2.L’arrivo
a Hogwarts
Alle 10 del mattino
il cellulare di Clark
aveva iniziato a squillare all’impazzata,era la sua collega
che gli comunicava
che sarebbero dovuti partire immediatamente per un paesino fuori
Londra,Little
Hangleton,dove c’era stato un omicidio uguale ai loro, e che
la polizia locale
aveva chiesto aiuto a Scotland Yard…forse quella era
l’unica speranza di
salvezza per la giovane detective!!
Mentre ascoltava la
sua collega Clark si
era già preparato,e in un batti baleno erano a bordo del
fuoristrada nero di
lei diretti a Little Hangledon.
Dopo aver percorso
qualche chilometro al
di là dell’autostrada i due avevano sentito uno
forte rumore improvviso…era
scoppiata una gomma!Ciò significava essere rimasti isolati
in mezzo a una
stradina di campagna(il cellulare non prendeva) ,senza ruota di scorta
ovviamente; Clark sapeva che avrebbe potuto risolvere la situazione in
men che
non si dica, ma avrebbe significato svelare alla sua collega i suoi
poteri e
non gli sembrava il momento più adatto!!!
Tutto d’un
tratto era apparso davanti a
loro un enorme castello abbarbicato su una scogliera ,circondato da un
altrettanto enorme lago,il che non era una cosa normale
poiché nessuno di loro
due ne aveva mai sentito parlare.
Avevano spinto la
macchina fino al
cancello quando all’improvviso si era materializzato un ponte
che aveva
permesso loro di arrivare sino all’entrata
dell’enorme costruzione.
I due detective si
stavano guardando
intorno allibiti e subito avevano notato un albero che sembrava essersi
mosso(!?). Dopo aver ripetutamente bussato e non avendo ricevuto alcuna
risposta,avevano provato a girare intorno al castello in cerca di
un’altra
entrata;subito un enorme uomo barbuto si era piantato davanti a loro e
aveva
esordito:”Salve io sono Hagrid il guardiacaccia di
Hogwarts,posso aiutarvi?”
Prontamente Clark
aveva
risposto:”Ehm…salve noi siamo due detective di
Scotland Yard,ci si è rotta la
macchina proprio qui fuori e siamo entrati per chiedere
aiuto.”
“Vi si
è rotta la cosa?!”
La detective non era
molto convinta:”Hogwarts?!ma
che cos’è?!”
”Ehm
è una scuola… vabbè comunque vi
accompagno dal Preside e lui sarà felice di darvi una
mano!” e sorridendo li
aveva accompagnati all’interno di quella stranissima scuola.
Quest’ultimo non
era meno bizzarro dell’esterno e del loro accompagnatore:
alle pareti c’erano
quadri viventi e non c’era nemmeno un po’ di luce
elettrica,abilmente
rimpiazzata da un’infinità di candele;dei
lunghissimi corridoi si snodavano
attraverso i piani che erano collegati da scale che cambiavano
posizione.
Superato uno dei numerosi corridoi erano giunti davanti alla statua di
un
gargoyle che si era subito fatto da parte lasciando spazio a una scala
a
chiocciola; Hagrid si era congedato e aveva detto loro che il preside
li
attendeva.
Ancora increduli per quello che avevano visto,erano entrati
nell’ufficio del
preside,un simpatico vecchietto con una lunga barba bianca,occhiali a
mezza
luna appoggiati sul naso,una lunga veste viola e un cappello
abbinato.
Subito l’anziano aveva parlato:”Salve io sono Albus
Silente preside di Hogwarts
…Sapevo che saresti arrivata prima o poi Jane
Riddle!”
Jane guardava il preside con gli occhi sbarrati non potendo credere
alle sue
orecchie;quell’uomo sapeva il suo nome!!!!
Lei gli aveva chiesto come facesse a conoscerla e Silente le aveva
risposto che
era una storia lunga ma che presto gliela avrebbe raccontata; poi li
aveva
invitati a fermarsi per la notte e li aveva accompagnati in una
splendida
stanza al secondo piano. Congedatisi dal preside,Clark e Jane stavano
cercando
di capire gli eventi di quella sera ma dopo un po’ si erano
addormentati…o
meglio Clark si era addormentato, poiché Jane non riusciva a
smettere di
pensare alle parole di Silente; così si era rivestita ed era
uscita dalla
stanza per visitare quello strano castello.
A
quell’ora di notte non era sicuramente
il posto più allegro del mondo,al contrario appariva cupo e
tetro e colui in
cui si era imbattuta non era da meno: un uomo nasuto vestito da un
mantello
scuro,con capelli unti e neri che gli ricadevano sulle spalle e con
un’espressione tutt’altro che amichevole.
Le si era parato davanti e con la bacchetta che teneva in mano,da cui
usciva un
forte fascio di luce, le aveva illuminato il viso e con un tono truce
le aveva
detto:”Chi è lei e cosa ci fa qui in giro a
quest’ora?” Jane per nulla
intimorita aveva risposto:”Sono una detective di Scotland
Yard mi chiamo Jane
Riddle e il preside mi ha invitata a restare qui per la notte,quindi
non c’è
bisogno che usa quel tono!!” L’uomo in nero aveva
cambiato espressione,da
antipatica era diventata scossa e stupita ,ma questo era durato solo un
attimo,infatti subito si era ripreso e aveva
controbattuto:”Le consiglio di
tornare nella sua stanza il castello può essere pericoloso
di notte!” Detto
questo era sparito dietro un angolo.
Jane non aveva la
minima intenzione di
farsi intimidire da un tipo del genere e si era diretta verso le scale
(quelle
che cambiavano posizione!) e dopo numerosi corridoi era giunta al terzo
piano.
Questo era esattamente come gli altri e sembrava essere deserto;tutti i
quadri
alle pareti dormivano e regnava un silenzio assoluto, però
un fruscio
improvviso l’aveva fatta sussultare e cadere a terra come se
fosse andata a
sbattere contro qualcosa o qualcuno!Come dal nulla era apparso un
ragazzo bruno
con gli occhiali e una strana cicatrice sulla fronte,che si massaggiava
la
testa.
Con voce incerta Jane aveva detto:”Scusami ma non ti avevo
visto anzi direi che
sei apparso dal nulla ah ah!”
“No mi scusi lei non volevo venirle addosso” e dopo
averla aiutata ad alzarsi
aveva continuato:”Comunque io sono Harry ,piacere”
“Io sono Jane,che ci facevi in giro a
quest’ora?”
“Bhè potrei farle la stessa domanda!”
“Mmmhhh….hai ragione comunque dammi del tu non
sono così vecchia!”
“D’accordo…allora come mai da queste
parti di notte?”
“Sono una detective di Scotland Yard; io e il mio collega
stavamo andando ad
indagare su un omicidio e la macchina ci si è rotta proprio
qui vicino, siamo
entrati a chiedere aiuto e Silente ci ha detto di restare a dormire qui
e
siccome non avevo sonno mi sono avventurata tra i corridoi e credo
proprio di
essermi persa!”
“Vuoi dire che tu e il tuo collega non siete
maghi?!”
“Direi proprio di no”
“Mhhh…è strano”
“Perché?”
“No niente ah ah ah (risata imbarazzata),se vuoi ti
accompagno alla tua
stanza!”
“Davvero magari…grazie!Speriamo solo di non
incontrare di nuovo il tipo vestito
di nero di prima…”
“Scommetto che aveva i capelli unti!”
“Sì come lo sai?!”
“E’ il Professor Piton, è un gran
ficcanaso e anche lui spesso gironzola per il
castello di notte…è davvero
insopportabile”
“Quel tipo insegna qui?!Comunque concordo pienamente,mi ha
anche intimato di
tornare nella mia stanza,ma non avevo alcuna voglia di prendere ordini
da lui!”
Mentre dicevano queste cose intanto erano arrivati al secondo piano
davanti
alla porta della stanza di Jane;”Eccoci arrivati
“aveva detto lei “riconosco la
porta. Grazie mille Harry per avermi accompagnata,da sola non ce
l’avrei mai
fatta…”
“E’stato un piacere…allora buonanotte,ci
vediamo domani”
“Certo buonanotte” e detto questo gli aveva dato un
bacio sulla guancia che
immediatamente era diventata paonazza come il resto della faccia del
ragazzo.
Chiusasi la porta alle spalle e sprofondatasi nel letto Jane si era
finalmente
addormentata.
Era una splendida
mattina lì ad
Hogwarts,e Clark e Jane si erano apprestati a uscire dalla loro
stanza,quando
si era materializzato un elfo che li aveva invitati a seguirlo nella
Sala
Grande dove sarebbe stata servita loro la colazione; l’elfo
era uno strano
essere,con occhi e orecchie enormi e vestito solo con uno straccio
logoro.
I due si erano
guardati interdetti e poi
avevano seguito quello strano personaggio senza fiatare; giunti davanti
alla
porta della Sala Grande gli era prospettata uno stupefacente
spettacolo: il
soffitto della stanza era costituito da un cielo azzurro con tanto di
nuvole e
uccellini cinguettanti,e un mucchio di ragazzi era smistato in quattro
enormi
tavoli.
Jane e
Clark erano entrati con fare
incerto e imbarazzato tanto più quando il preside si era
alzato dalla sedia per
far cenno loro di avvicinarsi; mentre passavano in mezzo ai tavoli un
mormorio
e un mucchio di sguardi puntati addosso aveva fatto venir voglia ai due
detective di scappare a gambe levate.
Intanto finalmente erano arrivati al tavolo dove c’erano Silente, Piton, una signora con un grande cappello e un uomo con delle cicatrici sul viso; il preside li aveva fatti sedere accanto a lui e nei loro piatti era apparsa la colazione!!!!Alla destra di Jane c’era l’uomo sfregiato che con tono amichevole si era presentato:” Ciao,io sono Remus Lupin,professore di difesa contro le arti oscure”
“Ciao,io sono Jane Riddle ,detective di Scotland Yard,molto piacere”. Finita la colazione Albus aveva detto loro che più tardi avrebbe voluto parlare con entrambi e che ora erano liberi di girare per la scuola; non se lo erano fatto ripetere due volte e come due fulmini si erano precipitati fuori dalla Sala, e Jane quasi si era scontrata con un ragazzo biondo e pallido.
Subito fuori avevano incontrato Harry e i suoi due amici che si erano avvicinati,”Ciao Jane” disse Harry ”Questi sono Ron e Hermione i miei due migliori amici” entrambi le strinsero la mano;”Lui è il mio collega Clark” e prima che potesse dire altro Hermione aveva tagliato corto :”Scusateci dobbiamo andare a lezione,ci vediamo a pranzo;buona giornata” i due ragazzi l’avevano seguita a ruota mentre si dirigeva verso le scale,e avevano salutato i detective con la mano.
Clark aveva chiesto a Jane come faceva a conoscere quel ragazzo e lei gli aveva raccontato della notte precedente;dopo si erano avviati verso il parco intenzionati a riesaminare i fascicoli dei sette omicidi,entrambi si chiedevano se quelle strane morti potessero aver qualcosa a che fare con la magia,e alla luce dei fatti sembrava l’unica spiegazione plausibile.
Tutti nella scuola si stavano domandando chi fossero quei due detective e nessuno riusciva a spiegarsi la loro presenza lì; solo Silente sapeva perfettamente ogni cosa e presto anche Jane e Clark ne sarebbero venuti a conoscenza.