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Autore: strawberryfield_A    14/11/2012    1 recensioni
Questa è la mia primissima FF c: Ho cambiato titolo e intestazioni almeno un milione di volte, ma adesso spero di aver trovato quelli adatti x) Ah, dimenticavo: non ho preso il titolo da Hunger Games, ma dalla canzone di Alicia Keys (anche se comunque ammetto che AMO alla follia Hunger Games u.u)
Dal testo:
Avevo due anni quando è bruciata la casa, quando mia madre mi spinse tra le fessure di una finestrella della cantina per salvarmi da quell’inferno.
Ho solo un vago ricordo di lei: una figura scura circondata da alte fiamme. Poi col tempo, e grazie alle descrizioni dei miei cugini, sono riuscita a figurarmela meglio: i capelli biondi e infuocati, mentre mi implorava di scappare, con quegli occhi azzurri e fradici di lacrime. L’ho sognata spesso.
"She's just a girl and she's on fire."
(Girl on Fire, Alicia Keys)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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John è gay. L’unico ragazzo carino che mi avesse mai parlato, è gay. Sento un tuffo al cuore quando lo vedo baciarsi con un altro all’entrata della scuola. Non che io abbia qualcosa contro gli omosessuali, ma mi piaceva quel tipo ed è demoralizzante vederlo già occupato, con un maschio per giunta!
Vorrà dire che me ne farò una ragione.
Entro facendo finta di niente e vado al mio armadietto; prendo i libri per la lezione e lo chiudo, pronta per andare in classe.
Ma eccolo che arriva! Devo salutarlo? Cosa gli dico? Cosa faccio?
-Ehi, Martha!- esclama John quando mi vede.
Io mi apro in un sorriso. –Ehi! È il tuo ragazzo?- ammicco al tipo che ha appena finito di sbaciucchiare.
-Già.- Sorride. –E… tu sei single?
-Sì, credo proprio che mi farò suora.- Alzo le spalle, sorridendo malinconica.
Scoppia a ridere, mentre mi da un piccolo spintone. –Figurati, una bella ragazza come te!
-Non sono una tipa molto socievole… E poi, chi si avvicinerebbe mai alla cugina del temibile Derek Hale?
Nonostante volessi scherzare, lui ci è rimasto male. –Capisco… Mi dispiace.
-Oh, non ti preoccupare! Sono abituata e mi piace stare da sola.- La mia spensieratezza lo convince, e d’altronde può anche accorgersi se mento dal battito del mio cuore.
-Hai sempre me, almeno.
-Devo esserne orgogliosa?- lo prendo in giro.
-Che brutta…!- Probabilmente non trova un aggettivo abbastanza cattivo per descrivermi, ma non smette di ridere.
Subito dopo la campanella segnala l’inizio delle lezioni e lui mi saluta con un bacio sulla guancia.
-È gay, Martha, è gay…- continuo a ripetermi scoraggiata.
 
-Sei una cosa impossibile!- mi lamento con Derek.
-Non l’hai visto in campo, era pericoloso. Ha quasi ucciso il suo migliore amico!- risponde altrettanto seccato.
-Scott…- Per quanto ci pensi non riesco a trovare una motivazione per giustificarlo.
-Dovevo fare qualcosa.- continua BB.
-Sì, minacciarlo è stato proprio una bellissima idea!- esclamo sarcastica.
-Se sabato gioca, finirà per non controllare più la sua rabbia! Ucciderà qualcuno e sfoggerà al mondo intero l’esistenza dei lupi mannari, è questo che vuoi?
Sospiro e aspetto che si calmi un po’. –Dico solo che gli avessi spiegato la situazione, avrebbe certamente capito.
Sbuffa ridendo.
-Non è divertente!- ribatto.
-Cerchi sempre una soluzione diplomatica, tu.- Scuote la testa sorridendo. –Sicura di non essere stata adottata?
Scoppiamo a ridere, nonostante questo argomento della famiglia ci renda sempre nervosi.
 
Il giorno dopo Scott McCall mi rivolge la parola per la prima volta. Sono seduta in mensa, sempre con il mio I-pod nelle orecchie, quando d’improvviso lui e Stiles si siedono di fronte a me. Tolgo le cuffie, guardandoli diffidente ma ridendo sotto i baffi.
-Martha Hale?- mi chiedono nervosi.
-Sì.- rispondo senza smettere di domandarmi cosa vogliono da me.
-Tuo cugino…- comincia Scott, ma lo interrompo.
-Lo so, e mi dispiace che ti abbia minacciato in quel modo! È stato davvero maleducato da parte sua, ma capiscilo: potresti metterci tutti nei casini se qualcosa va storto sabato!
Entrambi sembrano spiazzati. È Stiles a parlare. –Te l’ha detto?
-Lui mi dice tutto.- rispondo scrollando le spalle.
-Ok, ma non è di questo che volevo parlarti.- continua Scott.
-Martha!- John mi raggiunge con il fiatone. –Presto, devi venire con me!- esclama affannato.
Senza cercare spiegazioni mi alzo e lo seguo, rivolgendo uno sguardo mortificato agli altri due.
Il ragazzo mi porta in corridoio, proprio mente ci passa davanti una pattuglia di poliziotti.
-Stanno imponendo il coprifuoco a tutti!- mi spiega John. –Per quello che è successo a tua cugina…
-Cosa cercano, di preciso?- chiedo, senza però riuscire a non far tremare la voce.
-Un animale.
-Bene.
-Bene?!- L’ho sconvolto.
-Non sospettano di Derek- rispondo innocentemente.
Si calma all’istante. –Giusto.
 
-DEREK!- sento urlare da fuori. Riconosco la voce di Scott, ma non l’ho mai sentito così… cattivo.
BB mi blocca con lo sguardo ed esce dalla stanza dove stavo studiando. Sempre che potessi chiamare quelle macerie una stanza…
Mi affaccio alla finestra e vedo mio cugino avvicinarsi a Scott.
-Stalle lontano!- continua il ragazzo. –Lei non sa niente!
-Ah sì?- risponde l’altro. –E se sapesse?
“Lascialo stare, Derek!” penso sperando che sappia leggermi nel pensiero. All’inizio sembra ricordarsi del mio consiglio: parlargli con calma.
Ma poi distrugge l’aggeggio da lacrosse di Scott, e capisco che non ho speranze.
-Finirà tutto in pezzi.- dice alla fine. Distrae Scott lanciandogli lo strumento di lacrosse, e poi scompare.
-Sempre a sbirciare tu.- Derek mi fa sobbalzare.
-Non sei stato affatto carino!- lo rimprovero.
Lui alza gli occhi al cielo, ma so che ci tiene al mio giudizio, sa che sono più saggia di lui.
La sera mi porta fuori a cena, per farsi perdonare, suppongo. E probabilmente anche per dimenticare la faccenda di Laura. Mangiamo una pizza, il mio piatto preferito, ma non parliamo. Di solito a cena inizio sempre una delle mie strane argomentazioni, tipo per quale strana ragione gli induisti si disegnano un pallino rosso sulla fronte. Ma oggi sto zitta, perché l’unica cosa di cui vorrei parlare riguarda un argomento che a lui non piace per niente: Laura.
-So cosa hai fatto.- scoppio in auto sulla strada del ritorno, non riuscendo più a trattenermi. –L’hai seppellita vicino a casa. Ho sentito il suo odore.
Derek non risponde.
-Sai che succede se la polizia la trova?
-Martha…
-Crederanno che sei stato tu e ti arresteranno!- Ho alzato la voce, ma non mi preoccupo di abbassarla: sono troppo arrabbiata. –Cosa farò io se ti arrestano? Finirò in una comunità o…
-Martha!- la sua voce sovrasta la mia. –Non lo permetterò.- continua più tranquillo. –Non ci divideranno.
Mi stringe la mano, e non posso fare altro che rimanere in silenzio, guardare fuori dal finestrino e sperare.
La mattina dopo una pattuglia di polizia arresta Derek.
-No, aspettate, non potete! Non è stato lui!- urlo agli agenti mentre lo trascinano via. Ma non mi ascolta nessuno.
-Ehi, tranquilla!- mi dice BB. –Occupati di quell’idiota.- mi sussurra ammiccando a Scott. Dopodiché lo caricano in auto.
Io vado incontro al ragazzo. –Farti i fatti tuoi sarebbe una bella idea, sai?- gli sbotto in faccia. –Si può sapere cosa ti abbiamo fatto? Cercavamo solo di aiutarti!
-Ha ucciso quella ragazza.- risponde ostinato.
Devo trattenermi per non prenderlo a sberle. -Non è stato lui!- rispondo senza riuscire ancora a mantenere un tono di voce calmo e moderato. Ma non posso parlargli di Laura, né dell’altro lupo. Non ancora…
-Scott, non devi giocare sabato!- continuo, lasciando perdere la questione Derek.
Il ragazzo sbuffa. –Io devo giocare! Se non vado perdo la prima squadra e Allison! Non posso permettermelo.
Sto per ribattere, ma qualcosa mi ferma. Ed è in quel momento che capisco che non sarò io ne nessun altro a fargli cambiare idea: lui ha già deciso. Sa a cosa va incontro, e lo farà lo stesso.
Annuisco, arrendendomi. –Ma sta attento!- gli raccomando, proprio mentre Stiles si avvicina e l’auto dello sceriffo con Derek a bordo sparisce tra gli alberi. So che ha sentito tutto e che si aspettava riuscissi a persuaderlo a lasciar perdere il lacrosse, ma non ce l’ho fatta. –Scusa.- mormoro, sicura che mi abbia sentito.
La sera della partita non posso mancare, se qualcosa va storto sono l’unica che possa aiutare Scott. Anche John può essere d’aiuto. Così, mentre Derek è alla stazione di polizia, chiamo il mio amico per elemosinare un passaggio.
-Perché non vieni anche a cena?- mi propone entusiasta.
In effetti odio stare a casa da sola, senza contare che questa non è neanche una vera casa. –Sarebbe fantastico, grazie!
-Perfetto! Siamo da te tra cinque minuti.
In attesa del suo arrivo, mi siedo sui gradini che danno sul portico. Quando all’improvviso uno scricchiolio attira la mia attenzione. D’istinto mi alzo in piedi e mi guardo in giro. Non può essere già John, penso, non sono passati neanche due minuti dalla sua chiamata.
Il rumore si ripete, e questa volta capisco che proviene dal bosco, proprio davanti a me. Non è troppo buio, ma non riesco neanche a vedere tanto bene, eppure avrei potuto notare quegli occhi rossi anche con il sole di mezzogiorno. Il lupo nero cammina nella mia direzione, ma a differenza dell’ultima volta non sta ringhiando.
Subito mi ricordo dell’addestramento di Derek, e piego le gambe e allargo le braccia, pronta a scattare; non mi rendo neanche conta di essermi trasformata. Ma lui non attacca.
Eppure uccidermi non dovrebbe essere un problema per lui, l’ha già fatto con Laura. O almeno così credo io, Derek pensa siano stati i cacciatori. No, sono sicura che è stato il licantropo che ho davanti. Forse è proprio pensando all’immagine di mia cugina fatta a pezzi che prendo il coraggio di ringhiargli addosso, come non ho mai ringhiato a nessuno.
Quello non sembra scoraggiarsi, e continua a camminare verso di me. Quando si trova ad almeno due metri di distanza dalla casa, si ferma. Io, intanto, non ho ancora abbandonato la mia posizione. Poi emette una specie di brontolio, ben lontano dall’assomigliare a un ringhio. È questo che mi stupisce a tal punto da rilassarmi e tornare umana. Come può uno spietato assassino sembrare così docile?
-Chi sei?- gli chiedo, senza però riuscire a nascondere del tutto il terrore nella voce. In fondo sappiamo entrambi che se volesse attaccarmi, sarei morta.
Non saprò mai se ha avuto davvero intenzione di mostrarmi la sua vera identità, perché in quell’istante sentiamo il rumore di una macchina in lontananza, e dopo avermi lanciato un’ultima occhiata, il lupo sparisce nell’oscurità del bosco.
A casa di John non riesco a pensare ad altro. Perché non mi ha attaccato? Vorrei parlarne con il mio amico, ma i suoi genitori sono sempre a portata d’orecchio.
Poco dopo la cena partiamo per andare a vedere la partita di lacrosse. Non ho bisogno di spiegare nulla a John, naturalmente, sa che Scott potrebbe scoppiare, e in questo caso noi saremo pronti. Sulle tribune riconosco diversi visi, tra cui quello di Allison e Lydia… Un momento…
-John, quello in parte a Allison è suo padre?- chiedo senza riuscire a togliere gli occhi di dosso da quell’uomo.
-Il cacciatore.- annuisce il ragazzo.
Il signor Argent mi fa paura, sotto sotto, ma non lo ammetterò mai. Saprei difendermi da lui, certo, ma ha quell’aria da… cacciatore. Comunque non è autorizzato dal loro “codice” a farmi del male, perché sono solo mezzo licantropo, quindi sono abbastanza tranquilla, per ora.
Il gioco comincia. Scott non sta andando molto bene, finché non vede il cartellone che sventolano Lydia e Allison: “Ti amiamo, Jackson!” Subito si imbestialisce e segna. Senza riuscire a contenerci, io e John ci alziamo in piedi esultando. Derek mi ucciderà, ne sono certa.
Più tardi il ragazzo sembra perdere il controllo, ma poi segna una seconda volta, e una terza! E vinciamo!
Ma capisco che c’è qualcosa che non va: Scott sta male, si sta trasformando. Afferro il mio compagno per un braccio e lo trascino giù dalla tribuna, dirigendomi verso Scott. Questo, intanto, sta entrando negli spogliatoi.
-Martha! Che piacere vederti!- Il falso sorriso del signor Argent mi prende in contro piede.
-Salve.- rispondo secca, non per maleducazione, solo perché sono di fretta. Infatti cerco di ripartire, e vedo Allison seguire Scott.
-Dov’è Derek?- mi blocca di nuovo il cacciatore.
-Come se non lo sapesse…- mormoro.
Di nuovo provo ad andarmene, ma mi ferma ancora una volta. –Se farete del male a un altro innocente…- Non riesce a finire la sua minaccia, perché subito lo interrompo. –Lei non sa niente.- Avrei voluto urlarglielo in faccia, ma sibilare tra i denti deve aver fatto più effetto, perché non aggiunge altro e finalmente posso correre da Scott.
Quando raggiungo gli spogliatoi insieme a John trovo Stiles, appoggiato agli armadietti. Ci ferma con lo sguardo, facendo un piccolo cenno alla sua destra. Scott si sta baciando con Allison.
In un primo momento sono molto felice per loro, che carini! Ma poi mi ricordo chi è lei, o almeno chi è suo padre e cosa ha fatto la sua famiglia, e non posso fare a meno di desiderare di strapparle tutti i capelli.
Una volta salutato il suo ragazzo, Allison esce dagli spogliatoi, leggermente sorpresa dalla nostra presenza. Scott è entusiasta, ed è per questo che non riesco a odiare quella ragazza.
-L’ho baciata.- dice con un sorriso da trentadue denti.
-Ho visto.- risponde Stiles.
-Lei ha baciato me.- continua l’amico.
-Ho visto anche questo.- ribatte l’altro.
Non riesco a non essere contenta. Scott non ha ucciso nessuno, abbiamo vinto la partita e lui e Allison si sono baciati.
Ma Stiles sembra preoccupato.
-Parleremo dopo!- esclama, dopo avermi lanciato un’occhiata.
-Che succede?- lo blocca Scott, prima che possa andarsene.
-Martha forse dovremo andare…- si intromette John.
-No, Stiles deve dirmi qualcosa.- gli dico. Ed è vero, perché il cuore del ragazzo aumenta di battito.
-No, non devo.- scrolla le spalle.
-Sento il tuo battito, ricordi? Non puoi mentirmi.- lo riprendo.
-Hanno rilasciato Derek.- risponde tutto d’un fiato, impacciato.
Io sorrido. –Sì, ovvio, come avrebbero potuto incolparlo, scusa? Le ferite sono state causate da un animale.
-Sappiamo che Derek è…- ma si blocca, accorgendosi di John.
-Tranquillo, sono un lupo mannaro anch’io.- lo rassicura il mio amico. Stiles è sconvolto. –Qu… quanti ce ne sono?!
-Bè, Derek è un animale!- continua Scott.
Sto per andare in escandescenza. –Non avrebbe mai ucciso nessuno, figuriamoci sua sorella!
I due rimangono stupefatti. –Quella ragazza…
-Era mia cugina, sì, la sorella di Derek.- ammetto, nonostante forse non sia stata una buona idea parlargli di Laura. Ma ormai il danno è fatto. –Siamo tornati a Beacon Hills perché Derek aveva paura per sua sorella, ma appena arrivati abbiamo trovato la polizia che indagava sul cadavere!- Non credo sia il caso di informarli anche sul grosso lupo nero nella foresta.
Dopo qualche attimo di silenzio, Stiles si riprende dalla notizia. –Ha comunque trasformato Scott, vero amico?
-Non è stato Derek.- riprendo un po’ più calma.
-Allora chi?- mi chiede Scott.
-Non lo sappiamo.- rispondo. Devo ringraziare il cielo che Scott è troppo inesperto, sennò avrebbe già intuito che mento, anche se solo per metà. Di sicuro John se ne è accorto, ma a lui potrò spiegare tutto dopo.
-È meglio se andiamo adesso.- mi fa notare il mio amico. Io annuisco e insieme agli altri usciamo dagli spogliatoi. Il campo di lacrosse è deserto, tranne per una figura scura in mezzo al campo. Derek. Gli corro incontro e lo abbraccio forte, anche se sono del tutto sicura che in questo momento lui sta squadrando da capo a piedi il povero Scott e l’amico Stiles, senza affatto badare a me. È questo che mi fa sorridere.
  
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