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Autore: _Slash    15/11/2012    5 recensioni
Giorno a tutti :)
Eccomi con la mia prima fic ad OC.
Me ne servirebbero 10 o 15, ma se volete posso anche metterne di più.
Sottolineo che è la mia PRIMA fic ad OC, quindi siate clementi.
Per i dettagli vi aspetto dentro ^^
A presto!
HO RICEVUTO TUTTI GLI OC NECESSARI, GRAZIE ^^
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note prima della storia: Ok, lo so. Sono TREMENDAMENTE in ritardo, ma non avevo ispirazione, infatti il capitolo qui sotto è uno schifo u.u

Perdono T-T

Beh, ci vediamo giù *^

 

 

Non si capisce niente!

 

Cadeva, cadeva, cadeva…Basta cadere! Dopo averlo pensato, Alana atterrò elegantemente su una superficie ruvida.

Si guardò intorno, spaesata, fin quando non riconobbe il posto in cui si trovava: L’ospedale in cui era ricoverato suo fratello!

Corse per i corridoi bui di quell’edificio; Non le interessava come era capitata in quel posto, voleva solo vedere come stava il suo amato fratello. In realtà non lo era propriamente: Ariana aveva una famiglia con cui viveva felicemente, fin quando una sera non si addormentò con una candela accesa dopo aver ricevuto il bacio della buonanotte di sua madre.

Non sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe vista…

Durante il sonno sentì l’odore di bruciato e si svegliò, ma non si trovò nella sua bella camera, bensì fuori da casa sua, in quel momento in fiamme. Il fuoco che avvolgeva quella casa era lo stesso che avvolgeva la sua famiglia: Doveva fare qualcosa. Tentò di muovere un solo passo, ma subito si riaddormentò, non prima di aver sentito una presenza che la portava via da quel posto.

Quando si svegliò vide la sua nuova famiglia, coloro che l’avrebbero trattata come una schiava, tranne uno: Suo fratellastro, Sora. Purtroppo un incendio tentò di rubargli anche Sora, ma non ci riuscì; Certo, le portò via la sua nuova famiglia, ma il suo fratellastro era ancora vivo, anche se ricoverato in quell’ospedale.

Alana si sentiva troppo in colpa per i suo parenti, era lei che si era addormentata con una candela accesa. Doveva morire lei.

Sora le aveva ridato la gioia di vivere e per questo lei gli voleva un bene dell’anima.

La Brown si riscosse da quei pensieri e proprio in quel momento si trovò davanti alla camera di Sora: La numero 19. Aprì cautamente la porta con un’angoscia che non si spiegava e fu allora che vide suo fratello, in perfetta forma, seduto sul suo letto e fissava il paesaggio davanti a lui.

Fece per abbracciarlo e fu ora che lui voltò la testa e lo sguardo che aveva la fece rabbrividire: I suoi occhi nel quale ci si immergeva nella più totale tranquillità verde ora erano incalcolabili, freddi, quasi sofferenti.

-Perché? Perché non mi sei più rimasta accanto?- Le chiese lui con un sussurro interrotto dai vari singhiozzi, sia di Alana che suoi.

-Sora, l’ho fatto solo per…-

-Fa niente, ora conta solo il fatto che staremo insieme e domineremo il mondo.- Alana osservò attentamente suo fratello: Non sembrava lui. Stava davanti a lei e le stava porgendo la mano con un’area inquietante. Sorrideva senza però una minima traccia di felicità e i suoi occhi ormai erano vuoti. No, decisamente non era lui.

Nonostante ciò, sentiva di fidarsi di lui.

Non fece in tempo a fare niente che venne scagliata fuori da quella strana dimensione, ritrovandosi in un tunnel. Si dimenò tentando di raggiungere suo fratello, in quel momento impassibile, ma niente.

Rinunciò del tutto a fare qualcosa, ormai in lei sentiva solo il vuoto.

-E’ buio pesto.- Vero, era buio proprio come il suo cuore in quel momento.

Si guardò intorno: Non vedeva niente, fin quando una luce si estese sotto i suoi piedi e la risucchiò dentro. Chiuse gli occhi, spaventata, ma quando si accorse di essersi fermata li riaprì subito; Il luogo, se si poteva chiamarlo così, in cui si trovava era di una luce immensa e quasi divina.

Era poggiata su una piattaforma circolare in cui vi era dipinta la figura sfocata di un probabile uomo. Ma che significava?

Una figura si prostrò davanti a lei. Era una donna di mezza età, ma manteneva il suo fascino: I suoi capelli argentati erano lunghi fino alle spalle e incorniciavano delicatamente il suo viso ormai un po’ rugoso , i suoi occhi erano celeste cielo e sapevano di saggezza.

Alana desiderò di diventare come lei da vecchia.

La signora le sorrise dolcemente e le accarezzò una guancia: -Come ti chiami, piccolina?-

La Brown assottigliò gli occhi –Ho diciannove anni, signora-

-Ops! Scusa, ma come ti chiami?-

-Alana Brown-

La signora sobbalzò –Davvero? Quindi ho l’onore di avere davanti a me la sua erede-

-Erede di chi?!-

-Alana, svegliati!- Time out. Quella era la voce di Daisy! Ma che ci faceva li? Stava forse sognando?

-A quanto pare ti cercano, è meglio che vada.-

La signora fece per andarsene, ma Alana la trattenne per un polso: -Aspetti, che sta succedendo? Di chi parlava?-

-Alana!-

-Ragazza, ora sei molto confusa. E’ meglio che non ti dica ancora l’amara verità. Per ora ti consiglio solo di seguire il tuo cuore.- La donna sparì in una debole luce, ma la sua voce rimbombò ancora  in quella strana dimensione –E ricordati che dentro ogni ombra c’è sempre un po’ di luce-

“Ma, lei chi era?” Alana sentì improvvisamente molto sonno, tanto da non riuscire a resistere alla tentazione di chiudere gli occhi, poi…Il vuoto. Si sentì trasportare da una delicata brezza, lontano. Molto lontano.

 

Aprì gli occhi, intontita, guardandosi attorno: Davanti a lei c’erano le sue compagne, preoccupate.

-Ma che ho fatto? Mi sono forse addormentata?- Mugugnò, ancora intontita.

-Si, e mi chiedo anche come.- Rispose Yuki, squadrandola con freddezza.

Alana la ignorò e iniziò a cercare tra di loro quella donna misteriosa, ma niente. Ne rimase piuttosto delusa.

Per fortuna Dakota la risvegliò dai suoi pensieri: -Ehi, nostro piccolo fiore di gelsomino, stai bene?-

Le ragazze rimasero basite di fronte a quel soprannome; Nostro.piccolo.fiore.di.gelsomino? Osservarono sconcertate Dakota come se fosse un alieno, fin quando Alana per poco non le saltò addosso: -Non darmi della piccola!- Le gridò.

Mentre lottava contro Dakota, vide da dietro le spalle di Daisy Goro, fortunatamente vivo, anche se ferito, e un piccolo bambino dalla pelle pallida, i capelli fucsia con qualche ciocca violetta e sotto agli occhi color arancione aveva delle strisce gialle. Era tremendamente adorabile.

Si fermò di scatto e si buttò a coccolare il povero bambino che inaspettatamente si scostò e lasciò cadere Alana con il muso per terra. La Brown alzò il viso e fece la faccia offesa più realistica del mondo –Ehi, sei cattivo-

Il bambino la fissò con degli occhioni da cerbiatto –Ma non l’ho fatto a posta. O si? Questo lo dovrai capire da sola- Cinguettò poi con una risatina. Fu presto un attraente soggetto di omicidio per la maggior parte delle ragazze, persino di Daisy.

Yuki si limitò a fissarlo con freddezza –Goro, chi è questo individuo alquanto odioso?-

-Odiosa sarai tu, brutta prugna acerba.-

Goro interruppe il loro tanto amoroso discorso, tossendo –Non lo so, ma è stato lui a salvarmi. Non so neanche come.- Aggiunse pensieroso.

Il bambino gli fece l’occhiolino –Come non lo sai? Ce l’ho fatta perché sono un dio sceso in terra. Io sono Roy Tengawara! Ammiratemi e veneratemi, autografi?- Detto questo si mise in una posizione da modello.

-Andiamo a cercare le ragazze, va.-

-Non mi ignorare, prugna!-

-Sbrigatevi!-

-Va bene, ma poi non chiedetemi dove sono quelle ragazze perché non ve lo dico più.-

Le ragazze lo fissarono per in paio di secondi, fino a quando non gridarono contemporaneamente: -Tu sai dove sono?!-

Roy ghignò compiaciuto per la loro reazione prevista–Ma certo. Sono a est, a ovest, di qua, di là…Chi lo sa? Lo scoprirete presto.- Dopo scomparve del nulla, lasciando tutti sconcertati.

Daisy si riprese un po’, anche se con difficoltà –Meglio se andiamo.-

Tutti acconsentirono –Già.-

Iniziarono a camminare per i vari sentieri di quello strano posto, cercando quelle ragazze che manco sapevano se fossero vive.

 

 

Dietro un albero…

 

Roy si era nascosto lì a osservare le ragazze e a meravigliarsi di quanto fossero prevedibili, ma soprattutto per incontrare il suo capo.

Un tipo a posto, ma piuttosto silenzioso e anche per questo inquietante. Non sapeva niente di lui e visto che portava una felpa era solo a conoscenza del fatto che fosse alto e abbastanza muscoloso

Per fortuna non tardò ad arrivare con quell’aria tranquilla e misteriosa di sempre.

Roy non lo degnò manco di uno sguardo e si arrampicò sull’albero come una scimmia e iniziò a sgranocchiare una mela.

-Cosa stanno facendo le ragazze e Goro?-

-Ah, niente di che. Stanno cercando le altre.- Poi fece il broncio –Quella prugna acerba è un’antipatica. Potresti ucciderla?- Chiese infine, con gli occhi che avevano assunto una strana luce.

-Anche se potrei farlo con molta facilità, no. Servirà anche lei per il piano.-

-E che cavolo. Non è giusto, sei un cattivone.-

-Non mi interessa.- La voce del suo capo divenne poco più di un sussurro –M’interessa solo il fatto che il grande giorno stia per arrivare.- Dopo di che se ne andò con Roy alle calcagna.

 

 

Da Claudia e Diana…

 

Le due ragazze si erano ricongiunte da un bel po’ di tempo e stavano cercando di raggiungere gli altri, ma senza risultati.

Questo perché Diana era troppo preoccupata per le ragazze e non riusciva a concentrarsi su niente, mentre Claudia era troppo impegnata a pensare alla persona misteriosa che l’aveva salvata e al perché gli sembrasse tanto famigliare.

Erano così distratte che Claudia manco si accorse di stare per sbattere contro un albero, cosa che accadde.

Gemette di dolore. -Che male!- Si massaggiò distrattamente il naso ormai rosso –Sembro un clown- Le cose andavano di male in peggio.

-Dai, resisti. Dovremmo essere vicine- Un altro Grifone le sbarrò la strada. Sospirò e poi si mise a correre. –E’ come se ci seguissero! Facciamo in fretta!-

Non ricevette risposta.

Si girò preoccupata per la sorte della sua compagna e purtroppo non erano delle migliori, infatti stava per rimetterci la pelle per un colpo del Grifone.

Per fortuna la Smrt sembrò avvertire la sua zampa e la sfruttò per far leva per un salto, poi estrasse una spada e colpì la creatura con un fendente, ghiacciandola.

Diana restò incredibilmente stupita dallo spettacolo di fronte ai suoi occhi, tanto che Claudia fece fatica per farla ritornare sulla terra.

-Ehi, Diana. Torna da noi, anzi, da me.-

La Raven sembrò risvegliarsi da un sonno profondo. –Scusa, sei stata micidiale. Ma da dove l’hai presa quella spada?-

Claudia osservò a lungo l’oggetto tra le sue mani, come se potesse darle delle risposte –Non lo so, ma è come se impugnandola una parte di me si fosse accesa…Una parte nascosta da sempre.-

-Eh?-

Il rumore di applausi distrasse le ragazze dai propri pensieri; Ma quella non era Nori?

La Okada sorrise –Molto bene, ragazze. Avete superato la prova d’ingresso, i miei complimenti.-

Silenzio totale.

Claudia si trattenne a stento dal picchiarla –Tutto questo caos era solo una prova?-

-Si, anche se ci sono state degli…Ehm…Incidenti di percorso- Indicò con il mento il Grifone per fortuna ghiacciato. –Mi scuso per i picc…per gli ostacoli. Ma ora andiamo!- Detto questo trascinò Diana e Claudia dalle ragazze, piuttosto arrabbiate, Goro e il caro Roy in quel momento intento a lottare contro Yuki.

Non fecero in tempo a muoversi di un solo passo che Daisy le saltò addosso –Ragazze! Siete vive!-

Seline squadrò Daisy da capo a piedi –Saltare addosso alle persone a quanto pare è diventato un tuo hobby, vero?-

Mackenzie si unì all’abbraccio e fece la linguaccia a Seline, felice di rivedere le sue compagne.

Accortesi della presenza di Claudia e Diana, le altre ragazze le circondarono e fecero loro miliardi di domande, ma la più azzeccata fu quella di Rika: -Dove eravate finite?-

Diana tentò di trovare una risposta sensata –Ehm, ecco…-

Per loro fortuna Nori richiamò le ragazze intorno a sé.

Dopo degli attimi di silenzio, la Okada iniziò a parlare –Come avrete ben capito, avete svolto il test d’ingresso che avete superato con buoni voti, ma non pensate che d’ora in poi le cose saranno più facili- Ignorò le varie occhiatacce delle ragazze e continuò –Per ora sosteremo un po’ a casa di Roy, il famoso lui- Si mise a ridacchiare.

Roy fece un’espressione confusa, ancora all’ignoto dei vari film mentali fatti dalle ragazze su di lui.

Le altre ne rimasero basite, cosa che lo fece confondere ancora di più. Si avvicinò pian piano a Yukari –Ma che cosa vi prende?-

Yukari sobbalzò, colta in fallo –Ehm, niente! Vedi, io…- Detto ciò si nascose dietro Dakota.

-Bah…- Mormorò.

Nori lo fulminò con lo sguardo –Vero che ci farai alloggiare da te?!-

Roy non si fece affatto intimorire dallo sguardo assassino della Okada, anzi, la fissò con un’aria di sfida –Per chi mi prendi, per un albergo?- Ribatté, acido come non mai.

-Roy Tengawara!-

Il piccolo Tengawara sobbalzò, poi si mise a riflettere.

Buon segno.

Dopo aver dato una breve occhiata dietro un albero, acconsentì –E va bene, però dovrete rispettare delle regole.- Iniziò a camminare verso la sua caverna, seguito dalle ragazze.

-Ah si? E quali sarebbero?- Gli chiese Goro, curioso.

Roy sorrise storto –Allora, regola numero uno, non rompere niente, incluse le mie scatole, regola numero due, non sporcare…-

 

 

Dopo un’ora…

 

Ormai avevano raggiunto la caverna di Roy e fatto un giro turistico, ma lui continuava a dettare regole –Regola numero mille, avere rispetto verso muà. Finito, ci sono domande?-

Ume si lasciò cadere su una sedia –No! Ci avrai detto novecentonovanta regole…-

Roy la gelò con un solo sguardo –Sono mille, a quanto pare non le hai memorizzate. Te le ripeto-

-Ma anche no.- Mugugnò lei, assonnata.

Nori tappò la bocca di Roy -Ok, ok. Come ben saprete, qui siete al sicuro da ogni sorta di creatura maligna, godetevi l’alloggio. Ora accomodatevi pure, poi ceniamo e vi dico la disposizione delle camere. Domani farete allenamento. E ora…sciò!-

Le ragazze annuirono e si sparpagliarono per la caverna, mentre gli adulti e Roy si occupavano della cena.

Ormai non ne potevano più, ma in fondo era solo l’inizio…

 

Angolino della pasta volante (?):

E rieccoci J

Goro è salvo! *O*

Tutto questo caos era solo una prova d’ingresso, scioccati?

Eheheh, è questo che esce nella mia mente contorta u.u

Vi piace Roy e il suo capo?

Secondo voi cosa avrà in mente?

E la signora?

Nel prossimo capitolo ci saranno le disposizioni delle stanze e poi qualcos’altro che ancora non so ^^’’

Ringrazio come sempre chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite, chi recensisce o chi legge e basta ^^.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto <3 (Ahahahah, bella battuta u.u)

Ehm, non ho altro da dire.

Baci

 

P.s. Avete idee per il nome della squadra? Io li chiamerei The protector of the world. Sta a voi decidere ;3

P.p.s Pastaaaa X3 *Scuoricina*

  
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