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Autore: _Ery1999_    13/11/2012    1 recensioni
Parole. Parole sussurrate appena. Se non ci fosse stato quel mantello ad attutirle, Draco Malfoy fu certo che non avrebbe resistito a quelle grida assordanti.
E poi si chinò. Percepì il sudore confondersi con le lacrime e un dolore lacerante rimescolargli il sangue.
E, ancora una volta, Draco Malfoy pregò che quella nebbia non svanisse, per far sì che celasse ancora la sua debolezza.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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                                                               Nebbia...

 
Draco Malfoy amava la nebbia.
 
Ma non quella leggera foschia che spesso precede un temporale, breve, di un grigio appena accennato, pateticamente finta – inesistente.
No. Lui amava la nebbia fitta, che ti appannava la vista, che ti impediva di respirare – di vivere – che ti coglieva alla sprovvista, che ti faceva tremare – dalla paura – fino a farti piangere, fino a farti gridare – dalla disperazione.
Ma come si fa ad amare qualcosa che ti porta alla disperazione?
 
Draco Malfoy non aveva mai temuto la nebbia.
 
Perché aveva conosciuto il sole. Un sole talmente abbagliante da accecarti. Da riscaldarti l'anima, le ossa, le budella.
 
E se c'era qualcosa che Draco Malfoy amava, era il freddo.
 
La nebbia non porta con sé calore. Solo uno strano senso di solitudine, di mistero, di ignoto. Di pace. Di protezione. Di redenzione.
Forse è per questo che Draco Malfoy amava la nebbia: sentiva il bisogno di redimersi dai suoi peccati, dai suoi errori, dalle sue scelte.
 
E il sole non faceva altro che risaltarli col suo bagliore.
 
La notte in cui gli venne impresso sulla carne il Marchio Nero, Draco Malfoy fu grato al Dio in cui non aveva mai creduto, perché fosse circondato da una nebbia fitta come il cemento. Era certo che la si potesse tagliare, quella nebbia. Ebbe la sensazione che su di lui si fosse posato un mantello, per proteggerlo – proteggere la sua coscienza - da quello che sarebbe avvenuto.
 
Fu quella, la prima volta in cui Draco Malfoy conobbe veramente la nebbia.
 
Parole. Parole sussurrate appena. Se non ci fosse stato quel mantello ad attutirle, Draco Malfoy fu certo che non avrebbe resistito a quelle grida assordanti.
E poi si chinò. Percepì il sudore confondersi con le lacrime e un dolore lacerante rimescolargli il sangue.
 
E, ancora una volta, Draco Malfoy pregò che quella nebbia non svanisse, per far sì che celasse ancora la sua debolezza.
 
Tutto cessò in pochi istanti. La pressione della bacchetta sul suo braccio sinistro. La fronte corrugata in un'espressione di pura angoscia. I singhiozzi strozzati di sua madre. Le congratulazioni del Signore Oscuro. Fruscii di smaterializzazioni.
Solo quando intorno a sé udì nient'altro che la presenza della nebbia, ricominciò a respirare e si accasciò sul terriccio umido, sperando che la sua amata non lo abbandonasse.
Draco Malfoy non seppe definire per quanto tempo restò immobile durante quella notte. Forse minuti. Forse ore. Forse giorni. L'unica cosa che ricordò con estrema chiarezza fu, al suo risveglio, raggi di sole che gli mostravano – con assoluta perfidia – ciò che lui era diventato.
 
Soltanto in quel momento, Draco Malfoy si ricordò di quanto odiasse il sole.
 
Da allora, gli occhi di Draco Malfoy divennero come la nebbia. Impossibile vedervi attraverso. Come uno specchio che non riflette. Acqua che non disseta. Vento che non rinfresca.
Se gli occhi sono lo specchio dell'anima, evidentemente quella di Draco Malfoy era scivolata via dal suo corpo, in quella notte di puro terrore. Sembrava che il mantello da lui tanto amato si fosse posato su di lui – su ciò che era diventato – impedendo a chiunque di toccarlo – di ferirlo. Ma c'era una cosa che Draco Malfoy non sapeva. Quel mantello non lo avrebbe protetto per sempre.
 
Perché presto, sarebbe arrivato il sole a strapparlo via dalla sua anima.
  
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