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Autore: Haniel    28/06/2004    6 recensioni
In un mare di pericoli e misteri, due giovani vite impareranno finalmente ad amare...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si trascinò faticosamente sulla sabbia bianca, i vestiti appiccicati alla pelle, l’acqua di mare ancora nei polmoni. Si voltò alla sua destra: Nami era a pochi metri da lui, stravolta, che tossiva vistosamente. Riuscì ad alzarsi con fatica e si inginocchiò accanto alla ragazza ancora per terra.

-Stai bene?-

Era visibilmente provata e le ci volle qualche istante per rispondere. Ma non voleva che lui la considerasse una patetica femminuccia.

-Sì, anche se sarei stata meglio se non mi avessi quasi affogata…-

-Avanti, lo sai anche tu che era necessario!-

Non rispose. Era troppo orgogliosa per ammettere che avesse ragione. Si alzò da sola e fece qualche passo barcollante.

-Ora cosa facciamo?-

-Dobbiamo trovare un posto sicuro dove passare la notte. Andiamo.-

Si addentrarono nella vegetazione selvaggia di quella parte dell’isola anche se nell’oscurità vedevano ben poco: intorno a loro si sentiva solo il rumore del vento che scuoteva le foglie e il verso di qualche animale che si aggirava nella notte. Nami camminava alle spalle di Zoro, il quale si faceva largo tra le piante con le sue spade e scrutava in giro alla ricerca di un possibile accampamento. Dopo diverso tempo riuscirono a trovare il posto adatto: una piccola caverna deserta e riparata dal vento.

-Aspettami lì dentro, torno subito.-

-Cosa? E vorresti lasciarmi qui tutta sola per chissà quanto tempo?-

-Già, così magari qualche lupo affamato ti trova e ti sbrana prima che lo faccia io…-

-Stai scherzando…vero?-

Non era tanto sicura che stesse scherzando. In ogni caso Zoro non la degnò di risposta e in pochi secondi sparì alla sua vista.

-Maledetto spadaccino…-

Si sedette in preda allo sconforto su una roccia all’interno della caverna. Doveva escogitare un modo per scappare da quel luogo e rintracciare i suoi amici. Ma adesso era troppo stanca e affamata per pensare e l’unica cosa che desiderava veramente in quel momento era avere Zoro accanto a sé.

 

Era trascorsa una mezz’ora quando Zoro ritornò alla grotta. Aveva colto qualche frutto all’apparenza commestibile e tagliato legna da ardere. Si aspettava di trovare Nami addormentata, ma invece la vide più sveglia di prima. Forse la paura aveva vinto la stanchezza. Le lanciò una mela senza guardarla in faccia.

-Tieni. Mangia.-

La navigatrice addentò la mela con avidità mentre Zoro accendeva un fuoco sfregando le sue spade. Improvvisamente si resero conto dell’imbarazzante silenzio che li circondava e si chiesero come mai non stessero litigando come al solito. Non era mai capitato che non avessero niente da dirsi. Beh, non era mai capitato nemmeno che rimenessero da soli. O almeno COMPLETAMENTE soli! Quest’ultima considerazione fece loro mancare un battito e cercarono di non pensarci. Zoro, dopo qualche minuto si tolse la maglietta e la stese davanti al fuoco ad asciugare. Nami era abituata a vederlo a torso nudo ma questa volta si sentì decisamente a disagio.

-Ti sembra il caso di toglierti la maglietta davanti ad una donna?-

-E perché, scusa? Come se non mi avessi mai visto così! E poi io non vedo nessuna donna…-

Non riuscì a rispondere. Era ipnotizzata da quel corpo scolpito nel marmo che alla fioca luce del falò risplendeva più virile che mai.

-Come mai sei tutta rossa? –

Nami si riscosse bruscamente.

-Ehm…fa troppo caldo qui dentro…-

Lui sorrise maliziosamente. Sapeva che in realtà non era il fuoco a provocarle calore…Se ne era accorto da come lo guardava. Si rimise la maglietta, non volendo metterla ancora più a disagio. In fondo, la situazione era già complicata di per sé.

-Dovresti toglierti anche tu i vestiti se non vuoi beccarti un raffreddore!-

-Ti piacerebbe, vero?-

-No, lo dico per te…Non ti vorrei vedere nuda nemmeno se mi pagassi!-

‘Lo sai che non è vero’. La voce della sua coscienza si era fatta sentire. Lottò per scacciare quel pensiero.

-Meglio, perché non succederà mai!-

Passarono diversi minuti quando Zoro prese la parola.

-Cosa voleva il capitano quando ti ha mandata a chiamare?-

Nami gli spiegò ogni cosa e più andava avanti con la storia e più Zoro si accigliava. Era preoccupato. Considerò che Alek doveva essere molto forte se era riuscito a sconfiggere alcuni degli uomini-pesce senza difficoltà. Nami era in pericolo, anzi, entrambi lo erano.

 

Calò di nuovo il silenzio. Il suo compagno non aveva aperto bocca durante il suo racconto. Nami sbuffò. Quella situazione era davvero snervante. La tensione che si respirava nell’aria era intensissima e non capiva il perché. Decise di fare qualcosa.

-Posso farti una domanda?-

-Spara.-

-Ecco…tu sei una delle persone più forti che io conosca…non sei mai stato battuto da nessuno…a parte Occhi di Falco, ovviamente…-

La guardò con sguardo torvo. Ehm…aveva toccato un tasto dolente…

-Ok, arrivo subito al punto! Come ha fatto Alek a catturarti?-

Deglutì. E ora cosa si inventava? Insomma, ne andava del suo orgoglio!

-Ehm…mi hanno preso alla sprovvista…non mi ero accorto che c’era quel tizio dietro di me e la mia attenzione era concentrata verso il capitano e poi…-

-Quindi non è stato Alek a stenderti?-

-Sì…cioè no…cioè…ma che diavolo te ne importa?-

-Non ci posso credere…ti sei fatto mettere ko da uno di quegli stupidi scimmioni…-

-Ehy ti ho detto come è andata! Mi ha preso alle spalle e mi ha colpito in testa!-

-Quante volte?-

-Come?-

-Quante volte ti ha colpito?-

Zoro si sentiva alle strette. Si grattò il capo impacciato.

-U-Una…volta…-

-UNA VOLTA?!?!?!-

Nami gli aveva sfondato i timpani. Ecco fatto, ora lo avrebbe preso in giro per il resto della sua vita…

 

Era sbalordita. Senza parole. Zoro messo al tappeto con un solo colpo da un deficiente che avrebbe saputo battere benissimo anche lei! No, c’era qualcosa sotto, e lei doveva scoprirlo…

-Mi dici come ha fatto?-

-Senti ragazzina, se hai intenzione di farmi il terzo grado per tutta la notte-

-No, voglio solo capire cosa è successo, tutto qui.-

I suoi occhi non esprimevano derisione o disprezzo o meraviglia. Ma solo curiosità. La guardò intensamente. Forse avrebbe dovuto dirle la verità…

-Io…ho abbassato la guardia…vederti così indifesa nelle mani di Alek mi ha fatto salire una rabbia…che mi ha accecato. In quel momento riuscivo a pensare solo…a te…a salvarti…a strapparti dalle sue braccia e distruggerlo per quello che aveva osato fare. Così…non ci ho visto più. Mi sono precipitato nella tua direzione ma non sono riuscito a proteggerti…-

Abbassò lo sguardo. Si pentì subito per quello che aveva detto, rendendosi conto che aveva parlato troppo. Si aspettava da un momento all’altro la risata straripante di Nami, ma questa non arrivò. Alzò la testa e i suoi occhi si incatenarono a quelli della ragazza che esprimevano qualcosa di indecifrabile. Aveva un’espressione talmente dolce e tenera che per un attimo ebbe l’impulso di baciarla e fece uno sforzo tremendo per trattanersi. Doveva ammetterlo. Doveva essere sincero almeno con se stesso. Provava un’attrazione estremamente passionale per lei e adesso che lo aveva capito si sentiva il cuore più leggero.

 

L’aveva commossa. Questa sua confessione così sincera e inaspettata le aveva ricordato quella mattina, quando entrambi si erano chiariti sul ponte della Going Merry: di nuovo Zoro aveva assunto la personalità di un uomo vulnerabile, e non più di uno spadaccino. E quelle parole…Cosa volevano dire? Che lui aveva avuto paura per la sua sorte? Che si era preoccupato per lei? Che le voleva…bene? In fondo non c’era niente di male a voler bene ad un’amica. Se “amica” era il termine giusto… Non sapeva mai come definire il loro rapporto, anche perché lei stessa non sapeva dire cosa fosse Zoro per lei. Ci pensò su mentre si perdeva nell’ebano dei suoi occhi. Ripensò a tutti i momenti passati con lui e soprattutto alla miriade di belle emozioni che le procurava la sua vicinanza. E nell’ultimo periodo sembrava proprio che tali sensazioni si fossero accentuate. No, non era un amico e forse non lo era mai stato. Però non le era nemmeno indifferente. All'istante un pensiero le attraversò il cervello, come un fulmine a ciel sereno: Zoro…le piaceva?

 

-Come mai non dici niente?-

La sua voce la riscosse e persa nei suoi pensieri, non si era accorta che lui aveva abbassato lo sguardo.

-Ti ho sconcertata al punto che ti sei mangiata la lingua?-

-No no, che dici…è solo che sono…sorpresa. Non credevo che ti interessasse così tanto la mia vita.-

Zoro rise sommessamente.

-E cosa ti fa pensare che non ci tenessi a te?-

-Beh…non sei mai stato molto gentile con me, ammettilo! E sembra che non ti importi di nessuno, a parte te stesso!-

-Appunto, sembra…-

-E allora cos’ è che ti importa veramente?-

-…-

-…-

-…-

-Zoro…-

-Non sono fatti che ti riguardano.-

-No, non puoi dire che non mi riguarda!-

Nami balzò in piedi, rossa per la collera. Si avvicinò all’uomo ancora seduto per terra.

-Non puoi dirmi tutte quelle cose sul fatto che hai perso la ragione quando mi hai vista in pericolo e poi liquidarmi con un “non sono fatti che ti riguardano”! Che diavolo significa? Non puoi farmi sperare di appartenere in qualche modo alla tua vita e poi distruggere nuovamente le mie illusioni! Adesso basta! Io PRETENDO di sapere perché hai avuto quella reazione sulla Going Merry, ho il diritto di saperlo, perché voglio capire! Per una volta sola da quando ci conosciamo ti chiedo di non essere così enigmatico e di dirmi la verità, in fondo non ti chiedo molto!-

-Oh, invece sì, mi chiedi tantissimo!-

-Perché? La verità non può essere così scioccante da non poterla accettare!-

-E chi te lo dice?-

Anche Zoro si alzò in piedi nervosamente.

-E se tu non accettassi la verità? Oppure fossi io a non accettarla? E se quello che ti dirò compromettesse per sempre la nostra amicizia?-

-Ma quale amicizia?Noi non siamo amici…-

-Ah sì? E allora cosa siamo?-

Nami rimase interdetta a quella domanda. Di colpo tutta la rabbia provata fino ad allora sbollì lentamente lasciando il posto ad una particolare consapevolezza che qualcosa stava per succedere.

-Non lo so. Dipende da quello che mi dirai…-

Zoro la guardò furente prima di voltarle le spalle. Maledetta mocciosa, ancora una volta era riuscita a farlo sentire in trappola. Odiava quella sensazione. Odiava sentirsi vulnerabile. E odiava quello che provava per lei. Un vero guerriero non cede agli istinti fisici e soprattutto non è schiavo dei sentimenti umani. E poi cosa avrebbe pensato lei? Se avesse saputo che sì…insomma…in qualche modo le piaceva…lo avrebbe preso per un perfetto idiota! Bastava guardare come trattava Sanji! Per lei Zoro è “l’invincibile guerriero”, “il sanguinario spadaccino”, “l’orgoglioso combattente” e non “il patetico burattino prigioniero della passione”. Le sue riflessioni furono interrotte dalla voce della ragazza.

-Sto parlando con te e non con la tua schiena.-

-Cosa vuoi che ti dica? O meglio cosa vuoi sentire?-

-Mio Dio, sei così testardo quando ti ci metti! Ma non capisci che fai un favore anche a te stesso se ci chiariamo una volta per tutte?-

-Sei incredibile Nami…Possibile che tu non abbia ancora capito?-

Zoro tirò un profondo respiro. E va bene, se voleva la verità lui non poteva far altro che accontentarla, se l’era cercata.

-Te…-

-Cosa?-

-Ho detto TE. E’ la risposta alla tua domanda…-

-Cioè quello che…-

-Sì, proprio quella domanda. Ti prego non farmela ripetere, è già abbastanza imbarazzante così…-

 

La cosa di cui più gli importava era…lei! Adesso si spiegavano molte cose: la conversazione di stamattina, la paura per la sua vita, le parole di poco prima. Ora era tutto chiaro. Dio, non poteva crederci! Le veniva da ridere, ma non per beffarsi di lui. Ma per gioia. Perché finalmente aveva svelato il segreto che si celava nel cuore di Zoro e rivelato la sua parte più intima e umana. Solo che non pensava di essere proprio lei il suo segreto. Come si sentiva? Beh, difficile a dirsi. Chiuse gli occhi per cercare di ascoltare ciò che il suo cuore le suggeriva. Sollievo. Ansia. E gioia. Tanta gioia. Ma perché? La risposta che cercava era a pochi passi da lei.

 

Rideva. Rideva di lui. Lo sapeva che sarebbe finita così. Si girò in direzione dell’entrata alla caverna ma prima di poter uscire fu fermato per un braccio da Nami.

-Te ne vai così?-

-E come dovrei andarmene?-

-Ti prego, dimmi qualcosa…-

-No, ho parlato anche troppo per stasera…E tu ti sei già divertita abbastanza.-

Nami rimase attonita ma poi capì a cosa si riferiva.

-Guarda che non ridevo per te.-

-Puoi fare quello che vuoi, non mi importa.-

-Bugiardo.-

Si zittì. Possibile che per quella ragazza lui era come un libro aperto? Incrociò le braccia sul petto e la guardò con aria di sfida.

-Comunque…io sto aspettando ancora una risposta alla mia domanda.-

-Quale domanda?-

-Già ti sei scordata? Ti ho chiesto cosa siamo noi…-

-…-

-…-

-…-

-Allora?-

-Non lo so.-

-No, tu adesso mi rispondi!-

-Ti ho detto NON LO SO!-

-Ma io ti ho confessato cosa provo per te!-

-Ma scusa, non posso essere confusa? Cerca di capirmi…il giorno prima litighiamo per chi ha rotto i piatti nella credenza e il giorno dopo discutiamo sui nostri sentimenti! E’ una situazione fuori dal comune, non trovi?-

-Beh, se non siamo amici…cos’altro potremmo essere?-

-Non so…compagni?-

Quest’ultima frase lo ferì più profondamente di un coltello nella schiena. Sentiva come una mano che gli stringeva il cuore, sempre più forte, sempre più forte…Il modo in cui l’aveva detto. Con quel sorrisetto falso stampato sulle labbra. Era ovvio che non lo prendesse sul serio. Com’era scontato che non provava niente per lui.

-Sì, compagni…E faremo bene a rimanere tali.-

-Come hai detto? Zoro…ti stai rimangiando tutto?-

-Anche se fosse? Non è quello che vuoi?-

No. Non voleva questo. Non voleva che finisse così. Sentì una paura folle crescerle dentro, la paura di essere abbandonata. Di nuovo. Come quando era bambina, quando la morte le portò via la persona più importante che aveva. Inconsapevolmente si aggrappò alla maglietta di Zoro e gli si fece più vicino.

-Non è quello che voglio.-

Occhi negli occhi. Vicinissimi. Zoro capì di non poter più resistere. Non importava che si fosse umiliato per una donna. Non importava se lei provasse o no qualcosa per lui. Non importava che adesso fosse lui ad essere confuso dopo le sue parole. Tutto quello che voleva era baciarla. Stringerla forte. Farla sentire protetta e al sicuro fra le sue braccia. Si piegò in avanti e si ritrovò a pregare che non lo respingesse. Ma non successe. Le loro labbra si unirono lentamente e con altrettanta lentezza si assaggiarono finchè non si schiusero per un contatto più profondo: quei pochi minuti sembrarono infiniti tanta era l’intensità e la dolcezza di quel bacio. Zoro non pensava a niente. Era concentrato sulle emozioni che provava e per la prima volta nella sua vita si sentì come un diavolo asceso in paradiso…

 

Era bellissimo. Magico. Era la cosa più perfetta della sua esistenza. Avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre. Si sentiva così bene…e viva! Sentiva il suo cuore di ghiaccio sciogliersi al fuoco della passione che le bruciava dentro. Sì, passione. Perché anche se quel bacio era di una tenerezza infinita, avvertiva lo stesso un ardente desiderio corromperle l’anima. Le mani di lui sulla sua schiena. Il suo respiro caldo. I loro cuori che battevano all’unisono. In quell’istante di felicità pura capì che in realtà aveva sempre voluto Zoro, anche se si era perennemente rifiutata di ammetterlo. L’avrebbe dovuto capire già da molto tempo: i loro continui battibecchi, il loro capirsi subito con uno sguardo, il loro spiarsi di nascosto quando erano vicini. Anche Bibi lo diceva sempre: non è normale che due persone litighino così spesso. E aveva ragione.

 

Si staccarono comtemporaneamente con rammarico. Erano entrambi come in trance e le loro menti non erano ancora connesse perfettamente. Piano piano cominciarono a riprendere i contatti con la realtà e un senso di forte imbarazzo li pervase. Si allontanarono l’un l’altro come scottati rendendosi conto di ciò che era appena accaduto.

-Tu…mi hai baciata…-

-E tu mi hai ricambiato…-

-…-

-…-

-…-

-Mi dispiace-

-Per cosa?-

-Per non aver mantenuto la promessa…-

 

-Beh…almeno adesso sappiamo con certezza che non siamo né amici e né compagni…-

-Già…-

Si sorrisero, finalmente più rilassati. E con la consapevolezza che il futuro sarebbe stato più facile se lo affrontavano insieme.

-Hai fame?-

-No, e tu?-

-Nemmeno io…-

Si guardarono complici e in un nanosecondo si ritrovarono di nuovo avvinghiati e bramosi più che mai. I baci divennero sempre più appassionati e le carezze sempre più audaci, senza rendersene conto si spogliarono frementi e in un attimo tutti i loro problemi, le loro ansie, le loro paure sparirono lasciando il posto al piacere e all’amore che si scambiarono per tutta la notte…

 

 

-Dov’è la ragazza?-

-Mio signore, purtroppo è scappata insieme all’altro prigioniero. Ma i miei uomini sono già sulle loro tracce.-

-Alek…mi hai molto deluso. E sai la fine che fanno quelli come te che mi deludono?-

-Sì signore-

-Bene…Ora vai e portami la ragazza. Domani darò inizio al mio grande progetto e non vorrei altre spiacevoli sorprese.-

-Sarà fatto, capitano….-

 

 

 

 

 

P.S. Salve ragazzi/e sono haniel, prima di tutto vorrei ringraziare chi ha letto la mia storia fino a questo punto e le persone che l’hanno valutata. Poi vorrei “pregarvi” di continuare a commentare perché essendo la mia prima fanfic non ho idea di come stia venendo e non riesco a essere obbiettiva. Le vostre critiche o i vostri suggerimenti sono per me preziosi perché non solo mi stimolano a continuare a scrivere, visto che ho la prova che qualcuno segue la mia storia, ma mi aiutano a capire i miei errori e le mie doti( se ne ho ;-p). Ciao a tutti e alla prossima!!!

  
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