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Autore: Maricuz_M    16/11/2012    6 recensioni
Dopo una delusione amorosa, c’è chi dice “Si chiude una porta, si apre un portone” oppure chi afferma “Meglio soli che male accompagnati”.
Ebbene, Eleonora fa parte di quest’ultimo gruppo di persone.
Le sue giornate, però, la porteranno in situazioni che la convinceranno a cambiare idea e, cosa non meno importante, a non fidarsi delle docce, dei marciapiedi e degli ascensori. O anche di alcuni suoi amici che si divertono a mixare il suo nome con quello dei suoi conoscenti, giusto per suddividersi in team e supportare coppie diverse in cui lei, ovviamente, rappresenta la parte femminile.
Dal secondo capitolo:
“Elle, guardati le spalle.”
“Ci manca pure che la sfiga mi attacchi da dietro.”
“La sfiga attacca dove vuole lei, mica dove vuoi tu.”
“Sennò come ti coglie impreparata? Vuoi una telefonata a casa, la prossima volta?”
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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XV Capitolo


All you need is love

Non sono andata da Samuele, quella mattina.
Ci sono adesso, cinque giorni dopo, seduta al tavolo della cucina con un bicchier d’acqua tra le mani e il ragazzo, sconsolato, accomodato davanti a me. Mi sembra tanto un cucciolo di cane che non riesce a convincere nessuno per giocare un po’ con la palla.
Gli pesa molto la situazione, si vede. Infondo con Simon ci vive, sente la differenza ogni mattina quando si sveglia. Anche per questo sono qui, per fargli compagnia e per distrarlo. Per distrarci. Il problema in questo momento è entrare in qualche argomento.
“Il tuo amico,” comincio, giocando subito la carta delle confessioni “Damiano. Mi sta sulle palle.”
Lui ride, con la testa bassa “E’ fatto a modo suo.” Lo giustifica.
Che strana affermazione, ogni volta me la propinano “Anche io sono fatta a modo mio, che c’entra?” non per questo non mi sopporta nessuno, vorrei aggiungere, ma meglio non esagerare con la sincerità. Non voglio offendere nessuno, pubblicamente.
“Sarai fatta meglio, boh.” Dice, alzando le spalle “Anche a Filippo non va molto a genio.”
“Questo perché è un ragazzo intelligente.”
“Mi stai dando dello stupido?”
“No, no. Tu sei solo buono.” Preciso, per poi prendermi un sorso d’acqua come premio.
“Anche tu sei buona.”
“Non così tanto.” sorrido.
“Che strani esseri, gli uomini.” Commenta, facendomi ridere.
Ed è così che rompiamo il ghiaccio –per lui poi non è neanche troppo difficile: basta che sorride e lo disintegra-. Cominciamo a parlare e a malapena riusciamo a prendere fiato, delle volte. Ci ritroviamo a commentare qualcuno che fino a non molto tempo prima era il vicino di entrambi, mi chiede come sta e cosa fa mia sorella, se i miei genitori, in particolare mio padre che non vede da molto, stanno bene e se il loro lavoro procede per il meglio. La classica chiacchierata tra amici di famiglia, insomma.
Ad un certo punto, però, mi prende un colpo, e improvvisamente i discorsi delle mie amiche mi ritornano in mente come una freccia scoccata da un arco poco distante. Il Samunora comincia a mettermi ansia da quando Samuele, dopo un respiro profondo e pieno di incertezza, pronuncia le seguenti parole “Penso di doverti dire una cosa..”
Deglutisco e cerco di fingere tranquillità “Certo, dimmi pure.”
“Io.. Mi.. Mi piace una ragazza.”
Perfetto.
Adesso non mi rimane che sperare che non sia io quella ragazza, e per vari motivi. Come prima cosa: non ricambierei il sentimento; in secondo luogo: mi dispiacerebbe pure. Insomma, è Samuele. Siamo cresciuti insieme, l’ho sempre ritenuto un ragazzo stupendo e tutti gli altri aggettivi che gli ho affibbiato nel corso della mia vita, ma non l’ho mai visto come qualcos’altro, qualcosa di più. C’è stato un periodo in cui lo vedevo come un potenziale ragazzo, i primi anni del liceo, ma direi che quel periodo è finito da un po’ di anni.
Altro fattore da non dimenticare assolutamente: Manuela. Ormai sono più che convinta del fatto che gli vada dietro seriamente, anche se lei stessa non si è resa conto che il suo essere fan girl si è trasformato in essere cotta di lui.
“Mh.” Dico, aspettando che mi dica chi è questa ragazza. Non posso negare la mia curiosità.
“Ehm.. Vedi, il fatto è che con questo incidente e questo mio abitare momentaneamente” e con questa parola capisco che anche secondo lui prima o poi Simon si risveglierà “da solo, ho riflettuto. Possono accadere un sacco di cose senza che nessuno possa prevederle. So che è ovvio, ma, parlandoci chiaramente, diamo ugualmente il tempo per scontato. Se ci torna scomodo qualcosa, o se non abbiamo il coraggio di affrontarla, rimandiamo, quando possiamo. Allora mi son detto ‘Cazzo, Samu, datti una svegliata’. Guarda caso, l’unica cosa in ballo che ho è questa, quindi voglio dirtela.”
Porca puttana, che ansia.
“Confessarlo a qualcuno non significa dirlo direttamente a lei, e in ogni caso non sei la prima a cui lo dico visto che ne è a conoscenza anche Fili, ma dirlo mi dà l’idea di concretezza, quindi potrebbe aiutarmi.” Dimmelo e non farmi soffrire così all’infinito, ti prego “In conclusione, Eleonora..”
Respiro profondo per entrambi, il mio però è nascosto.
“Mi piace Manuela.”
Credetemi, alzarsi di scatto dalla sedia e battere una mano sul tavolo per poi cominciare ad esultare come una bambina che sa di andare a vedere il prossimo spettacolo dei delfini è ciò che vorrei fare in questo istante, e trattenersi è davvero difficile.. Ma ci riesco. Ci riesco e fisso il castano negli occhi senza fiatare giusto per avere la certezza di non lanciare un urletto felice nel momento in cui apro la bocca. Lui intanto deglutisce, gli occhi verdi spaventati dalla mia mancata reazione, le labbra strette. Non so cosa dire, quindi annuisco lentamente e mi schiarisco la voce “Beh..” passiamo il testimone “Parlamene.”
Sollevato, sospira. Appoggia la testa sulla mano, della quale le dita vanno a finire dritte dritte tra i suoi capelli. Volge lo sguardo altrove “Io, non so. E’.. Così.. Non lo so. Con lei sembra che tutto prenda come.. colore. E’ viva, ma viva a modo suo. Non viva come.. Che ne so, Ginevra. Ginevra è viva perché è tosta, Manuela è viva perché sembra che sia costantemente felice, sempre allegra. E la sua presenza, di conseguenza, rende allegro anche me. Non so spiegare perché mi piaccia, ma credo che si basi su questo, sì.” Dice, concitato. Ok, ecco perché mi piacerebbe avere qualcuno accanto. Per questo. Per la sensazione che sta provando Samuele, quella di non riuscire a spiegarsi niente, di non riuscire ad esprimere l’emozione che si sente dentro. Questa è l’idea dell’amore di cui mi sono innamorata.
Per questo adesso ho gli occhi a cuoricino, mentre fisso il ragazzo.
“La conoscevo anche prima, di vista. Infondo siete amiche da parecchio, spesso la vedevo venire da te, ma non l’avevo mai incontrata in altre circostanze. Diciamo che l’ho scoperta alla cena..” riflette tra sé e sé. Io lo ascolto senza dire una parola. Lui nota questa mia non-loquacità, allora punta gli occhi su di me “Non.. Non commenti?”
“Che devo dire?”
“Non so, tipo ‘No, tu non ci provi con la mia amica’ oppure ‘Sì, vabè, fanne ciò che vuoi’..” fa spallucce, incerto. E intanto la sua testa cala sempre di più. Rido.
“Sono più propensa per la seconda. Convincimi.” È una scusa per sentirlo parlare di lei. Sono quasi felice, grazie a questi due scemi che si vengono dietro a vicenda.
“Dai, non fare la stronza.” Scioglie un ghiacciaio “Che vuoi sentirmi dire? Cosa provo quando la vedo? Come pensi che mi dichiarerò? Quale regalo le farò per San Valentino? Ok consegnare la mappa del tesoro, ma non tutto il tesoro. Non voglio rendermi ridicolo.”
“Ti piace fisicamente?” chiedo, giusto perché non ha neanche nominato quell’aspetto.
“L’ho osservata accuratamente, e posso dire che è una gnocca allucinante.”
Scoppio a ridere come una scema, tanto da arrivare quasi alle lacrime. Ho adorato il modo in cui ha pronunciato quelle parole. Mi passo una mano fra i capelli e sospiro “Se ti sentisse..”
“Cosa?” si tira improvvisamente su “Cosa farebbe se mi sentisse?”
“Boh?” sono consapevole di essermi fregata, anzi: di aver messo in pericolo Manuela.
“Eleonora.” Insiste.
“Non lo so, davvero. Probabilmente farebbe un’uscita tipo ‘Samuele ha degli occhi tanto belli, peccato non ci vedino’. E’ così, lei. Tende a svalutarsi.” Salvata in corner, yes. L’ultima affermazione lo porta a lasciar perdere lo scetticismo provocato dal resto del discorso, e torna ad appoggiarsi sulla mano.
“Avrebbe proprio bisogno di qualcuno che la valuti per come è veramente, in sua presenza..” borbotta, con lo sguardo puntato sul tavolo. Sorrido intenerita.
“Sì, lo penso anche io. E penso che saresti un buon candidato.” 
“Quindi ho la tua benedizione?” chiede speranzoso, con le labbra che si stirano da sole.
“Hai la mia benedizione.”
Mentre scendo le scale del palazzo, qualche minuto dopo, penso ridacchiando che i loro nomi mixati siano quantomeno pronunciabili, a differenza del Samunora: Samuela e Manuele. Ha, troppo divertente.
                      
I giorni trascorrono, e la situazione non cambia molto. Jonathan è stato dimesso dall’ospedale, al contrario di Simon che, per forze maggiori, è ancora lì, nel solito stato.
Sebbene non sia la stessa depressa ed emotivamente instabile di una settimana fa, mi sono accorta che mi sono come svuotata, dal giorno dell’incidente. Non mi ritrovo con le lacrime agli occhi quando sono in presenza di qualcuno –come con Filippo-, anzi. In compagnia riesco a sembrare normale, col sorriso sincero che spunta quando deve spuntare, con le espressioni che di solito mi caratterizzano, ma quando sono da sola.. Mi sono resa conto di non provare più la tranquillità di prima. Il più delle volte mi ritrovo a fissare il vuoto con pensieri che, appena riconosciuti, vengono cacciati immediatamente.
Provo a tenere la mente occupata studiando anche più del dovuto, per affrontare la lunga serie di esami che mi aspetta a breve, ma evitare completamente la paura che Simon non riapra gli occhi è impossibile. Ogni giorno preme sempre di più, ogni giorno la cosa si aggrava, ogni giorno sopportiamo un peso sempre più grande e io lo mostro sempre di meno. Negli ultimi giorni Marco mi ha detto più volte che questa mia pseudo apatia, dedicata solo alla questione del primo dell’anno, lo sta spaventando, ma sinceramente è l’ultimo dei miei problemi.
Per il resto sono la solita Eleonora di sempre: suono, chatto, studio, mi diverto a vedere Azzurra uscire di senno perché Michele sta continuando il suo processo di conquista, mi intenerisco ripensando a come Samuele mi ha parlato di Manuela nel suo appartamento e mi arrabbio quando Elena tratta Damon come un imbecille in Vampire Diaries, quando è l’unico che l’antepone sempre a tutto il resto. Quanto adorerò Damon? Ci mancano solo loro due a farmi aspirare all’amore della finzione..
Oggi è Domenica, e siamo all’esatta metà di Gennaio. Sono infagottata in una coperta davanti al computer, guardando per pura noia un video che mi sono ritrovata nella home di facebook. Sussulto quando il mio cellulare comincia a squillare, svegliandomi dallo stato d’abbiocco in cui mi sono ritrovata.
“Pronto?”
Elle..” sento a malapena la voce flebile di Ginevra, e già questo mi fa aggrottare la fronte perplessa.
“Gin.. Dimmi.”
Dove sei?
“A casa, perché? Hai bisogno di qualcosa?”
Posso suonarti il campanello?
“..Sei già qui?”
Sì.
“Aspetta, ti apro. Non c’è bisogno che suoni.”
Grazie..
Questo periodo è veramente allegro, devo dire. Riattaccando e sospirando, mi alzo per dirigermi verso l’ingresso. Quando apro la porta, vedo Ginevra con le mani infilate nelle tasche del giubbotto, mento e bocca nascosti dalla sciarpa, naso rosso per colpa del freddo e occhioni azzurri spalancati. Senza dire niente, mi faccio da parte per farla entrare al caldo. Avanzando, mi scruta attentamente fino a parlare, sempre con voce piccola “Sei seria, con la coperta.”
“Grazie.. Che è successo?”
“Deve esser successo qualcosa?”
“Considerando la tua voglia di vivere in questo momento” stavolta sono io a scrutare lei “e il modo in cui ti sei autoinvitata in casa mia.. Sì. Prego, vieni in camera!” e la guido.
“Da quando così osservatrice?”
“Non ci vuole molto, in questo caso. Comunque, da quando la vita non mi lascia far niente di utile se non guardare e studiare gli altri.” Le indico il letto, per farla sedere. Mentre io mi sento un po’ come Filippo, lei mi guarda in un modo che sembra sia sorpreso che confuso. Io abbozzo un sorriso e mi accomodo accanto a lei “Allora, che è successo?”
Lei sospira “Ho avuto una discussione con Roberto. Abbastanza pesa..”
“Per questo sei così poco energica..” annuisco tra me e me, comprensiva.
Lei mi guarda inespressiva “..Sì. Smettila di analizzarmi.”
“Certo, scusa. Raccontami.”
Dopo un breve momento in cui il suo labbro inferiore viene torturato come una strega nel medioevo, si passa le mani sulle cosce più e più volte ed inizia a parlare “Il fatto è che.. Io.. Sto soffrendo molto per Simon. E anche Rob. Insomma, siamo entrambi in uno stato emotivo piuttosto instabile, quindi.. Lui è scoppiato, qualche ora fa. Ed è la prima volta in tutta la storia del nostro rapporto che è lui a perdere davvero la pazienza.” Mormora, fissando il pavimento.
“Spiega..” la invito.
“Il fatto è che lui è diverso da me, ok? Cerca sempre di tirarmi su il morale se sto male, e l’ha fatto anche in questi giorni nonostante lui stesso non sia al massimo del benessere. Ma sono inconsolabile, perché non riesco a non aver paura per Simon, e credo che su questo punto di vista tu possa capirmi. Lui si è incazzato, ha iniziato a dire che lascio sempre che sia lui a sforzarsi di far andare le cose per il verso giusto, che anche lui sta male eppure è come se a me non interessasse. Vorrebbe che anche io provassi per una volta a consolare lui, o perlomeno di non fargli pesare la situazione come faccio io. Ha detto che..” deglutisce “Se continuiamo così, non ha senso.”
“..Non vi siete lasciati, vero?” chiedo, cercando di nascondere la mia paura. Se non stanno insieme loro, l’amore non esiste.
“No, no..” risponde subito “Però.. Ha ragione. Non.. Non faccio abbastanza. Dovrei stare più tranquilla, dimostrare che comunque la sua presenza per me è fondamentale, perché è così. Solo che.. Non ci riesco. Ora non ci riesco.” Scuote la testa freneticamente, lasciando cadere una lacrima “Ci posso riuscire quando litigo con i miei o con un amico e lui mi parla, o quando c’è traffico per la strada quando noi siamo in ritardo e lui mi garantisce che arriveremo comunque in tempo, ma non adesso che uno dei miei migliori amici è in bilico tra la vita e la morte.”
La guardo mentre inizia definitivamente a piangere, continuando a parlare a raffica “Non voglio perdere Simon per sempre. Anche se mi comporto come se l’odiassi, gli voglio un bene assurdo e, anche se non gliel’ho mai detto, gli sono immensamente grata per avermi spinto tra le braccia di Roberto. Non voglio perderli così, né l’uno, né l’altro. Ho bisogno di entrambi, e in questo istante ho il terrore di non riuscire a tener nessuno dei due accanto me. Mi sento infinitamente impotente, e odio sentirmi così. Di solito ho il controllo della situazione, adesso non posso o non sono in grado di far niente per migliorarla.”
“Gin..” sospiro, cercando di non crollare io stessa di fronte a lei.
“Mi sento persa, Elle..” piange, voltandosi verso di me e guardandomi negli occhi “Non so più dove trovare stabilità..”
Senza riuscire a dire qualcosa di sensato, mi fiondo su di lei e l’abbraccio. La tengo stretta, come quando la notte di Capodanno aspettavamo di sapere le condizioni dei due ragazzi, mentre la bionda continua a singhiozzare come una disperata sulla mia spalla.
“Non sei sola..” provo a dire, con voce tremante.
 
 


Appunti sul capitolo:
Viene nominato il telefilm (che personalmente adoro) Vampire Diaries, e due dei suoi personaggi principali Elena e Damon. Sono tendenzialmente Delena, per la cronaca, anche se negli ultimi tempi non sono molto sicura. Stelena non lo sono di certo, però!
 
Allora, cari i miei lettori, siamo ancora incerti su cosa accadrà a Simon.
Come tutti gli scorsi capitoli, è abbastanza triste, specie l’ultima parte (io mi sono commossa scrivendolo).
E come negli scorsi capitoli, c’è la parte che comunque è più positiva rispetto al resto. In questo caso niente Filinora, ma.. Ma la certezza che il Samunora, effettivamente, non esiste.
Non dico niente, piuttosto voi ditemi:
Cosa ne pensate dei sentimenti di Samuele per Manuela? E della litigata tra Ginevra e Roberto? Pensate che lui abbia ragione o no?
Ultima domanda, a cui troverete risposta nel prossimo capitolo: Simon si sveglierà?
 
Ah, l’amore..
Il prossimo capitolo, siccome sono indietro con la scrittura, sarà il 22 Novembre, ovvero tra 6 giorni (e non 5 come al solito).
Scusatemi, ma voglio evitare di arrivare a non pubblicare per un mese per un’eventuale mancanza d’ispirazione o tempo, quindi vedo di avvantaggiarmi e diminuire il ritmo. Purtroppo i vari impegni e la scuola mi tengono piuttosto occupata.
Chiedo venia. :(
 
Ringrazio comunque tutti coloro che mi seguono, che soffrono con me per Simon e che esultano per le scene “basta un po’ di Filippo e la pillola va giù”. Ho saputo di aver rovinato la vita a qualcuno, per questa cosa.
 
Ci si Giovedì 22!
Grazie ancora a tutti! :)
 
Maricuz
   
 
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