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Autore: foroveracentury_    13/11/2012    2 recensioni
Claire,una diciassettenne cresciuta troppo in fretta,se la dovrà vedere con un nuovo ostacolo questa volta..anzi,forse con il più grande.E' incredibile,ma proprio lei,la ragazzina che da piccola giocava tranquilla nel parco della città,nel giro di qualche anno si è trovata in un casino troppo grande da affrontare da sola. Ce la farà a superare tutto?Proprio quando sembrava aver compiuto dei passi avanti,ecco che torna sul ciglio del burrone..e lei lo sa,sa che si sta spingendo troppo oltre,ma spera che qualcuno possa afferrarla prima che lei perda l'equilibrio precario che si è creato nella sua vita.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Questa giornata sembra non finire più,e,quando finalmente suona l’ultima campanella, mi fiondo fuori da quella trappola di scuola. Un suv nero con i vetri oscurati è parcheggiato proprio davanti al cancello,e,appoggiata al cofano c’è mia madre con le braccia conserte e lo sguardo perso nel vuoto;cerco di non essere troppo acida,oggi posso anche lasciare da parte il mio orgoglio e cercare di distrarla.
Siamo salite in macchina da più di cinque minuti ma lei non accenna a partire,così rompo il silenzio -mamma,andiamo?- le dico,scrutandola da sotto la sua frangetta. Non risponde -ti va se guido io?- le chiedo un po’ preoccupata,lei fa cenno di si con la testa e scende per cedermi il posto. Ancora non ho la patente,ma ho il foglio rosa e,oltretutto,oggi non mi avrebbe fermata nessuno. Gli alberi passano,così come le case,i giardini e la strada,e in poco tempo arriviamo a casa: parcheggio l’auto davanti al garage,scendo,percorro il vialetto e apro la porta; mi sposto come per far entrare prima la mamma ma poi mi accorgo che non c’è nessuno dietro di me. Lei è ancora in macchina,lo sguardo spento,la pelle bianca come il latte,le occhiaie profonde ed i capelli disordinati. Non sembra nemmeno lei; Margherita è sempre così fastidiosamente allegra,solare e attiva che vederla in questo stato non è proprio un piacere.

Le apro la portiera -Mamma,vogliamo entrare?E’ ora di mangiare- la prendo per un braccio molto delicatamente e la incoraggio a scendere -non voglio entrare lì dentro- dice secca,senza lasciar trasparire alcuna emozione. Allora capisco: i ricordi. Ci sono troppi ricordi in quella casa, troppo dolore per entrambe,il rancore e l’odio per mio padre,la rabbia per mia madre...hanno impregnato ogni stanza e conviverci è diventato d’improvviso impossibile. Le scosto i capelli dal viso, vedo che sta per scoppiare nel pianto che ha trattenuto da stamattina e d’istinto l’abbraccio come non facevo da un’infinità di tempo. I miei vestiti si inumidiscono, sento che sto per crollare anch’io, ma so che devo restare forte per entrambe ora. Ecco,questo è il momento giusto -Mamma..mi dispiace..- la tengo stretta a me -No, piccola, non sei tu a doverti scusare,è solo colpa mia se..- tira su col naso e mi mostra il viso intriso di dolore -potrai mai perdonarmi?- Sussurra in un soffio. Si,questo era veramente il momento perfetto..magari questa volta.. -non devi neanche chiedermelo,mamma- l’abbraccio si scioglie, lei mi fa abbassare e mi stampa un bacio sulla guancia,poi mi lascio accarezzare mentre accenna un sorriso sul viso distrutto; quanto è bella quando gli si illuminano gli occhi,nonostante tutto. Scende dall’auto e mi segue fin dentro casa,poi la faccio mettere comoda sul divano e vado in cucina a preparare qualcosa per pranzo; fortunatamente scopro che il sugo è già pronto,così metto a bollire la pentola con l’acqua e mi vado a mettere qualcosa di più comodo. Riscendo un quarto d’ora dopo in un paio di pantacollant a righe grigie e nere ed un felpone blu lungo fin sopra al ginocchio; la coda di cavallo,una bella pulita al viso con lo struccante,e una corsa record per le scale per raggiungere il sugo appena un minuto prima di farlo bruciare –Mamma,ti ho fatto la pasta,la vuoi?- entro in salotto con l’occorrente per apparecchiare il tavolinetto davanti alla tv e comincio a sistemarlo –Grazie Claire sei un tesoro- si tira su a sedere sul divano e,portati i piatti pieni,mi siedo accanto a lei e comincio ad arrotolare con la forchetta i miei spaghetti –sarebbe successo prima o poi- cerco di mantenere un tono di voce fermo -vuoi parlarne davvero- mi risponde -un giorno dovremo pur parlarne no?- lei mi guarda perplessa e comincia.

Sono le nove e mezza e mi sono appena svegliata sul divano,nella stessa posizione in cui mi ero addormentata,circa due ore prima; la mamma ha sparecchiato il tavolo,ha spento la tv e mi ha coperto con il plaid. Dopo pranzo siamo andate avanti a parlare per ore,come due amiche che non si incontrano da anni,che poi è un po’ quello che ci è successo,no?Mi alzo e vado in bagno,poi entro in camera,prendo un cambio,e mi richiudo in bagno per farmi una doccia. Lavo via tutta la frustrazione di questa mattina e canticchio le mie canzoni preferite mentre cerco di spicciare i miei capelli con due pugni di balsamo; sento il campanello che suona ed il pettine mi cade dalle mani quando sento la sua voce: il bastardo è tornato.




*Hey,sono ancora qui!il capitolo è corto perché la seconda parte la pubblico tra qualche minuto,non li ho uniti perché dopo sarebbe stato troppo lungo..che dire,spero vi piaccia..a,la parte depressa e triste è quasi finita,a breve arriveranno un sacco di cambiamenti ;)
Bree
  
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