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Autore: JadeDaniels    14/11/2012    0 recensioni
Se devo essere sincera non ricordo nemmeno come iniziò tutto ciò. Mi ritrovai catapultata da un mondo all'altro in così poco tempo che non ebbi nemmeno il tempo di rendermi conto di cosa stesse succedendo. Ricordo solo che faceva freddo, l'autunno era praticamente alle porte. Mamma stava caricando l'ultima valigia sull'auto. Mi trovavo in camera mia a chiedermi che cosa sarebbe successo, che cosa sarebbe cambiate, cosa sarebbe migliorato.
"Andrai a stare da tua Zia a Londra per un anno, il tempo che tu possa terminare gli studi, visto che dopo "quell'incidente" nessuna scuola dell'Italia ti ha accettato. Dopodiché tornerai a casa e inizierai a fare la vita che io e tuo padre abbiamo deciso tu farai." Amavo il modo stretto e diretto che aveva mia mamma di parlare. Ma forse e meglio che io inizi a raccontare da un po' prima.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Qualche ora dopo che Gemma mi lasciò sola, zia fece ritorno a casa.
"Dov'è la mia nipotina preferita?" Zia era appena tornata da lavoro e si sentiva in vena di complimenti.
"Sono la preferita anche perché io sono la tua unica nipote, vero?" le risposi scherzosamente scendendo le scale diretta in cucina, dove lei si trovava.
"Simpatica. Allora che hai fatto in mia assenza?" chiese mettendo a posto la spesa e accendendo il fuoco per preparare qualcosa da mangiare.
"Beh" iniziai "è venuta una certa Gemma, la figlia della nostra vicina di casa a portarmi una torta dicendomi che era tradizione e tra una parola e l'altra siamo finite a guardarci Alla ricerca della Felicità accompagnate da una bella ciotola di popcorn e fazzoletti a go go" conclusi sedendomi sul davanzale della cucina.
"Ohh, quindi hai stretto amicizia?"
"Beh amicizia, abbiamo guardato un film assieme, non abbiamo potuto parlare molto, però mi sembra una ragazza apposto, mi piace."
Zia aveva un grosso sorriso in volto.
"Non ti ha detto niente del fratello?" chiese curiosa.
"Solo che quando lui non è a casa non sa che cosa fare" risposi velocemente.
"Hai ascoltato il CD?" chiede con sempre più entusiasmo.
"Si. Sono bravi, mi piacciono." 
"E lui ti piace?" chiese aumentando la sua curiosità.
"Mi vuoi programmare un matrimonio a sorpresa che mi stai facendo tutte queste domande?" mi misi a ridere.
"Tu rispondi" insistette mia zia.
"Si è un bel ragazzo, ha un bel sorriso. Contenta?" 
Zia alzò le mani al cielo e fece un piccolo urlo prima di mettersi a cantare e ballare una delle canzoni del gruppo di cui questo ragazzo faceva parte.
 
Nei tre giorni seguenti, Londra venne invasa da un'ondata di pioggia persistente che non permise a molti degli abitanti di lasciare le proprie abitazioni. Sembrava non voler smettere, proprio come sembrava che nemmeno Londra fosse contenta del mio arrivo. Il clima si stava abbassando notevolmente. Zia Clariss, rimasta anche a lei a casa per via della pioggia, faceva trascorrere le mie giornate tra film e musica. Iniziavo ad avere la nausea di tutto. L'unica cosa fuori dall'ordinario erano le urla che, ogni mattina, sentivo fuori dalla mia finestra. "Nemmeno uno Tzunami sarebbe capace di fermarle quelle ragazze" pensai un giorno notandole più accanite che mai. Passavano gran parte della giornata fuori da quella porta solo per poter vedere quel ragazzo per pochi secondi. Era fantastico pensare che ci fossero fans che le volessero talmente tanto bene da andare contro addirittura agli agenti atmosferici.
Il giovedì successivo un sole finalmente, illuminava le strade Londinesi.
Quella mattina le urla provenienti dalle solite ragazze in cerca d'attenzione dell'intera famiglia Styles, mi fecero drizzare in piedi alle 7 e mezza. 
"Come fanno ad avere tutte quelle forze alle sette di mattina?" chiesi alzandomi di botto dal letto per andare in doccia, nella speranza che il rumore dell'acqua riuscisse a sovrastare quello delle urla feroci. 
Zia, come "felicemente" immaginavo, era già andata in studio quando finii la mia doccia durata un ora e mezza. Con la fine della doccia, finirono anche le urla. 
La scuola sarebbe iniziata a breve e io non avevo ancora idea di che materie avrei studiato o del nome della scuola che avrei frequentato. Decisi di mettere in secondo luogo la scuola e mi concentrai su una visita personalizzata di Londra. 
Le mie idee vennero smontate quando scesi le scale per andare a fare colazione. Zia mi aveva lasciato un bigliettino con sopra scritto:
 
"Alle nove e mezza la signora Styles
 
passa a bussarti per portarti
 
a visitare la scuola che frequenterai
 
a breve. Fatti trovare pronta.
 
un bacio Zia Clariss"
 
 
Mancavano 5 minuti alle nove, e l'imbarazzo di conoscere una persona che, qualche giorno prima, mi aveva sentito gridare come una matta, mi faceva salire l'ansia. 
Salii in camera per andare a prendere la borsa quando un rumore proveniente dalla casa accanto alla mia, attirò l'attenzione. 
Un ragazzo dai capelli castani ricci, era uscito di casa salendo su una macchina. Nel giro di pochi istanti era sparito. Era la prima volta, dopo 4 giorni che lo si vedeva mettere il naso fuori casa.
Qualche minuto dopo la scena che vidi dalla finestra di camera mia, qualcuno venne a bussare alla mia porta.
Di corsa corsi ad aprire.
Dietro alla porta sembrava trovarsi la stessa ragazza con la teglia in mano che avevo visto 4 giorni prima, solo un po' più matura.
"Salve" dissi aprendo la porta con un sorriso imbarazzato in faccia.
"Oh dammi pure del tu, io sono Anne" rispose porgendomi una mano.
"Io sono Jade" risposi ricambiando la stretta.
"Tua zia mi ha detto che ti sei trasferita qui da umm.. dall'Italia e mi ha chiesto se gentilmente ti riuscivo a portare a visitare la scuola visto che lei è impegnata in ufficio, spero che per te non sia un problema se ti accompagno io e non tua zia". La signora Styles era molto gentile e premurosa.
"Assolutamente no, anzi, vedere nuove facce mi aiuta a sentirmi meno a disagio in questo quartiere".
"Ottima risposta ragazza, allora sei pronta?"
"Pronta."
La conversazione durante il viaggio fù tutt'altro che imbarazzante. C'era molto argomento e sopratutto molto interesse.
"Che cosa vorresti studiare dopo?" chiese Anne durante il tragitto.
"Giurisprudenza" risposi quasi convinta.
"Davvero? Anche mio figlio Harry avrebbe voluto studiare in quel campo. Quanti anni hai te?" continuò a chiedere.
"16, quasi 17"
"Oh beh dai hai più o meno l'età di mio figlio. Clariss mi ha detto che ti piace anche il mondo della moda e speri di diventare una fotomodella/modella". Caspita era informata.
"Si esatto, solo che ai miei non andava molto a genio quindi ho lasciato un po' stare".
"Beh ma adesso sei a Londra piccola, qui puoi avere molte più opportunità in quel campo. Se vuoi posso provare a chiedere a mio figlio se ha qualche numero di fotografi o agenti, così, tanto per avere un'idea di come muoverti in questo settore."
Anne era una donna davvero fantastica. Nessuno mi aveva mai cercato di parlare in quel modo, come se io avessi qualche speranza di "sfondare".
"Non vorrei creare troppo distur.."
"Ma quale disturbo" mi interruppe "a Harry non dispiacerebbe aiutare una bella ragazza come te, vedrai. Oggi le chiedo e poi ti faccio sapere."
Ringraziai Anne. Finalmente il tragitto era arrivato al termine. La scuola era davanti ai nostri occhi. Una grossa scritta ritraeva il nome di "Holmes Chapel High School".
La visita all'interno della scuola fu abbastanza veloce. Le aule era tutte uguali a parte quelle di chimica e biologia. Il preside sembrava molto gentile e disponibile. 
Non mi resi nemmeno conto che erano passare 4 ore dalla mia uscita con Anne.
"Oh guarda che ore sono" disse Anne una volta salite in macchina "starai morendo di fame" aggiunse.
"Non si preoccupi, non ho tutta questa fame" risposi.
Nel frattempo zia mi chiamò al cellulare.
 
"Ei gioia, visitata la scuola?"
"Ciao, emm, sisi siamo appena uscite"
"Perfetto, io oggi mi dovrò intrattenere un po' di più in ufficio. Ci vediamo per cena okey?"
"Ehh.. sisi va bene, non c'è problema. A dopo"
 
"Va tutto bene?" chiese Anne una volta che attaccai la cornetta.
"Sisi, mi ha solo detto che deve rimanere un po' di più in ufficio, niente di che."
Dopo qualche minuto di tragitto e qualche pensiero su cosa mi saprei potuta cucinare per non morire di fame, arrivammo a destinazione.
"Grazie mille per avermi accompagnata, e grazie anche per la torta che sua figlia mi ha portato qualche giorno fa" ringraziai di buon grado Anne e scesi dalla macchina.
"Ma figurati gioia, visto che tua Zia non è a casa vuoi venire a pranzare da noi?" chiese gentilmente.
Riflettei qualche istante sulla decisione da prendere, ma non mi sembrava il caso di disturbare ancora.
"La ringrazio ma per oggi ho già disturbato abbastanza, e poi sono abbastanza stanca".
"Non hai dormito abbastanza stanotte?" chiese interessata.
"No, e che le urla delle ragazze fuori dalla mia finestra mi hanno fatto svegliare alle sette.."
"Oh mamma mia ti chiedo scusa, stiamo facendo il possibile per evitare che vengano così presto sotto casa ma purtroppo non cambia mai niente" rispose imbarazzata la signora Styles.
"Ma si figuri, solo non capita tutti i giorni di avere come vicino di casa un personaggio famosa, ma non gli e ne faccio una colpa, stia tranquilla" non volevo essere maleducata, così risposi con la massima cortesia "oh è faccia i complimenti a suo figlio e al resto della band, ho comprato il loro CD è sono molto bravi" conclusi.
La signora Styles mi stava a guardare sorridente mentre dicevo quest'ultima frase.
"Potresti dirglielo tu di persona, è qui a casa, se vuoi entrare due secondi"
"Oh nono, sarà già abbastanza stressato per via delle ragazze che ogni mattina lo assalgono, e poi da quello che mi ha detto mia zia, è in vacanza, non voglio darle altre noie.. gli e lo dica lei" conclusi così la conversazione con Anne, e rientrai in casa.
Il cielo si stava iniziando a chiudere di nuovo, e il potenziale acquazzone che sarebbe potuto ricadere a Londra mi faceva venire il magone. Erano le tre e mezza e io non avevo ancora toccato cibo. Salii in camera mia, seduta sul davanzale della finestra a guardare la pioggia che, lentamente, stava iniziando a cadere. Era fantastico il modo in cui apparivano le cose attraverso essa. I tetti sembravano così cupi e le strade così vissute. Il riflesso del mio volto sulla finestra bagnata di pioggia mi faceva sembrare rovinata, diversa, vissuta. Forse è proprio questo il senso della pioggia. E' in grado di far colare via il trucco dal tuo volto, di portare via con se i tuoi vestiti e mostrarti come sei veramente. Ha il potere di farti riflettere e lasciarti completamente inerme al resto del mondo. 
Nel giro di pochi minuti mi ritrovai in una specie di trans. Era come se la mia mente si stesse concentrando talmente tanto su un ricordo che riuscivo perfettamente a riviverlo. Il rumore di una portiera chiudersi mi fece sobbalzare. Molto probabilmente Harry era tornato a casa. Non ebbi le forze per girare lo sguardo e concentrarmi su chi fosse.
La mia mente si stava facendo pesante, così scesi dal davanzale della finestra per andarmi a stendere sul letto. La camera sta iniziando a girarmi attorno. "Probabilmente perché non ho mangiato niente" dissi tra me e me, ma la voglia di scendere le scale era praticamente paragonabile a zero. Le ore stavano passando a vista d'occhio. Erano le sei e mezza quando il telefono di casa suonò. Convinta che fosse mia madre, feci attendere la mia risposta. Non appena arrivai davanti all'apparecchio e lessi che il nome sul dispositivo non era quello di mia madre, mi affrettai a rispondere.
 
"Pronto?"
"Ei Jade, sono Anne".
 
Mi faceva strano il fatto che la mia vicina di casa per parlarmi mi avesse chiamato invece di venire semplicemente a bussare alla mia porta.
 
"Se sta cercando mia Zia non è ancora arrivata" risposi educatamente.
"No, ho chiamato per te." Era già la seconda volta che qualcuno che conoscevo da poco cercasse me e non mia zia.
"Oh mi dica" risposi andandomi a sedere sulla sedia della cucina.
"Ho una buona notizia per te" si sbrigò a dire "sai che ti prima ti ho detto che avrei chiesto a mio figlio per quel lavoro.."
 
Okey panico, il fatto che una persona potesse chiedere qualcosa a mio conto mi rendeva irrequieta.
 
"..beh non c'è stato bisogno che io le chiedessi nulla" terminò.
"Ahh ehh.. scusi ma non credo di aver afferrato quello che mi vuole dire" risposi imbarazzata.
"Stanno per fare le riprese del loro nuovo video musicale e stanno cercando delle ragazze. Ora stanno facendo le selezioni. Se ti mando Gemma te hai una tua foto da poter dare a quelli che fanno i cast?"
 
Ero presa alla sprovvista. Non avevo mai recitato ne tanto meno in un video musicale dove avrei dovuto far capire quello che provavo o sentivo solamente a gesti o a sguardi.
 
"Beh penso di si ma.."
"Perfetto, 5 minuti e te la mando allora, ciao" riattaccò così velocemente che mi sembrò che non volesse nemmeno sentire obbiezioni.
 
Salii in camera mia a cercai il Book che mia zia si era assicura che mi portassi. Ci saranno stati circa una ventina di scatti, cosa ne potevo sapere io di quale sarebbe stato quella giusta per un cast di un video musicale. Decisi quindi di far decidere a Gemma.
Cinque minuti dopo la chiamata, Gemma si presentò fuori dalla porta di casa mia.
"Devo fare in fretta che mio fratello non sa che vuoi partecipare al cast" disse non appena entrò in casa.
"E perché non dovrebbe? C'è voglio dire.. mi sono persa qualcosa?" chiesi turbata.
Gemma si mise a ridere. 
"Non sa nemmeno che Clariss stia ospitando qui a casa sua sua Nipote" continuò sempre sorridendo.
"Quindi la torta non l'ha fatta anche lui" risposi sorridente.
"In qualsiasi caso" continuai "io non so quale foto sia più adatta per un cast, non so cosa cercano." 
Gemma prese in mano il Book ed iniziò a svogliarlo.
"Sei davvero bella" commentò "ma devi stare tranquilla. Sono i ragazzi a scegliere quale ragazza vogliono per il video. Loro si mettono a guardare delle foto e quella che le piace di più viene presa. Non verrai sottoposta a provini o cose varie" spiegò Gemma sfilando due foto dal Book e mettendosele sotto al cappotto.
"Devi anche lasciarmi il tuo numero di telefono, sennò diventa poco credibile"
Poco credibile, non sa che vivi qui, ma cosa stava succedendo? 
Il mal di testa stava aumentando a dismisura, salutai Gemma e decisi finalmente di mangiare qualcosa. Purtroppo questa non aiutò il mio mal di testa a passare. Zia arrivò a casa alle sette e mezza. 
"Ei piccola" 
"Sono in camera mia" urla dalla mia stanza.
Zia in pochi minuti mi raggiunse.
"Che hai?" chiese avvicinandosi al mio letto.
"Mal di testa, penso che mi stia prendendo qualcosa" aggiunsi portandomi una mano sulla fronte.
"Mettiti a dormire, vedrai che domani sarà tutto passato" disse dandomi un bacio sulla fronte e lasciandomi nel mio letto a dormire.
  
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