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Autore: DarkLady90    02/06/2007    5 recensioni
Bella si ritrova sola, strani incotri sotto la luna piena. In un misto fra curiosità e paura si inoltrerà nella notte... e Edward?
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7: THE END

CAPITOLO 7: THE END
Feci un giro su me stessa guardandomi meglio, o meglio guardando il riflesso di un lupo argenteo e dagli occhi di smeraldo specchiarsi in una pozza d’acqua.

Poi mi resi conto che si trattava di me,

Ebbene, nelle notti di luna piena diventavo un lupo?O si trattava di un altro potere degli Shaly?


*flashback:


Eravamo nello studio di Carlisle ormai da ore, avevamo cominciato la sera ora, invece, era quasi l’alba .Ero tornata a casa giusto per mangiare con Charlie,e subito dopo ero tornata a casa Cullen. Ricerche su ricerche. Nulla. Non capivamo, un potere simile al mio non era mai stato trovato su qualche altro essere. Avevamo cercato fra tutti i vari tipi di incroci fra licantropi e vampiri, ma nulla assomigliava a quello che ero diventata. Nessuno era capace come me di parlare con la natura, nessuno aveva mai ereditato dall’incrocio- delle due razze- dei lucenti capelli argentati.
“Beh, almeno siamo arrivati alla conclusione che non sono un licantropo” Dissi ridacchiano.
“Sai, per quello ci voleva poco…” Ribatté Edward a denti stretti.
Lo guardai torva. “uff, ma insomma, io cerco di vedere il lato positivo!”
“Ragazzi!” ci rimproverò Carlisle come se fossimo due fratelli in pieno litigio.

Era stato gesto così strano, e l’aveva detto facendolo suonare come una cosa quotidiana – senza alzare gli occhi dal libro- che io ed Edward, dopo esserci guardati un secondo scoppiamo a ridere.

Carlisle ci guardò perplesso per un momento , poi riabbassò la testa.

Chiusi di scatto il grosso volume davanti a me.
“Basta!Non ne posso più!” Sbuffai.
“Ehi aspetta, forse ho trovato qualcosa” disse Carlisle saltando in piedi.
“Se un essere umano viene infettato e di conseguenza, trasformato da un licantropo Maggiore diventa un licantropo Minore, se la trasformazione viene interrotta da un vampiro quel dato essere umano subirà una doppia trasformazione e diventerà un Shaly, una varietà di licantropo-vampiro avente l’immortalità di un vampiro e un potere da licantropo”

“Quindi sono una specie di strano incrocio… ma comunque questo più o meno l’avevamo capito… non dice nulla sulla trasformazione fisica?” chiesi con un filo di speranza.
“No, si ferma qui… beh, dai però abbiamo scoperto come ti chiami, insomma diciamo la tua “razza” sei una Shaly!” Proseguì Carlisle mentre io ero più confusa che mai ed Edward se ne stava pensieroso in un angolo

Non ero un vampiro, non ero un licantropo, ero una Shaly.
“Quanti ce ne sono?”
“Qui prosegue dicendo: Di Shaly ne esistono pochi esemplari nel mondo, è una razza molto rara, di solito quando vengono morsi dai vampiri sono già licantropi, per questo gli Shaly sono molto particolari, e di conseguenza molto rari.” Finì Carlisle chiudendo il grande volume.
“Non dice dove? Non dice qualcosa in più su di loro… noi…?” “No, nient’altro, mi dispiace”
“Va bene, non importa, almeno abbiamo già qualcosa in più…”
Edward continuava a stare zitto, guardava fuori dalla grande finestra.
Io ero ancora più confusa di prima, volevo sapere di più, pensieri, domande… troppe cose mi ronzavano vorticosamente nella testa.
Dovevo accettare di essere diversa da loro, e questo mi faceva male, ma del resto ero solo una diversa specie di vampiro…
Edward mi si avvicinò e mi abbracciò stretto.
“Ti amo” mi sussurrò.
“Anch' io…”--



Provai a mordermi una zampa e mi uscì uno strano verso acuto. Faceva male! Allora non era un sogno…

Corsi veloce, nella foresta. L’aria mi scompigliava il pelo. Era una bella sensazione, mi sentivo libera!corsi fino a quando un bagliore cominciò a salire da dietro i monti. Senza rendermene conto ero arrivata davanti alla grande villa Cullen.


***
“Mi dispiace Edward, non l’abbiamo trovata” disse Emmett piano.

Non ci potevo credere, ma dov’era finita, era quasi l’alba. L’avevo cercata per tutto il circondario, dovunque, in ogni angolo. Avevo provato a sentire il suo odore, nulla, finiva tutto appena sotto la sua finestra dove erano abbandonati i suoi vestiti. Che qualcuno l’avesse portata via con la forza? No, non ci volevo neanche pensare…

“Magari è andata solo a farsi un giretto”tentò Jasper.
“Si, certo, come no! Nuda! Lo fa tutti i giorni…” dissi acido.
“Beh, con te si” ridacchio Emmett
lo fulminai con lo sguardo.
“Scusa” disse ancora ridendo.
“Edward, Edward!!” Alice mi chiamò ed arrivò tutta agitata

“Scoperto qualcosa??” chiesi ansioso.
“Si, cioè, insomma…”
“Parla!”
“Sta bene, e fra poco arriverà… non ti so dire altro”
Tirai un sospiro di sollievo. Cosa era successo? Bella cosa è successo? Magari mi stavo preoccupando troppo, del resto ormai era una vampira,o quasi, sapeva cavarsela da sola… ma qualcosa mi diceva che dietro questa storia non c’era nulla di buono…

***
eccomi qui, davanti alla casa dei Cullen.

E adesso cosa faccio? Se entro mi vedranno sicuramente, o come minimo sentiranno la mia presenza, non vorrei diventare la colazione di un vampiro.
“Però posso provare a fare una cosa…”
Cercai Alice, o meglio, la mente di Alice. Non sapevo se poteva funzionare,- lei non era un animale-, ma tentai.
“Ehm… Alice??”
dopo qualche secondo la voce della vampira sorpresa mi rispose.
“Chi è? Rosalie sei tu?”
“Wow! Ci sono riuscita!” Pensai
“No… Alice, sono Bella”
“Bella! Ma dove ti eri cacciata! Wow, adesso anche tu riesci a parlare attraverso la mente? Già così presto?”
“E’ già, qualcosa mi ha aiutata… senti adesso entrerà un lupo grigio in casa, di agli altri di non attaccarlo, è buono, fidati. Cioè, insomma non ve lo pappate!”
“perché? Bella che succede?? Ti stiamo cercando da ore, Edward non sa più che fare!!”
“Dopo ti… vi spiegherò…per ora non ti preoccupare, lo so che ti potrà sembrare strano, ma per ora fidati!”
“Ok! Fallo andare tranquillo”rispose riluttante.
“Grazie!”

Uscii dalla foresta e mi diressi verso la porta, Alice e gli altri mi guardarono curiosi,e anche un po’ preoccupati, mentre Carlisle aveva la faccia di uno che la sapeva lunga.

Dovevo fare presto, il sole stava sorgendo.
Ero appena arrivata nel lungo corridoio del primo piano quando Edward uscì dalla sua stanza.., mi guardò sorpreso e mi fissò per un secondo.
Allora andai in bagno e lo vidi allontanarsi, tornando in camera sua.
Come sospettavo appena varcata la soglia del bagno ripresi le mie sembianze umane.

Presi un asciugamano e me lo misi addosso. Entrai cauta nella sua camera. Lui era lì che si teneva la testa con le mani, evidentemente preoccupato.
“Edward?”
“Bella! Ma dove eri finita? Ti ho aspettata tutta la notte!”
“Eccomi, ora sono qui.”
Mi sedetti accanto a lui, guardandolo negli occhi.
“Finalmente ho scoperto… mi ci è voluto del tempo, tanti pensieri, tante domande, ma ora so di preciso, o quasi, cosa sono”
“Non capisco… sapevi già di essere una Shaly no?”
“Si, ma ho scoperto il mio potere, e poi scusa …. Non hai visto un lupo entrare in bagno???” dissi fingendo di essere arrabbiata.
“Si, in effetti ho visto qualcosa entrare in bagno…ma non ci ho fatto caso, Alice mi aveva detto che era tutto apposto… e poi, il tuo potere non era quello di interagire con la natura?”
“E cavolo! Vedi tutti giorni entrare lupi grigi in bagno e uscirne fidanzate?” Dissi ridendo di gusto. “l’interagire con la natura più che un vero e proprio potere è un… come dire… diciamo che sono più sensibile di voi vampiri”
“Oh…” Esclamò squadrandomi. “T-tu, un lupo?”
“Già, però non mi dispiace per niente sai? E’ così bello, corro libera, posso stare nella foresta senza pericoli, e poi è solo per una notte!”
“Non ci posso credere…”
“E’ strano lo so. Nelle notti di luna piena invece di essere un licantropo divento un lupo, anzi, una lupa, di giorno poi posso sentire e parlare con la natura! Mi piace, non è una cosa così spaventosa,! Non solo , posso anche mangiare quello che ho sempre mangiato; così non faccio insospettire Charlie e non attiro troppe domande a scuola” Spiegai ero . però- poco convinta dell’ultima osservazione.
“Sei così speciale amore”
“Non dire così… mi fai ‘arrossire’”
“Dico solo la verità, io ti amo perché sei sempre così speciale, unica…” Continuò
Sorrisi e mi avvicinai a lui , affondando la testa nell’incavo del collo respirando a fondo. Il suo profumo.

Rimanemmo su quel divano, abbracciati, tutta la mattina. Quando arrivò l’ora di pranzo il mio stomaco richiamò l’attenzione.
“Oh, scusa, mi scordo sempre che hai delle necessità” disse ridacchiando.
“Già…” ammisi mordendomi il labbro.
“Bene, ora ti porto a casa… ti passo a prendere stasera alle sette” Mi diede appuntamento e si alzò dal divano.
“Mh… non possiamo rimanere insieme?” Chiesi speranzosa.

In risposta Edward si avvicinò e mi baciò la fronte.
“Devo fare delle cose, potrai fare a meno di me per qualche ora” Ribattè sfoderando il suo magico sorriso sghembo.
Lo guardai perplessa e preoccupata per quelle “cose” che doveva fare.“Non sarei tanto sicura …però… ok” Sospirai, rassegnata

Quando arrivai a casa. Charlie era al lavoro, infatti da quando io avevo iniziato a stare spesso con Edward lui rimaneva al lavoro fino a tardi e, sempre più di frequente, lavorava anche di domenica

Ma ci sarà stato veramente tutto quel lavoro al commissariato di Forks, la cittadina più insulsa degli USA? Mi domandai aprendo il frigo

Visto che non avevo voglia di cucinare mi feci, alla svelta, un panino e mi accoccolai sul divano davanti alla TV.
Guardai distrattamente un programma musicale poi, finito di mangiare, salii in camera e presi beauty pronta per farmi una doccia bollente.

Una volta uscita dal bagno andai verso la mia camera con l’intento di leggere qualcosa, ma – con mia sorpresa – ci trovai Alice e Rosalie che mi guardavano sorridenti.
“Ciao… che fate qui?” Chiesi perplessa.
“Siamo venute a darti una mano…” Disse Alice avanzando a passo di danza e levandomi l’asciugamano dalla testa.
“Si, a darti una mano per essere magnifica” concluse Rosalie anticipandomi.
“O-ok…” Biasciai più perplessa di prima.

Alice scese velocissima giù e tornò con una valigia in una mano e un enorme pacco nell’altra.
“Si parte?” chiesi con un misto di terrore e stupore.
“Ma no! La valigetta serve per il make-up!” disse Rosalie ridendo di gusto
“Cosa??” tentavo di mantenere la calma, ma quello che mi uscì fu un gridolino stridulo. Adesso ero veramente terrorizzata.
“Si, e questo è il vestito e le scarpe” Continuò mostrandomi un grosso pacco.

Dopo esattamente tre ore di torture mi alzai dal letto per avvicinarmi allo specchio. Camminavo a stento sui tacchi, ma il risultato era spettacolare: i capelli mi ricadevano sulle spalle in grandi boccoli vaporosi e argentati come non mai. Gli occhi, passati con una linea di matita nera risaltavano lucenti, le labbra appena toccate dal rossetto scuro sembravano più morbide.
Il vestito aveva delle spalline semplici e un corpetto stretto in vita da cui partiva una gonna con le balze, le scarpe erano due trappole con un tacco di dieci centimetri tenute al piade con un cinturino sulla caviglia.

Feci una piroetta e ricevetti sonori applausi dalle mie torturatrici, che però avevano fatto un ottimo lavoro, dovevo ammetterlo. Scesi danzante le scale, strano ma vero, senza rischiare la pelle, ma – all’ultimo gradino - incappai in qualcosa di duro perdendo l’equilibrio.
“Ahi!!”
“Wow…” Una voce familiare uscì dal mio ostacolo.
“Edward!”
“Sei stupenda… non ho parole…”
“Non dire nulla allora!” lanciai uno sguardo gratificante alle due , poi uscimmo.

Ero con Edward in veranda quando lui mi prese la faccia delicatamente fra le mani e mi diede un bacio pieno d’amore. In quel momento mi persi al contatto con le sue labbra, con la sua lingua…
“Andiamo” Sospirò staccandosi
“Si è meglio”
“Però metti questa” mi porse una benda nera.
“Ma tu lo sai che comunque sentirò tutto anche se non potrò vedere?” dissi sghignazzando.
“Si certamente, ma è una tradizione umana e mi piace, perciò facciamo finta che non vedrai nulla” disse ridacchiando.


In macchina, c’era un filo di imbarazzo nell’aria, io ero stordita dalla sua bellezza, in smocking era fantastico, incredibile, ma più del solito.
“Ebbene non posso sapere dove mi porti eh?” chiesi allargando un sorriso mentre leggero mi posava un benda sugli occhi.
“No, in teoria sarebbe una sorpresa” disse, anche lui sorridendo, lo capii dal suo tono.
“Ok, cercherò di fare la brava, ma poi voglio un premio” dissi toccandomi le labbra.
“Si signora, magari anche subito” detto questo mi si avvicinò e io sussultai sentendo il suo respiro freddo sull’orecchio, lo sentii ridere piano, poi due labbra marmoree si posarono dolci sulle mie, come quando una farfalla si posa leggera su un fiore che ha paura di sciupare.
Mi morsi il labbro tentando di prendere un po’ del suo sapore rimasto sulle mie labbra, ogni volta che mi baciava lo sentivo sempre più vicino, ora più di adesso nessuno avrebbe potuto separarci.
“Bene, ora vedi di stare buona e di ascoltare poco i tuoi amici per riservarti un po’ di sorpresa” disse fingendosi severo.
“Signorsì starò buona, buona fin a quando arriveremo” Promisi, rivolgendogli un sorriso a 32 denti.
“Bene, allora andiamo!”


La strada scorreva veloce sotto le ruote, stavamo andando veloce, ma non più del solito. Mi ripromisi di non mettermi ad ascoltare, mi sarei rovinata la sorpresa, però – alla fine – percepii il pensiero di un abete: eravamo lontani da Forks.

Cercai la sua mano e presto lunghe dita affusolate strinsero le mie, non serviva dire quello che tutti e due sapevamo bene, ormai i nostri sentimenti erano chiari, fra noi non c’erano segreti, bastava un gesto e tutto era chiaro.
Baciai il dorso di quella mano, di quella pelle così liscia e invitante… un sussurro mi distolse dai miei pensieri.
“Ci siamo quasi” mi annunciò.
E pochi minuti dopo il motore si spense, non avevo idea di dove fossimo, ero riuscita a trattenere la mia curiosità.

Quando sentii la mia portiera aprirsi, misi fuori il piede e Edward mi prese la mano aiutandomi ad uscire dalla macchina. Con passo mal fermo, e sostenuta dal mio cavaliere, mossi i primi passi in quel luogo sconosciuto ed immediatamente, nell’aria, sentii l’odore del freddo misto a quello degli abeti.

“Posso?” dissi indicando la benda.
“Non ancora, ci siamo quasi”
Man mano che avanzavamo compresi che avevo fatto un grosso errore mettendomi i tacchi, ad ogni passo affondavo nel terreno. Sentii la presenza di una volpe, ma scacciai i suoi pensieri, avevo resistito fino a quel momento, tanto valeva aspettare ancora un altro po’.

Ad un certo punto le sue mani mi sfiorarono il collo , poi la benda scivolò giù dai mie occhi.
“Oh…” fu l’unica cosa che riuscii a dire. Eravamo davanti ad una spettacolare cascata ghiacciata, ogni singola goccia d’acqua era congelata al suo posto, ferma, immobile.
“Ma… ma… siamo appena a novembre, com’è possibile che sia così…”
“Magia” mi sussurrò nell’orecchio. “vieni, seguimi”
Mi prese per mano e mi portò, come dire, dentro la cascata. Lì c’era un tavolo e due sedie… di ghiaccio.

“Wow…” La mia bocca si allargò formando una grossa O. “ma hai fatto tutto questo? Tu?”
Mi rivolse un sorriso dolce e divertito, mossi un passo avanti verso il tavolo ma non appena posai il piede a terra il tacco fece un strano rumore e mi ritrovai nelle braccia del mio eterno salvatore.
“Ecco, lo sapevo che non dovevo mettermi i tacchi!” sbuffai.
“Stai benissimo, devo solo starti dietro, ma non credo che ti dispiaccia, no?” disse rivolgendomi un sorriso malizioso.
“Altroché!” dissi allacciandomi mal suo collo.
Sul tavolo c’era una candela che dava ancora più atmosfera al luogo. Alzando la testa constatai che eravamo davvero all’interno della cascata, all’interno di una conca che si era formata nel terreno.

Edward mi posò delicatamente sulla sedia e sia allontanò verso destra estraendo qualcosa da un buco nel ghiaccio.
“Madame, per lei” Mi posò davanti un piatto. “Chiaramente sono tutte cose fredde” Ridacchiò
“Ehi, vieni un po’ qui” e battei il piede sul ghiaccio accanto a me.
“Desidera?” disse
“Il mio premio” dissi con un ghigno
“Beh, si alla fine sei stata brava” detto questo mi si avvicinò e posò le labbra sopra le mie passandomi le mani fra i capelli. Se fosse stato per me sarei rimasta così per sempre, ma ci staccami.
“Grazie”Sussurrai commossa.
“E non è uno dei miei migliori baci”Sorrise
“Ma no! Grazie di tutto questo” Indicai la cascata
“Questo ed altro per te, amore”
“Posso fare una domanda stupida?” chiesi incerta.
“Spara”
“Posso sapere perché siamo qui?”
“Lo scoprirai” dissi con un ghigno.
“Non so se devo cominciare a preoccuparmi…” dissi sottovoce.
Ignorandomi mi esortò a mangiare, mentre lui se ne stava con le mani incrociate sotto il mento ,osservandomi mentre mettevo in bocca piccoli bocconi.

Ero in imbarazzo, non mi sentivo a mio agio quando mi guardavano mangiare, avevo sempre paura di sporcarmi e fare una delle mie figure. Quando alzai gli occhi incontrai il suo sguardo curioso

“Sono così interessante quando mangio?” chiesi scherzosa.
“Sei carina” rispose sorridendo.
“E’ ingiusto, io non ti vedo mai mangiare” sbuffai e lui si incupì, il suo sguardo si velò.

“Non sarebbe un bello spettacolo” disse abbassando la testa.
Avevo il dono di dire sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato!
“Ehi” dissi alzandogli il mento con un dito “Io ti amo per quello che sei”
Mi accarezzò dolcemente la mano prendendola nella sua.

Appena ebbi finito di mangiare, mi portò in un angolo dove c’era un divano intagliato nel ghiaccio (che non avevo notato). Sopra di esso erano posati dei cuscini, questa volta non di ghiaccio, ma di seta azzurra.
Ci sedemmo e io appoggiai la testa sul suo petto mentre lui mi accarezzava dolcemente i capelli.

“Bella?” Risvegliò la mia attenzione.
“Si?”
“Mi vuoi sposare?”
Shock. Mi alzai di scatto, lui invece era rimasto nella stessa posizione, con il braccio ancora incurvato dove ci doveva essere la mia testa.
“C..Cosa???”
“Si amore, io e te per l’eternità, insieme. Se dovremo stare insieme tutto questo tempo tanto vale farlo in grande stile, voglio essere ancora più insieme a te di come lo siamo adesso…”

Non ci potevo credere, del resto non era una cosa così strana, e stare insieme a lui era l’unica cosa che volevo. Per sempre.
Per diversi lunghi minuti rimasi in silenzio mentre sentivo le lacrime salirmi agli occhi, cercai di ricacciarlo indietro ma una si fece prepotentemente largo fra le palpebre semichiuse e scivolò veloce giù per la guancia.
“Voglio stare con te per sempre, voglio baciarti ancora mille e mille volte, voglio ancora sentire il tuo profumo, voglio ancora provare quel tuffo al cuore che sento ogni volta che ti vedo, voglio ancora sorridere pensando al tuo sorriso sghembo, voglio ancora che mi stringi tra le tue braccia, io ti voglio. So che lo avrei avuto comunque,lo so da quando tu mi hai reso la donna più felice del mondo, con il tuo amore ho tutto quello che mi serve, ma se un anello può racchiudere tutto questo allora si, lo voglio.”
Ora le lacrime erano tante e scorrevano senza fine.
“Bella…”
Non servivano altre parole.
L’amore ci univa come un sentimento incontrastato, niente e nessuno avrebbe potuto rompere quello che c’era fra noi.
Le sue braccia su di me, un abbraccio caldo. Nonostante la nostra pelle fosse fredda c’era qualcosa di più che il semplice calore fisico, noi due in mezzo a quel paradiso di ghiaccio eravamo una fiamma ardente.

Io e te… per l’eternità…


FINE

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Adesso immagino che non ne potrete + per il troppo zucchero, ma era l'ultimo capitolo e un pò di miele ci voleva^^
spero via sia piaciuta questa ff, anche se ammetto k nn fosse proprio il massimo, ma era la mia prima
un grande grande grazie x tutti quelli che mi hanno commentato.Alla prossima!
Baci
-Silvia-
  
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