Un anno di melma
Capitolo 2
La vendetta di Harry
Harry Potter si
svegliò di soprassalto(come sempre del resto!), gli bruciava molto la
cicatrice(mai successo!), si alzò, girò per la stanza tre volte e si coricò di
nuovo. La cicatrice continuava a bruciargli così decise di scrivere una lettera
al suo amato padrino: Sirius. Stava per rialzarsi quando d’improvviso si ricordò
che l’estate prima, ogni volta che gli bruciava la cicatrice(ogni mattina),
aveva spedito una lettera a Sirius; il quale dopo un mese e mezzo di:
“stamattina mi ha bruciato la cicatrice”, lo aveva mandato a farsi fottere(avrei
voluto usare un termine un po’ più delicato ma non avrebbe reso bene l’idea!)!
Nonostante questo pensiero
decise ugualmente di scrivere la lettera al suo padrino. Andò alla scrivania e
con un originalità fuori dal comune scrisse: “stamattina mi ha bruciato la
cicatrice”. Si alzò dalla sedia e andò alla gabbia di Edvige(la sua civetta
bianca), la prese gli legò il messaggio attorno alla zampa e disse: “questa è
per Tartufo”(il nome in codice di Sirius). Edvige aprì il becco e tubò: “Uuu
tuuU, tuu uhuUu ù tuUuUu!!!”(che in italiano significa:“Brutto deficiente, tuo
padrino è morto!!!).
Harry ci mise un po’ a decifrare
il mistico messaggio della sua civetta. Quando però ci arrivò, decise di non
spedire più la lettera e di fare un po’ di compiti.
Ora avete appena assistito all’illustrazione della tipica mattinata di Harry Potter dell’estate tra il 5 e il 6 anno!
Verso mezzogiorno(quasi un
minuto e mezzo dopo), si stufò di fare i compiti e decise i uscire a fare una
passeggiata. Scese le scale e arrivò al portone d’ingresso, girò la maniglia e
Zuuuuuum, Bruuuum!!!! Un lampo di luce verde seguito
dall’esplosione della porta. Subito dopo altri 42,36 incantesimi partirono
contro Harry che, ormai abituato li schivò in pieno stile Matrix. Schivati tutti
gli incantesimi decise di tornare in camera sua a farsi torturare dagli zii per
aver fatto distruggere la porta nuova.
Era la quarantaduesima volta che veniva assalito prima ancora di riuscire a
mettere piede fuori di casa. Una volta c’era riuscito, ma si era ritrovato a
combattere i mangiamorte a mani nude, che non è il massimo. Molti diranno: “e
perché non usa la magia?” E io rispondo: “perché sarebbe stato espulsuto da
Hogwarts”.
Harry dovette andare dagli zii, spiegare che la porta non l’aveva rotta lui e
prendersi un sacco di colpi e punizioni. Neanche lui sapeva se odiava più i
mangiamorte o i suoi zii.
Così Harry passava le sue giornate venendo assalito da i mangiamorte e dagli
zii, tutto si sarebbe risolto se avesse potuto usare la magia, ma a quel punto
non sarebbe più potuto tornare a scuola. Che fare? Boh!
*
La domenica successiva Harry si
svegliò con la cicatrice che bruciava, ripeté tutti i passaggi illustrati prima,
fino a quando arrivò il momento di uscire. Harry aprì la porta, ma non c’era
nessun mangiamorte a tentare di ucciderlo(perché la domenica i mangiamorte non
lavorano), così si avviò per la strada andando dove lo portavano i suoi piedi.
Da Privet Drive arrivò a Londra, attraversò la manica, arrivò a Parigi, Roma,
Berlino, Los Angeles, Roma, Tokio, Kioto(che sarebbe To-kio composta in maniera
diversa), Vice City, San Andreas, Londra e Privet Drive! Tornò davanti casa alle
sette e mezza di sera e si sentiva parecchio stanco. Stava per rientrare quando
incontrò un suo vecchio amico: Mundugus. Mundugus era un mago che trattava
specialmente merce di contrabbando, col quale Harry si era dato appuntamento la
domenica prima. Quando vide Harry lo salutò con un cenno e lo portò in un angolo
buio e gli disse:
“Ecco quello che ti serviva, non ho capito bene cos’è, ma l’importante è che hai
la grana”
“si ok , fai in fretta dai”
“costano dieci galeoni, ma visto che sei un amico te li vendo per quindici”
“oh no! Venti o niente”
“Facciamo venticinque?”
“cinquanta e non ci pensiamo più!”
“ok grazie ciao!”
“ciao”.
Era fatta! Finalmente Harry sarebbe andato via da li. Il ministero della magia
prevedeva che gli alunni, durante le vacanze scolastiche non usassero la magia,
quindi Harry avrebbe benissimo potuto fare Cho(scusate ma si legge uguale!) che
aveva in mente.
Vide il cugino tornare a casa, si diede un’ultima sistemata generale ed entrò in
casa. Venne accolto da commenti del tipo: “dove sei stato fino ad adesso” o
“sembra quasi che sei andato a New York a piedi!”, ma non fecero un gran effetto
su di lui, se non quello di aumentare la sua rabbia.
Era sulla soglia quando mise le mani all’interno del cappotto e ne estrasse due
belle mitragliette, con le quali iniziò a far fuoco sul cugino e sugli zii...
*
Harry non si era mi sentito così soddisfatto! Aveva appena ucciso le persone che più gli stavano antipatiche e a momenti sarebbe arrivata la cosa che più desiderava in quel momento. Mentre questi pensieri gli invadevano la mente sentii un fruscio alla finestra, era Fanny, finalmente era arrivata. Harry srotolò la pergamena dalla sua zampa e lesse:
“Ciao Harry, siamo contenti che non ti sei cacciato nei guai quest’anno! Siamo veramente orgogliosi, specialmente Sirius. Oh è vero! Scusami ma mi ero dimenticato che era morto, non si sente molto la sua mancanza non trovi? Comunque abbiamo appena scoperto che i tuoi zii per ragioni di salute non ti possono più tenere, per questo motivo Silente ci ha mandato Fanny dicendoci di invitarti. Speriamo che accetterai l’invito.
Cordiali saluti:
Molly Wesley”
Harry rilesse la lettera tre volte, non per un motivo preciso, ma semplicemente perché non aveva niente da fare. Infine arrivò Arthur Wesley che lo portò alla Tana con se.