Anime & Manga > Yu degli spettri
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Autore: hieiblackdragon    31/05/2007    0 recensioni
se e una koorime di grado S volesse vendetta per se e per i suoi figli? se non fosse morta come doveva essere? commentini grazie!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Preghiere su… una tomba vuota Di nuovo l’Hyooga, ancora il gelo avvolgente e impietoso, stavolta però le sferzate del vento parevano quasi dolci… paragonate alla furia devota a quei luoghi, in ogni giorno dell’anno. Ora invece sembrava, il vento, ascoltare le futili preghiere delle fate che ancora per rassegnazione o per testardaggine abitavano nelle terre del gelo. Una in particolare non sprecava un singolo fiato per rivolgere le sue preci alla tomba innanzi a se… non erano bastati quattrocento anni a fermare il senso di colpa per quello che aveva fatto… aveva ucciso e condannato, per fare altrettanto con se stessa. Sorrise impercettibilmente, se ne era accorta solo dopo molto, le era stato permesso di vivere solo per ricordarsi sempre i propri peccati, e infatti ora stava davanti a quel poco che rimaneva della sua migliore amica. Passò molto tempo ferma come una statua, senza emettere alcun tipo di suono… in fondo non ne aveva bisogno. Stava per andarsene quando alle sue spalle percepì un’aura, non apparteneva ad uno youkai, ne tanto meno a un umano… oltre tutto era altamente improbabile che un ningen abbastanza coraggioso da venire nel Makai, si sarebbe spinto fino alla terra del gelo. Il problema stava nel fatto che non riusciva a identificare a quale essere appartenesse… Fu subito accontentata, e dal nulla apparve un bambino con fattezze feline, era vestito con pantaloni e una casacca marroni chiaro, sul capo portava un logoro cappello a merlino dove da esso spuntavano le orecchie appuntite e grandi, gli occhi erano privi di iride… non erano altro che splendidi rubini che riflettevano scherno e al contempo astuzia. Il mantello era molto strano, diviso in due… la destra del corpo era lilla, mentre la sinistra, ad eccezione di una stella sull’occhio, era bianca come la coda che agitava in continuazione volteggiando in aria poco distante da lei. La Koorime non osò muoversi anche perché da quel gatto-bambino non sentiva ostilità nei suoi confronti e fuggire non aveva alcun senso. -- Chi sei? Cosa cerchi da me? Il gatto aprì la bocca per rispondere ma da essa non uscì alcun suono, fu il pensiero che la raggiunse sicuro e limpido. -- Il mio nome è Maha… come hai potuto constatare tu stessa la mia aura non è simile a nessuna delle razze alcun mondo, il perché sta nel fatto che io sono nato dal nulla più assoluto, è bastato un forte desiderio e crearmi! -- Creato dal nulla? C’è qualcun altro come te?-- chiese incuriosita -- O sì! Solo una però, ho una sorellina nata dopo di me… ha sempre bisogno di cure! La vedrai fra poco così capirai-- indicò un punto alla sua destra dove si infittiva la foresta che circondava l’isola caduta, per poi sparire nel nulla da dove era venuto e nato, lasciando sola Rui. Un giovane stava seduto sul dirupo, incurante e pensoso, gli occhi di un ametista profondo, i capelli verde scuro che gli arrivavano fino ai fianchi. Indossava un top, pantaloncini corti coperti da una specie di gonna, ai piedi calze senza dita come i guanti delle mani. Tutto molto scuro, la fronte coperta da una fascia alta dove su di essa era disegnato un triangolo formato da linee rosse con la punta rivolta verso il basso, anche sulle spalle c’erano queste linee che terminavano in cerchi. Si poteva scorgere sulla coscia sinistra un tatuaggio rosso, un drago alato che si mordeva la coda, simbolo dei cicli continui. Sembrava non sentire il gelo penetrante, ma al contrario si sentiva a sua agio, passava il tempo lanciando in aria una collana dove era attaccata una magnifica pietra azzurra e ogni volta che la riprendeva si fermava ad osservare le striature multicolore della sua pietra Hirui, orami ci aveva fatto l’abitudine a ricordare quel terribile giorno in cui perse tutto. Sua madre era stata uccisa davanti ai suoi occhi, e il giovane Fammin non aveva avuto più di sette anni, lui provò a salvarla ma con la sua misera aura non potè che nascondersi come un cucciolo impaurito. Perciò era stato abbandonato da tutto e tutti. Lui invidiava tutto e tutti, coloro che potevano avere quella felicità che gli era stata tolta con un colpo di spada. -- Envy! Si voltò annoiato per sentire il predicozzo di Hina, l’unica che lo aveva voluto con se, concedendogli un piccolo fascio di salvezza, dovendo però apprendere con suo dolore ma anche con felicità che la donna non solo lo trattava come un vero e proprio figlio, ma come tale ogni volta che commetteva una stupidaggine, tale da mettere a rischio la loro precaria situazione, doveva sorbire le arrabbiature e i rimproveri. Si preparò alla sfuriata che sarebbe arrivata a breve, si alzò e la fronteggiò con un sorriso sornione stampato sul bel volto, rimase fermo anche quando lei lo colpì al viso facendolo cadere vicino al bordo del dirupo. -- Envy! Sei solo un idiota! Quante volte ti ho detto che non dovevi farti vedere in giro.. Sai bene che non possiamo essere scoperti, siamo troppo vicini per fallire adesso! Envy si alzò mentre asciugava il rivolo di sangue che scendeva dal labbro spaccato, quando picchiava ci andava veramente pesante. -- Lo so benissimo.. Ma non sopporto più di stare chiuso in quello stramaledetto tempio! Non ci riesco è più forte di me.. E comunque non mi ha visto nessuno.. Cambiando argomento.. Ti consiglio di sistemare meglio il braccio, si vede che lo muovi a fatica L’altra nel sentire le sue parole non potè che osservare il suo braccio destro, sollevandolo per poi costare il tessuto che lo copriva rilevando un arto interamente meccanico, cigolava non poco ed era pieno di ammaccature. -- Devo proprio sistemarlo, non c’è alternativa.. Andiamo Envy, torniamo al tempio.. E stavolta restaci, o almeno avvertimi quando te ne vai.. Si voltò verso la foresta seguita dal giovane Fammin, che sbuffava con le braccia poggiate dietro la testa, senza rendersi conto che effettivamente qualcuno li aveva spiati. -- Dov’è quel cane rognoso quando serve? -- Ti riferisci per caso a Royakan?-- Hina non apprezzava il fatto che il figlio adottivo non andasse d’accordo con il suo salvatore e amico, ma si limitò a scuotere la testa, era inutile fargli cambiare idea. Envy si impuntava per ogni cosa. -- L’ho mandato a prendere Yukina.. Dato che qualcuno di mia conoscenza si è categoricamente rifiutato di andare a prendere quella che per lui era solo una mocciosa capace solo di piangere.. -- Non è forse vero? -- Non ammetto lamentele, te lo avevo chiesto perché mi fidavo di te! Ma ormai la frittata è fatta.. Muoviti e vai a letto! Stranamente lo youkai eseguì senza fare storie, concedendo alla Koorime un po’ di meritato riposo.
  
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