezzargli lentamente la guancia.

-Ho visto come mi hai guardato prima,eri spaventata- replicò fllebilmente.

Veronica scosse la testa con decisione –Non ero spaventata,ero sorpresa.Molto sorpresa perché non ho mai visto questo aspetto di te,ma non spaventata. – lo rassicurò.

-Ne sei sicura?- chiese dubbioso.

-Sicurissima,ricordi? Non sono una bella biondina impressionabile- scherzò,ricordandogli uno dei loro primi scambi di battute,e alzandosi in punta di piedi per baciarlo.

Rico le sorrise,decisamente sollevato,e ricambiò il bacio.

Quando si furono separati Veronica gli sorrise con aria colpevole.

-Che c’è?- le chiese perplesso.

-Sto per chiederti di fare una cosa che so che non ti piacerà- annunciò,strascicando il piede con aria imbarazzata.

-Cioè?- chiese Rico con aria guardinga.

-Volevo chiederti di venire a cena da me,sai mio padre è curioso di conoscere il ragazzo con cui esco- replicò Veronica,dicendo tutto insieme nella speranza che Rico dicesse di sì prima ancora di cogliere tutte le possibili implicazioni di un invito di quel genere.

-Una cena con il padre della mia ragazza,che si da il caso sia stato lo sceriffo che mi ha arrestato più o meno sei volte? Perché no,sarà una seratina divertente.- commentò ironico il ragazzo.

-Lo devo prendere come un sì?- insistette Veronica,piegando la testa di lato e facendogli gli occhi dolci.

-D’accordo,ma sappi che,una volta che tuo padre mi avrà ucciso,tornerò sulla terra per perseguitarti- acconsentì l’italiano.

 









*******











Erano da poco passate le sei quando Rico finì di sistemarsi i capelli.

-Sei incredibilmente vanesio,lo sai vero?- scherzò Fiamma,arrivandogli alle spalle e facendolo sobbalzare leggermente.

-Lascia perdere Fi,non è un buon momento- replicò l’italiano,lo sguardo leggermente imbronciato.

-Andiamo,hermano,sono abbastanza sicura che Keith Mars non ti ucciderà davanti a sua figlia- commentò ironica,personalmente non riusciva a capire tutta quella tensione,non stava mica andando a chiedere la mano di Veronica.

-Mai dire mai,Keith Mars è un uomo imprevedibile- replicò,allontanandosi finalmente dallo specchio e sostituendo la canotta nera con una sobria camicia bianca.

-Come sto?- le chiese,una volta che fu pronto,facendo una mezza giravolta.

-Bene,non sembri neanche un motociclista- lo rassicurò,scrutandolo dalla testa ai piedi.

-Ok,allora vado. Tu che fai stasera?- aggiunse,quando era ormai sulla porta di casa.

-River Stix- replicò la ragazza,con il tono tetro di chi annunciava un imminente funerale.

-Condoglianze allora- rise l’italiano,sbattendo la porta e dirigendosi verso la moto.






 

*******










Veronica si aggirava nervosamente per la sua stanza;all’improvviso l’idea di una cena con suo padre ed il suo ragazzo non le sembrava più una grande idea.

-Tesoro,sembri un’anima in pena,potresti smetterla di andare avanti e indietro?- la pregò Keith,distogliendo lo sguardo dalla partita di baseball che stava finendo di vedere.

-E tu potresti promettere che non farai domande imbarazzanti?- lo rimbeccò la ragazza,strappando un sorriso divertito al padre.

-Voglio solo sapere qualcosa in più del ragazzo con cui esce mia figlia,non gli chiederò quando ha intenzione di sposarti,se pensi che questo possa metterti a disagio- scherzò Keith,beccandosi in risposta uno sguardo eloquente.

-Vado a finire di prepararmi- annunciò Veronica,augurandosi di essere pronta per quando fosse arrivato Rico,in modo che non fosse proprio Keith ad aprirgli la porta.

Stava finendo di mettersi il gloss quando il trillo del campanello le annunciò che il danno stava per essere fatto:Keith avrebbe accolto in casa Rico di persona.

-Buonasera sceriffo- esordì Rico,passandosi una mano dietro al collo. Dannazione,non gli aveva ancora rivolto la parola ed era già agitato,così non andava proprio bene,doveva darsi una calmata.

-Rico,ne è passato di tempo- replicò Keith,stringendo la mano che il ragazzo gli porgeva. Suo malgrado non riuscì a trattenere un sorrisetto ironico;l’ultima volta che si erano visti era stato dopo la morte di Reaper,quando aveva interrogato quel ragazzo che era sopravvissuto per miracolo ad uno scontro con i Fitzpatrick. Dall’espressione che passò nei suoi occhi scuri,era evidente che anche Rico stava pensando alla stessa cosa.

-Dimmi,è del gelato quello?- gli chiese,cercando di rompere il ghiaccio,accennando al pacchetto che il motociclista aveva in mano.

-Già,nella mia cultura alla cena deve seguire il dolce- confermò,porgendogli il contenitore.

-Se tra i gusti c’è la stracciatella,allora sappi che ti sarai guadagnato in pieno questa cena-

Rico annuì compiaciuto,almeno questa l’aveva azzeccata.

-Accomodati,Veronica sarà qui a momenti- gli disse,indicandogli con un cenno del capo il divano.

Buddy,seduto lì accanto, gli rivolse uno sguardo di amicizia canina e prese a scodinzolare come se avesse appena visto il suo migliore amico.

-Ehi,cucciolone- lo salutò l’italiano,dandogli una grattatina dietro alle orecchie che lo fece uggiolare di piacere.

-Ti piace il baseball?- gli chiese Keith,mentre metteva in freezer il gelato.

-Sì ma non lo seguo molto- ammise,spostando lo sguardo sul match in tv.

-Però avrai una squadra che preferisci più delle altre-

-Sì,gli Sharks – replicò il ragazzo,proprio mentre Veronica faceva la sua comparsa.

-Tesoro,stavamo per darti per dispersa- scherzò Keith.

La figlia gli rivolse un’occhiata indagatrice,come a voler scoprire cosa si fossero detti fino a quel momento,e si sporse a salutare Rico.

L’italiano lanciò uno sguardo di sottecchi a Keith,che per tutta risposta si girò ostentatamente dall’altra parte,e ricambiò il leggero bacio della ragazza.

-La cena è pronta- annunciò l’uomo,quando il trillo del forno annunciò che l’arrosto era finalmente cotto.

I tre sedettero al tavolo e cominciarono a mangiare in religioso silenzio.

-Allora Rico,come mai sei tornato a Neptunes?- chiese Keith,rompendo il silenzio.

-Bè,suppongo che si sia trattata di semplice nostalgia;Neptunes è sinonimo di casa- replicò diplomaticamente.

-Capisco,quindi hai intenzione di rimanere qui in pianta stabile?- chiese ancora,mentre Veronica alzava gli occhi al cielo.

-Bè,per il momento sì,ho dei validi motivi per rimanere- confermò il ragazzo.

-E quali sarebbero?-

-Papà…-esclamò indignata Veronica,prima di rivolgersi a Rico –Non rispondere-

-No,va bene,non è certo un segreto.Bè,in primo luogo Veronica e poi qui ci sono tutti i miei amici e mia sorella,non avrebbe senso lasciare Neptunes quando tutto quello che ho a cuore si trova qui- replicò,leggermente imbarazzato.

-Quindi mia figlia è una priorità,per te?- gli chiese Keith,con il tono pacato di chi chiedeva l’ora ad un passante.

-Sì,lo è- confermò l’italiano,fissandolo dritto negli occhi,l’imbarazzo era stato sostituito dalla decisione che si leggeva nel suo sguardo.

-Capisco- mormorò Keith,guardandolo con una nuova luce negli occhi. Sembrava proprio che il giovane italo latino si fosse guadagnato,se non proprio la sua simpatia,almeno il suo rispetto.

  
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