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Autore: Sere_Horan    16/11/2012    9 recensioni
«Quindi se non fosse stato per te io sarei morta, giusto?» gli chiesi, anche se leggermente accigliata.
Odiavo quel sorrisino perennemente malizioso che aveva.
Era... irritante.
«Possiamo dire così, Jessica
Si avvicinò a me e mi sfiorò il braccio destro con la punta delle dita.
Rabbrividii.
«Non puoi resistermi. Nessuno può.» affermò, sicuro.
«Ti dimostrerò che io posso, Tomlinson.» conclusi il discorso, alzandomi dalla sedia ed uscendo dalla cucina.
Lo odiavo.
O forse era qualcos'altro.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay lo ammetto: sono stata una perfetta stronza. Non mi sono fatta viva per un altro mese, ma vi premetto che questo capitolo è moooooolto più lungo degli altri. Significa molto per me, spero solo che lo leggiate con attenzione.
Lo spazio autrice come al solito lo trovate giù :)





Chapter 17

The end?

 
«Accetto la promozione!»
Il signor Bennett alzò il capo e mi guardò, facendomi cenno di sedermi. Obbedii ed attesi una sua risposta, quando ricevetti solamente una domanda: «Perché?»
Sgranai gli occhi e sospirai, spostando lo sguardo su alcuni fogli di carta.
«Ho… ho valutato tutte le agevolazioni e ho capito di meritarmelo. Credo sia tutto.» risposi, cercando di soppesare ogni minima parola uscita dalla mia bocca.
Il signore Bennett era un tipo strano ed intelligente, difficile da ingannare. Era alto e panciuto, sulla sessantina, con quei pochi capelli grigi rimasti in testa che si tenevano per miracolo e due occhialoni neri che se ne stavano fermi a pochi centimetri dai suoi occhi azzurri e si reggevano sul suo enorme nasone a patata.
«Signorina Parker, lei sa che la rispetto e sa che nutro un profondo senso di ammirazione nei suoi confronti, tanto che le ho concesso tempo per pensarci. Molto tempo. E mi sembra strano che mi stia dando una risposta solamente due giorni dopo l’offerta.» affermò lui, intrecciando le dita delle mani come se stesse pregando.
«Se si sta chiedendo se sarò coerente e se avrò ripensamenti, le prometto che manterrò la mia parola.»
«Di questo ne sono certo, voglio solo accertarmi che la sua scelta sia stata spontanea, tutto qui.»
Annuii, trattenendo appena un sospiro. Con quello avrei potuto perdere tutto: avrebbe capito che ero stata “spinta” a farlo. E forse era sbagliato, ma non potevo andare avanti in quella maniera. Non era nel mio stile, e lo sapevo perfettamente.
«Se la mettiamo così va bene. Vada dalla mia segretaria e si faccia dare le chiavi del suo nuovo ufficio, liberi la sua vecchia scrivania ed infine le dirò cosa dovrà fare.»
Sorrisi ed annuii, ringraziandolo e dirigendomi verso la porta, ma fui interrotta. «Oh, signorina Parker: non mi deluda.»
«Non lo farò, signore. Grazie.»
 
 
Girai la chiave nel chiavistello tre volte e spinsi la porta col ginocchio, assicurandomi che Marcus non avesse messo anche la catena. Era paranoico: aveva una paura ingiustificabile per i furti. Non che io non l’avessi, ma ero abituata a persone che frugavano tra le mie cose e che se ne appropriavano: era quello che succedeva nei collegi. Ma lui, tale riservato perfettino dei quartieri alti era, nonaccettava che nessun conoscente – me inclusa – toccasse le sue cose: figuriamoci uno sconosciuto con cattive intenzioni.
Tornando a quel momento: entrai in casa e lanciai di malavoglia la borsa sopra la poltrona, tolsi il giubbotto ed andai in cucina, dove trovai un post-it giallo attaccato al frigorifero: “Non aspettarmi per cena: sono fuori con Melanie. Marcus.”
Sorrisi tra me e me, pensando a quanto quella ragazza lo rendesse felice. Ero contenta per loro: erano una bella coppia, andavano d’accordo e lei era seria, delicata e gentile, tanto che ci trovammo subito in armonia. Accettò maturamente il fatto che vivessi con Marcus, ma mi ritrovo ancora a cercare un perché. Forse aveva capito che tipo ero, oppure si fidava ciecamente di lui.
Tuttavia, era una brava ragazza e a me piaceva il modo in cui quei due si guardavano, parlavano e vivevano in generale. E non mi ricordavano affatto me e Niall: noi eravamo diversi. Spesso incompleti, il nostro ‘amore’ era nato da un odio profondo e potevamo fare a meno l’una dell’altro, almeno per me. Appunto per questo avevo un pretesto bello e buono per dimenticarlo: potevo fare a meno di lui. E faceva male dirlo, questo è vero, ma perché preoccuparsi tanto di una cosa che tanto oramai non c’è più?
Se lo avessi rincontrato lo avrei salutato, abbracciato e ringraziato, ma avrei visto nei suoi occhi tanto rancore e mi avrebbe fatto tante, troppe domande per uscirne viva. Troppi perché, e quelli mi spaventavano da morire. Ma uno in particolare: “Perché te ne sei andata senza più tornare?”
Non avrei saputo rispondere, sarei scoppiata a piangere e sarei finita per urlargli uno “Scusa!” da classica tragedia romantica e non sarebbe stato bello né dolce come finale. Ma non potevo neanche pretendere che, in un casuale incontro, mi avrebbe aperto le braccia e mi avrebbe sussurrato all’orecchio un “Mi sei mancata” perché, per quanto dolce potesse essere quell’irlandese, stupido non era ed odiava essere preso in giro, soprattutto da me.


Harry’s p.o.v
 
 
Aprii gli occhi e sbuffai: non volevo che un altro giorno ricominciasse con le solite cantilene e i soliti compiti da portare a termine, non volevo sentirmi dire da Niall, per l’ennesima volta, “Dov’è Jessica?” e soprattutto non volevo andare avanti senza avere notizie di lei. Dov’era? Con chi era? Cosa faceva? E soprattutto: stava bene?
Sbuffai nuovamente e mi alzai dal letto, infilai un paio di pantaloni e mi avvicinai alla finestra: il sole era già alto. Evidentemente i ragazzi, essendo a conoscenza di tutto lo stress del quale mi facevo carico, avevano deciso di lasciarmi riposare.
Così scesi in cucina per mangiare qualcosa e, guarda caso, trovai a sedere a capotavola Niall, con la testa tra le mani e il volto basso, fisso sul legno scuro e liscio di quella superficie, a pensare a lei.
Mi avvicinai piano per evitare che mi facesse domande alle quali non avrei potuto rispondere e feci per aprire il frigorifero.
«Non fare come se io non esistessi, Styles.» mugugnò, attirando la mia attenzione su di lui.
«Pensavo stessi dormendo e non volevo disturbarti.»
«No, pensavi stessi pensando a lei e non mi hai disturbato per evitare che ti facessi domande inutili. Ma so che non sai nulla, non preoccuparti.» ribatté, alzando il volto.
Chissà come mai non mi stupii dei suoi occhi arrossati e gonfi per le troppe lacrime vomitate.
Sospirai e presi posto davanti a lui, fissandolo e tamburellando insistentemente le dita sulla superficie del tavolo, pur sapendo che lo irritava tantissimo.
«Dio Harry, te la smetti?» sbottò di punto in bianco.
«Sai che probabilmente ti ha già dimenticato, vero?»
«E se non fosse così?» cercò di contrattare lui, ma lo ripresi.
«Non rispondere a una domanda con un’altra domanda: trova una soluzione alla prima piuttosto!» esclamai, senza spostarmi da quella posizione.
«Lo so. – prese un lungo respiro – Spero solo che non sia così. Non voglio che sia così. Io la amo, Harry, e lei lo sapeva. E aveva detto di amarmi!» concluse la frase urlando e questo mi alterò, molto.
«Ed è così, imbecille!»
Indietreggiò con la sedia e fece per alzarsi, mentre scuoteva la testa, ma lo presi per i polsi e lo fermai.
«Non se n’è andata per colpa tua o per un altro ragazzo, né per quella zoccola di Jamie o quant’altra roba. Se n’è andata perché non ne poteva più, era stanca.»
«Di aspettare me, ovvio.» cercò di concludere, ma scossi bruscamente la testa.
«Ascoltami una buona volta! – urlai, facendolo tremare. Poi ripresi – Lei ti ama, io lo so, e se fossi in te la cercherei. Non la obbligherei a tornare, ma almeno la cercherei.» lo consigliai.
«L’ho fatto!»
«Oh, davvero? Su facebook? Che razza di uomo sei, Horan, EH? Vuoi tirarle fuori quelle palle una volta tanto?»
«Ma non so dov’è! E non so come reagirebbe!» cercò di confermare.
«Niall, no! Lei vuole te allo stesso modo in cui tu vuoi lei! Lo sai questo! Continui a dire di stare bene, di potercela fare senza di lei ma poi arrivi e mi fai mille domande! Non so nemmeno io dov’è, ma se davvero l’amassi come dici di amarla tu la cercherei e farei di tutto e giuro di tutto pur di riaverla indietro, pur di riaverla tra le mie braccia anche solo un istante. – mi fermai e lui abbassò lo sguardo, tirando su col naso: evidentemente voleva evitare che qualche altra lacrima scendesse dai suoi occhi. Ma poi ripresi. – Non lasciarla andare come hai fatto con Kathelynn, non lo fare.» conclusi, dandogli una pacca sulla spalla e lasciandolo lì.
 
 
«Harold
Sentendo la voce di Louis richiamarmi in quel modo mi voltai, cercando di fingere un sorriso a fior di labbra.
«Cosa c’è?» risposi pacatamente, contrastando il suo tono.
«Hai detto a Niall che Jessica se n’è andata per colpa mia?» disse infuriato, avvicinandosi pericolosamente a me. Louis non mi aveva mai fatto tanta paura.
«Come ti salta in mente? Secondo te sono così infantile da fare una cosa del genere?»
«Da fare cosa?» disse una voce dietro di noi e ci voltammo. Niall.
«Niente biondino, non ti intromettere e va’ a nanna.» comandò Louis, riconcentrandosi su di me.
«Uno: non parlarmi così. Due: sono le tre di pomeriggio, non ho voglia di dormire. Ora, dato che prima ho sentito casualmente il mio nome, voglio sapere cosa succede qui.» contrattò l’irlandese avvicinandosi.
«Davvero Niall: non è niente. Solo una questione tra me e Louis, ma risolviamo tranquillamente da soli.» cercai di ingannarlo io, ma evidentemente aveva sentito anche un altro nome oltre al suo: quello di Jessica.
Infatti scosse la testa capricciosamente e non si spostò di lì. Louis sbuffò e gli mise una mano sulla spalla.
«Forse è giusto che tu sappia, ma… - si interruppe, guardandomi – non voglio che tu soffra.»
Stava mentendo.
«Sbrigati Louis o mi prenderà fame e finirò nuovamente per non sapere niente
Il rosso sospirò e lanciò un ultimo sguardo a me, come se c’entrassi qualcosa. Infine prese un respiro profondo e guardò Niall.
«Jessica se n’è andata per colpa mia.» ammise, tutto d’un fiato.
Vidi gli occhi dell’irlandese spegnersi e di colpo tornare a scintillare di rabbia.
«Tu. Mi hai quasi ucciso con un pugno, ma questo va bene, l’ho passato. Adesso, per colpa tua, la ragazza che amo se n’è andata senza più tornare e io non so se sia viva o morta o tantomeno se sia tornata in quella porcilaia di collegio che l’ha trasformata in una persona apatica! Una persona che io stavo facendo rinascere!» urlò, fuori contegno.
Volli intervenire, ma non riuscii.
«Ma Niall, io non potevo sapere…» cercò di calmarlo Louis, che venne interrotto di nuovo dal biondo.
«Tu non puoi mai sapere! Tutto quello che fai è giustificabile mentre io non posso nemmeno piangere che subito eccoti pronto a ridere di me! Mi dici chi sei tu per entrare così nella mia vita e cambiarla a tuo favore?!»
«Ragazzi, ora basta.» dissi calmo io, osservandoli entrambi.
«No. Io vado a cercare Jessica, ovunque sia.»
Cercò di allontanarsi ma lo afferrai per la maglia e lo tirai verso di me.
«Nessuno si muove di qui, a parte me. Io vado a cercare Jessica e voi due chiarite. Faccio entrare i ragazzi e dico loro di non farvi muovere di qui fino a quando io non sarò tornato, con o senza di lei. Sono stato chiaro?»
Entrambi sospirarono ed annuirono, anche se poco convinti. Così feci un passo verso di Niall e gli sussurrai ad un orecchio: «Farò di tutto per ritrovarla, te lo prometto.»
Lo sentii sospirare nuovamente, ma meno convinto di prima.
Scossi la testa ed afferrai le chiavi dellaRange-Rover, per poi uscire di casa, richiamare i ragazzi e partire. Sarei arrivato a Londra pur di ritrovarla. E non solo per Niall: per tutti noi, Jamie e Louis inclusi.
 
 
Jessica’s p.o.v
 
 
Finii di cenare e mi misi seduta sul divano, stringendomi su me stessa per riscaldarmi, poiché la mia pigrizia mi impedì di raggiungere la poltrona affianco al divano per prendere la coperta.
Accesi la tv: il notiziario.
Iniziai a fare zapping tra i canali, ma la cosa più interessante che trovai fu un documentario sull’accoppiamento delle scimmie e non ero davvero dell’umore giusto per sapere che delle piccoli, esili e orripilanti scimmie urlanti del Madagascar erano più fortunate di me.
Così tornai al canale dove davano il notiziario ed iniziai a seguire le notizie, anche se il mio cervello era da tutt’altra parte. Poi, però, un annuncio attirò la mia attenzione.
«La prossima notizia è sconvolgente: un terribile incidente sulla statale che collega Doncaster a Sheffield. Scontro frontale tra un van di trasporti pesanti con una Range-Rover pilotata da un ragazzo di diciotto anni.»
Nel sentire quell’informazione il mio stomaco si richiuse. “Ci saranno milioni di diciottenni in Inghilterra che hanno una Range-Rover, non può essere lui!” cercai di convincermi.
Ma tutto quello che pensai svanì quando la giornalista riaprì bocca.
«Il responsabile dell’incidente sarebbe il conducente del van, il quale guidava superando i limiti di velocità consentiti. Harry Styles, il conducente dell’auto vettura, è ora gravemente ferito ed è stato portato all’ospedale di Doncaster.»
L’intero mondo si fermò.
Un brivido corse lungo tutta la mia schiena e rimasi paralizzata a fissare le immagini alla tv, con le lacrime agli occhi. Ma poi lo squillo del telefono mi fece sobbalzare.
«P-pronto?» balbettai.
«Jess, sono Marcus. Sono in ospedale, Harry ha avuto un incidente e ci sono…»
«C’è Niall?» chiesi, interrompendolo.
Lui sospirò dall’altro capo della linea e sussurrò un “Sì.”
«Non dirgli niente di me.» risposi, per poi riagganciare.
Lanciai il telefono sulla poltrona e lasciai che i singhiozzi invadessero il mio petto e costringessero il mio diaframma a fare movimenti veloci e dolorosi per riprendere fiato.
Ma ero pronta a superare tutti i dolori possibili ed inimmaginabili. Tutto, pur di non dover affrontare la realtà e non dover dire a Niall il perché di quello che avevo fatto.
 
 
Marcus’s p.o.v
 
 
Sospirai e riagganciai la telefonata, infilando il cellulare in tasca.
«Non cede?» chiese Melanie, guardandomi ed io scossi la testa.
«Cosa devo fare, secondo te?» le chiesi.
Lei era il mio unico punto di riferimento, l’unica persona sulla quale potevo davvero contare.
«Devi fare cosa potrebbe essere più giusto per lei. Tu lo sai, lo sai addirittura meglio di quanto lei non sappia perché la conosci e sai quanto sia vulnerabile quando è da sola e le manca qualcuno.»
Sospirai e mi voltai a guardare Niall: il volto solcato dalle lacrime, gli occhi rossi e gonfi, il viso pallido. Un ragazzo raramente piange per un incidente: doveva essere un pretesto, una scusa per tirar fuori tutte le emozioni e tutti i sentimenti. Una scusa per piangere per qualcos’altro.
Annuii e tornai a guardare Melanie, che sorrise. Così mi feci coraggio e mi avvicinai al ragazzo.
Mi schiarii la voce e lui si voltò verso di me.
«Sei Niall Horan, giusto?» chiesi e lui annuì, terrorizzato.
Lo afferrai per un braccio e lo portai in un luogo appartato.
«Sono Marcus Tanner, ti ho seguito quando eri ricoverato qui da noi e conosco una persona che stai cercando.»
«Se è uno scherzo lasciamo perdere, okay?» disse, irritandosi appena.
«No, non è uno scherzo. Assolutamente no. – mi interruppi e lo guardai negli occhi: era vuoto. – Jessica è la mia coinquilina.» confessai e vidi i suoi occhi prendere a scintillare.
«Ma allora lei… lei è…»
«Lei è viva, sta bene, ha un lavoro ma è più o meno come te: triste e vuota.»
«Devo vederla!» esclamò, agitandosi e strappandomi un sorriso.
«Prima o poi verrà. Spesso veniva a fare visita a te, ma tendeva a farlo quando non c’erano gli altri ragazzi. Quindi sta’ certo che verrà. Puoi aspettare?» gli chiesi.
«Sei sicuro che verrà?» chiese nuovamente lui ed io annuii, convinto. «Farò tutto per lei.» rispose, sorridendo appena. Ricambiai il sorriso e gli diedi qualche indicazione su qualche B&B del quale avrebbe potuto usufruire quella notte. Fu bello aiutarlo, ma ora c’era un altro passo da fare: Jessica.



 



Spazio ai pinguini!

TAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAKEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE MEEEEEEEEEEE HOOOOOOOOOOOOMEEEEEEEEEEEE IS OUUUUUUUUUUUUUT, BITCHEEEEEEEEEEEEEEEES!


Lalalalalalala gente, eccomi qui!
Piaciuta la sorpresa? Ovvvvvvvvvvvvviamente no, e io già lo so u.u
Ma so già che sarete felicissimi di sapere che giusto stamattina (dato che me ne sto a casa con un mal di pancia teeeeeeerribile) ho iniziato a scrivere la nuova storia!
Ma non vi dico niente, piuttosto passo al capitolo! u.u

Allora, è diverso. Magari voi non la pensate come me, ma io credo sia così. 
Ci sono molti punti di vista diversi. Prima d'ora tutto era concentrato su Jessica, ma per dare un senso a questo capitolo dovevo assolutamente 'cambiare pedina'.
Vi avevo promesso un personaggio sconvolgente e non vi dico ancora chi è, nemmeno se è già apparso in questo capitolo o deve ancora fare la sua entrata spettacolare lol
Aspettatevi solamente tante altre sorprese e, conoscendomi, immaginate da soli che sorprese saranno! u.u

Ma quanto sono cattiva?! lool

AAAAAAANNYYYYYWWAAAAAAAAAAYYY...
siccome ultimamente non mi riesce bene fare la trasgry - anzi, sono depressa - non potrò mantenere la promessa che vi avevo fatto nello scorso capitolo, ovvero quella di aggiornare un giorno sì e un giorno no.
Motivo?
Quella bellissima e gioiosissima nonché tranquillissima scuola che è il liceo classico ʘ‿ʘ
Quindi perdonatemi e non odiatemi, ma non so quando riuscirò a riaggiornare.
E la cosa più divertente è che non ho ancora iniziato a scrivere il prossimo capitolo e non ho la più pallida idea di cosa potrebbe succedere quindi, come sempre, vi lascerò patire l'ansia fino al mio ritorno MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH.
No, stavo scherzando. Appunto per questo cercherò di aggiornare il prima possibile, anche perché è mooooooolto angosciante questo capitolo qui, giàgià.
Bene, insultatemi, mandatemi profumatamente a quel paese oppure tiratemi un pugno, ma reeeeeeeeeeeceeeeeeeeensite. :)
Sapete che ci tengo tanto tanto a sapere cosa ne pensate, quindi ditemi tutto, tutto, tutto! Vabbene? Ma certo che va bene! u.u

Okay, io ho svolto il mio compito. Ora vi lascio una solita gif sbellicosa (baaaattutaaaaa!) e mi dileguo nella nebbia. :')
Bye bye!

Un bacio, Serena ♥ (ho deciso che basta con le 'xx' perché ricordano troppo la Peazer D':)




Ciccine vi ho trollate :P
Andate sotto che c'è lo spoiler!














 


SPOILER: 
1) Niall e Jessica capiranno una cosa molto importante.
2) Potrebbe succedere qualcosa tra Jamie e Louis.
3) Harry potrebbe cambiare radicalmente.

  
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