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Autore: SeraUsa    31/05/2007    7 recensioni
- Non può essere…?? - piagnucolò Bunny al colmo della disperazione. - Sono sicura che si possa trovare rimedio a qualsiasi cosa abbia detto o fatto di sbagliato. Noi due siamo destinati a stare insieme! – urlò nella penombra del corridoio.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chibiusa, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Prologo

 

Abbi fede Bunny,  non piangere, tutto passerà… c’è un valido motivo  per l’allontanamento di Marzio.

 

Fu un leggero sospirare quella frase, un lento e pungente mormorio femminile che si diffuse in quella camera da letto, echeggiando delicatamente contro le quattro mura.

 

Ancora frastornata, Bunny alzò il capo dal cuscino e asciugandosi con il dorso della mano le ennesime lacrime versate, si guardò intorno alla ricerca di una donna dalla soave voce.

 

La tenda della finestra si agitava al lento incedere del vento creando delle ombre sottili sul pavimento, Luna era distesa ai piedi del letto e dormiva tranquilla, Chibiusa, girata su un lato, sonnecchiava con un dolce sorriso dipinto sulle labbra.

 

Sembrava tutto in ordine eppure…

 

Ma no, quella frase doveva esser stata solo pura immaginazione dovuta alla stanchezza accumulata in quei mesi o alle sue incertezze, che vagavano nella solitudine della notte, alla ricerca di una qualsiasi spiegazione del mutamento improvviso di Marzio.

 

 

- Non ti amo più, lo capisci? – le urlò contro, appiattito contro un angolo del muro del suo appartamento, il viso basso, le mani nelle tasche, che sicuramente contraeva con forza in due pugni grandi.

 

- Non può essere…?? piagnucolò Bunny al colmo della disperazione. - Sono sicura che si possa trovare rimedio a qualsiasi cosa abbia detto o fatto di sbagliato. Noi due siamo destinati a stare insieme! – urlò nella penombra del corridoio.

 

- Destinati a stare insieme… è vero… ma sulla Luna, non sulla Terra. Mettiti l’animo in pace Bunny, perchè questa è la mia decisione. E ora vai via, e non tornare mai più da me… non voglio più vederti. – disse spingendola verso l’esterno dell’abitazione e chiudendo immediatamente la porta.

 

Bunny rimase pietrificata da quel tono crudele che mai aveva osato rivolgerle  e dinanzi a quello sguardo di ghiaccio che era solito usare contro i nemici, così privo di  alcuna emozione. Abbandonata dalle sue ginocchia tremanti,  lasciò che la schiena scivolasse  lungo l’uscio ostile  e tirando su con il naso, si raggomitolò  in posizione fetale dando  libero sfogo a calde lacrime proprio nell’istante in cui  una rosa rossa al di là della porta  perdeva inerme tutti i suoi petali.

 

 

Ancora una volta quella sensazione di malessere le bloccò il respiro. Si portò una mano sul petto e lentamente, cercando di non fare alcun rumore, scivolò dal letto come una leggera piuma e si diresse verso la portafinestra che oltrepassò uscendo sul balcone.

 

Chiuse gli occhi mentre il tiepido vento di Maggio le scivolò tra i lunghissimi capelli biondi, accarezzandole la pelle e portandole via quel lieve timore avvertito poco prima. Chinò il viso e una, due, tre e tante altre lacrime bagnarono picchiettando il corrimano in ferro del terrazzino.

 

Che cosa doveva fare?

 

Marzio non l’amava più e questo era troppo atroce da superare. Erano passati 2 mesi da quella maledetta sera, ma il tempo non era riuscito ad affievolire nemmeno in minima parte il dolore lancinante che le martellava nel cuore. Al contrario, aumentava ogni giorno di più, e l’assenza del suo amato nella propria vita diventava sempre più insopportabile.

 

Ormai aveva perso il sonno e trascorreva le sue giornate a piangere nella sua solitudine.

 

Ma era cosciente di dover reagire, così non poteva più continuare. Questa sua continua disperazione non serviva di certo a far rinascere quell’amore che Marzio dava per finito.

 

Doveva cercare di essere più forte e forse ciò l’avrebbe riportato da lei, altrimenti avrebbe dovuto continuare la sua vita senza il suo amato principe Endymion.

 

Vederlo per strada e non sentire un forte pugno allo stomaco dinanzi la sua permanente indifferenza  era una cosa irrealizzabile da superare, avrebbe dovuto cominciare ad evitarlo per un po’, seppur convinta nel loro destino di un amore incommensurabile che presto li avrebbe riuniti per sempre.

 

In poco tempo avrebbe sicuramente avuto le idee ben più chiare e saputo come agire nei suoi confronti, ma per il momento per il suo benessere emotivo e fisico doveva tenersi lontana da lui!

 

Appoggiò le mani sul corrimano e alzò il viso verso la luna, la sua vera casa, alla ricerca forse di un   consiglio e di un disperato sostegno.

 

Sperò che quella fosse la cosa giusta da fare.

 

 

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Le dolci note di un tango argentino si diffusero con moderazione all’interno della stanza buia accompagnate dal ritmico e regolare ticchettio di un orologio a quarzo affisso al muro.

 

Un aitante giovane dalle possenti braccia incrociate al petto rimirava la città avvolta in un tessuto pregiato di seta scura e lampeggiante di mille stelle cadenti sulle cui potenti luci erano racchiusi  mille e più desideri nascosti.

 

Quella soffice musica era quasi una lenta e melodiosa litania nella quale cullarsi pensando a quell’amore sottrattogli da un triste incubo, venuto a distoglierlo da quel mondo fatato nel quale ormai da parecchi anni si crogiolava.

 

Un vero ed autentico sentimento le cui cause di distruzione erano dettate dal rancore di una mano ancora ignota i cui fini arrivisti si stendevano nell’aria per impedire un amore giusto e divino con la sua Bunny, la sua amata testolina buffa, la guerriera Sailor Moon, la regina Serenity.

 

Un triste sorriso si dipinse sulle sue labbra: mille e più ricordi si rincorrevano nella sua mente, sogni spensierati e felici distrutti da un fulmine a ciel sereno che con la sua potenza aveva infranto il cuor suo e quello della sua amata.

 

Marzio aprì gli occhi, così la perderai per sempre, non pretendere di poter affrontare da solo questa situazione di estremo dolore.

 

Istantanee e perlacee gocce di sudore bagnarono la sua fronte leggermente alta, dai ciuffi scuri e  ribelli ora incollatisi per lo shock.

 

Si girò con un movimento fulmineo ad osservare l’ampia stanza, nel tentativo di capire se quella frase pronunciata da voce maschile fosse stata frutto della sua fantasia oppure il contrario: apparentemente non c’era nessuno, nel suo appartamento regnavano solo desolazione e tristezza.

 

Si guardò ancora intorno pensando di vaneggiare, mentre il suo cuore ritornava gradualmente al suo naturale incedere quando all’improvviso gli parve che perse qualche battito.

 

A piccoli e lenti passi si avvicinò al mobile dirimpettaio e afferrò una fotografia racchiusa in una cornice decorata da mille coniglietti rosa: la sua Bunny sorrideva felicemente stretta a lui, mentre con l’indice ed il medio della mano destra raffigurava il segno della vittoria.

 

Un flashback, sempre lo stesso, gli colpì ancora il cuore: lui e la sua principessa in abiti cerimoniali venivano separati nell’attimo in cui un sacerdote li aveva uniti in matrimonio. Orrore, disperazione, lacrime e la sua Bunny che si allontanava da lui.

 

Sbarrò gli occhi quando il leggero vetro della cornice si frantumò in 4 pezzi appuntiti e taglienti.

 

Tremando avvicinò la foto al petto e la cullò dolcemente, purtroppo sempre più deciso ad allontanare quella meravigliosa creatura dai buffi codini biondi dalla sua vita.

 

Le mancava come l’aria, ma per il suo bene doveva necessariamente, secondo il suo punto di vista, mandarla via e adesso solo in casa, lontano dal mondo esterno, poteva gettare le sembianze da duro ed abbandonarsi ad un lungo, silente ed abituale pianto liberatorio.

  
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