Capitolo 1: senza te…
L’alto campanile della scuola aveva da poco rintoccato le
quattro p.m., una folla di studenti con un incedere
veloce, oltrepassava i cancelli che delimitavano il liceo, potendo finalmente
sorridere e tirare sospiri di sollievo: le lezioni erano finite, almeno per
quel giorno e mancavano due settimane alla fine dell’intero anno scolastico.
Bunny camminava lentamente invece, col capo chino, guardava assente la cartella che stringeva fra le mani, a farle
compagnia in quella tiepida giornata primaverile solo i tacchi bassi delle sue
scarpe.
Dietro di lei le sue amiche Amy, Morea e Marta, la
guardavano con occhi tristi attraversare l’atrio della scuola. Neanche loro erano
state capaci di trovare una spiegazione al mutamento improvviso di Marzio e non
riuscivano in nessun modo a rallegrare un po’ la loro principessa.
La bionda guerriera di Venere, guardò le altre ragazze negli
occhi e con un breve cenno di intesa volò verso Bunny,
subito seguita da loro.
- Bunnyyyyyyyy!!!
– esordì picchiettandole una spalla con una manata che non voleva essere
brusca, ma che in realtà lo era stata in quanto era inciampata in un sassolino
e involontariamente le era finita addosso con il risultato che si erano
ritrovate entrambe sedute sull’asfalto.
- Ahi!!! – si lamentò la ragazza
dai buffi codini. - Marta, potresti cercare di essere più
delicata nei tuoi movimenti!!! – le disse nervosa, massaggiandosi il
fondoschiena.
- Scusami Bunny sono inciampata… - mormorò spostandosi una ciocca di
capelli dal viso, sconcertata dal tono iroso usato dall’amica che ricordava
sempre sorridente e pacificatrice.
- Ragazze, tutto bene? – domandò Morea sopraggiunta alle
loro spalle, aiutando Marta ad alzarsi, mentre Amy faceva altrettanto con
Bunny.
- Sì… - rispose mestamente… - Scusami, Marta non volevo essere brusca con te… ma è che… - tentò di giustificarsi, ma Marta non le
diede il tempo che la strinse in un forte abbraccio.
Alcune lacrime fin troppo
trattenute quella giornata, uscirono dagli occhi di Bunny proprio nell’istante
in cui Morea ed Amy si unirono al loro abbraccio.
- Dai adesso andiamo. – disse la guerriera di Mercurio. -
Abbiamo appuntamento con Rea al bar di Moran, ricordate? – terminò con un
sorriso dolce.
La principessa della luna scosse il capo in segno di
diniego, vedendo giungere alle loro spalle uno dei tre ragazzi più ammirati
della scuola.
- Testolina buffa! Sei pronta? – domandò Seiya.
Le tre guerriero si voltarono in
direzione di quella voce che più volte avevano sentito cantare nei cd,
rimanendo entrambe a bocca aperta.
- Se… Seiya ed io andiamo a…a pre… prenderci un gelato al centro… - farfugliò lievemente imbarazzata dinnanzi
la loro espressione sbalordita.
- Già! – confermò il cantante. - Ci si vede!!! – disse prendendola per mano e trascinandosela
praticamente via.
Ancora una volta le tre amiche rimasero a bocca aperta
guardare sparire i due oltre il cancello della scuola.
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Si era svegliato di buon ora quella
mattina, il suo sonno non era stato ristoratore, come aveva sperato, si sentiva
ancora molto stanco. Era uscito di casa subito, l’aria
fresca del mattino gli era sempre piaciuta, aveva pensato che forse una
passeggiata gli avrebbe fatto bene.
Era pomeriggio inoltrato ormai, aveva camminato per molte
ore, ma ciò non
era servito a rilassarlo, tanto meno a tranquillizzarlo. Era solo più stanco e
distrutto.
Si guardò in giro quando
d’improvviso si rese conto dove i suoi piedi l’avevano condotto.
O forse era stato il suo cuore?
A casa sua, a casa della sua dolce
Bunny.
Era davanti al suo cancello e non sapeva che fare.
Altre volte avrebbe bussato per farle una sorpresa…
Ora invece, sentiva che avrebbe voluto buttare giù quel
maledetto cancello, forzare la porta, salire di corsa le scale, spalancare la
porta della sua cameretta, e… e… le avrebbe urlato a
squarciagola tutto il suo amore.
Invece no…
nonostante l’amasse con tutto il cuore, non potevano stare
insieme?
Voltò le spalle a quella casa, con un gesto di rabbia,
continuando tuttavia a tenere sempre stretta nervosamente una mano sulle
inferriate del cancello. Come se quello fosse stato l’unico
contatto che aveva con lei.
Poco a poco, lasciò la presa, ma la strinse di nuovo
immediatamente non appena udì la sua meravigliosa voce, così dolce e sincera.
Il suo cuore mancò un battito o forse due, era così bello
poterla sentire ancora. Negli ultimi mesi l’aveva visto solo
le sue lacrime, aveva ascoltato mille e più volte i suoi singhiozzi, e i
suoi sospiri.
- Bunny… amore mio… perdonami. Cosa
darei per dirti quanto ti amo! - sussurrò quasi a se stesso. Il suo legame con Bunny si stava
a poco a poco sciogliendo, tutto ed esclusivamente per colpa di quei suoi
dannati sogni.
O forse era colpa sua?
Improvvisamente i suoi pensieri vennero
interrotti da una squillante quanto fastidiosa voce maschile.
Istintivamente si nascose dietro l’angolo della casa. Vide
rientrare la sua Bunny in compagnia di un ragazzo anzi, di un ragazzino, uno
stupido ragazzino con uno stupido codino. Almeno era
questo quello che vedeva.
Lei sorrideva, sembrava felice, sembrava quasi avesse dimenticato il suo dolore.
E lui… Oh Santissimo Cielo!!! La
stava abbracciando… ok non esageriamo, per il momento si limitava a tenerle una
mano sulla spalla… ma si sa, da lì al resto, ci vuole poco….
Seguì tutta la scena.
Quel ragazzo le aveva aperto il cancello e prima di
richiuderselo alle spalle le aveva tirato un buffo codino in un gesto talmente
confidenziale che gli parve crollare il mondo addosso
e poi se ne era andato salutandola con la mano.
No no, non poteva essere…
Possibile che l’avesse dimenticato così in fretta?
Possibile che le sue lacrime avessero ceduto il posto così
in fretta al sorriso?
In quel preciso istante cominciò a pentirsi di averla allontanata da se…
“ Marzio… ascolta il
tuo cuore, non permettere che le tue paure siano più
forti del tuo amore… prima che sia troppo tardi…”
Di nuovo quella voce, la sentiva
chiara nella sua testa...eppure era così familiare… Battè
forte un pugno sul muro… perché non riusciva a capire? Prima gli incubi, e
adesso questa voce… perché tutto doveva essere sempre così complicato? In fondo
non chiedeva niente di più, se non di amare ed essere
amato… eppure, per qualche strana ragione, a lui non era concesso…
Fattosi prendere ormai dalla rassegnazione, tornò sui suoi
passi. Non osò alzare lo sguardo, dovendo ripassare davanti al suo cancello,
preferì prestare attenzione al poco interessante gioco di luci che le sue
scarpe lucide facevano incontrando i raggi del sole… ma…
ecco un altro paio di scarpette sulla sua traiettoria… erano così simili a
quelle di…
- Bunny… - riuscì
solo a sussurrare, sorpreso.
- Ciao… Marzio -
rispose alquanto imbarazzata.
Marzio non seppe reagire in alcun modo, i
suoi meravigliosi occhi avevano lo strano potere di irretire i suoi
sensi… così, come un perfetto stupido, tornò ad ammirarsi le scarpe, e la
superò con un debole “ciao”.
Bunny dal canto suo aveva catturato quella luce nel suo sguardo, la luce di chi si perde nelle emozioni, la luce
di chi ama…
Era davvero confusa ora… che significavano quegli occhi? E perché se n’era andato così? E… aspetta… che ci faceva Marzio nel suo quartiere? Era così distante da casa
sua…
“ Non perdere mai la
speranza…piccolo coniglietto…”
Ancora quella voce sentita la notte scorsa…
- Coniglietto? – si chiese Bunny non capendo il significato
di quella frase.
- E tu come lo sai? - Chibiusa era
spuntata alle sue spalle senza che lei se ne accorgesse.
La stava guardando con un’espressione sorpresa.
- So cosa? -
chiese Bunny, ancora più sorpresa di lei.
- Come sai che il mio soprannome è “coniglietto”? Solo la
mia mamma mi chiama in questo modo…-
disse appositamente indispettita voltando rapidamente la testa dal lato
opposto… eppure non lo era, no, non era infastidita
dal fatto che qualcun altro l’avesse chiamata così. Tornò
lentamente a guardare quella strana ragazza… così, con la luce del sole alle
spalle, sembrava quasi… la sua mamma. - Beh… se ti fa piacere… puoi
chiamarmi così - disse con una vocina
tenera, tenera,
poi si volto di scatto verso la porta di casa e poco prima di oltrepassarla, si
voltò ancora una volta e fece mostra della linguaccia più dispettosa che Bunny
avesse mai visto. - Ma guai a te se lo dici a
qualcuno.
- …Ok… - rispose
Bunny alla porta ormai chiusa.
Quella ragazzina era davvero una peste… eppure,
inspiegabilmente, le voleva bene…
Ringrazio dinny e
miki90 per le recensioni.