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Autore: DragonAndWolf    15/11/2012    1 recensioni
Jötunheimr.
Il Regno dei giganti di ghiaccio è stato messo a dura prova dagli eserciti di Odino, Padre degli dèi e da Sutur, re di Muspellheimr. I due a fine battaglia trovano un bambino dei Jotun, Loki. Il Sovrano di Asgard decide di prendersene cura assieme al primogenito Thor, nascondendo le sue origini di gigante.
Anni dopo Sutur si ritrova a dover affrontare una battaglia più ardua: la perdita della moglie. Ella però riuscì a dare alla luce una bambina dai capelli rossi, Aleksandra.
Nel frattempo nel Regno degli elfi chiari, ad Alfheimr, si festeggia la nascita di una nuova principessa: Ainwen, figlia di Kàri e Calien, futura moglie di suo fratello Elros.
Un viaggio tra Regni sconosciuti e magici, pieno di battaglie, conflitti e amori.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Loki, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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ELROS

Il principe ereditario fu convocato nella Sala del Trono dai genitori.
Dal giorno del terribile incidente, il re e la regina si erano staccati da lui, e solo in rare occasioni avevano richiesto la sua presenza. Quello non era di certo un buon segno per il principe degli elfi, il solo rivedere i due troni reali, quell’aggroviglio unico di rami bianchi intrecciati tra loro lo inquietavano.
Percorse le lunghe strade del Grande Albero Bianco, raggiungendo la Sala del Trono, dove si inchinò rispettosamente davanti ai genitori, tenendo il capo abbassato. «Padre, madre, mi avete chiamato?»
La regina aprì bocca, ma Kàri appoggiò una mano sulla spalla della moglie sua sorella, e con tono imperioso cominciò a parlare. «Ti mancano solo due anni per raggiungere l'età per essere considerato un uomo.» Fece una piccola pausa, «ma non ti vogliamo concedere tua sorella Ainwen.»
 Elros scattò in piedi, furioso. «Cosa?!» Gridò contro i regnanti, col cuore che batteva furioso nel suo petto.
«Vedi...»  Fece sua madre, la regina «dopo quello che è successo al fiume… noi non ci fidiamo di te. Io non posso più avere figli, e sapere che tua sorella è in pericolo con te... non possiamo rischiare. Sposerà un vanir , e durante il soggiorno a Muspellheimr conosceremo la famiglia del suo promesso sposo.»
«I vanir danno molta importanza alla famiglia e al benessere del loro Regno, il principe Freyr sarà un ottimo marito per Ainwen.»
Il labbro inferiore cominciò a tremargli, sentendo un groppo in gola. Non avrebbe sposato la sua amin seler, la persona dal cuore più puro che ci fosse.
Strinse i pugni fino a farsi sanguinare i palmi delle mani.
«Voi non potete. E’ mio diritto sposarla! Con Ainwen è stato solo un incidente, perché non lo capite??» La voce gli tremava per la troppa rabbia, non sentendo dolore per le mani sanguinanti. Guardò con una certa ostilità i due genitori, se avesse potuto li avrebbe fulminati. Non potevano sciogliere una tradizione di famiglia per un incidente di cui lui non aveva alcuna colpa! Sua sorella si era gettata in acqua credendo di saper nuotare ed era affogata… e ora intendevano dare in pasto l’altra sorella al popolo vanir? Erano forse impazziti?!
Una venuzza pulsò sulla tempia del padre, graffiando l'intreccio contorno dei rami che formavano il trono reale. «Non è più un tuo diritto ora. Troveremo anche per te un'altra moglie, vedrai. I vanir non ci concedono la figlia femmina, ma potremmo trovare un'altra ragazza elfa.»
«Io non voglio una sgualdrina qualsiasi, io voglio Ainwen! Giuro sugli spiriti della natura che se non me la darete in sposa ve la farò pagare!»
 Il re si alzò, guardandolo torvo. «Come osi rivolgerti così a noi?! Noi non ti daremo Ainwen per nulla al mondo! Ci penserà il giovane vanir a proteggerla da te!»
«Non  oggi, non domani, ma un giorno vi pentirete di questo affronto!» Uscì dalla Sala sbattendo la porta e scansando chiunque incontrasse sul suo cammino. Le lacrime bruciarono ostinatamente per poter uscire, ma lui le ricacciava con forza. Era un principe, e i principi non piangevano per nulla al mondo. Il nodo alla gola di prima non gli dava pace… lo stava soffocando, facendogli male alla gola. Cosa avrebbe fatto se avesse incrociato sua sorella, in quel momento?  Ainwen era una bambina allegra e così pura…
«Amin hantis!»
Ecco, infatti.
 
La principessina gli andò incontro tutta felice, saltellando come non mai. In mano aveva un fiore bianco  come il latte  e gli stami rossi come il sangue. «Guarda cosa ho raccolto per te, ti piace?» Lo guardò con due occhioni azzurri così dolci che quasi provò una stretta al cuore dolorosa.
Elros prese il fiore e lo fece a pezzi. Fulminò con lo sguardo la sorella e se ne andò via. La piccola lo seguì, confusa dal suo atteggiamento. «Amin hantis?» Continuò a chiamarlo, con la vocina strozzata dalla delusione. Cercava di mantenere il suo passo, raggiungendolo di nuovo, ma il principe cercò in tutti i modi di togliersela dai piedi, trattenendo le lacrime che gli pungevano gli occhi.
Non sarebbe mai stata sua, non avrebbero mai vissuto felici, anzi, il dolore sarebbe stato il loro unico compagno in quella vita senza amore. E la sorellina continuava imperterrita a seguirlo, anche se cominciava ad avere il fiato corto, il fratello aveva accelerato il passo di nuovo. Sentiva i suoi ansiti farsi via via più forti. «Amin hantis!» Lo chiamò di nuovo, cominciando a correre.
Il principe in quel momento prese una decisione, una terribile decisione che avrebbe cambiato per sempre le loro vite… «Cosa vuoi?» Chiese con acidità mentre si fermava, ma continuando a darle le spalle.
Ainwen corrucciò la fronte, confusa «sei strano, amin hantis.» Riuscì a prendergli una mano e a stringergliela forte. «Cosa ti hanno detto la nobile madre e il nobile padre?»
 Elros lasciò la sua presa in un colpo secco e la guardò pieno di rabbia «stammi lontano, mocciosa!!»
La piccola indietreggiò spaventata, ancora più confusa e sdegnata al tempo stesso. «Che è successo?»
«Vai via!» Le urlò, sfogando tutta la rabbia che aveva dentro nel suo esile corpo di elfo, sperando di aver posto fine a quella situazione.
 «Amin...» Non riusciva quasi a parlare «...hantis?»
In quel momento Elros si sentiva il re dei vermi, ma non poteva fare altrimenti, doveva far sì che Aiwen lo odiasse. In questo modo non avrebbe sofferto per il mancato matrimonio, sarebbe stata felice con qualcun altro. Aveva privato della vita una sorella, non avrebbe privato della felicità all'altra. «Non ti avvicinare più a me, stupida mocciosa!» Riprese il suo passo accelerato dirigendosi lontano da lei, e quando si assicurò che la piccola non lo seguisse più, si voltò. Ainwen non c'era.
Andò sotto l'Albero Sacro, chiedendo perdono agli elementi per quello che avrebbe fatto in futuro.
Sarebbe stato quello che gli altri consideravano un mostro. Ainwen l'avrebbe odiato e avrebbe vissuto felice col suo futuro marito, mentre lui sarebbe stato re degli elfi, un re solo.
 

FRIGGA

La regina di Asgard ammirava dalla sua camera il paesaggio di Muspellheimr: alla sua destra in lontananza, vedeva il deserto, alla sua sinistra vi scorgeva la città e sotto i suoi occhi c'era il gran giardino reale.
Un sorriso materno si dipinse sulle sue labbra.
Thor era vicino alla fontana con Johanne, e a giudicare da come si muoveva le stava raccontando di qualche battuta di caccia col padre; più giù, quasi nascosti dagli alberi c'era Loki che rideva e scherzava con la piccola Aleksandra.
Di rado vedeva suo figlio minore sorridere così tanto, ma quando stava con la principessa cambiava. In pubblico rimaneva sempre timido, ma i suoi occhi si illuminavano quando la bambina dai capelli rossi come le fiamme  gli rivolgeva anche solo una parola di cortesia.
Suo marito rientrò nel loro alloggio e lei lo raggiunse raggiante «amore mio, affacciatevi al terrazzo e vedrete i nostri figli felici come non mai.»
Il Padre degli dèi si avvicinò alla finestra stancamente, aveva passato l'intera mattinata con Sutur, facendogli fare il giro della città. «Frigga» disse il marito continuando a guardare fuori dalla finestra, sorridendo. «Sono giorni che siamo qui, e i nostri figli si trovano bene con le due principessine.»  Il suo tono faceva capire che sotto c'era qualcosa, un pensiero che aveva cominciato farsi strada poco tempo fa.
«Cosa passa nella vostra mente? Confidatevi con me.»  Lo guardò, forse aveva capito cosa voleva dirle.
«Mia signora»  Odino le si avvicinò, posando una mano sulla guancia della moglie «pensavo, perché non creiamo un'alleanza con Muspellheimr? I nostri figli sposeranno le due piccole principessine, vedo che vanno molto d'accordo. Cosa ne pensi?»
«Che sarà un’unione felice»  fece il sorriso più raggiante che ci fosse ma durò per poco poiché cupi pensieri l'assalirono improvvisamente. «Sutur farà sposare Aleksandra con Loki? In fondo conosce le sue vere origini, potrà mai accettarle?»
«Sutur si è ricreduto per quanto riguarda Loki. Non so se sia il vino o il suo buon senso ad averlo fatto ricredere, ma so per certo che non rifiuterebbe mai una mia proposta.» Disse con tono limpido senza alcuna ombra di alcuna perplessità.
Frigga posò lo sguardo nuovamente su Loki e Aleksandra. «Quella bambina è proprio ciò di cui nostro figlio ha bisogno, non l'ho mai visto così allegro…>>
«Lo penso pure io. Per questo volevo darla in moglie a nostro figlio. Frigga,» le baciò una mano «tu sei d'accordo, non è vero?»
«Certamente! Solo il meglio per i nostri figli, e chissà, un giorno Muspellheimr e Asgard potrebbero creare una pace con Jotunheimr .»
Odino sospirò. «La vedo dura mia signora, ma... mai dire mai. Cominciamo a parlarne con Sutur e Lena, d’accordo?»
 La regina fece un cenno affermativo col capo per poi appoggiarsi al braccio del marito.
Andarono a chiedere udienza ai due regnanti di Muspellheimr e vennero ricevuti quasi subito. «Odino, Frigga, cosa posso fare per voi?» Il viso del grasso re non era ancora paonazzo per via dell'alcool, ma a giudicare da come beveva tra poco lo sarebbe stato.
 «Amico mio»  cominciò il Padre degli dèi, «volevamo proporti una cosa che potrebbe interessarti.»
Lena, vicino a Sutur fissava i due asgardiani con occhi aperti a fessure, guardandoli alquanto storto.
«Ti ascolto» il re tracannò un altro boccale e metà del liquido al suo interno gli bagnò la lunga barba.
Odino guardò la moglie, la sua espressione non era delle più belle nel vedere l'amico già intento a tracannare boccali su boccali. Anche Lena al suo fianco non ne sembrava felice e a ben ragione.
«Propongo un'alleanza matrimoniale tra i nostri figli. Thor sposerebbe la tua primogenita, Johanne, mentre Loki la piccola Aleksandra.»
«Beh, tu hai due figli e io due figlie, ma sì!»  Si alzò in piedi e fece cadere il bicchiere pieno, sporcando i tappeti di pelle di drago color avorio. Alcune chiazze rosse si sparpagliarono fino al pavimento nero, donandogli una lucentezza questi sinistra. «Creiamo questa alleanza, saremo i più temuti in tutti i Nove Regni!»
Frigga chiuse gli occhi. Detestava dover vedere certe scene, anche suo marito ogni tanto alzava un po' troppo il gomito, ma non si rendeva ridicolo in quel modo come il re di Muspellheimr.
«Certamente, amico mio.» Odino diede una pacca amichevole sulla spalla di Sutur e i due risero.

Quella sera la regina convocò i suoi figli per dargli la lieta notizia.
«Figli miei, ormai l'infanzia è quasi alle spalle e bisogna pensare al vostro futuro, al matrimonio.»
 «Al matrimonio, madre?» Thor inclinò la testa verso la spalla sinistra, mentre Loki rimase zitto, osservando attentamente la madre.
«Sì, oggi io e vostro padre abbiamo parlato con re Sutur, siamo tutti d'accordo a creare un’unione tra Asgard e Muspellheimr.»
Thor sorrise raggiante «posso sposare Johanne, madre??»
«Certo figlio mio, e tu Loki sposerai Aleksandra, ne siete contenti?» Studiò attentamente i volti dei suoi figli, non voleva costringerli a quell'unione.
«Davvero?? Oh, sì madre mia!»
Loki annuì col capo, un piccolo sorrisetto si mostrò sul suo visino dai lineamenti fini.
Frigga li abbracciò «sarete felici, e un giorno mi darete dei bellissimi nipotini.»
«Thor non sa come si fanno i bambini.» Ghignò Loki, e Thor di tutta risposta lo guardò malissimo.
«Non è vero!»
«Per queste cose c'è tempo!» Li rimproverò, staccandoli da sé.
«Scusateci, madre.» Thor guardò a terra mentre Loki stava ancora sghignazzando. «Ma quando ci sposeremo?»
«Quando sarete uomini forti e coraggiosi in grado di poter proteggere le vostre future mogli.» Accarezzò una guancia al figlio maggiore.
«E quando lo saremo?» Sul viso del biondo si poteva leggere l'impazienza, tipica di suo padre quando era un giovane guerriero.
Frigga rise «Thor, porta pazienza come Loki, e ricorda: ogni cosa ha il suo tempo.»
«Uhm, va bene.» Il biondino si staccò dalla madre, togliendosi il mantello rosso che lo stava soffocando.
La regina guardò il figlio minore «tu cosa ne pensi Loki? Sei cosi silenzioso…»
«Come volete voi, madre.» Disse seriamente il ragazzino «a me Aleksandra sta simpatica.»
«Ma tu sarai felice? Sai che non desidero altro per te e Thor?»
«Questo madre non lo so, si vedrà più avanti, no?»
Odino rientrò in quel momento, sentendo la risposta del figlio e rise, arruffando i capelli neri come l'inchiostro di Loki. «Questo è mio figlio!»
Thor si mise in mezzo in cerca di attenzioni «io invece so già che sarò felice con Johanne!»
«Bleh, come fai ad esserne così sicuro, tu sei stupido!» Ribatté il corvino facendo una faccia schifata.
«Loki, non parlare così a tuo fratello!» Lo rimproverò duramente Odino, e il secondogenito si fece piccolo piccolo, rinchiudendosi nel suo silenzio.
«Stava scherzando, non ti preoccupare. Vero, Loki?» Frigga lo guardò negli occhi e lui annuì.
« Adesso è tardi, dovreste andare a letto.» La regina accarezzò la guancia di entrambi i figli, per poi indirizzarli verso le loro stanze.
Finalmente riuscì a stare un momento sola col marito. «Sei una buona madre.» Le disse il Padre degli dèi con tono affettuoso.
«Amo i miei figli e voglio solo il meglio per loro.»
«Lo voglio anche io, mia signora. Ora però sono stanco...»  Si mise a letto, battendo sul cuscino di lei per farla venire da lui.
Frigga raggiunse il marito che l'accolse tra le sue possenti braccia da guerriero.  Di lì a poco caddero entrambi in un sonno profondo, ricco di bei sogni.


L’ANGOLO DELLE AUTRICI ◌  

Scusate l’enorme ritardo ma abbiamo avuto problemi col computer di Wolf, glielo dico sempre che i computer non si rosicchiano come se fossero ossi! (Wolf: grrr >_>)
Comunque tornando a noi, non ce a sentiamo tanto di continuare questa storia, il motivo, le scarsissime recensioni ma le tante visite.
Noi ci  impegniamo a scriverla a correggerla e usare una grammatica decente, e ci stanno storie che non fanno evidentemente caso a questi dettagli importanti, ma comunque sono assai seguite; dunque non è certo che il prossimo capitolo verrà pubblicato, staremo a vedere.
*Wolf aggiunge*: portate un po' di pazienza, questi capitoli servono come introduzione a quelli che verranno più avanti, quando i nostri personaggi saranno cresciuti e la storia si farà più interessante. Ma come dice Dragon è un po' scoraggiante il fatto di ricevere poche recensioni. 
Ringraziamo Harmoy349 per il supporto! >___< Grazie infinite, davvero!
 

   
 
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