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Autore: strawberryfield_A    08/11/2012    2 recensioni
Questa è la mia primissima FF c: Ho cambiato titolo e intestazioni almeno un milione di volte, ma adesso spero di aver trovato quelli adatti x) Ah, dimenticavo: non ho preso il titolo da Hunger Games, ma dalla canzone di Alicia Keys (anche se comunque ammetto che AMO alla follia Hunger Games u.u)
Dal testo:
Avevo due anni quando è bruciata la casa, quando mia madre mi spinse tra le fessure di una finestrella della cantina per salvarmi da quell’inferno.
Ho solo un vago ricordo di lei: una figura scura circondata da alte fiamme. Poi col tempo, e grazie alle descrizioni dei miei cugini, sono riuscita a figurarmela meglio: i capelli biondi e infuocati, mentre mi implorava di scappare, con quegli occhi azzurri e fradici di lacrime. L’ho sognata spesso.
"She's just a girl and she's on fire."
(Girl on Fire, Alicia Keys)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Derek è preoccupato. Non mi piace vederlo così, perché se lui è in ansia io dovrei morire di paura. Non vuole ammetterlo, ma glielo leggo in faccia. È sempre stato bravo a nascondere i suoi sentimenti, ma dopo quattordici anni che ci vivo insieme i miei sensi si sono abituati a captare ogni sorta di sensazione che prova. E capisco che è preoccupato per Laura, sua sorella, mia cugina. Secondo ma Laura saprebbe cavarsela benissimo da sola, è brava, forte e intelligiente. Ma se Derek ha paura che le sia successo qualcosa, chi sono io per contraddirlo?
Beacon Hills è un paese carino e apparentemente tranquillo, ma io e i miei cugini lo odiamo. Perché è qui che è successo, è qui che la nostra famiglia è stata bruciata viva.
-Sei silenziosa. Tutto bene?- mi chiede Derek. In effetti è strano che sia rimasta per tutto il viaggio in silenzio. Il fatto è che mi piace viaggiare in auto di sera, mi aiuta a pensare.
-Sì, BB.- È l’abbreviazione di Big Brother, lo chiamo così da sempre perché gli voglio bene come a un fratello. -Sono solo ansiosa di ricominciare la scuola in un paese completamente sconosciuto.
Il mio sarcasmo lo fa sorridere.
Siamo sulla strada vicino alla nostra vecchia casa, quando in lontananza vediamo delle luci. Sembrano torce e lampeggianti della polizia.
-Che succede?
Derek non mi risponde, ha l’espressione terrorizzata tanto quanto la mia.
-Aspetta qui.- Fa per scendere, ma lo fermo.
-No, voglio venire anch’io!
-Ti ho detto “aspetta qui”!- Odio quando usa il suo tono da lupo arrabbiato con me.
Si chiude la porta della macchina alle spalle e si addentra nel bosco. Aspetto che sparisca nell’oscurità prima di seguirlo a ruota.
Senza perderlo di vista continuo a camminare tra quegli alberi, finché non vedo in lontananza le macerie di una casa, che un tempo doveva essere stata bellissima. Il fuoco ne ha risparmiato solo metà, ma vederla mi fa venire i brividi. Chissà come deve sentirsi Derek… Lui c’era, quand’è successo. Lui ha visto la casa in fiamme, il fumo, i corpi ustionati di tutti i nostri familiari. Forse è un bene che fossi troppo piccola per ricordare.
BB è andato a parlare con i poliziotti e riesco a sentire ogni parola.
-Cos’è successo?- chiede brusco come al solito.
-Mi dispiace, signore, non possiamo fornirle alcuna informazione…
-Mi dica cos’è successo!
Se non fosse stato per un altro agente, Derek l’avrebbe senza dubbio picchiato a sangue.
Era sconvolto, e forse capivo perché, ma senza volerlo ammettere a me stessa. Provavamo entrambi quella stessa terribile sensazione…
E poi quel rumore. Un ringhio basso, leggero, come se non volesse farsi sentire. In un primo momento penso sia Derek, ma lui sta tenendo la bocca chiusa e rimane appoggiato al cofano di una macchina della polizia in attesa che qualcuno lo consideri. No, non è lui. Ma allora…
Mi volto quasi di scatto, in preda al panico, e lo vedo. Un enorme lupo nero, con gli occhi rossi iniettati di sangue e zanne affilate. Sto ansimando e il mio cuore batte più forte del previsto, finché non mi ricordo quello che mi ha sempre insegnato il Derek: un lupo mannaro non ha mai paura, di niente e di nessuno.
Riprendo il controllo di me stessa e inizio a respirare più regolarmente. In fondo, se avesse voluto, avrebbe già potuto attaccarmi e uccidermi, invece se ne rimane lì davanti, ringhiando. Ci impiego un attimo per concentrarmi e subito sento i denti e gli artigli crescermi e una rabbia folle impossessarsi di me. Rispondo al ringhio, mantenendo però un tono basso per non attirare l’attenzione della polizia, e lui si zittisce. Mi continua a fissare con i suoi occhi infernali, ma poi sparisce tra gli alberi, in fretta e silenziosamente com’era arrivato.
Quando qualcuno mi afferra per il braccio, quasi urlo dallo spavento.
-Che diavolo ci fai qui?- Derek mi trascina verso la macchina.
In quel momento mi dimentico del lupo. –Cos’è successo?
-Non sai proprio capire il significato di “aspettare”, vero?
-Derek!- Con uno strattone mi sono liberata dalla sua presa e lo guardo fisso negli occhi. Nessuno l’avrebbe notato, nessuno se ne sarebbe accorto dal suo sguardo, tranne me. Sento le lacrime bagnarmi gli occhi, senza però avere il coraggio di sgorgare fuori, sul mio viso.
Lui prende un respiro profondo. –Laura è morta.
Voglio solo un suo abbraccio, desidero solamente che Derek mi abbracci. E senza che gli chieda nulla, lui lo fa. È in questo istante che comincio a piangere, anche se vista da mio cugino è un po’ imbarazzante. Ma non mi importa.
-Come?- riesco a chiedere nonostante i singhiozzi. Lui esita. –Derek, per l’amor del cielo, ho sedici anni! Smettila di tenermi all’oscuro di tutto! Com’è morta?
-Fatta a pezzi.- risponde tutto d’un fiato.
Una parte di me ancora non riesce a crederci. Laura, mia cugina, mia mamma, per qualche verso…
-Uno di noi?- chiedo. E se quel lupo…?
-Molto probabilmente sì.
Mi libero dal suo abbraccio. –L’ho visto.
-Cosa?
-Quando ti ho seguito… Era davanti a me, ma non mi ha attaccato.- Non riesco a capire il comportamento di quell’altro licantropo, ma se non è stato lui a uccidere Laura, allora chi?
Derek ha ancora quell’aria spaventata, e non mi piace vederlo così.
 
La mattina dopo inizio la scuola, ma non essendo una tipa molto socievole non credo che riuscirò a farmi degli amici, quindi tanto vale non provarci nemmeno.
Derek non può accompagnarmi in auto, dice che deve fare una cosa importante, anche se non mi vuole dire cosa. Non sono abituata a vederlo così sospettoso, si è sempre fidato di me, mi ha sempre detto tutto. Ma a quanto pare non c’è modo di dissuaderlo e sono costretta ad andare a piedi. Non mi dispiace molto, in effetti, mi piace camminare; posso ascoltare la musica e non fa neanche tanto freddo.
Durante la passeggiata mi ritornano in mente i momenti passati con Laura, e devo trattenermi per non piangere. Non dimenticherò mai il suo dolcissimo viso, i suoi occhi neri e profondi, che le conferivano un’aria da forte donna indipendente e sicura di sé, i capelli scuri che le scivolavano delicatamente sulle spalle. Io sono l’unica della famiglia con i capelli castano chiaro e gli occhi verdi, tutti gli altri sono (o meglio, erano) mori. Era mia madre l’eccezione, non solo perché era un umana ma anche per l’aspetto: lei era bionda e aveva gli occhi azzurri, o almeno così mi hanno sempre raccontato i miei cugini. Era lei la causa della mia mezza natura. Sì, sono un lupo mannaro, il che vuol dire che quando voglio mi crescono zanne e artigli, mi si illuminano gli occhi, ho una forza da far paura e i miei sensi (udito, olfatto…) sono mille volte più raffinati di quelli di un qualsiasi essere umano. Ma a differenza di un licantropo normale, non mi trasformo con la luna piena e ho un autocontrollo che perfino Derek invidia.
La prima ora ho una lezione sulla metamorfosi di Kafka, ma mentre il professore parla io non ascolto, perché è un’altra la cosa che attira la mia attenzione: un odore familiare, che potrei riconoscere ovunque. C’è un altro lupo mannaro in quest’aula. Mi guardo attorno. C’è una ragazza che si trucca, due che si passano i bigliettini… Ma proprio non riesco a capire chi sia. E se fosse lui quel lupo che ha ucciso Laura?
Non riesco a finire i miei ragionamenti che il ragazzo in parte a me sobbalza, come se avesse sentito qualcosa di improvviso. Ma non è successo proprio nulla. Seguo il suo sguardo con la coda dell’occhio, e si posa sulla finestra. Da qui posso vedere una ragazza che fruga nella borsa mentre parla al telefono, ma non so come questo possa averlo sconvolto. A meno che non abbia sentito…! In questo caso, però, non può essere lo stesso licantropo che ha ucciso Laura, perché quello era anziano ed esperto, questo invece è un novellino, deve essere appena stato morso, forse proprio dallo stesso lupo nella foresta.
Mi concentro su cosa dice la ragazza in cortile, e sento “Non mi dire che ho dimenticato la penna!” Niente di interessante, quindi ritorno a fissare il novellino. È un bel ragazzo, col viso tenero, dai capelli e occhi scuri; sembra il classico sfigatello che i bulli si divertono a prendere in giro. Bè, spero che scopra al più presto come utilizzare il suo dono, così da dargli una lezione.
Qualche secondo dopo ecco la ragazza della penna entrare in classe, con un insegnante che la presenta come una nuova arrivata. A me nessuno mi ha presentato. Non che la cosa mi dispiaccia, comunque.
Allison, la nuova, si siede dietro il novellino, e questo subito le porge una penna.
Sorrido sotto i baffi, e solo dopo mi accorgo del suo cognome. Come l’ha chiamata il professore? Allison… Allison… Argent!
Kate!
Sento che devo dire tutto subito a Derek, ma sono appena le 10 e fino alle 15 non posso uscire da scuola. Sarà un’agonia! Intanto però posso tenere d’occhio il nuovo licantropo della zona. Ho sentito che gioca a Lacrosse, e che proprio adesso ci sarà l’allentamento. Forse metterà in mostra qualche sua mossa speciale.
Ma non è solo per lui. Quella Argent… Forse però non è la stessa Argent di Kate, forse la sua famiglia non è un club di cacciatori e assassini di lupi mannari. Forse.
Come avevo previsto il novellino fa fuoco e fiamme in campo. Scott McCall, così si chiama. Forte.
 
Quando dico che Derek mi ha sempre detto tutto, intendo proprio tutto. Anche della sua storia con Kate Argent all’età di sedici anni. In realtà è stata Laura a raccontarmela…
Kate era la classica cheerleader con A in tutte le materie. BB si era innamorato di lei, cosa abbastanza ovvia; e lei si era innamorata di lui, cose meno che ovvia. Derek non aveva amici al liceo, stava sempre da solo, e io ho preso da lui. Finché un giorno Kate non si è avvicinata, ha iniziato a uscirci insieme e a portarlo a letto una sera sì e una no. Sembrava proprio una bellissima storia d’amore: la fighetta della scuola che si fidanza col ragazzo solitario. Se non fosse stato che lei era una stronza. Lei non lo amava, semplicemente sapeva della sua natura e di quella di tutta la nostra famiglia, e il modo per avvicinarsi a noi era proprio usando Derek. Venendo da una famiglia di cacciatori di lupi mannari, non c’era da aspettarsi molto.
Ma Derek non voleva, non poteva lasciarla, nonostante tutti i parenti fossero contro la loro relazione. Lui la amava troppo.
Forse è questo che la reso così burbero, silenzioso e distaccato da tutto e tutti: il fatto che la persona che amava di più fosse la causa della morte di tutta la sua famiglia.
-Ne sei sicura?
-Certo che ne sono sicura! È entrato presentando “Allison Argent, la nostra nuova compagna”.
BB era appoggiato alla porta della nostra vecchia casa e guardava per terra, pensieroso.
-È una sua parente?- Non ne ho mai parlato apertamente con lui, è per questo che mi trema la voce.
-Non ci sono molti Argent in giro.- mi risponde, alzando lo sguardo e puntandolo verso di me.
Vorrei dirgli che mi dispiace, che lui non poteva sapere qual era la vera natura di quella donna… Ma ho paura di come potrebbe reagire. Penso sia meglio inghiottire in silenzio.
-E… Sean?
-Scott.- lo correggo. –Non credo che sappia. Mi è sembrato molto impacciato. Glielo dic...
-Shh!- esclama di improvviso, bloccandomi a metà frase. Ha sentito qualcosa, allora mi concentro anch’io.
“Auuu! Ehi sei tu quello che ha sentito ululare!” ride qualcuno. “Potrei avere qualcosa di veramente serio.” Questo lo riconosco, è Scott. “Lo so, sei un lupo mannaro! Grr!” Quindi suppongo che l’altro sia il suo amico Stiles.
-È lui.- Derek capisce, senza che dica altro, ed entra nel bosco.
Non mi ha detto di aspettare o stare ferma qui, quindi lo seguo. Naturalmente mi tengo a distanza, a BB non piace che mi intrometta quando fa il duro.
Sì, sono proprio quei due.
-Che ci fate qui?- chiede Derek. –Questa è proprietà privata.
-Stavamo solo cercando una cosa, ma… non fa niente.- risponde Scott. Mi piace quel ragazzo.
Derek gli lancia qualcosa, e solo un po’ più tardi mi accorgo che è un inalatore per l’asma. Poi mio cugino sparisce tra gli alberi, e io corro verso casa.
-Cosa diavolo ci faceva l’inalatore di Scott nella tua tasca?- gli urlo quando ricompare.
-L’ho trovato stamattina.- risponde calmo.
-Facendo cosa?
Mi fissa dritto negli occhi senza rispondermi. Da piccola era così che affrontava le discussioni: fissandomi, finché io non abbassavo lo sguardo e lasciavo perdere. Ma adesso sono abbastanza grande.
Sorride dopo qualche secondo. –Stai imparando bene.
Non riesco a trattenermi dal sorridere anch’io.
-Ma quando attacchi non devi essere così rigida.- continua.
-Ti riferisci a ieri notte?- Annuisce. -Mi hai vista?
-Ti ho sentita. Saresti morta, se quel lupo non avesse avuto pietà.- sghignazza.
-No, mi sarei difesa.- protesto offesa.
-Non sai combattere.- osserva.
-Conosco le basi.
-Le basi non ti salvano la vita.
Sbuffo. –Dove vuoi andare a parare?
-Ti insegnerò io.- Sale le scale e apre la porta di quella casa mezza distrutta. –Cominciamo domani.
 
Il giorno seguente vado a scuola mentre una pattuglia di polizia interroga Derek sulla metà del corpo ritrovato. Se sapessero che era mia zia avrebbero fatto domande anche a me, ma non hanno ancora scoperto l’identità del corpo e chiaramente Derek non vuole dirgliela.
La mattina tutto bene, è il pomeriggio che va peggio. Appena tornata alla nostra vecchia casa, Derek mi obbliga ad allenarmi con lui. Non avevo mai preso sul serio il combattimento, ma dopo quello che è successo a Laura (nonostante fosse una lottatrice coi fiocchi!) BB mi vuole preparata.
Iniziamo con 12 minuti di corsa, e io sono già KO dopo 2.
-Ora posso fermarmi?- lo imploro ansimando.
-Stai scherzando, vero? Coraggio! Non parlare, corri!
Non sono una grande atleta, a dir la verità non sono un’atleta e basta. Credo sia un miracolo se raggiungo la sufficienza in educazione fisica.
-Adesso?
-Martha, vuoi sapere come difenderti?
-Sì, ma…
-Vuoi essere come me?
-Ma…
-Rispondimi!
-Sì! Voglio saper combattere come te!- Tutto quel correre mi ha fatto perdere la voglio di discutere.
-Allora muoviti! Mancano 7 minuti.- È scontroso, ma so che non è arrabbiato, anzi gli piace trattarmi così.
Ricomincio a correre, e questa volta non mi fermo più.
-Stop!
Finalmente mi fermo e mi butto a terra.
Sento Derek ridere e venirmi incontro. –Complimenti.
-Posso andare a farmi una doccia adesso?
Ride più forte. –Ti devo insegnare come correre, o come combattere?
-Che cosa? Non mi reggo più in piedi!- protesto con quel poco fiato che mi è rimasto.
-Avanti.- Mi aiuta ad alzarmi. –Attaccami.
È di fronte a me, troppo vulnerabile. –Io…
-Attaccami.- ripete.
Chiudo gli occhi e inspiro profondamente per trasformarmi.
-Primo errore!- esclama senza che mi sia neanche trasformata.
-Ma… non ho fatto niente!
-Hai chiuso gli occhi. Ti avrei già uccisa.
Sbuffo contrariata. –Devo concentrarmi!
-Concentrati più in fretta e con gli occhi aperti.
Allora tengo lo sguardo fisso nel suo e mi trasformo. D’improvviso mi sento più cattiva e aggressiva. E lo attacco.
Subito mi blocca e mi butta a terra. –Prevedibile.- commenta.
Questo non fa altro che imbestialirmi di più. Mi rialzo con un agile balzo e lo colpisco in pancia. Lui risponde con un calcio, e io cado di nuovo. -Non stai dando il meglio di te.- mi riprende.
È ora che inizio a dare davvero il meglio. Con un pugno e un gioco di gambe riesco a stenderlo.
Ma lui non si arrende. Si alza e passa al contrattacco. Un pugno, un calcio… Combattiamo come due veri lupi mannari.
 
Questa sera c’è una festa e credo proprio che ci andrò: è la notte di luna piena, e se Scott non conosce quel che deve conoscere è probabile che ci andrà. E allora saranno guai.
Derek si ostina a voler venire, vuole tenerlo d’occhio anche lui. Non posso dirgli di no, anche perché senza di lui non avrei un passaggio.
La festa è in una grande casa di uno dei giocatori di Lacrosse. Qui BB sparisce, e non posso fare altro che rassegnarmi e andare a cercare Scott da sola. Esco in cortile dove l’atmosfera è meno opprimente.
-Ehi, bellissima, vuoi ballare?- mi chiede un ragazzo mezzo ubriaco e barcollante.
-Levati dai piedi!- sbotto, perché ho appena visto Scott. Sta barcollando anche lui, ma non ha bevuto. Sta succedendo.
Voglio seguirlo, ma qualcuno mi afferra da dietro.
-Balla con me.- Senza che possa protestare, lo sconosciuto mi stringe a sè e cominciamo a danzare. Non è il ragazzo ubriaco di prima. È più bello, e più lucido.
-Di solito le persone normali si presentano prima di ballare insieme.- gli faccio notare, non del tutto dispiaciuta comunque.
Sorride. –Mi chiamo John, e tu sei Martha.- Mi sorprende che conosca il mio nome, visto che non l’ho mai visto prima. –Ma nessuno di noi due è una persona normale, giusto?
Perché ho la sensazione che sappia di me? Del mio segreto, del mio dono.
-Il battito del tuo cuore è aumentato notevolmente.- nota corrugando la fronte. –Hai paura di me?
È un licantropo.
Mi stacco di colpo, ma lui mi riafferra. –Ferma, non puoi aiutarlo!
-Lasciami!- Mi libero dalla sua presa e esco dalla casa della festa. L’auto di Derek non c’è più.
-Ha portato a casa Allison.- John mi è apparso alle spalle.
E in quel momento scoppio. –Senti, non so chi tu sia, né come tu faccia a sapere di me, di Scott, né come ho fatto a non riconoscerti, o come…
-Riprendi fiato.- osserva ridendo. La cosa lo diverte.
Sbuffo e mi guardo intorno, come se aspettassi qualcosa.
-Vuoi che ti riaccompagni a casa?- mi chiede innocentemente.
-Sì, grazie.
-Ma tu mi prometti una cosa?
Mi faccio cupa. –Cosa vuoi?
-Che tu sorrida.
Istintivamente sorrido, presa in contro piede da quella strana richiesta.
-Così va meglio.- Mi fa salire in auto e partiamo.
La radio è spenta e il riscaldamento non fa il minimo rumore. Il silenzio tombale è imbarazzante.
-Chi sei?- chiedo allora per rompere il ghiaccio.
-John Mays.
-Sei come me?
-No, sono come tuo cugino.
-Io sono come mio cugino.- Possibile che sappia anche che non sono un vero e proprio licantropo?
-No, tu sei diversa.- Sì, possibile.
-Come fai a saperlo?
Sorride, senza però darmi una risposta. Capisco che non vuole e, anche se mi costa, lascio perdere.
-Ok, mi spieghi come ho fatto a non sentire il tuo odore?
-Ho vissuto a contatto con gli umani più di te.
Il suo sorriso non vuole proprio andarsene. Mi da sui nervi.
Siamo sulla strada per andare a casa, ma d’improvviso John spegne la macchina.
-Non siamo arrivati.- gli faccio notare, ma lui mi fa segno di star zitta.
-Cacciatori.
Annuso l’aria ma non sento proprio niente e neanche l’udito mi è d’aiuto. Almeno finché non sento una voce familiare.
“Ti ho dato qualcosa per cui la gente ucciderebbe. Il morso è un dono.” Derek. “Io non lo voglio.” Questo è Scott! Allora non ha perso del tutto il controllo. “Lo vorrai.” risponde Derek.
-No, non è stato Derek a mordere Scott!- esclamo rivolta a John. –Era un altro! Io l’ho visto!
-Lo so.- dice John. –Infatti non hai sentito il suo cuore battere leggermente più forte? Ha mentito.
Lo fisso meravigliata. –Ma che diavolo di lupo mannaro sei?- sbotto d’un tratto ridendo.
Anche lui ride. –Ho solo più esperienza di te.
Ci guardiamo ancora per qualche istante, poi penso sia meglio andare e scendo dall’auto.
-Grazie!- mi urla quando sono ormai nel bosco.
-Per cosa?
-Per non avermi chiesto se sono stato io a mordere Scott.
  
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