Anime & Manga > Virgin Crisis: Akuma na Eros
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Autore: Morgana Leone    14/11/2012    1 recensioni
- Come faccio a crederti se tu non mi dici niente? Se non mi dai fiducia, come puoi tu pretenderla da me? Perché non puoi aprirti?-
"Aprirmi? D'accordo ... ho evocato involontariamente il diavolo facendo deliberatamente un rito satanico per fare in modo che tu mi amassi. E quando tu mi dirai "Ti amo", ebbene, a quel punto io dovrei pagare il tuo amore offrendogli la mia verginità... come potrei mai dirti questo?"
Non sapevo cosa scrivere, così ho preso un pezzo della storia.
Spero di non deludere e sopratutto di ritrarre bene questo splendido manga.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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IX

Il Portαtore
δi Luce 
 

"La mia fiducia è come il velo di piume sulla pelle,
fragile ad uno sguardo poco attento"
- Stephen Littleword -
 
Mi voltai verso le mie compagne. Erano in due e mi guardavano con rabbia e disprezzo.
- Non chiedi scusa alle tue compagne? Credi forse che potremmo mai permettere una tale violenza nella nostra scuola?- disse una delle due indicandomi le ragazze che appena due giorni fa tentarono di aggredirmi.
Mi alzai dal banco, tentando di fronteggiarle come meglio potevo. Ma dal mio metro e cinquantacinque di altezza risultava assai difficile dato che loro erano minimo due spanne più alte di me.
- Vi state sbagliando, io mi sono solo difesa -
- Cosa!? Sei una fottuta bugiarda! Tu le hai attaccate solo perché volevi conquistare Amamiya senza avere concorrenza!-
- Non è vero! Questo è quello che loro vogliono farvi credere!- dissi indicandole furiosa.
- Manami sei una stronza!- disse quella che alla fine ne aveva beccato più di tutte - Sei stata tu ad attaccarci!-
- Credetemi, non sono stata io!-
- E allora chi è stato!?-
- E' stato ...- vidi con la coda dell'occhio Kai che usciva dalla classe con aria soddisfatta. 
"Mi crederebbero?" mi chiesi.
- Il mio corpo ha iniziato a muoversi da solo e...-
- Ma tu guarda cosa ci tocca sentire -
- Non tirare fuori scuse assurde!-
- Chiedile scusa!-
Rimasi muta nel mentre che Kai usciva dalla classe.
Desiderai con tutta me stessa fare una buca nelle mattonelle e nascondermi dentro.
 
 

- Signore la prego, mi risponda! Perché non l'aiuta!?- domandò per la centoventiseiesima volta Tsubasa continuando trotterellare dietro al suo signore.
- E perché dovrei?-
- Perché è stato lei a causare questo! Come pretende di portare a termine il patto se uno dei due odia l'altro?- domandò con la sua voce metallica nonostante in questo momento fosse sotto le false spoglie di un dolce bambino.
- D’ora in avanti non è più affar mio, almeno finché Manami non si deciderà a fare ciò che le ho chiesto – rispose con voce atona.
Tsubasa si fermò - D'accordo se voi lei non vuole fare nulla allora ci penserò io. Non posso stare a guardare come maltrattano Manami - disse voltandosi. 
Ma prima che riuscisse a fare un solo passo, lo sguardo feroce del suo padrone lo inchiodò sul posto e lo fece tornare ad essere un corvo.
-  Non osare mai più mettere in dubbio le mie decisioni, Malpass. Sappi che la prossima volta non ci passerò sopra - ringhio il demone con voce glaciale.
- Ma mio signore...-
Tsubasa venne interrotto improvvisamente dalla voce limpida e rombante di un giovane.
La voce proveniva dalla classe di Kai e il proprietario era Amamiya.
- Basta! E' sufficiente!- disse il giovane alzandosi dal banco- In cinque contro una, non vi sembra di esagerare!?-
Amamiya passò in mezzo alle mie compagne e si fermò di fronte a me.
- Stai bene Manami?-
- Si- dissi abbassando la testa, sollevata e imbarazzata al tempo stesso.
- Però Amamiya ...- tentò di intervenire nuovamente una delle mie compagne.
- Basta, non aggiungere più nulla. Se continuate ad aggredirla così passerete voi dalla parte del torto-
Quelle incredibilmente si zittirono.
- Vieni- disse afferrandomi la mano e, senza aggiungere altro, mi condusse fuori dalla classe.
Attraversammo i corridoi e io non potei fare a meno di sentirmi felice.
Mi sta aiutando. Nessuno è stato dalla mia parte tranne lui. E' come pensavo... lui ha capito e non mi odia.
 
 
 
Arrivati nella cappella mi lasciò andare.
- Amamiya, grazie per avermi difeso in classe- mormorai.
- Ho solo fatto il mio dovere-
La sua voce era neutra, priva di emozioni e questo fece perdere un battito al mio cuore.
Mi stava dando le spalle. Non mi guardava.
- Qui potrai confessare i tuoi peccati senza timore, Manami-
Poi finalmente si voltò e nei suoi occhi ci lessi la solita dolce bontà che lo caratterizzava, ma ciò non mi sollevò il morale.
- Se ti pentirai nel cuore e chiederai perdono a Dio, lui cancellerà le tue cattive azioni-
- C-cosa?-
Lui mi sorrise di nuovo e l'ambra nei suoi occhi si illuminò.
- Intendo che non potevi certo scusarti di fronte a tutti. Però qui ci siamo solo Dio ed io e sono sicuro che Lui saprà perdonarti se tu ti pentirai di quello che hai fatto -
"Cosa sta dicendo?"
- Io non ho mai detto a quelle ragazze di stare lontano da te! Né tanto meno le ho attaccate per questo!-
- E allora, chi è stato?-
"Cosa posso dirgli ora? Come posso fargli capire che non sono andate così le cose quando mi ha visto con una spranga in mano?
Se gli dico che ho evocato il diavolo allora dovrò dirgli anche del patto che ho stretto con lui..."
- Per favore, ti chiedo solo di credermi. E' tutto quello che ti posso dire-
Stette un attimo in silenzio, guardandomi negli occhi e scavandoci dentro, un po' come se cercasse di leggere dentro la mia anima.
Mi ritrovai a pensare che nonostante lo sguardo di Kai fosse ceruleo e tremendo come il mare in tempesta e quello di Amamiya fosse dorato e caldo come il sole, in quel momento non c'era poi tanta differenza nel loro modo di guardare le persone.
- Non posso-
Furono solo due parole, eppure mi fecero più male di un colpo di rivoltella.
Mi si avvicinò e mi posò le mani sulle spalle.
- Come faccio a crederti se tu non mi dici niente? Se non mi dai fiducia, come puoi tu pretenderla da me? Perché non puoi aprirti?-
"Aprirmi? D'accordo ... ho evocato involontariamente il diavolo facendo deliberatamente un rito satanico per fare in modo che tu mi amassi. E quando tu mi dirai "ti amo", ebbene, a quel punto io dovrei pagare il tuo amore offrendogli la mia verginità, come potrei mai dirti questo? "
Chinai il capo. Non riuscivo più a guardarlo negli occhi.
- Sono stata io ... io le ho aggredite-
Attesi una sua risposta a testa china.
- "Fiducia" non è una parola che si trova bene nella bocca dei bugiardi. Volevo crederti, ma tu ne hai approfittato -
Le sue parole arrivarono come una condanna a morte e così anche il suono dei suoi passi che si allontanavano.
"Se io te lo avessi detto, tu saresti riuscito a perdonarmelo?"
Mi faceva male il cuore. Mi doleva in modo selvaggio. La mia testa mi pulsava.
I miei occhi liberarono di nuovo le lacrime che mi rigavano il viso con i loro salati rigagnoli. Le lasciai cadere sul bancone e sul marmo freddo. E così anche io mi lasciai cadere per terra. Svuotata.
"Non potrò mai più piacergli, non potremo mai essere amici ... è tutto finito. Non riesco mai a fare nulla da sola e ciò che ho fatto non può più essere cambiato."
Poi, improvvisamente sentii il portone aprirsi e la luce del sole inondare la cappella.
Sollevai lo sguardo e lo vidi. Bellissimo, di una perfezione che rasentava il divino.
Il volto efebico illuminato da un paio di occhi carmini, vivi e scintillanti come due stelle appena precipitate dal cielo. I cappelli lunghi e lisci gli ricadevano sulle spalle come fossero fatti di tenebra liquida. Non era un essere comune, ma una creatura baciata e maledetta dal destino e mi ritrovai a pensare che per lui si poteva morire. Avanzò come un santo nella luce del sole e in quel momento compresi il perché un tempo fosse chiamato " Portatore di luce*".
Poi si arrestò dinanzi a me, attraversando la navata centrale con la maestosità di un monarca senza regno.
Sollevai il viso ed incontrai i suoi occhi. Ma poi il peso del suo sguardo su di me era troppo forte, troppo pressante, e così decise che fosse meglio ribassarlo.
Stava aspettando. Sapeva che avrei accettato. Il dolore può farti fare cose pazze a volte.
- Lo farò- pronunciai quelle parole con la disperazione nel cuore e la morte nell'anima.
- Ti darò la mia verginità come stabilito nel nostro patto. Te lo giuro-
Lui s’inginocchio davanti a me.
Il movimento delle sue immense ali produssero una brezza leggera, facendo librare in aria alcuni foglietti lasciati sui banconi.
La sua voce stavolta aveva un che di morbido, di delicato, di estremamente intimo, come una madre che canta una ninna nanna a il suo bambino.
- Ti proteggerò dalla tristezza e dal dolore, e da tutto quello che può ferirti - sentii lo strano torpore che produssero le sue dita quando mi sollevò il mento facendo in modo che lo guardarsi con il volto bagnato dalle lacrime.
- Nel nome del re dell’inferno Satan, te lo giuro -
Poi non seppi come accadde ed ancora oggi mi chiedo il perché.
Improvvisamente sentii le sue labbra calde contro le mie suggellando il nostro patto. Trasalii e sgranai gli occhi. L'aria non riusciva più ad entrare nei miei polmoni.
Ma prima che potessi fare qualsiasi cosa si staccò da me, indugiando per un attimo la sua mano sulla mia guancia e lasciando che piano piano i suoi occhi si staccassero dai miei.
Se ne andò via e io non potei fare a meno di portarmi le dita sulle labbra, come a toccare con mano qualcosa che la mia mente era troppo sconvolta per spiegare.
Era stato un contatto veloce, fugace, come un'improvvisa scintilla.
Ma anche una piccola scintilla può scatenare un incendio.
"Perché ... perché mi ha baciata?"
 

 
 

*Il nome da angelo di Satana era Lucifero che in latino significa appunto "portatore di luce" (lux "luce" ferre "portare")


 
Ciao ragazze!
Chiedo perdono per non aver aggiornato domenica, ma non ne ho avuto il tempo.
Allora … come al solito Amamiya non ha capito un emerito nulla e Kai invece se ne approfitta … che carino …
Spero che questo capitolo vi piaccia e che questa volta qualcuno di voi commenti!
A presto!
Piccola Pirata

 
  
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