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Autore: LH2    16/11/2012    7 recensioni
-voi donne siete tutte strane. Siete peggio di un rebus, non si e' mai sicuri di avere la risposta esatta- -se conoscessi le regole ci metteresti due secondi a trovare la risposta esatta Malik- dissi, frugando tra la borsa e aprendo il pacchetto di Marlboro. -Harry e' stato in grado di risolvere il rebus?- esclamo' curioso continuando a guardare la strada. -Harry sapeva fin troppo bene le regole- sussurrai inspirando la sigaretta.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Three weeks later


Rita Ora - Hello, Hi, Goodbye

Please get up and walk away
I don't wanna fall in love again
Don't want to start anything that could end
I know you think you can get through to me
But I'm on lock in loves penitentiary,
I already know how this goes
Laid down, broken, heart broke
I'll hate you, or you'll hate me, or I'll take you, or you'll break me,
And now I'm scared cause I've been there
Stuck in this prison, no optimism.

Any other time, I'd be yours saying hello, hi, goodbye
But that thing in me is gone.


Salii in macchina, poco convinta di ciò' che stavo facendo, della direzione che stavo prendendo, del posto in cui mi stavo dirigendo. Ma d'altronde, dovevo pur riprendere la mia vita in mano no? Ero scappata abbastanza, mi ero concessa del tempo per riprendermi e rimettere a posto i pezzi del puzzle che equivalevano alla mia vita; adesso era ora di affrontare la situazione e chiudere in un cassetto tutto ciò' che mi aveva fatto soffrire. Tre settimane mi avevano fatto credere che una volta tornata, nella mia casa, nella mia città', sarei stata in grado di gestire tutto; ma solo adesso, mentre giravo le chiavi della macchina, mi accorgevo di quanto fossi nervosa e impaurita di non farcela. La verità era quella, avevo paura, una paura folla di ricadere nel baratro dei ricordi e di non essere in grado di voltare pagina. Ma non l'avevo già voltata da tre settimane? Di che cosa stavo parlando adesso?
Appoggiai con insistenza le mani sul volante, e quasi autocostringendomi, lo girai facendo manovra ed uscii dal vialetto di casa mia. Ripensai alle valigie ancora intatte in salone, e sorrisi al pensiero che avrei fatto ancora in tempo a fare dietro front, riprenderle, e ripartire il più lontano possibile da li'. Il telefono suono' nel momento in cui imboccai la strada principale; lo lasciai squillare per qualche secondo, indecisa se rispondere o ignorarlo, facendo finta di non sentire. Sbuffando premetti il tasto verde -arrivo. Quindici minuti e sono li- dissi fingendo un tono di tranquillità. Sentii la risata dall'altra parte della cornetta -stavo quasi scommettendo che mi avresti dato buca..- credimi, lo stavo per fare, avrei voluto rispondergli; ma finsi un sorriso compiaciuto e attaccai veloce rimettendomi alla guida. Ero così prevedibile? Debole?
La gente sapeva ancor prima di me come mi sarei comportata. Bastava davvero un'occhiata per capire a cosa stessi pensando? Ero così trasparente?
Frenai al rosso, tamburellando le dita sul manubrio; mi guardai dallo specchietto, sistemandomi i capelli biondi che ricadevano mossi e sfibrati sulle spalle. Mi tolsi gli occhiali da sole che indossavo e guardai con insistenza il mio riflesso, che tutto sembrava, tranne che deciso e sereno. Chi vuoi prendere in giro Ellis? Il clacson della macchina dietro di me, mi fece tornare alla realtà e senza che potessi pensare ancora a quanto la mia vita non fosse uno schifo, partii verso le strade affollate di Knightsbridge. Mi ripreparai mentalmente il teatrino che avrei recitato: di quanto mi mancasse la Francia, mia zia e Pierre. Era questo il suo nome? Non mi dava l'idea di un modello conosciuto fuori d'Abercrombie. Forse Mathieu, sembra più romantico; mi ricorda tanto il tipo del Tempo Delle Mele. Solo che io ero tutto tranne che Sophie Marceau. Alzai gli occhi al cielo, ripensando a quanto non fossi patetica e di quanto Zayn ci avrebbe messo due secondi a capire che stavo mentendo; ma questa volta avrei fatto tutto a costo di non dirgli la verità. Avrei mentito fino alla morte, mai e poi mai avrei ammesso che la "vacanza" trascorsa era stata una tragedia, a cominciare dalla valigia persa, il nuovo figliastro di mia zia e il cibo disgustoso. Non ero riuscita neanche a prendere un po' di abbronzatura. L'unica cosa che mi aveva per così dire "consolato" erano stati i negozi che avevo svaligiato. Un'arma a doppio taglio visto che non solo avevo provato piacere a consumare la carta di credito e a comprarmi le cose più inutili che mai e poi mai avrei indossato, ma avevo pure fatto imbestialire mio padre (il che, di conseguenza, non aveva che migliorato il mio umore, almeno per le due ore successive).
Ah, giusto, un'altra cosa da aggiungere alla lista di ciò che avrei dovuto fare nei giorni seguenti, era il pranzo con lui, il tenero uomo che aveva contribuito a darmi alla luce. Perfetto, anche martedì avrei avuto una giornata di merda.
Trovai un posto libero a una cinquantina di metri dal bar in cui mi sarei dovuta incontrare con Zayn, già cinque minuti prima. Parcheggiai con facilita' e spensi il motore con una mossa veloce; raccolsi gli oggetti sparsi sul sedile nella borsa e aprii la portiera sistemandomi i rayban. Misi un piede fuori, quando una fitta al cuore mi fece richiudere la portiera; che mi stava succedendo? Non potevo essere così codarda.
Scossi la testa e riaccesi la macchina; in quel preciso istante i flashes di poche settimane prima fecero capolino nella mia testa, davanti ai miei occhi, trasformando il vetro della macchina in uno schermo proiettore. Sbattei le mani, sperando che quel gesto drammatico potesse mandarle via, distruggerle una volta per tutte; mi tolsi gli occhiali e mi coprii gli occhi, strizzandoli più forte che potevo.

-io non so più che devo fare Harry..te lo dico sinceramente- alzai gli occhi per guardarlo. -mi fai male. Continui a farmelo. Sto male quando vedo una tua foto sul giornale o in televisione, quando sento nominare il tuo nome, quando cerco di buttare via le tue cose e finisco per rimetterle ognuna al suo posto- si lascio' cadere giù anche lui, con le lacrime che scorrevano silenziose. -ti prego dimmi che c'e' un "ma"..- sussurro' lui affranto.

Le lacrime continuarono ad uscire copiose; ma non era dolore. Ero arrabbiata con me stessa, che continuavo a comportarmi come una ragazzina alle prese con la prima cotta adolescenziale. Seduta in quella macchina troppo stretta, a fare i conti con il passato che non riuscivo a dimenticare. Ma la colpa era mia, ero io che non riuscivo a lasciarlo andare; ero io che mi ostinavo a tenerlo legato a me, come catene di ferro massiccio. -basta basta basta- urlavo, battendo forte sul volante.
Dicevo basta, ma il mio cuore chiedeva ancora.

Mi avvicinai a lui con gli occhi gonfi di pianto; gli accarezzai la guancia e, spinta da una forza al di fuori della mia portata, gli improntai un bacio a fior di labbra.

Sentivo ancora  il sapore della sua bocca sottile, la stessa che avevo continuato a sognare ogni notte da quando l'avevo lasciato l'ultima volta. Che poi quante volte l'avevo fatto? Quante volte avevo detto basta e poi avevo agito diversamente? Ero la prima ad illuderlo. Mi morsi il labbro, prendendo l'iphone tra le mani. Avrei inventato una scusa, qualsiasi, ma non avrei visto Zayn; che senso aveva? Gli avrei continuato a dare la prova di quanto non mi sentissi una nullità senza Harry Edward Styles, e che tutti i miei intenti di lasciarmelo alle spalle non erano serviti a nulla. La Francia, lo shopping estenuante, i ragazzi carini non erano serviti proprio a nulla; se non a pentirmi di giorno in giorno a non avergli dato un'altra possibilità. Perché, ebbene si, ero arrivata ad una conclusione in quelle tre settimane: lo volevo, e la mia voglia di lui superava perfino il male che mi aveva fatto.
E' stupido quanto io abbia sempre condannato il tradimento; mi comportavo da moralista, giudicavo chi perdonava ritenendoli deboli e senza dignità. Adesso invece ridevo, ridevo di me stessa, ad essere giunta a conclusioni ancor prima di averlo provato sulla mia stessa pelle. L'unica debole, priva di dignità, e chi ne ha più ne metta, ero io; io che rivolevo l'unica persona che mi aveva ferito nell'anima.
L'unico che era arrivato a farmi provare momenti di puro piacere, mischiato a dolore logorante.

Le nostre bocche erano così salate; eravamo stanchi di tutte quelle parole che sembravano solo peggiorare la situazione. Il bacio mette un punto a tutto. Lo sentii rispondere con foga, assaporando quel momento. Infilai le dita tra i suoi ricci e lo avvicinai a me. Lo volevo così tanto, eppure quei maledetti flashback tornavano a farmi visita ogni secondo in più che passava.

Quelle immagini mi aveva fatto compagnia per tutta la durata della vacanza. Mi svegliavo con gli incubi, andavo a dormire con i ricordi. Controllavo il cellulare ogni due secondi, quasi ossessivamente, con la speranza che non avesse preso le mie parole alla lettera; che magari mi avesse raggiunto, come quel giorno in aeroporto, e che mi avrebbe detto che non mi avrebbe lasciato andare via, che non mi avrebbe permesso di mettere un punto a noi. Ma l'avevo fatto, ero stata io la prima a farlo. Subito dopo quel bacio così dolce e voluto.

Mi staccai da lui, lasciandogli un piccolo bacio sul naso. E poi scossi la testa.
Lo scostai delicatamente, e continuai a ripetere quella mossa, cercando di convincere più me stessa che lui. -non c'e' nessun "ma" Harry..- pronunciai con le lacrime che mi rigavano le guance. -non ce la faccio- dissi singhiozzando -mi dispiace ma non riesco a guardarti in faccia- abbassai la testa, ma lui la prese tra le mani cercando di tirarmela su e permettermi di osservarlo negli occhi. Mi penetrarono dentro, mi squarciarono il cuore e la mente; alzai debolmente le mie mani sfiorando le sue per quella che doveva essere l'ultima volta. Lasciai che le passasse sul mio viso, che asciugasse quelle gocce d'acqua salata, che mi baciasse la fronte come faceva quando ero agitata. Mi tirai su, facendomi aiutare da lui; feci un respiro profondo e sussurrai tremante -hai ragione. Ti accuso di essere sparito di colpo dalla mia vita, quando sono stata io a chiedertelo- scosse la testa, cercando di parlare, ma gli tappai la bocca rosea con le dita -lasciami finire- gli dissi tranquilla. Uno strano senso di leggerezza si era impossessato di me -ho bisogno di tempo. Forse dovrei andarmene via per un po', capire come gestire la cosa. Perché più sto qua, a pochi chilometri di distanza da te, e più mi sento confusa- mi strinsi nella felpa che indossavo, imponendomi di dire quelle parole, le uniche forse che lo avrebbero fatto andare via davvero, che gli avrebbero fatto rinunciare. -la verità e' che non voglio più amarti Harry. Non voglio provare quello che sto provando, perché fa male- alzai gli occhi e li improntai nei suoi, più sicura di quello che credessi. Continuava a scuotere la testa, con le mani tra i capelli; camminava avanti e indietro, senza la minima voglia di uscire dalla porta di casa mia. Mi avvicinai facendolo fermare -Harry Harry- lo chiamai cercando di mantenere la calma, perché se fossi crollata, nessuno dei due si sarebbe più rialzato. Avremmo lasciato che i nostri sentimenti momentanei ci facessero dimenticare tutte le ferite procurateci ma le cicatrici sarebbero rimaste comunque, e si sarebbero ripresentate prima di quanto avessimo creduto. Lo sapevo, per questo volevo evitare. -l'hai detto El. Hai detto quelle parole perché sapevi mi avrebbero ferito- rispose sprezzante. -lo sapevi. Per questo non ti credo. L'hai detto ma non ti credo- continuo' torturandosi le unghie. -e' un problema tuo- risposi esasperata. Doveva andarsene, altrimenti sarei diventata più cattiva di quanto non credesse fosse possibile. Rise avvicinandosi al mio corpo -lo vedi? dici una cosa e ne fai un altra- mi prese per i fianchi con forza -se davvero le pensavi avresti agito diversamente. Non mi avresti baciato, non staresti qua a lasciare che ti accarezzassi, che solo ti sfiori- mi sbatte' in faccia la verità come una doccia d'acqua gelata. Voleva che arrivassi ad odiarlo? Perché ci stava riuscendo.
Lo scansai via di getto -basta Harry. Hai rovinato tutto okay? Adesso non provare a rinfacciarmi le cose!- le guance si erano colorate di rosso e le tempie bruciavano come fuoco. -non ti sto rinfacciando niente! Sto dicendo la verità- mi interruppe irritato -e' più di un mese che ci giriamo intorno senza mai affrontare la situazione. Dici che mi odi e che non vuoi più vedermi, poi mi accusi perché sono sparito, poi mi baci ed ora mi dici che non c'e' neanche una minima possibilità che tu possa perdonarmi?- era arrabbiato e confuso, ma cosa pretendeva? Aveva mandato tutto a puttane, portando giù nel baratro anche me, e adesso era ora che facesse i conti con le conseguenze delle sue azioni. Alzai un sopracciglio -si e' così. Ti stupisci?- risi ironica -adesso fai anche la parte della vittima? Ti lamenti per i miei comportamenti bipolari? Oh scusami tanto se sono a pezzi visto che ti sei baciato una puttana davanti ai miei occhi, quando io ero venuta per farti una sorpresa dall'altra parte dell'oceano! Scusami tanto, davvero se sto ancora qua a dannarmi l'anima cercando di capire cosa fare della mia vita!- e gli tirai uno schiaffo dritto sulla guancia.
Sentii il rumore del colpo e, sbarrando gli occhi per il gesto appena compiuto, mi portai le mani sul viso sbalordita della mia stessa azione. Sentivo gli arti tremare; mi allontanai lentamente da lui, che quasi non essendosi reso conto di ciò che avevo fatto, si massaggiava la guancia confuso. Tutto il nervosismo e la rabbia che si erano accumulati in quelle ultime settimane, si erano liberati nel peggiore dei modi; mi guardava con i suoi occhioni verdi, in quel momento, tutto tranne che intensi. Erano vuoti e sconvolti, proprio come i miei. -sc-u-s..a i-o..- provai a dire, ma erano parole spezzate dallo smarrimento. Lui abbasso' gli occhi facendo segno con la mano di non parlare. -no- rispose freddo. -me la meritavo- continuo' senza alzare la testa. -forse un po' in ritardo..- -lo sai non e' il mio forte la puntualità..- provai a smorzare sorridendo. Eravamo a pochi metri di distanza, ma nessuno dei due aveva la forza di avvicinarsi o allontanarsi ancora di più. Feci un respiro profondo e mi convinsi, una volta per tutte, a chiudere la' quella lunga ed estenuante discussione. -forse e' meglio che tu vada..- sussurrai poco convinta. Era davvero difficile tirare fuori quelle parole, ma ancora di più convincere lui della loro autenticità. Alzo' la testa, spostandosi i capelli che le ricadevano ribelli sulla fronte; due piccole fossette spuntarono sulle guance: sorrideva, ma era un sorriso spento e privo di felicita'. Di quei sorrisi che nascondono dietro solo macigni pesanti. -cosa succede adesso?- esclamo' battendo ripetutamente il piede in terra. Mi morsi il labbro inferiore e mi infilai il cappuccio della felpa, come se mi potesse far sentire più protetta. -succede che mettiamo un punto, davvero- risposi inespressiva. -metti- mi corresse lui. -sarebbe meglio che lo facessimo tutti e due- e avvicinandomi alla porta, la aprii lentamente. Rimase immobile per trenta secondi, quasi sperando che potessi cambiare idea, ma quando vide che non c'erano segni di mutamento dalla mia espressione mi raggiunse titubante. -ti prego non farmi uscire da questa porta..- mi chiese quasi supplichevole. Non l'avevo mai visto comportarsi in questo modo, se prima mi lamentavo tanto della mia perdita di dignità non osavo immaginare come si sentisse lui in quel momento. Eppure non sembrava vergognarsene; se non fossi stata accecata dalla rabbia e dalla razionalità avrei quasi creduto che mi amasse più di ogni altra cosa al mondo.
Ma sarebbe bastato? Sarei riuscita comunque a superare quel brutto ricordo?
Non volevo che uscisse da quella stanza, ma doveva. Percio' scossi la testa, come se non lo stessi facendo ormai da un'ora, e spalancai la porta ancora di più. -buona fortuna Harry- mi limitai a pronunciare. Erano parole sincere le mie, perché per quanto non fossi devastata, volevo davvero che la sua vita andasse nella giusta direzione. Volevo davvero che
la sua carriera artistica continuasse nel migliore dei modi, che fosse felice e che magari incontrasse una ragazza che gli avrebbe insegnato ad amare davvero. Percio', per quanto malinconico, il mio sorriso era sincero. Gli vidi una lacrima solcargli la guancia -ti amo Ellis- esclamo' inaspettatamente -ricordatelo..sempre- si mise le mani in tasca e oltrepasso' il limite del portone. Gli avrei voluto rispondere "anche io" ma non mi sembrava la frase più adatta in quel momento; così chiusi la porta, senza neanche guardarlo per l'ultima volta.
Mi lasciai scivolare sul pavimento senza neanche più una lacrima da poter piangere. Lo sguardo era fisso a terra, le gambe circondate dalle mie braccia e una voglia matta di spaccare tutto ciò che avevo intorno.
Avevo appena preso una delle decisioni più importanti della mia vita e tutto quello a cui riuscivo a pensare era che volevo solo tornare indietro e rimangiarmi tutto.
Percio' ne presi un'altra: scappare via, il più lontano possibile da Londra e da Harry Styles.


Saggia decisione Ellis, peccato che adesso mi sentivo uguale a prima, se non peggio. Lasciai cadere la testa sul sedile, con ancora il cellulare tra le mani. Chiusi gli occhi massaggiandomi le tempie quando sentii qualcuno bussare sul finestrino. Saltai su me stessa quando mi accorsi che Zayn era di fronte a me con la fronte corrugata e la bocca serrata. Mi fissava incredulo mentre io, sfoderando un falsissimo sorriso, aprivo velocissima la portiera. -ehi- risposi euforicamente nervosa. Ero in preda al panico, perché non ero pronta psicologicamente alla sua vista, dovevo ancora prepararmi il mio discorsetto mentale che, sebbene l'avessi recitato mille volta, non dava mai l'idea di essere veramente perfetto. -che stavi facendo?- chiese dubbioso, aspirando la solita Marlboro. Presi la borsa e tolsi le chiavi dalla serratura -no e' che ti stavo chiamando per dirti che avevo trovato posto- sorrisi chiudendo la portiera. Mi sistemai il vestitino che indossavo e lo seguii verso il bar dall'altro lato della strada; mi fissava come volesse studiare ogni mio minimo movimento. -allora come stai?- era freddo, sentivo il suo tono di voce gelido come una lastra di ghiaccio. Ci eravamo sentiti davvero poco da quando ero partita, ovvero lo stesso esatto giorno in cui avevo visto Harry uscire dalla porta di casa mia; probabilmente anche il moro voleva darmi il tempo di riprendermi, perciò ci eravamo sentiti per messaggi, limitandoci alle solite domande di cortesia che tutto erano, tranne che sincere. -benissimo- esclamai sorridente -la Francia mi manca un sacco- odiavo mentirgli ma lo facevo per tutti e due. Perché stressarlo ancora con le mie inutili paranoie quando per lui la soluzione era dimenticare e dare un'altra possibilità al riccio? No, non l'avrei permesso, perciò sfoderai il mio bel visino da attrice e recitai la bella vita che avrei tanto desiderato avere per davvero. -ti sei divertita? raccontami tutto- esclamo' prendendo posto a sedere; feci lo stesso e mi accesi una sigaretta, aspettando che ci portassero i menu. -ma niente, ho fatto un sacco di shopping, ho preso il sole..anche se non si vede- e gli mostrai le braccia delusa -sono andata a qualche museo, tanto per farmi una cultura artistica- gli contagiai una risata -e ho imparato un po' di francese- il cameriere ci interruppe -cosa volete ragazzi?- chiese educato, appuntando le nostre richieste sul taccuino che teneva fra le mani. Zayn mi fece cenno di ordinare per prima, e visto che i miei gusti erano davvero elementari non fu molto difficile prendere una decisione. -per me un cheesecake alla fragola e un cappuccino con panna- risposi ispirando la sigaretta. Sia il moro che il cameriere mi guardarono sbalorditi -ci teniamo leggere- esordi' il primo ridendo. Sorrisi guardando il cameriere -oggi ho mangiato poco..- mi giustificai facendogli l'occhiolino. Non avevo notato quanto fosse carino, aveva degli occhi incredibilmente scuri e intensi e delle labbra carnose da togliere il fiato; alto più di Zayn e dal fisico scolpito. Non mi stupii quando, voltandomi, notai che molte donne erano intente ad osservarlo. -non mi sembra che tu non possa permettertelo- rispose lui mostrando una fila di denti bianchissimi. -infatti lei mangia sempre così..- si intromise Zayn tamburellando le dita sul tavolino. Gli diedi un calcio sotto banco facendolo azzittire; sorrisi nuovamente al cameriere/modello che mi ritrovavo davanti e spensi la sigaretta nel posacenere. Il moro ordino' una fetta di fudge cake e un espresso, scambiandosi qualche altra battuta con il ragazzo; rise vedendolo andare via. -insomma ti stava facendo poco il filo quello..- esclamo' divertito. -ma va. Era solo gentile- risposi facendo finta di niente. -io dico che prima che ce ne andiamo ti chiede il numero..- continuo' togliendosi il giacchetto di pelle che indossava e posizionandolo sulla sedia. -no che non lo farà'..- dissi imbarazzata, guardandomi intorno. Non rispose ma si limito' ad alzare un sopracciglio con aria di sfida.
Per eliminare il silenzio asfissiante che si stava andando a creare, gli chiesi come stava. -tutto bene, siamo stati qualche giorno a New York per la promozione del nuovo disco e adesso restiamo a Londra per un mesetto..prima di ricominciare il tour- -beh almeno vi riposate un po' in questi giorni- risposi tranquilla, ma davvero poco interessata. Meno sapevo della loro carriera musicale, e meglio mi sentivo. -abbiamo comunque delle interviste perciò..non so quanto ci si possa riposare. Pero' almeno siamo a casa- esclamo' smorzando un sorriso. -tu hai ricominciato l'uni?- mi chiese giocherellando con il ciuffo ben laccato che aveva tra i capelli. -domani vado. Ma mi ero portata i libri in Francia e sono riuscita a seguire un po' di lezioni online perciò non ho perso tanto- quella conversazione stava diventando davvero noiosa, e il bello era che a nessuno dei due importava davvero dell'università o del tour mondiale; le nostre menti vagavano da tutt'altra parte. -ho l'esame tra un mese quindi..- e fortunatamente fummo interrotti dall'arrivo dei nostri dolci dall'aspetto invitante.
-cheesecake alla fragola..- esclamo' il cameriere porgendomelo. -grazie- risposi sorridendo come un ebete. -spero sia di tuo gradimento- continuo' mentre lasciava a Zayn il suo espresso. -anche se non fosse così non potresti farci nulla- esordii ironica. -potrei sempre fartene portare un altro o meglio..non fartelo proprio pagare- rispose facendomi l'occhiolino. Zayn non riuscì a fare a meno di sopprimere una risata, ed io, alleggerendo il discorso esclamai qualcosa del tipo "effettivamente hanno il loro prezzo. Devono essere per forza buoni per quello che costano".
Non gli avrei di certo potuto dire che avevo abbastanza soldi da comprarmi tutti i dolci che vendevano in quella caffetteria, o che peggio ancora, mio padre avrebbe potuto comprare l'intero stabile. Per quel motivo il moro di fronte a me se la rideva come non mai, leggendomi nel pensiero e traducendo il mio viso imbarazzato. Il ragazzo, confuso, si allontano' chiamato da un altro cliente. -certo che sei stronzo eh!- dissi dandogli un altro calcio sotto il tavolo; continuo' a ridere battendo le mani sulle gambe -e lui poverino che voleva fare colpo..- sbuffai aprendo la bustina di zucchero che avevo davanti. -voleva essere gentile Zayn! e te lo hai fatto sentire un idiota- gliene passai una mentre lui era troppo intento a strozzarsi con la sua stessa saliva. -la tua faccia era tipo "please mio padre può comprare te e l'intera caffetteria"- -shhhh- lo azzittì cercando di non farsi sentire dalla gente che ci stava attorno, ma scoppiai a ridere anche io. -mangia quella cavolo di torta e stai zitto dai!-

[…]

Dopo venti minuti ci facevano male sia la pancia, da quanto avevamo mangiato, che le guance, da quanto avevamo riso. Zayn fece cenno al ragazzo chiedendo il conto; abbassai gli occhi imbarazzata, iniziando a disegnare figure irregolari sul tavolo. -mi sei mancata..- esclamo' lui interrompendo il silenzio. -non scappare più via okay?- sorrisi facendogli la linguaccia. -promesso- gli volevo dire che in verità, se avessi potuto me ne sarei riandata via volentieri, ma ero stata bene in quell'ultima mezz'ora e non avevo pensato al riccio, per quanto Zayn potesse essere relazionato a lui.
Mi era mancato anche lui, con la sua voce profonda, gli occhi scuri che ti leggevano l'anima e la risata contagiosa. Credevo che stare da sola mi avrebbe fatto bene, ma non mi ero resa conto di quanto le persone che ti amano possano farti bene in certe situazioni; anche se non me la sentivo ancora di confidargli i miei più oscuri pensieri sentivo la sua presenza d'aiuto. Li avrei condivisi, prima o poi.
Presi dalla borsa il pacchetto di sigarette quando l'occhio mi cadde sul signore che mi sedeva accanto, poco distante. Leggeva un giornale, un classico quotidiano, peccato che in prima pagina aveva stampato la bella faccia di Harry. Allontanai subito lo sguardo da li, ma purtroppo non feci in tempo ad evitare la figura di una ragazza accanto a lui; feci finta di niente, e con le mani tremanti, continuai a cercare le sigarette nella borsa. Era un pozzo senza fondo o ero io che non avevo le dita abbastanza ferme da riuscire ad afferrarle?
Finalmente lo presi e ne tirai di fretta una; Zayn aveva già pronto l'accendino e me lo porse tranquillo. Smorzai un grazie con le labbra e mantenendo la calma, la accesi. -e' la nuova stylist..- esclamo' lui ad un tratto. Feci finta di non capire -cosa?- scosse la testa affranto -la ragazza in copertina..e' la nostra nuova stylist- ripete'. Mi voltai come se non l'avessi visto prima, e sorrisi. -perché credi che mi interessi?- ispirai a lungo la sigaretta. Si dondolo' sulla sedia, fissandomi -perche' quasi collassavi appena l'hai vista..-
Chiusi gli occhi e toccandomi i capelli nervosamente, continuai a mostrare la maschera che mi ero cucita addosso. -ma se neanche l'avevo vista! E comunque non mi devi dare nessuna spiegazione, anche se fosse stata la sua nuova ragazza non ci sarebbero problemi. E' finita ormai Zayn, lo sanno anche i muri- e sfoderai un altro fintissimo sorriso. Da quanto lo stavo facendo mi iniziava a fare male la mandibola.
Ellis, inventati una scusa e vai via il prima possibile.
Ma siccome i guai non arrivano mai da soli..
Il cameriere arrivo' con il conto e la richiesta del mio numero di telefono. -non vorrei sembrare inopportuno ma..- -vuoi il suo numero?- -Zayn!- feci io mollandogli il terzo calcio. -sono sicuro ch..- -Zayn smettila!- mi sporsi dal tavolo tappandogli la bocca. -okey, la situazione si sta facendo imbarazzante- esclamo' il ragazzo -ma Zayn- esclamo' indicandolo -ha centrato il punto- e sorrise disarmandomi.
Ancora con le mani sulla bocca del moro, lo guardai incantata e lusingata. Si, certo che te lo do il numero. -ehm mi dispiace- gli feci cenno di dirmi il suo nome -James- -James- ripetei schiarendomi la voce. -ma ho già un ragazzo-
What the f*ck? La faccia di Zayn ricreo' la stessa espressione ma per mio fortuna, rimase in silenzio, forse troppo impressionato dalla mia risposta. Impressionato e confuso perché probabilmente si stava chiedendo del perché, nell'arco di tutto il nostro pomeriggio insieme, non gli avessi raccontato niente sul mio nuovo fidanzato. Pierre? Jean-Cloude?
James si tocco' la nuca -ah- accenno' sorpreso. D'altronde come non dargli torto? Gli avevo fatto gli occhi dolci e mi ero mostrata interessata ogni volta i nostri occhi si erano incrociati, era un controsenso rifiutare il suo numero.
Ma ultimamente ero bipolare, anche se lui non ne era a conoscenza.
Lo vidi prendere i soldi sfiduciato e scomparire senza dire una parola. -c'e' qualcosa che ti sei scordata di dirmi?- la voce di Zayn mi fece tornare in me, mentre continuavo a tenere lo sguardo fisso su James che si allontanava. Sono proprio una stupida, pensai. Lo scioccare delle dita del moro mi costrinse a rispondergli -mh?- dissi voltandomi verso di lui. -ho detto..ti sei dimenticata di dirmi qualcosa?- scrollai le spalle, prendendo la borsa tra le mani ed alzandomi dal tavolo. Pierre? Jean-Cloude? Come l'avevo chiamato?
-no, non mi sembra- certo, adesso pretendevo anche che mi accondiscendesse? Avevo sparato una bomba, era normale volesse delle spiegazioni.
Mi blocco' il polso facendomi fermare -Ellis- -Zayn- alzo' un sopracciglio sfidandomi; sbuffai alzando gli occhi al cielo -sono single. S-i-n-g-l-e- scandii bene le parole facendo in modo che le capisse per bene. E il modello di Abercrombie? Stavo distruggendo tutti i miei piani.
Gesticolo' indicando prima me e poi James, ormai intento a servire altre persone.
Come se mi avesse esplicitamente fatto la domanda, risposi -perche'..non..ecco diciamo che..non e' il mio tipo- e senza lasciare che staccasse il braccio dal mio, lo trascinai via da li. -ma se te lo mangiavi con gli occhi!- esclamo' lui ancora confuso, indicandolo neanche fosse un ragazzino a cui e' stata appena tolta la caramella. -ma non e' vero!- e cercando di cambiare discorso sul tempo, o su un possibile giornalista in borghese che ci seguiva da quando ci eravamo seduti, ci dirigemmo verso Hyde Park che distava poco. -Ellis non cercare di evitare il discorso..- mi infilai la giacca verde militare e tirai su la zip fino all'orlo. -e tu non cercare questioni dove non ci sono..- stava per ricominciare con i suoi discorsoni eruditi, che mi avrebbero solo riempito il cervello di altre mille domande a cui non ero in grado di rispondere, quando lo zittii con la mano. -ti prego non iniziare- esclamai stufa. -ti ho detto che sto bene ok? Solo perché non voglia un nuovo ragazzo non significhi che sia psicologicamente a terra! Smettetela di preoccuparvi tutti per me, ho detto che sto bene. Sono così poco credibile?- portai la testa all'indietro estenuata da quelle attenzioni inutili che mi rivolgevano tutti. -non sono neanche tornata che già mi fate il terzo grado- mi fermo' allungando le mani -ok ok ti credo- rispose accigliato -scusa- e abbasso' gli occhi tirandosi su il cappuccio della felpa che teneva sotto la giacca di pelle. Si senti' per un attimo fuori luogo, e prima che potesse spostare l'attenzione su un altro discorso, il suo telefono squillo'. -ti sta squillando il telefono- sussurrai notando i suoi occhi persi. Battei le mani una volta facendolo trasalire; rispose, quasi lasciando scivolare il telefono dalle mani -Lou- esclamo' sorpreso. -non sono a casa- continuo' prendendomi il polso per leggere l'ora dall'orologio. -non e' che mi puoi dare uno strappo agli studi della BBC a White City?- mi chiese poggiando la mano sulla cornetta. Scossi la testa mentre cercavo di inventarmi il prima possibile una scusa plausibile. -devo vedere a cena mio padre- sussurrai lieve, abbassando gli occhi; odiavo mentirgli, ma mi stava chiedendo di andare incontro al mio peggior nemico, neanche due ore dopo il mio ritorno, che in teoria era servito per "disintossicarmi" da lui.
-mi puoi passare a prendere te?- gli chiese, mordendosi il labbro inferiore. -stiamo a Knightsbridge, c'e' pure El così la saluti- sorrisi leggendo la sua euforia dagli occhi. Ma certo, Louis Tomlinson alias l'altra meta' di Harry Styles; lo adoravo, ma quella rimpatriata non era ciò a cui avrei aspirato quel giorno.
Annuii senza riuscire a togliermi quell'espressione da ebete dalla faccia e aspettai che attaccasse. -ci vediamo davanti all'Hard Rock- e attacco' rimettendoselo in tasca. Valutai l'idea di scappare via, e lasciare Zayn ignaro di tutto la, ma feci un respiro profondo e mi costrinsi a tirare fuori la mia maturità. Fortunatamente, il moro non riprese più il discorso precedente e si limito' a raccontarmi della nuova ragazza che stava frequentando -dai ti pare che non mi vuoi dire il nome?- gli chiesi insistente. Scosse la testa spavaldo -voglio fartela conoscere prima- disse facendo l'occhiolino. -ho capito, ma ti ho ho chiesto solo il nome. Mica data di nascita, segni particolari o quanto porta di piede!- mi abbraccio' da dietro ostinandosi a non parlare.

Louis arrivo' sfrecciante nella sua Porche nera neanche venti minuti dopo. Parcheggio' nella stradina laterale all'Hard Rock e scese affettuoso ad abbracciarmi -El- mi stritolo' con le sue braccia e mi lascio' un soffice bacio sulla guancia. -come stai? Come e' andata in Francia? Che hai comprato? Sono così invidioso!- esclamo' tirandosi su gli occhiali da sole. Gli riempii la testa di tutte le mie belle parole sullo Stato francese e di quanto mi mancasse di già, quando Paul lo chiamo' al telefono interrompendo quell'estenuante burla che stavo portando avanti da due ore a quella parte.
Tanto perché non poteva andare peggio, mio padre mi chiamo' avvertendomi del cambio di programma per il nostro pranzo; il telefono, mi mori' proprio nel momento in cui pronuncio' data, ora e luogo dell'incontro, perciò irritata per quella situazione da film, presi il telefono di Zayn e lo richiamai dal suo. -no pa mi e' morto il telefono- esclamai stressata. Vidi Lou darmi un bacio sulla guancia e Zayn pizzicarmi il fianco, facendomi un cenno del tipo "ti chiamo dopo".
Annuii, senza capire, sperando che mio padre finisse il discorso il prima possibile; improvvisamente aveva tutta questa voglia di parlare?
Li vidi sfrecciare via, con la musica abbastanza alta da far girare l'intera clientela seduta; risi con ancora la testa piegata sull'iphone e feci un cenno con la mano. -va bene pa, ho capito- iniziai ad incamminarmi verso la macchina. -mi stai stressando adesso attacco- e prima che potessi farlo veramente, lo fece lui, sbuffando come (mi doleva ammetterlo) facevo sempre io.
Chiusi la chiamata, rigirandomi tra le mani l'iphone nero di Zayn.
Sgranai gli occhi, non so se per l'immagine di sfondo che teneva o perché era partito con Lou senza il suo telefono. E mentre andavo fuori di testa, continuando a sbattere i piedi in terra, il messaggio di Tomlinson non tardo' ad arrivare.

El siamo in ritardo e non possiamo tornare. Siamo alla BBC Television Centre, Wood Lane W12 7RJ. Grazie :) x

Rilessi più volte prima di sbattere la portiera con più forza avevo in corpo.
Are you fu**ing kidding me?










aaaaaaaaaaaaa ma che e' sto capitolo? No scusate davvero, ma sono malata. Ho febbre, mal di gola e dolori intestinali da quasi una settimana e non sembra riesca a riprendermi! E' una settimana infernale, e questo capitolo ne e' la prova -.- sapete quanto tenga a questa mini long ma non sono per niente soddisfatta di questo capitolo. Apparte che vi avevo detto che sarebbe stato l'ultimo (no..non e' finito cosi..lol) ma come al solito, nella mia testa era piu' corto di quello che credevo -.- percio' l'ho dovuto spezzare in due e il prossimo sara' l'ultimo, davvero.
No comunque sara' pieno di errori grammaticali, lo so e' che non ci sto molto con la testa, ho interrotto spesso la stesura pero' volevo postarlo perche' era da un po' che non lo scrivevo. Non lo so, nella mia testa, oltre ad essere molto piu corto, era anche piu' divertente D:
vabe' ormai l'ho scritto quindi basta lamentarsi. Avete visto come e' finito? Nel prossimo c'e' la resa dei conti..eheh no apparte che sembra ce ne siano state 300 di rese dei conti tra Ellis ed Haz ma questa volta e' l'ultimissima davvero lol
io vorrei ringraziare chiunque passi del tempo a leggerla e recensirla, ci sono davvero affezionata c: grazie grazie grazie.
Non lo so, vi dovrei dire qualcosa del tipo "fatemi sapere che ne pensate" ma sono la prima a non esserne soddisfatta, come potete voi? percio' recensite se vi va lol
vi voglio bene,
vostra Ludo.
ps: ho appena riletto quello che ho scritto e ho ripetuto "apparte" mille volte, e non ha molto senso. Ma ooooook, capitemi vi prego lol
che poi si scrive apparte o a parte? non mi va di cercare su google, sono troppo stanca e spossata -.- vabbe' basta.
baciiiiii

   
 
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