Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |      
Autore: James7350    13/11/2012    0 recensioni
Ha paura del mondo che la circonda perché non l'ha mai visto. Un cliché banale che si ripete dalla notte dei tempi nelle storie della letteratura. La solita protagonista, nessun cattivo se non se stessa. Una storia di introspezione che nasconde un segreto terribile che andrà a scoprirsi a poco a poco.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
uno.
Distinti Saluti
Leoni che temevano le antilopi.

Nella gabbia dei leoni
arriva un'antilope.
Cammina diffidente tra la sabbia finta
ma le bestie feroci hanno paura.

Aveva paura del giudizio della gente e di come, agli occhi degli altri, avrebbe potuto sembrare un fallimento totale. Il sole sorgeva alto nel cielo, ma una nuvola era sempre pronta a coprirgli la visuale e, a lungo andare, non poteva fare altro che bearsi di quella protezione. Il mondo era un posto brutto, la gente era tremenda nei loro abiti strani e le voci degli adulti la terrorizzavano. Ancora più timore gli incutevano i giovani con quelle loro mani e le loro bocche, perché era quelle mani e quelle bocche. Nascondersi, dunque, le sembrava l'unica alternativa possibile ad un terrore perenne. Alla fin fine ringraziava quella nuvola.

'Che cos'è?'

chiede il più giovane.
'Una trappola dell'uomo'
risponde il più anziano.
'Allontaniamoci, dunque.'

Il suo nome aveva nove lettere, nove come il numero che si ripeteva nella sua data di nascita o nove come le prime parole che aveva detto. Nove era il risultato che usciva sommando e sottraendo le cifre che componevano il numero civico. Nove erano i mesi di scuola. Nove gli amici che aveva creduto di avere ed uno quello che aveva veramente. La sua costante era, quindi, quel numero nove.

Nella gabbia dei leoni 

arriva una tigre bianca.
Cammina diffidente tra la finta sabbia
e le bestie non hanno paura.

A volte rideva della sua idiozia, di quel suo modo di catalogare con un ordine preciso tutto e che agli altri poteva apparire disordine. Altre volte ancora, invece, ne soffriva perché sapeva essere divisa in due: da una parte c'era il desiderio di essere comune, irrilevante e di seppellirsi nella banalità, dall'altro la voglia di inseguire una studiata perfezione che le altre persone non erano in grado di comprendere.


'Che cos'è?'

chiede il più giovane.
'Un'antilope, sicuramente'
risponde il più anziano.
'Cibiamoci di lei, dunque'

Persino il ticchettio dell'orologlio aveva uno scopo. Senza quel rumore costante che nessuno considerava ma che poteva risultare anche irritante, non si sarebbe potuto definire e scandire il corso del tempo perché quel rumore era parte integrante di esso. Lei, d'altro canto, era parte integrante del mondo e voleva essere quel ticchettio. Invisibile ma non troppo. 
Desiderava avere un paio di ali e saltare dal balcone per poi librarsi in aria. Unirsi agli uccelli, spiccare tra essi e confondere. Voleva poter guardare il mondo da un'altra prospettiva, ridere delle proprie fisse e vivere davvero ma era intrappolata in una gabbia d'oro.
Ali fatte di numeri. Un sorriso d'oro. Il cuore leggero e non stretto in una morsa d'acido. 

Nella gabbia dei leoni

non ci sono più leoni,
né anziani né vecchi.
C'è solo una tigre e un'antilope.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: James7350