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Autore: Clahp    13/11/2012    1 recensioni
La casa era costruita in legno, ma ogni sua singola asse scricchiolava a causa del forte vento; nell’atrio in cui si trovavano ora era presente un enorme lampadario antico, fatto di cristalli e argento, ma a causa dell’enorme mole di polvere illuminava ben poco; una grande scalinata di quercia portava dall’ingresso al piano superiore, ma la tappezzeria dei gradini era tutta scardinata… Non c’era un solo centimetro di quella casa che non scricchiolasse o che non fosse impolverato o che non suscitasse un minimo brivido al solo guardarlo; e il tempo da lupi lì fuori rendeva l’atmosfera decisamente consona alla situazione.
[ShikaTema - speciale Halloween (...in ritardo)]
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari, Un po' tutti | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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The Black House

Nota: questa fanfic partecipa all’iniziativa “Trick or Treat?” indetta dal forum The Black Parade ( www.moschenere.forumfree.it ) ; dovevamo scrivere una ShikaTema semi horror per Halloween. Ora, lo *so* che Halloween è passato da un pezzo ma io faccio una facoltà psicotica che mi porta a studiare anche di notte, perciò eccomi qua XD

La fanfic doveva basarsi su una traccia, io ho scelto questa: I protagonisti si sono appena trasferiti in una nuova abitazione, vuoi perché hanno deciso di comprare la casa dei loro sogni, vuoi perché hanno preso in affitto una piccola baita o chalet per passare le ferie, vuoi perché sono rimasti appiedati e sono stati costretti a chiedere ospitalità nell’unica casa nel raggio di miglia e miglia: non sanno che però, ogni notte…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

The black House

 

 

 

 

 

 

 

 

Gneek.

La porta cigolò in maniera sinistra; un polverone si alzò dall’atrio; dentro era tutto buio. Qualcuno fra i presenti tossicchiò, ma si sentì a malapena: le imposte delle finestre ululavano nel vento. I ragazzi entrarono dunque, inzuppati, infreddoliti e (ora) anche impolverati; dentro faceva pure più freddo di fuori… Qualcuno accese la luce.

«Ed eccoci qua!» urlò il biondo, entusiasta oltre ogni umano limite (come suo solito). «La vacanza dei nostri sogni nella casa dei nostri sog–»

Ma uno scappellotto preciso bloccò la sua tiritera.

«Naruto, idiota! Ora mi spiego il motivo di quell’offertona per dormire cinque notti!» urlò la ragazza accanto a lui, furiosa.

«M-ma S-Sakura-chan… su internet la casa sembrava stupenda e il prezzo era così conveniente che…»

«…ti hanno rifilato una fregatura.» finì Sai, obiettivo.

«Ci hanno rifilato una fregatura» corresse Sasuke, con il palmo della mano sbattuto contro la fronte.

Non che Sasuke potesse aver torto: quel posto era oggettivamente inquietante. La casa giaceva sopra una collinetta che dominava la cittadina (un paesino sconosciuto di nome Konoha) ai suoi piedi; per arrivarci, i dieci ragazzi avevano dovuto camminare più di mezz’ora dalla stazione principale. La casa era costruita in legno, ma ogni sua singola asse scricchiolava a causa del forte vento; nell’atrio in cui si trovavano ora era presente un enorme lampadario antico, fatto di cristalli e argento, ma a causa dell’enorme mole di polvere illuminava ben poco; una grande scalinata di quercia portava dall’ingresso al piano superiore, ma la tappezzeria dei gradini era tutta scardinata… Non c’era un solo centimetro di quella casa che non scricchiolasse o che non fosse impolverato o che non suscitasse un minimo brivido al solo guardarlo; e il tempo da lupi lì fuori rendeva l’atmosfera decisamente consona alla situazione.

La casa doveva essere enorme. Al piano terra, oltre al grande portone di quercia che il gruppetto aveva appena valicato, c’erano almeno una dozzina di porte che conducevano in altrettante stanze; e al piano superiore sembravano essercene anche di più. C’era anche uno scantinato da qualche parte (o almeno, così si diceva in quell’affidabile sito Internet su cui avevano affittato quella meraviglia), una sala da biliardo, un enorme salone e una ancora più grande cucina; ma certo, se l’atmosfera era quella…

«Su, su, che volete di più…? Siamo arrivati, la casa c’è, è bella… tutto il resto è inutile, no…? Godiamoci la vacanza!» urlò ancora Naruto, stiracchiandosi.

Probabilmente aveva ragione: senza tutta quella pioggia e quel vento la casa avrebbe avuto tutto un altro impatto su di loro… ma c’era qualcosa, qualcosa nell’aria, che faceva venire comunque i brividi… o forse era solo suggestione…? Certo però, il nome di Casa Nera ci stava tutto…

«Ma sì, dai» acconsentì Kiba, sbadigliando rumorosamente «Forse non fa così tanto schifo come dicono, ma certo, a vedere le foto su Internet non si direbbe che è lo stesso posto…»

Avevano trovato l’inserzione dell’affitto di quella casa su Internet circa una settimana prima; Naruto l’aveva visto e aveva proposto agli altri, visto il ridicolo prezzo che l’abitazione sarebbe venuta a costare, di farsi una breve vacanza fra amici. E gli altri, non trovandoci nulla di male, avevano accettato di buona voglia… Ma ora avevano avuto tutti un piccolo ripensamento; forse non era stata un’ottima idea far organizzare tutto a quello lì

«Be’, perlomeno è particolare» commentò TenTen, guardandosi intorno, mentre un lampo illuminava come se fosse giorno l’enorme giardino antistante alla facciata dalla casa. «In ogni caso, io direi di disfare i bagagli e di mangiare, sto morendo di fame…»

Questa era sicuramente una cosa su cui erano tutti d’accordo: la grande camminata li aveva resi affamati. Salirono perciò la grande e larga scalinata e arrivarono al piano superiore. Davanti a loro si aprì un lungo corridoio (così lungo, in effetti, che la fine era del tutto immersa nell’oscurità), ma anche alla loro destra e sinistra c’erano altre porte con altre camere, che affacciavano perciò sull’ingresso principale e avevano la balaustra della scalinata a mo’ di balconcino. Quanto era grande quel posto?!

«Ok, chissenefrega delle stanze, eh?!» urlò Naruto, le mani che si grattavano il capo. «E ora andiamo a mang–»

Ma un improvviso frastuono lo fece trasalire; una delle ragazze urlò.

Il portone di quercia si era chiuso.

«Ma non siamo saliti tutti?» mormorò Sai, il cuore che gli martellava in petto.

Era vero, erano tutti e dieci al primo piano, e poco prima avevano lasciato il portone aperto; eppure era stato chiuso, anche con forza…

«Sarà il vento, no?» replicò Sasuke, tranquillissimo. «Siete un po’ tutti tesi… e lì fuori c’è una bufera, sapete…» continuò, con affettata aria di sufficienza.

Continuarono perciò il giro di perlustrazione; svariati bagni, qualche piccolo salottino, la promessa sala da biliardo, innumerevoli camere da letto… e un’immensa camera matrimoniale con un enorme letto a baldacchino, un armadio, un piccolo separé per i cambi d’abito di epoche passate, un divanetto, un piccolo bagno personale…

Bisognava dare onore al merito, tuttavia: sebbene le assi scricchiolassero a ogni loro minimo passo e le imposte continuassero a ululare, nelle svariate camere e nei corridoi non c’era un solo grammo di polvere; anzi, i fiori nei vasi erano perfino stati appena cambiati. Evidentemente, la pulizia stava particolarmente a cuore al padrone che l’aveva data in affitto; perciò, be’, il sito Internet non aveva mentito quasi del tutto, pensò Naruto con soddisfazione… a prescindere da quello che dicevano quelli là, quella casa andava benissimo.

«Ok, allora» mormorò Sakura, prendendo in mano la situazione «noi tre ragazze staremo qui» e indicò una camera da letto particolarmente ampia «voialtri invece… vi distribuite fra queste due camere da letto, tanto di spazio ce n’è a sufficienza» finì, rivolta ai ragazzi.

Nessuno obiettò nulla; sbadigliando e stiracchiandosi, i ragazzi portarono le loro valigie nelle camere, si cambiarono e riscesero la grande scalinata, diretti in cucina.

 

 

 

 

 

 

 

*°*

 

 

 

 

 

Shikamaru Nara e Temari Sabaku No (in Nara, ma era meglio non dirlo: lei non aveva mai voluto cambiare il suo cognome) camminavano l’uno accanto all’altra; era una serata incantevole, la luna piena splendeva nel cielo, e c’era una lieve brezza sui loro volti…

«Che palle» mormorò lei, senza tanti giri di parole, mentre camminavano nell’ombra.

Shikamaru sorrise vagamente, ma non voleva darlo a vedere.

«Oh, sì… andare a trovare i propri vicini è un’enorme seccatura, se poi ti invitano a cena dopo tre volte che rifiuti…» commentò, sardonico. Non che non lo pensasse veramente: per lui era un’enorme seccatura il solo alzarsi dalla poltrona davanti al fuoco mentre era intento a giocare scacchi, figurarsi alzarsi e cambiarsi e uscire e pensare a qualche discorso da fare per non rimanere in silenzio a una stupida cena… ma il solo contrariare Temari, il solo stuzzicarla, oh, quello non era seccante per niente…

Lei, naturalmente, non ci cascò.

«Perfino tua madre ha desistito.» replicò solo, sghignazzando. E ora, fu il turno di Shikamaru alzare gli occhi al cielo. Era vero: Yoshino, all’ennesimo rifiuto della nuora, aveva lasciato perdere ogni genere di Nara e li aveva mandati tutti a quel bel paese; ma no, i Sarutobi avevano insistito così tanto che nemmeno per la glaciale Temari Nara (o Sabaku No, che dir si voglia) era stato possibile rifiutare, quella volta.

E così, ecco che i due Nara erano stati per bene incastrati ad accettare la cena proposta: lui, sebbene non avrebbe mai osato ammetterlo davanti alla moglie, era anzi contento di rivedere dopo tanto tempo il suo insegnante e di conoscerne finalmente il figlio; ma lei, invece di cenare in compagnia avrebbe perfino preferito prendere il sole nel loro giardino a mezzogiorno.

Rimasero qualche minuto in silenzio, mentre continuavano ad avanzare (naturalmente al buio) nell’erba; dall’alto della collinetta su cui ora stavano potevano vedere la cittadina di Konoha che riposava; doveva essere abbastanza tardi.

«Oh, basta, non c’ho voglia» sbottò improvvisamente la biondina, facendo retrofront e avviandosi nella direzione opposta, pestando il terreno irregolare furiosamente. «Ci vediamo a casa» borbottò poi, allontanandosi.

Shikamaru, ancora, sbuffò, e alzò gli occhi alla luna piena. Ecco, l’assoluta chiusura di Temari verso qualsiasi forma di convivenza civile era assolutamente seccante; che poi anche a lui nel novanta per cento dei casi andasse bene (visto che Nara stesso non era propriamente una persona vogliosa e attiva –per dire, gli sarebbe bastato poter stendersi nel giardino davanti alla loro casa e guardare le stelle per tutta la vita, e sarebbe stato contento) era vero, ma quella volta era stato Asuma a invitarli… e, be’, se all’invito di sua madre oramai ci aveva rinunciato, quest’altro magari la sua dolce metà l’avrebbe anche gradito…

«Seccatura, dai» borbottò, piano, rimanendo a guardare le sue amate stelle «…Lo sai che a me fa piacere».

Temari si fermò di colpo. Rimase per un po’ in silenzio.

«Be’, allora poi dovrai sdebitarti.» replicò, seria.

Shikamaru, ancora una volta, sorrise di nascosto; per chiunque, lei sarebbe potuta sembrare spietata, fredda e acida, ma lui sapeva che lei adorava giocare a questo gioco del facciamo-finta-che-io-non-lo-faccia-per-te… e non sarebbe stato di certo lui a toglierle il divertimento, no.

«E va bene, che vuoi che faccia?» disse perciò, sbuffando.

Lei parve soddisfatta della risposta; si girò e gli si avvicinò, per poi superarlo, diretta verso Casa Sarutobi.

«La prossima settimana, uhm, dovrebbero venire i miei fratelli qui… e a te non dispiacerà, vero…?»

Oh, sì, gli sarebbe dispiaciuto avere quei due enormi rompipalle in giro per la casa; gli sarebbe dispiaciuto sentirsi osservato e criticato per il suo stare sempre su un’amaca a fissare le stelle…

Riprese anche lui il passo, tanto da avvicinarsi a lei; le cinse le spalle pallide con un braccio.

«Figurati, signora Nara

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ok, probabilmente non ci avrete capito niente, e va benissimo così 8D Sarà tuuuutto chiaro alla fine!

In ogni caso, qualche informazione arrandom:

-sono le due di notte e domani ho lezione, ergo devo sbrigarmi

-la fanfic sarà lunga complessivamente o due o tre capitoli (più probabile tre)

-sì, era pensata per Halloween, ma non è necessariamente ambientata ad Halloween XD

 

Per ora non dico nulla sulla trama, farei solo casino; posso solo dirvi che mi dispiace se il capitolo è spoglissimo ma non potevo fare altrimenti, visto che sono già passate due settimane dalla scadenza dell’iniziativa, ehm .-. Ci sarà molto di più nei prossimi due!

 

…In ogni caso un commentino è sempre gradito *ride*

 

 

Clahp

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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